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IO, DANIEL BLAKE
VINCITORE ai BAFTA 2017 (Oscar britannici) come 'MIGLIOR FILM BRITANNICO' - Già VINCITORE della PALMA d'ORO al 69. Festival del Cinema di Cannes - Premio del Pubblico al Festival del Film di Locarno 2016 - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by OWEN GLEIBERMAN, (www.variety.com) - Dal 21 OTTOBRE
"Il mio è solo un film. Non faccio politica. Tutto quello che vogliamo è che gli spettatori escano dal cinema ponendosi alcune domande, in preda a un senso di rabbia che potrebbe guidarli a condividere il problema... Perché non puoi fare finta di niente quando vedi quello che il mio paese sta facendo a persone come Daniel Blake. Noi tutti glielo stiamo facendo. E' un senso di sdegno quello che si prova. Quella di Daniel è una situazione che abbiamo visto più volte mentre andavamo in giro per diverse città inglesi durante la preparazione del film: in ogni location c'era sempre una 'banca del cibo' per i poveri che non possono permettersi nemmeno di comprare una scatoletta di tonno. Tutte le città inglesi hanno tantissimi spaccati di vita disperata. Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi quattro anni ci sono stati dai due ai tre milioni di persone che sono praticamente alla fame. Non se ne parla più di tanto, anzi, non se ne parla affatto! Sai anche cos'è la cosa che mi colpisce? Vedi una banca del cibo e ti sorprende, ma ventiquattro ore dopo le persone ci fanno già l'abitudine... Se ci pensi la traiettoria di Daniel Blake è molto rapida. Abbiamo individuato dei punti principali: quando parliamo di malfunzionamento della burocrazia, ci facciamo spesso una risata come prima reazione. Poi però siamo veramente frustrati. Poi, se la cosa continua, si arriva alla disperazione. E in alcuni casi la disperazione può portarti anche alla distruzione. Quando stavamo creando i protagonisti di questa storia, avevamo una certezza: non volevamo personaggi che dessero subito l'impressione di essere vittime. Il nostro protagonista è un brav'uomo. Una persona positiva. Un professionista nel suo lavoro, stimato dai suoi colleghi. Uno intelligente. Ma anche lui precipita. L'altra protagonista è una ragazza piena di energia: una che vorrebbe finire gli studi. Un altro personaggio luminoso. Perché mai dovrebbero finire in questo modo? Mi interessava raccontare questo. E non è una storia inventata: facendo ricerche per il film ho scoperto storie perfino più tristi di quella che raccontiamo... Questa è la questione. La burocrazia non è efficiente, ma non è un caso. C'è uno scopo. Non funziona perché vuole dimostrare alle persone che la povertà è colpa loro. Vuole umiliarle. Questa sensazione viene caricata ancora di più dai media: in TV, ad esempio, ci sono tanti programmi che prendono in giro le persone. 'Lei è grassa, loro hanno troppi figli...'. Questo fenomeno si chiama 'poverty porn' ed è un nuovo genere televisivo incentrato sull'umiliazione delle persone. Se danno la colpa alla gente, vuol dire che non la danno ai veri responsabili: le grandi corporazioni che hanno bisogno di risparmiare su forza lavoro e tasse. Questo è il nuovo 'Programma liberale': guida le persone verso la frustrazione e gli toglierai anche la voglia di combattere. E' così che le persone si ritrovano con pochi soldi per vivere, pochissimo lavoro ogni settimana, e ormai gli va bene così".
Il regista Ken Loach
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