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RACE: IL COLORE DELLA VITTORIA
Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'The Best of Summer 2016' - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by ANDREW BARKER (www.variety.com) - Dal 31 MARZO
"Non credo sarà mai possibile rendere davvero giustizia alla vita di Jesse Owens in sole due ore di film. Descrivendo la sua parabola ascendente degli anni 1934-1936, lo vediamo trasformarsi da giovane e inesperto atleta in campione mondiale. Quest’arco di tempo è anche di grande interesse drammatico: non sarebbe potuto accadere né prima né dopo, in virtù di alcune innovazioni tecnologiche e, da un punto di vista prettamente storico, a causa dell’avanzata del fascismo in Europa... La storia di Jesse Owens è tanto ricca e incredibile che Joe e Anna (gli sceneggiatori) non hanno dovuto inventare niente. Il lavoro è stato, piuttosto, riuscire a isolare e selezionare gli elementi, per arrivare al cuore della storia".
Il regista Stephen Hopkins
"Perché il pubblico possa veramente apprezzare i successi di Owens, la portata e l’importanza delle sue vittorie, dovevamo dare anche degli elementi di contesto storico e politico. Non tutti sanno che per un pelo i Giochi Olimpici rischiavano di saltare, o quantomeno la partecipazione americana. I Giochi Olimpici di Berlino sono stati gli ultimi fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il mondo iniziava a cambiare rapidamente".
Il co-sceneggiatore Joe Shrapnel
"Il clima in cui Owens è cresciuto come atleta ha avuto un grande impatto emotivo su di lui. La sua vita, infatti, è stata direttamente influenzata dal dibattito su se gli Stati Uniti dovessero o meno boicottare i Giochi Olimpici di Berlino in segno di protesta contro la persecuzione degli Ebrei e degli altri gruppi etnici operata dal regime totalitario di Hitler... Per il regime nazista, le Olimpiadi rappresentavano il biglietto da visita per la conquista del mondo. Le prodezze di Owens hanno posto una pietra miliare nella storia dei Giochi Olimpici... Tra le innumerevoli persone conosciute da Owens nella sua carriera di atleta, molte hanno cercato di intralciarlo, sia in America sia all’estero. Anche dopo aver portato il proprio Paese sul podio dell’orgoglio olimpico, Owens è stato vittima di razzismo nella vita quotidiana...".
La co-sceneggiatrice Anna Waterhouse
Galleria Fotografica:
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