BAFTA 2023: VINCITORE come 'Miglior Attrice' (Cate Blanchett) - Golden Globes 2023VINCITORE come 'Miglior Attrice in un Film Drammatico' (Cate Blanchett) - RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dalla 79. Mostra del Cinema di Venezia - Cate Blanchett (Vincitrice della Coppa Volpi per la 'Migliore interpretazione femminile') è Lydia Tár, una musicista divenuta la prima direttrice donna di una grande orchestra tedesca, arrivando al vertice della sua carriera artistica - Dal 9 Febbraio
"... un’indagine sul potere, sulla sua durata e sul suo impatto nella società di oggi. Ho scritto questo film per Cate Blanchett... Il mondo musicale è storicamente maschile, mentre il nostro cast è quasi interamente femminile. Non si vedono spesso direttrici che conducono le maggiori orchestre. E magari sali sul podio e ti vedono come donna, non come musicista... Questa sceneggiatura è stata scritta per un'artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. Gli spettatori, cineamatori e non, non ne saranno sorpresi. Dopotutto, lei è una maestra assoluta. Ciò nonostante, mentre giravamo il film, l'abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da osservare. Abbiamo beneficiato tutti del suo talento. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente. Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate"
Il regista e sceneggiatore Todd Field
"E’ ancora un mondo patriarcale, ... concetto di eguaglianza, c’è molto da fare, perché nell’arte non esiste l’equivalente al femminile della parola maestro... Non ho mai pensato a questo film in termini di genere, è una storia sugli esseri umani, sulla condizione esistenziale, non su una donna. E io non sono un’agitatrice politica. Lydia è una persona che sbaglia, è enigmatica, è stata oggetto di bullismo, non so se si può parlare di toni horror ma c’è qualcosa che la tormenta del suo passato, una donna che non conosce se stessa, il tradimento per lei è problematico. Cerca di reinventarsi attraverso la musica. Ha raggiunto un sogno, che si trasforma in un incubo. Sono stata inchiodata nel suo disfarsi. Ripeto, è una rappresentazione umana, dove scattano certe dinamiche del potere. All’inizio della sua carriera si sarà sentita inerme, ora a 50 anni, nel momento di massimo successo…"
L'attrice Cate Blanchett
(TÁR ; USA 2022; Drammatico musicale; 158'; Produz.: EMJAG Productions, Focus Features, Living Films, Standard Film Company; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Cast: Cate Blanchett (Lydia Tár) Noémie Merlant (Francesca Lentini) Nina Hoss (Sharon Goodnow) Sophie Kauer (Olga Metkina) Julian Glover (Andris Davis) Allan Corduner (Sebastian Brix) Mark Strong (Eliot Kaplan) Sydney Lemmon Vincent Riotta (Cory) Sam Douglas (Marty) Lucie Pohl (Shannon) Lee R. Sellars (Tony)
Musica: Hildur Guðnadóttir
Costumi: Bina Daigeler
Scenografia: Marco Bittner Rosser
Fotografia: Florian Hoffmeister
Montaggio: Monika Willi
Effetti Speciali: Claudius Rauch (supervisore)
Makeup: Annett Schulze (direzione); Morag Ross (per Cate Blanchett)
Casting: Simone Bär, Avy Kaufman, Jeremy Zimmermann
Scheda film aggiornata al:
21 Febbraio 2023
Sinossi:
In breve:
E' la storia di Lydia Tár (Cate Blanchett), una musicista divenuta la prima direttrice donna di una grande orchestra tedesca, arrivando al vertice della sua carriera artistica.
In dettaglio:
Lydia Tár (Cate Blanchett) è una delle più grandi direttrici e compositrici viventi e la prima direttrice capo donna della Filarmonica di Berlino, promotrice di diversi nuovi progetti, inclusa la sua imminente registrazione dal vivo della Sinfonia n. 5 di Mahler. Si affida a Francesca, la sua premurosa assistente personale, e a Sharon, sua moglie e primo violino. Lydia pranza con Eliot Kaplan, direttore d'orchestra che gestisce anche un programma di borse di studio da lei fondato per aspiranti direttrici; e parla di sostituire il suo assistente direttore, Sebastian, presumibilmente con Francesca, e di ricoprire un posto di violoncello libero nell'orchestra.
Successivamente, Lydia fa una lezione alla Juilliard, mettendo in ridicolo Max, uno studente, per la mancanza di interesse nel dirigere i maestri classici sulla base della politica dell'identità, incoraggiando gli studenti a guardare oltre le differenze superficiali alla musica sottostante.
A Berlino, Lydia riceve il romanzo Challenge di Vita Sackville-West, inviato da Krista Taylor, ex membro del programma di borse di studio. Le sequenze dei sogni e le interazioni via e-mail suggeriscono che Lydia abbia indotto Krista in una relazione sessuale che in seguito è andata in pezzi. Lydia inserisce Krista nella sua lista nera, rovinandole le possibilità di una carriera da direttrice d'orchestra. Prima di un'audizione alla cieca per un nuovo violoncellista d'orchestra, Lydia vede una ragazza promettente, la russa Olga, e si assicura i suoi favori. Mentre si prepara intensamente per la quinta registrazione di Mahler, i suoi rapporti con Francesca e Sharon diventano sempre più tesi, poiché entrambe riconoscono la sua attrazione per Olga.
Lydia informa Sebastian della sua imminente sostituzione; furioso, afferma che l'orchestra è consapevole del suo favoritismo, ipotizzando che Francesca sarà il suo sostituto, il che implica uno scambio di favori sessuali. Innervosita dalle accuse, Lydia progetta di sostituire Sebastian con un altro candidato.
Krista si uccide, lasciando un biglietto con gravi accuse contro Lydia, la quale ordina a Francesca di eliminare tutte le e-mail da o su di lei. Lydia è perseguitata da donne urlanti in lontananza, incubi, dolore cronico, una crescente sensibilità al suono e scarabocchi enigmatici che ricordano quelli che Krista fece una volta. Le sue uniche fonti di tregua sono Olga e la figlia adottiva di Sharon, Petra. Mentre cerca di scrivere nuove composizioni, è continuamente disturbata e disgustata dalla sua vicina di casa che si prende cura di una madre morente. Un giorno, dopo essersi esercitata nell'assolo di Olga, Lydia segue la ragazza a casa in un complesso di appartamenti abbandonato e fatiscente. Spaventata da un cane, Lydia inciampa e si ferisce. Mente a Sharon e alla sua orchestra, sostenendo che le ferite sono state causate da un'aggressione. Senza dirlo a Lydia, Francesca si dimette dopo aver appreso che non sostituirà Sebastian.
Un video modificato e fuori contesto della classe Juilliard di Lydia diventa virale e un articolo con accuse contro di lei appare sul New York Post. I manifestanti incontrano Lydia mentre torna a New York per promuovere il suo libro e partecipare a una deposizione per la causa di Krista. Alla deposizione, è implicito che Francesca abbia condiviso le e-mail dannose. Lydia porta con sé Olga, presumibilmente con la speranza di fare sesso, ma Olga la abbandona. Tornata a casa, Sharon se ne va via con Petra, furiosa per la mancanza di comunicazione di Lydia.
Lydia viene rimossa come direttore d'orchestra. Si intrufola nella performance di registrazione dal vivo della Sinfonia n. 5 di Mahler e quando la musica inizia, si precipita sul palco, aggredendo il suo sostituto, Eliot. Consigliata di mentire dalla sua agenzia di gestione, torna nella sua casa d'infanzia a Staten Island, dove viene rivelato attraverso vari premi sul muro della sua camera da letto che il suo nome di battesimo è Linda Tarr.
Qualche tempo dopo, Lydia dirige un'orchestra nel sud-est asiatico. Nel finale, Lydia dirige la sua nuova orchestra nella colonna sonora della serie di videogiochi Monster Hunter davanti a un pubblico di cosplayer.
Short Synopsis:
Set in the international world of classical music, the film centers on Lydia Tár. widely considered one of the greatest living composer/conductors and first-ever female chief conductor of a major German orchestra.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Non si può certo dire che il personaggio di Lydia Tár, per il quale Cate Blanchett, meritatamente, ha vinto a Venezia 79. La Coppa Volpi, apporti un significativo contributo al femminile, in un ambito dominato dal potere maschile. Per quanto sembri essere stato proprio questo lo scopo del film Tar di Todd Field (In the Bedroom). E’ ben noto come i direttori d’orchestra donna siano mosche bianche nel settore, e che la stessa denominazione ‘maestro’ sia a sua volta declinata al maschile, in quanto che ‘maestra’ avrebbe fatto tanto scuola elementare. Insomma, la complicata esistenza di questa rinomata direttrice d’orchestra e compositrice nel mondo internazionale della musica classica, rivela allo spettatore una donna sui generis, che da lesbica, si considera la parte maschile in seno alla coppia (sua moglie Sharon è interpretata da Nina Hoss): e, a parte il fatto che veste abiti prettamente maschili, quando si reca a scuola
della figlia adottiva Petra, per intimidire una bulletta che infastidisce regolarmente la piccola, si presenta come “il padre”.
L’intera sua vicenda, dettagliatamente indicata nella trama del film - che decolla solo nella seconda parte sulla scia dello scandalo emerso a cielo aperto - ne tratteggia una psiche alquanto disturbata: egocentrica e avvezza a sfruttare gli altri a suo piacimento, oltre che confondere le acque tra sfera professionale e privata, elargendo favoritismi in base all’attrazione nei confronti di certe donne in seno alla stessa orchestra. Un personaggio più che consapevole della caratura di un talento sopra le righe, in quanto una delle più grandi direttrici e compositrici viventi oltre che prima direttrice capo donna della Filarmonica di Berlino, promotrice di diversi progetti, tra cui l’imminente registrazione dal vivo della Sinfonia n. 5 di Mahler. Ma un personaggio altresì cinico - vedi la sua reazione nei rispetti del suicidio di Krista -
e capace di mentire a convenienza - vedi la caduta tradotta in una fantasmagorica aggressione - che alla fine esploderà, come una mina vagante, dalla carica della sua stessa rabbia, a causa della destituzione dalla direzione dell’orchestra. Video con e-mail incriminanti le impongono una deviazione professionale che la vede reinventarsi nel sud est asiatico, laddove dirige la sua nuova orchestra nella colonna sonora della serie di videogiochi Monster Hunter davanti ad un pubblico di cosplayer. Una deviazione importante, considerata la sua venerazione per i classici, ma quel che sembra fondamentale per lei, è non mancare il protagonismo assoluto, qualunque esso sia diventato.
E, a proposito di protagonismo, si può dire che Tar crollerebbe su se stesso se non fosse per il protagonismo da ‘One Woman Show’ di Cate Blanchett. I limiti della pellicola si annidano nell’addentrarsi nelle pieghe più profonde del comporre musica, comprensibili solo agli addetti ai lavori, lasciando invece
sospese, non si sa a quale destino, le vicende relative ad altri personaggi che scompaiono nel nulla così come sono arrivati. La storia non è, tra l’altro, di per sé tra le più interessanti, e il film non fa nulla per ingraziarsi un pubblico sprovvisto degli elementi cognitivi della sfera elettiva dei direttori d’orchestra. Lacuna d’altra parte incolmabile da parte della protagonista, troppo impegnata a lavorare su stessa, come da copione, per dar corpo e anima ad uno dei personaggi più sgradevoli ed oltraggiosi ritratti dalla celluloide. Ritratti di cui, invece, proprio la Blanchett, ha una certa esperienza, e non le fa perciò difetto farne brillare persino i meandri più bui. Questione di un talento e di uno stile che non appartengono a tutti e che la rendono interprete speciale in ogni ruolo, e dunque anche in questo.