I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Uscito in Italia in streaming il 27 Agosto 2021
(Cinquième set; FRANCIA 2020; Dramma sportivo; 105'; Produz.: 22h22 in co-produzione con: Apollo Films, Les Films du Cru, Ciné@, StudioCanal, Gapbusters, Praesens-Film, Shelter Prod con la partecipazione di: Canal+, Ciné+ con il sostegno di: Taxshelter. be, Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge in associazzione a Cofimage 31; Distribuz.: Netflix)
Un tennista professionista scivolato in basso alla classifica mondiale torna all'Open di Francia per dimostrare a tutti e a sé stesso che non è ancora finito.
Thomas Edisson è una promessa mancata del tennis francese. Così come nel ciclismo, dove nessun transalpino riesce a trionfare al Tour de France da metà anni Ottanta, anche nel tennis i padroni di casa non riescono a imporsi sulla terra di Parigi dal 1983. Così, ogni atleta emergente e di riconosciuto talento viene visto come la speranza sulla quale l’intero movimento possa appoggiarsi.
Ma Thomas ha fallito quando doveva dimostrare di essere un campione. Pesanti sconfitte e una serie di infortuni ne hanno condizionato fiducia e tenuta fisica, tanto da farlo precipitare molto indietro nelle classifiche di riferimento del circuito internazionale.
Nonostante la moglie Eve e la madre Judith gli abbiano più volte consigliato di ritirarsi, Thomas sente di aver ancora qualcosa da dare. Si iscrive così per un’ultima volta al Roland Garros, dove sfiderà un giovane in rampa di lancio. O dentro o fuori: Thomas dovrà ritrovare le motivazioni che lo spingevano un tempo, per dimostrare innanzitutto a sé stesso di essere ancora un vero tennista.
Short Synopsis:
Thomas was once renowned as a young tennis prodigy, but never had the career he hoped for. At 37, despite his declining physical fitness, he decides to compete in the qualifying rounds of the French Open for one last attempt at glory
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Se dovessimo riassumere in una parola l’essenza di questo film, potremmo dire ‘asfittico’. Di marca tutta francese in distribuzione Netlix, il Cinquième set, ovvero, Il quinto set di Quentin Reynaud (al suo debutto di regia in un lungometraggio in maniera autonoma), sembra abbia smarrito la bussola nel raccontare la crisi di un campione del tennis ormai trentasettenne: il Thomas J. Edison di Alex Lutz, sulle cui spalle viene riposta gran parte del carico emotivo della storia. Un carico alquanto leggero e quasi evanescente, ahimé, soprattutto nella prima parte, ancorato a dinamiche familiari di cui non si riesce né a fare sintesi né mirare al focus delle situazioni. Lo stesso protagonista sembra congelato nelle sue stesse emozioni e persino sua madre - la Judith di Kristin Scott Thomas - un personaggio che si intuisce aver avuto un peso enorme nella vita privata e professionale del tennista, ma non necessariamente in senso
positivo, lasciata nelle retrovie della narrazione, non riesce ad esprimere a pieno la sua reale portata. Quanto alla giovane moglie Eve (Ana Girardot), anche lei tennista sacrificata alla maternità e agli impegni del marito - ben famoso prima della caduta e del fermo a causa dei consistenti problemi al ginocchio di cui ci informano le radiografie - cerca un aiuto nella sua promessa di abbandonare la carriera, ripiegando in alternative parallele come l’attuale insegnamento del tennis ai bambini. Ovviamente senza successo, così come pure la madre, alquanto dura, se non spietata, a giudicare dalla pessima battuta rilasciata alla stampa sul suo conto.
Tutta la prima parte del film si trascina entro una griglia narrativa da sceneggiato televisivo, mantenendo un ritmo strascicato senza occasioni di decollo, e quando nella seconda, con i vari set si partita, si presenta l’occasione di farlo, viene sprecata con riprese che non valorizzano i dettagli di competizione
tra Edison/Lutz e il giovanissimo Thosso di Jürgen Briand. Insomma, nulla a che vedere con i livelli di Borg McEnroe di Janus Metz Pedersen: non siamo neppure nei lontani paraggi! Si salva a malapena qualche raro episodio appena più tensivo e la bella inquadratura d’inizio con un ralenti prossimo al fermo immagine: inquadratura in parte ripresa in un finale che… lascia sconcertati.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
trailer ufficiale francese con sottotitoli in inglese: