RECENSIONE - La magia di Wonder torna ad emozionarci con un nuovo capitolo tratto dalla graphic novel di R. J. Palacio, tradotto sul grande schermo da Marc Foster: Helen Mirren è la protagonista di un'interessante storia della propria infanzia che racconta al nipote - Dal 4 Gennaio
(White Bird: A Wonder Story; USA 2022; Biopic drammatico di guerra; 122'; Produz.: Lionsgate, Mandeville Films, Participant, Stillking Films; Distribuz.: Notorious Pictures)
Soggetto: Tratto dal romanzo A Wonder Story - Il libro di Julian di R.J. Palacio, il film è uno spin-off dell'acclamatissimo Wonder (2017).
Cast: Gillian Anderson (Vivienne) Helen Mirren (Sara) Bryce Gheisar (Julian) Ariella Glaser (Sara da giovane) Orlando Schwerdt (Julien) Patsy Ferran (M.lle Petitjean) Olivia Ross (Rose) Nadine Leon Gobet (Robyn) John Bubniak (Gendarme Marc) Stuart McQuarrie (Pastore Luc) Ishai Golan (Max) Jim High (Comandante militare) Philip Lenkowsky (Rabbino Bernstein) Simon Mestdagh (Ufficiale Milice) Jem Matthews (Vincent) Cast completo
Jordan Cramond (Jerome) Sean Brodeur (Groom) James Beaumont (Pastore Robert)
Musica: Thomas Newman
Costumi: Jenny Beavan
Scenografia: Jennifer Williams
Fotografia: Matthias Koenigswieser
Montaggio: Matt Chesse
Effetti Speciali: Jirà Vater (supervisore)
Casting: Kate Dowd; Maya Kvetny (Repubblica Ceca)
Scheda film aggiornata al:
22 Gennaio 2024
Sinossi:
In breve:
Dopo gli eventi di Wonder, il bullo Julian è stato espulso dalla scuola e cerca di ambientarsi nel nuovo istituto. Sentendolo in difficoltà , la nonna lo sorprende, gli fa visita da Parigi e gli racconta la storia della sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza ebrea nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di classe. Di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la vita. Di quanto può essere forte il potere della gentilezza.
In altre parole:
Si racconta la storia di Julian (Bryce Gheisar), un bambino un po' arrogante, che a scuola ha la fama di essere un bullo, tanto da prendere di mira chiunque veda come "diverso". A causa di questo suo carattere, il ragazzo viene anche sospeso da scuola.
L'estate dopo questa esperienza, Julian trascorre le vacanze a Parigi dalla nonna (Helen Mirren), che durante un caldo pomeriggio gli racconta una storia: come da ragazza sia riuscita a scappare ai nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale. La nonna era una giovane ebrea, che viveva nella Francia occupata dalle truppe di Hitler. Ad aiutarla a salvarsi è stato un suo coetaneo, un giovane di nome Julian, proprio come suo nipote, che, nonostante soffrisse di deformità alle gambe, è riuscito a compiere un gesto che lo ha reso un vero eroe.
Short Synopsis:
A young Jewish girl hidden away by a boy and his family in Nazi-occupied France during World War II.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Ed ecco che dal passato spunta un’altra ‘lezione di vita’ all’indirizzo delle nuove generazioni. L’ispirazione giunge ancora una volta dalla graphic novel di R. J. Palacio, come già per il precedente Wonder di Stephen Chbosky, con Jiulia Roberts ed Owen Wilson tra gli altri. Questa volta però, per lo spin-off Wonder: White Bird, della regia si sobbarca Marc Forster (Neverland-Un sogno per la vita, Vero come la finzione, Il cacciatore di aquiloni, Ritorno al bosco dei 100 acri, Non così vicino) che di affreschi narrativi di formazione se ne intende. I toni sono quelli elementari, impartiti da un’insegnane ai propri giovani allievi e, nel caso specifico, di una nonna (la Sara di Helen Mirren) sopraggiunta all’improvviso dalla Francia, sorprendendo suo nipote Julian (Bryce Gheisar).
Dietro un amorevole ammonimento, la sua lezione di vita arriva presto, ed è del tutto personale e molto sentita, un qualcosa di cui di solito non ama
Sara/Mirren: “Raccontami di questa nuova scuolaâ€
Julian (Gheisar): “Cerco di ambientarmi, ci provo da quando ho lasciato la mia vecchia scuolaâ€
Sara/Mirren: “Julian, tu non hai lasciato al tua vecchia scuola, sei stato espulso. Sei stato crudele con un altro bambinoâ€
E’ da questo punto in poi, dopo un preambolo poco idilliaco per Julian/Gheisar nella nuova scuola, che ci si avventura nel ‘racconto della memoria a scopo didattico’: ed è come inglobare una capsula del tempo che ci riporta all’epoca della giovinezza di nonna Sara, tanto carismatica quanto può esserlo la sua interprete Helen Mirren, più presente in voce fuori campo che fisicamente. L’efficacia sortisce ugualmente il suo effetto, anche se i giovani attori in campo - Ariella Glaser per la giovane Sara e Orlando Schwerdt per il poliomielitico Julien - sono deboli ombre rispetto alla reale portata di Helen Mirren.
Così, i fatti storici
Al di là del già visto e assimilato dalla miriade di storie a grappolo che il cinema ci ha variamente illustrato su più livelli sul genere, questo piccolo racconto si appunta sul fattore speculare
tra passato e presente: il primo suggerisce al secondo di non sottovalutare, e soprattutto, di rispettare, la ‘diversità ’ che, in questo caso, si rivela paradossalmente una insperata ancora di salvezza. E dal ‘bullismo’ declinato a scherno del diverso - qualunque sia la forma - alla crudeltà , il passo è breve. Questa volta ce lo insegna Sara/Mirren con la storia della sua giovinezza, a cui è sopravvissuta negli anni più bui, quando persino i compagni di scuola potevano trasformarsi in bieche spie e speciali persecutori ingaggiati straordinariamente dal sistema - nazista, nel caso specifico - e quando la ‘gentilezza’ poteva arrivarti da qualcuno di cui non avevi neppure mai saputo il nome, malgrado ti sedesse accanto.
“Non sapevo nemmeno il suo nome, ma avevamo in comune una cosa fondamentale: avevamo visto entrambi di quanto odio sono capaci le persone e quanto coraggio ci voleva per essere gentiliâ€.
Così, il sostegno di Julien per Sara ha significato scartare da quella sottile linea rossa che demarca il confine tra la vita e la
morte. E Sara/Mirren questo non l’ha mai dimenticato: “Puoi dimenticare tante cose nella vita, ma non dimenticare mai la gentilezza, come l'amore farà parte di te per sempreâ€. Gli occhi lucidi del nipote Julian alla fine del racconto e il cambio di rotta nel suo comportamento, non lasciano dubbi sul buon esito di quella lezione! Una lezione che riecheggia come esemplare per tutti, per quanto semplice e lineare sia: quasi quanto una fiaba per bambini.
Perle di sceneggiatura
So di non essere un normale bambino di 10 anni, ma in fondo forse è proprio questo il punto: nessuno è normale!
Raccontami di questa nuova scuola.
Cerco di ambientarmi, ci provo da quando ho lasciato la mia vecchia scuola.
Julian, tu non hai lasciato al tua vecchia scuola, sei stato espulso. Sei stato crudele con un altro bambino.
Non sapevo nemmeno il suo nome, ma avevamo in comune una cosa fondamentale: avevamo visto entrambi di quanto odio sono capaci le persone e quanto coraggio ci voleva per essere gentili.
Il mondo della realtà ha i suoi limiti, quello dell'immaginazione non conosce confini.
Puoi dimenticare tante cose nella vita, ma non dimenticare mai la gentilezza, come l'amore farà parte di te per sempre.