I recuperati di CelluloidPortraits - Sequel di Downton Abbey - RECENSIONE - Dal 28 Aprile
"Non avevo mai scritto una serie televisiva prima e ho trovato che si ha un’eccezionale libertà di sviluppare i personaggi. Il modo di vivere di queste grandi case con la servitù mi ha sempre interessato, già molto prima di scrivere 'Gosford Park'. C’è qualcosa di intrigante in un gruppo di persone che vivono a così stretto contatto ma che hanno aspettative così diverse... Il mio primo colpo di fortuna è stato che mi hanno chiesto di scrivere un film per Robert Altman, che poi è diventato 'Gosford Park'. Sospettavo che Altman si sentisse fuori dalla sua zona di comfort a fare un film sul sistema di classi sociali britannico per cui ho pensato che l’unico modo per aggirare il problema fosse scrivere una sceneggiatura completamente altmaniana in cui ogni volta che girava la pagina ne avrebbe riconosciuta la struttura. Per riuscirci sono uscito per andare alla videoteca - a quei tempi si faceva così – e ho preso ogni singolo film di Altman che ho trovato. Li ho guardati tutti in tre, quattro giorni e, nonostante l’ambientazione, ho progettato il film in modo che Altman potesse riconoscere il suo territorio. Il risultato è stato che ho scoperto che mi piaceva quella forma di narrazione e che era
perfetta per me. Da allora, mi sono allontanato dalla narrazione chiara, lineare, che avevo prevalentemente fatto fino a quel momento per una narrazione a più voci, multipla, una forma con molti archi di sviluppo che è rimasta la mia. Questa struttura ha caratterizzato tutta la serie di Downton dal suo primo concepimento, ma questo significa che devi avere a bordo registi che sono interessati a questo modo di narrare, comprendono le storie e le seguono. Simon (Curtis) è molto bravo in questoâ€
Lo sceneggiatore Julian Fellowes
Titolo in italiano: Downton Abbey 2: Una nuova era
Titolo in lingua originale:
Downton Abbey: A New Era
Anno di produzione:
2022
Anno di uscita:
2022
Regia: Simon Curtis
Sceneggiatura:
Julian Fellowes
Soggetto: Sequel di Downton Abbey, basato sull'omonima e popolare serie TV britannica, ambientata all’inizio del XX Secolo nello Yorkshire.
Cast: Hugh Bonneville (Lord Robert Crawley, Conte di Grantham) Maggie Smith (Violet Crawley, Contessa madre di Grantham) Laura Carmichael (Lady Edith Pelham, Marchesa di Hexham) Jim Carter (Mr. Carson) Raquel Cassidy (Miss Phyllis Baxter) Brendan Coyle (Mr. John Bates) Hugh Dancy (Jack Barber) Michelle Dockery (Lady Mary Talbot) Kevin Doyle (Mr. Joseph Molesley) Michael Fox (Andy Parker) Nathalie Baye (M.me De Montmirail) Joanne Froggatt (Anna Bates) Matthew Goode (Henry Talbot) Harry Hadden-Paton (Lord Herbert Pelham, Marchese di Hexham) Laura Haddock (Myrna Dalgleish) Cast completo
Robert James-Collier (Thomas Barrow) Allen Leech (Tom Branson) Phyllis Logan (Mrs. Elsie Hughes) Elizabeth McGovern (Lady Cora Crawley, Contessa di Grantham) Sophie McShera (Daisy Parker) Lesley Nicol (Mrs. Beryl Patmore) Imelda Staunton (Lady Maud Bagshaw) Penelope Wilton (Lady Isobel Gray, Baronessa Merton) Tuppence Middleton (Lucy Smith) Douglas Reith (Lord Richard Gray, Barone Merton) Dominic West (Guy Dexter) Samantha Bond (Lady Rosamund Painswick) David Robb (Dr. Clarkson) Fifi Hart (Sybbie Branson) Jonathan Coy (George Murray) Sue Johnston (Miss Gladys Denker) Jeremy Swift (Septimus Spratt) Megan Barker (Caroline Talbot) Paul Copley (Mr. Mason) Charlie Watson (Albert)
Musica: John Lunn
Costumi: Maja Meschede e Anna Robbins
Scenografia: Donal Woods
Fotografia: Andrew Dunn
Montaggio: Adam Recht
Effetti Speciali: Phil Chapman e Sam Trowsdale (effetti speciali); Patricia Llaguno (supervisore effetti visivi)
Nella splendida tenuta di Downton Abbey, situata nella campagna inglese, vedremo ancora una volta intrecciarsi le vicende della famiglia Crawley con quelle della sua servitù. Mentre la villa è in pieno subbuglio a causa dei preparativi per il matrimonio di Tom Branson (Allen Leech) e della signorina Lucy Smith (Tuppence Middleton), ex cameriera, Lady Violet Crawley Grantham (Maggie Smith) riceve in eredità una villa nel sud della Francia. Riunita la famiglia, l'anziana Violet spiega come questa dimora, nota come Villa delle Colombe, le sia stata donata in gioventù da un uomo, con cui ha avuto una storia d'amore, prima di conoscere il suo futuro marito. Ora che il suo giovane amore è morto, la villa, ormai non più segreta, è passata di proprietà alla signora, che decide di recarvisi per un soggiorno, accompagnata da una parte della famiglia e dagli immancabili e fedeli servi, Mr. Carson (Jim Carter) e Mrs. Hughes (Phyllis Logan).
Nel frattempo a Downton Abbey si respira una ventata di modernità con l'arrivo del produttore Jack Barber (Hugh Dancy) e della sua troupe cinematografica, pronta a girare un film all'interno del lussuoso palazzo con l'appoggio di Lady Mary (Michelle Dockery). Non mancheranno di certo gli intrighi e i misteri, come quello sul passato di Lady Violet.
I Crawley tornano a Downton dove Isobel ha ricevuto da Violet il compito di occuparsi delle carte. Qui scopre alcune lettere del defunto Marchese di Montmirail alla Contessa Madre e ne parla con Violet e Robert. Con l’aiuto dell’intera servitù Jack Barber riesce a completare il suo film...
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Su ‘Downton Abbey’ l’ombra lunga di ‘Gosford Park’
Non poteva essere altrimenti! Con un ‘affiliato’ di Robert Altman come lo sceneggiatore Julian Fellowes al timone, riesce più che logica la stretta familiarità di stile che accomuna il mitico altmaniano Gosford Park a Downton Abbey, sia l’atto primo che l’atto secondo. Una familiarità che sprigiona dramma e umorismo da tutti i pori, laddove la ‘maestosa residenza’ da grande castello è la prima vera protagonista e dove usi e costumi, come pure l’ambiente domestico e naturale esterno, sono così visceralmente ‘british’ da catapultarci in un mondo altro, da ‘favole per adulti’, per così dire. Un mondo dove il maggiordomo e la governante equivalgono al re e alla regina di una servitù ben organizzata e diretta come un’orchestra che libra nell’aria la sua migliore sinfonia. E come si dice sempre per le belle storie che tornano nei nuovi paragrafi di una narrazione comune che
ha radici lontane, “è sempre un piacereâ€!
Anche la radice televisiva in Downton Abbey è molto forte
rientra a pieno titolo nell’omaggio al grande Robert Altman e al respiro cinematografico suo proprio, pur non disdegnando quel trend di dialoghi e di intimità narrativa dilatata propria del piccolo schermo. Ma per nostra fortuna, a parte qualche flessione d’intrattenimento di troppo, talora cadenzata in un eccesso di verbosità non propriamente elettrizzante, c’è armonia in questo strano sposalizio e nessun elemento è tradito per un atto di sostanziale fedeltà alle proprie fonti.
L’umorismo ‘British Touch’, che passione! Per quanto dramma e persino un pizzico di mistero non si facciano mancare
Bisogna ammettere che in questo secondo atto a Downton Abbey lo sceneggiatore Julian Fellowes si è dimostrato particolarmente generoso in fatto di battute umoristiche in perfetto stile ‘british’. Battute che, quando ben costruite, sono un vero spasso, oltre che indispensabili ad alleggerire una narrazione ricca come questa di eventi e di misteri oltre che popolata di una nutrita e variopinta schiera di
personaggi. Una strana ed inaspettata donazione apre tra l’altro molti interrogativi sui trascorsi giovanili di Lady Violet/Smith: “Sono entrata in possesso di una villa nel Sud della Franciaâ€, dichiara lei stessa ai familiari. E non si può fare a meno di sorridere quando si apprende che il donatore, deceduto di recente, è un certo Marchese di Montmirail, cognome che, proprio in quel di Francia, fa tornare in mente la commedia I visitatori: un omaggio involontario o… volontario?
Il cinema nel cinema e il senso di ‘una nuova era’
Il maniero Downton Abbey è indiscusso protagonista, qui ‘interpretato’ dal castello di Highclere, casa del Conte e della Contessa di Carnavon e della loro famiglia: circondato com'è da uno spettacolare parco, è indubbiamente uno dei più bei castelli d’Inghilterra, laddove i Carnavon vivono dal 1679. Un contesto dunque, dove finzione e realtà quasi si confondono, e dove il respiro british arriva da ogni pietra
così come da ogni filo d’erba. Tradizioni e nuove generazioni scandiscono la distanza, quanto il legame indissolubile, tra passato e presente. Ma la ‘nuova era’ occhieggia anche da un altro versante che sarebbe tanto piaciuto allo stesso Altman, illustre ’innamorato’ del cinema. Downton Abbey si mostra ancora sontuosa all’esterno ma i segni della ‘vecchiaia’ sono più evidenti all’interno, in particolare nelle soffitte, in prossimità del tetto, che, come è evidente dalla stesura dei vari recipienti, fa acqua da tutte le parti. Come rinunciare alla inaspettata ‘proposta indecente’ di una casa di produzione che pagherebbe per girare un film proprio a Downton Abbey? Così, mentre lo snobismo cede il passo alla necessità di acquisire denaro per il restauro del tetto - il pragmatismo dell’attualità di inizio XX secolo – la ‘nuova era’ di lì a poco si scoprirà anche nel cinema stesso: il produttore Jack Barber (Hugh Dancy) con la sua
l’altro, ogni nube e velo di mistero saranno dissipati a tempo debito. E come nella vita reale, anche nella finzione, si celebra il naturale cambio di guardia. Il difficile sarà trovare nel nuovo che avanza lo spessore della vetustà ormai andata. Ma visto il finale, mortificato nel suo climax, andato diluito a favore di qualche sequenza di troppo in stile piccolo schermo, è probabile che avremo almeno un’altra occasione di tornare a Downton Abbey. E’ comunque certo che non sarà più la stessa cosa!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)
featurette 'Dietro l'obiettivo - Episodio 1: La storia fino ad oggi' (sub ITA):
featurette 'Dietro l'obiettivo - Episodio 2: Volti nuovi e volti familiari' (sub ITA):
featurette 'Dietro l'obiettivo - Episodio 3: Da Highclere alla Riviera' (sub ITA):
featurette 'Dietro l'obiettivo - Episodio 4: Glamour da grande schermo' (sub ITA):
Perle di sceneggiatura
Violet Crawley (Maggie Smith): Anni or sono, prima che voi nasceste... io conobbi un uomo e ora sono entrata in posesso di una villa nel sud della Francia.
Violet Crawley: Ho l'aria di chi possa rifiutare una villa nel Sud della Francia? ... Detto questo, vi do la buonanotte! Vi lascio liberi di discutere sul mio misterioso passato.
Violet Crawley (indispettita verso la cameriera che tenta di aiutarla): No, non guidatemi, non sono un'auto da corsa!
Violet Crawley: Sembrerò un ospite che ha fatto i bagagli e non si decide a partire!