(Every Breath You Take (anche 'You Belong To Me'); USA 2021; thriller drammatico; 105'; Produz.: Construction Film, 13 Films, Southpaw Entertainment, Story Mining & Supply Co., Trinity Media Financing; Distribuz.: Eagle Pictures)
Titolo in italiano: Every Breath You Take - Senza respiro
Titolo in lingua originale:
Every Breath You Take (anche 'You Belong To Me')
Anno di produzione:
2021
Anno di uscita:
2021
Regia: Vaughn Stein
Sceneggiatura:
David Murray
Cast: Casey Affleck (Philip) Sam Claflin (James/Eric) Michelle Monaghan (Grace) Veronica Ferres (Dr. Vanessa Fanning) India Eisley (Lucy) Emily Alyn Lind (Daphne) Hiro Kanagawa (Dr. Toth) Vincent Gale (Stuart Fanning) Lilly Krug (Lily Fanning) Daniel Bacon (Capo della Polizia)
Musica: Marlon Espino
Costumi: Odessa Bennett
Scenografia: Jeremy Stanbridge
Fotografia: Michael Merriman
Scheda film aggiornata al:
01 Dicembre 2021
Sinossi:
La carriera di uno psichiatra subisce un duro colpo quando una delle sue pazienti si toglie la vita. Quando l'uomo invita nella propria casa il fratello della ragazza, la sua famiglia inizia ad essere vittima di ritorsione per mano di quest'ultimo.
Lo psichiatra Philip Clark cade nello sconforto dopo aver appreso la notizia del suicidio di una propria paziente. Sente che questo debba essere considerato come un fallimento personale e professionale e, inoltre, ha sulla sua coscienza un ulteriore fardello da sopportare: la donna era crollata emotivamente decidendo di togliersi la vita dopo che la sua migliore amica era perita misteriosamente e tragicamente. L’ultima chiamata, forse per chiedere conforto, l’aveva effettuata proprio a Clark, che non è riuscito a fermarla in tempo.
Quando, qualche tempo dopo, il fratello della donna va a trovare Philip, quest’ultimo cerca di trovare il perdono di cui ha bisogno per sopire i suoi sensi di colpa. Ma, sebbene di fronte anche alla moglie e alla figlia dello psichiatra, l’uomo non indugia piuttosto ad accusare Philip di ogni responsabilità per quanto accaduto, giurando vendetta. Così, egli inizierà a tormentare l’intera famiglia di Clark, avvicinandosi a tutti loro pericolosamente.
Every Breath You Take is a searing psychological thriller about a psychiatrist (Casey Affleck), whose career is thrown into jeopardy when his patient takes her own life. When he invites his patient's surviving brother (Sam Claflin) into his home to meet his wife (Michelle Monaghan) and daughter, his family life is suddenly torn apart
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Non si può certo dire che miri alla sorpresa, semmai al logoramento dei personaggi sul campo. E quando si tratta di sofferenza interiore repressa, di quelle ben serrate nella mente e nell’anima, e fermamente decise a non uscire allo scoperto, tali da crear danni nell’intorno, chi meglio di lui? Casey Affleck (Manchester by the Sea, L’amico del cuore) fa centro anche questa volta con il suo psichiatra Philip. Occorre avere un equilibrio speciale per continuare a svolgere un’attività professionale di quel genere, quando nel frattempo si è subito un grave trauma in prima persona! Beh, è proprio il caso del Philip di Affleck. Come si illustra molto prevedibilmente all’inizio della storia, la moglie Grace (Michelle Monaghan) in auto con il figlioletto, ha un incidente in cui il piccolo non trova scampo. Il merito del regista Vaughn Stein (Terminal, 2018; Inheritance, 2020), sta nell’aver aggirato l’ostacolo del didascalismo e la trappola
per la Canzone dell'Anno nel 1984). Anzi, si direbbe che entrambi i titoli muovano dal celebre brano musicale di Sting che comprende tra le righe pure l'altro titolo "you belong to me": brano in cui la suggestione lo porta a riflettere sull’amore che finisce in un modo nuovo. Nel brano Sting ci parla di un personaggio non identificato, che osserva ogni movimento, ogni respiro della donna che ama; ma si capisce presto che la donna si sta allontanando (“Every bond you breakâ€, canta Sting: ogni legame che spezzi, e “Oh, can’t you see you belong to me / How my poor heart aches with every step you takeâ€, Non vedi che appartieni a me, e come il mio povero cuore soffre ad ogni passo che compi?)
intervenuto a salvarla, azzardando con lei una terapia tanto inedita quanto al limite del conflitto dell’etica professionale: non a caso la collega, Dr. Vanessa Fanning (Veronica Ferres) gli pone l’interrogativo di quanto abbia usato la paziente per stare meglio sul piano personale. Nel frattempo, la morte improvvisa dell’amica del cuore, in apparenza per suicidio, sembra innescare il crollo emotivo definitivo in Daphne, tanto da sortire nel medesimo destino, con il conseguente, devastante, senso di colpa del suo psichiatra. Medico ombroso e strascicato che Casey Affleck riveste egregiamente di quel velo di estraneazione con cui ammanta ogni membro della famiglia: dalla moglie Grace/Monaghan, agente immobiliare che cerca di affogare il suo dolore in quotidiane nuotate in piscina, e la figlia adolescente Lucy (India Eisley), lacerata a sua volta dalla solitudine in cui l’ha relegata l’indifferenza familiare, pure alle prese con l’espulsione dalla scuola e non solo.
E’ paradossalmente quando il personaggio
di Claflin, psicotico seriale sottopelle - prima di esplodere e manifestarsi per quello che è realmente alla luce del sole - entra nelle vite di Philip/Affleck, Grace/Monaghan e Lucy/Eisley, fingendosi il fratello della vittima, che il dramma scricchiola, e proprio mentre sta abbracciando il thriller. Innumerevoli le scelte e le mosse dei personaggi che si rivelano poco credibili, o, quanto meno, esageratamente ingenue. Ogni reiterata occasione di incontro e di relazione con il James di Claflin - prima di rivelarsi nel fidanzato di Daphne, Eric, divenuto ex proprio su consiglio dello psichiatra - diventa imbarazzante proprio sull’onda dell’evidente suo anomalo comportamento. Più interessanti invece, per quanto prevedibili e scontate, le ritorsioni dello psicopatico ai danni dello psichiatra, ritenuto responsabile del naufragio della relazione amorosa, in verità costruita volutamente come ‘asfissiante dipendenza’. Ritorsioni tali da mettere nei guai Philip/Affleck con l’ordine professionale dei medici. Nel frattempo il thriller si fa sempre
più largo, balzellando tra una sconsiderata liaison e l’altra, a cavallo di ingenuità a grappolo prima di raggiungere il climax con il lapidario confronto tra Eric/Claflin e Philip/Affleck - alquanto improbabile se non ai confini della realtà - e un salvataggio in extremis che aveva per contratto l’obbligo di sfociare nell’happy ending.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)