"E' di gran lunga il progetto al quale più legato. Scrivere la sceneggiatura e realizzare questo film mi ha avvicinato alla memoria dei miei nonni e mi ha aiutato ad avvicinarmi alla Germania, un paese che fin da bambino, mi hanno insegnato a temere. Ogni giorno sul set si presentavano problematiche che si riallacciavano ad esperienze personali. Ho visto i bambini agire sul set e non ho potuto fare a meno di pensare ai milioni di bambini ebrei assassinati in quel Paese. Non è passato un solo giorno in cui non abbia pianto - sia con dolore che con gioia. E non è successo soltanto a me: tutti gli attori hanno avvertito un legame personale con questa storia molto speciale"
Il regista e sceneggiatore Jonathan Jakubowicz
(Resistance; FRANCIA/USA/GRAN BRETAGNA/GERMANIA 2020; Biopic drammatico di guerra; 120'; Produz.: Pantaleon Films/Vertical Media/Bliss Media in associazione con: Epicentral Studios/Ingenoius Media/Riverstone Pictures/Rocket Science; Distribuz.: Vision Distribution e Cloud 9 Film)
Titolo in italiano: Resistance - La voce del silenzio
Titolo in lingua originale:
Resistance
Anno di produzione:
2020
Anno di uscita:
2020
Regia: Jonathan Jakubowicz
Sceneggiatura:
Jonathan Jakubowicz
Soggetto: Basato sulla vita di Marcel Marceau, attore teatrale e mimo francese, nato a Strasburgo il 22 marzo 1923. Morto nel 2007 all'età di 84 anni, ha deliziato generazioni di spettatori nel corso della sua carriera. Marceau è stato il mimo più famoso di tutto il mondo.
Preliminaria - Quale Marcel Marceau?:
Chi si cela dietro un celeberrimo artista, il mimo Marcel Marceau? La sua carriera lo ha reso una vera icona nella sua forma d’espressione artistica, che lui chiamava “l’arte del silenzioâ€, ma per forza di cose non si sa niente di lui, almeno non è noto al grande pubblico, che probabilmente non ne ha mai neanche ascoltato la voce.
Si è esibito in giro per il mondo per oltre sessant'anni, creando nel 1959 la sua scuola di pantomima a Parigi. È stato amico per vent'anni di Michael Jackson, che ha detto di utilizzare le tecniche di Marceau nei suoi passi di danza.
Quello che poco di conosce, e che viene indagato da Resistance, è che l’artista, nato nel 1923, fece parte da giovane della resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale, vivendo nascosto. La sua prima grande performance pubblica lo vide protagonista davanti a tremila soldati dopo la liberazione di Parigi, nell’agosto 1944. Dopo la guerra studiò arte drammatica e mimo nella capitale.
Sono quindi proprio questi anni giovanili e meno noti al centro di un film diretto da Jonathan Jakubowicz.
Preliminaria - il regista Jonathan Jakubowicz:
Venezuelano di nascita, Jonathan Jakubowicz si è fatto conoscere per Secuestro Express, nominato nel 2005 come 'Miglior Film Straniero' agli Oscar. L’allora presidente, Hugo Chavez, non gradì la maniera in cui venne raffigurato il crimine nel Paese, tanto che processò due volte il regista, fino a costringerlo ad emigrare. La sua carriera è proseguita con Hands of Stone (2016), la storia del pugile panamense Roberto Duran, con Robert De Niro nei panni del suo allenatore.
E' la storia dell'immenso potere di un sogno, e del potere dell'arte stessa di portare tra la gente il sorriso e un soffio di speranza anche in un momento così oscuro. In un'epoca in cui l'odio sfrenato regnava sull'Europa, Marcel Marceau ha dimostrato quanto si possa ottenere perseguendo con forza il bene.
Tutto ciò che Marcel Marceau (Jesse Eisenberg) desidera è una vita dove l'arte sia al centro di ogni cosa. Di giorno lavora nella macelleria del padre e di sera cerca di realizzare il suo sogno esibendosi nei piccoli palcoscenici della città. Oltre all'arte la sua passione è Emma (Clémence Poésy), una ragazza politicamente molto attiva. Per conquistarla e compiacerla, Marcel accetta di partecipare a una missione pericolosa che cambierà per sempre il corso della sua esistenza: bisogna salvare 123 orfani ebrei dalla presa dei nazisti tedeschi e dello spietato Obersturmführer delle SS Klaus Barbie (Matthias Schweighöfer) e portarli oltre il confine in Svizzera. Insieme a Emma, Marcel si unisce alla Resistenza francese per combattere con coraggio e fermezza le atrocità della guerra. La sua arte si rivelerà la più grande arma contro gli orrori del nazismo...
Synopsis:
The story of a group of Jewish Boy Scouts who worked with the French Resistance to save the lives of ten thousand orphans during World War II
Sono diversi i registri toccati da questo film basato sui fatti, peraltro ancor più accreditati da una manciata di inserti in filmato di repertorio ovviamente in bianco e nero, in cui è in azione l’Hitler originale. Così non potremo
neppure dire che il cattivo di turno, il nazista Klaus Barbie - egregiamente dipinto da Matthias Schweighofer nella carogna che si scioglie diventando un’altra persona mentre parla della figlia neonata - sia un ‘ritratto’ esagerato sulle ali della fantasia. Ci sono scene davvero di un’atrocità inimmaginabile, per quanto talora sfumate sulla scia di urla mozzate sulla dissolvenza in nero, tanto da far sembrare un agnellino, al confronto, il nazista Amon Goeth di Ralph Fiennes nel succitato Schindler’s List. Questo Barbie non solo ha saputo essere uno spietato bulldozer e un implacabile esecutore di morte, ma ha avuto la mostruosa grazia di farlo mentre suonava il piano e beveva birra, prima di passare a torturare verbalmente e con i fatti due sorelle ebree della Resistenza - la Emma di Poesy e la Mila di Vica Kerekes - nel vano tentativo di estorcere loro informazioni sugli uomini in carica. Un uomo che
pubblica lo vide protagonista davanti a tremila soldati dopo la liberazione di Parigi, nell’agosto del 1944. Dopo la guerra Marcel Marceu studiò arte drammatica e mimo nella capitale e deve difatti a questo la sua fama mondiale. Ma oggi, abbiamo un motivo ben più nobile della sua stessa Arte - peraltro mal rappresentata nel film a parte la sottile ironia dell’intrecciare l’iperrealismo di Hitler con la satira artistica di Charlie Chaplin - per onorarne la memoria nella Memoria. E, soprattutto, per non dimenticare mai! Del resto, recuperare ogni briciola di memoria rimasta per strada, è già una conquista impareggiabile!
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)