I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Da Cannes 2021 - Sean Penn dietro (Il tuo ultimo sguardo, Into the Wild, La promessa) e davanti la macchina da presa per portare sul grande schermo la vera storia del più noto falsario della storia americana, con al centro un amore filiale a doppio fondo e al suo fianco Josh Brolin e Miles Teller, oltre ai figli Dylan e Hopper - Dal 31 Marzo
"...'Una vita in fuga' è una potente storia vera piena di amore, tragedia e struggimento. Un vero viaggio padre-figlia e un racconto di formazione. È un film con cui ciascuno può identificarsi, che narra di rapporti famigliari complessi, di scoperta della propria identità e di perdono"
L'attrice Katheryn Winnick
"Ho sempre amato la grana della pellicola 16mm. A prescindere da come la tagli, all'immagine digitale manca quella bellezza della vita che evoca la sensazione del tempo che passa. Quindi piuttosto che girare in digitale e poi imporre un'immagine filmica stratificata, siamo andati dritti alla fonte. Danny Moder è stato uno straordinario compagno d'armi. È stato disponibile a compiere scelte azzardate e il suo straordinario senso della luce, del colore e della composizione è eguagliato solo dal suo impegno autoriale nei confronti della narrazione"
Il regista e attore Sean Penn
(Flag Day; USA 2020; Mistery-Thriller; 107'; Produz.: Conqueror Productions e Wonderful Films; Distribuz.: Lucky Red)
Soggetto: Tratto dal libro biografico di Jennifer Vogel Flim-Flam Man: The True Soty of My Father's Countrefeit Life ed ispirato ad una storia vera.
Ispirato alla storia vera del più noto falsario della storia americana. Sean Penn è John Vogel, un padre anticonformista, emozionante e straordinario che insegna a sua figlia Jennifer a vivere una vita di rischio e avventura. È esaltante per una bambina. Crescendo, la realtà inizia a divorare l’immagine del suo eroe. Le sue storie inverosimili non tornano più, ma le conseguenze sconsiderate sì. Jennifer costruisce una vita tutta sua, lontana dalla sua infanzia instabile. Ma mentre i piani folli di John continuano ad intensificarsi, non può fare a meno di essere attratta da suo padre e dalla sua avventura più devastante.
Cast: Dylan Penn (Jennifer Vogel) Sean Penn (John Vogel) Josh Brolin (Zio Beck) Norbert Leo Butz (Doc) Dale Dickey (Nonna Margaret) Eddie Marsan (Sig. Emmanuelle) Bailey Noble (Debbie) Hopper Penn (Nick Vogel) Jadyn Rylee (Jennifer da giovane) Katheryn Winnick (Patty Vogel) James Russo (Lead Biker) Adam Hurtig (City Pages Editor) Megan Best (Amica di Jennifer) Bradley Sawatzky (Ragazzo al telefono) Marina Stephenson Kerr (Relatrice) Cast completo
Alicia Johnston (Ragazza alla tavola calda)
Musica: Joseph Vitarelli
Costumi: Patricia J. Henderson
Scenografia: Craig Sandells
Fotografia: Daniel Moder
Montaggio: Michelle Tesoro e ValdÃs Óskarsdóttir
Makeup: Brenda Magalas (direttrice trucco); Leanne Neiser (direttrice parrucco)
A father lives a double life as a counterfeiter, bank robber and con man in order to provide for his daughter.
Jennifer Vogel's father John was larger than life. As a child, Jennifer marveled at his magnetizing energy and ability to make life feel like a grand adventure. He taught her so much about love and joy, but he also happened to be the most notorious counterfeiter in US history. Based on a true story and directed by Sean Penn, Flag Day stars Penn and his real-life daughter Dylan Penn in an intimate family portrait about a young woman who struggles to rise above the wreckage of her past while reconciling the inescapable bond between a daughter and her father
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Sean Penn ama da sempre quel carattere un po' ‘indie’, sia come soggetto che come stile (Into the Wild-Nelle terre selvagge, Il tuo ultimo sguardo). Va ancora meglio se si tratta di storie e personaggi ispirati dalla realtà , com’è per l’appunto il caso di Flag Day, ovvero Una vita in fuga - letteralmente, ispirato alla storia vera del più noto falsario della storia americana John Vogel. Prsonaggio che naturalmente Sean Penn si carica sulle spalle malgrado l’onore e l’onere autoinflitto della regia. La messa a fuoco di un’altra famiglia ‘disfunzionale’, tratta dal libro biografico della figlia, giornalista e scrittrice, Jennifer Vogel, Flim-Flam Man: The True Soty of My Father's Countrefeit Life.
Non avendo letto il libro è difficile individuare quelle che possano essere le eventuali licenze dall’autobiografia letteraria rispetto al film di Penn. Fatto sta che la struttura narrativa segue il classico anello circolare, partendo da quella che è di
fatto la fine, cui va a ricongiungersi dopo quel che si percepisce, voce fuori campo della protagonista in apripista, come un puzzle esistenziale, più impressionista che espressionista, in cui convivono rigurgiti di memorie d’infanzia innestate nella vita vissuta in età adulta. Con l’ingombrante, e anche imbarazzante, personalità del genitore, per lo più assente, il John Vogel di Sean Penn, bugiardo seriale in grado di rendere visivamente reali e pure divertenti quel che sono solo le sue aspirazioni e i suoi sogni in grande, è di scena, un forte legame tra padre e figlia, malgrado tutto.
Questioni di famiglia, dunque! E Sean Penn ha pensato bene che per ritrarre il quadretto disfunzionale del soggetto, potesse essere d’aiuto portare a bordo del progetto cinematografico parte della sua, di famiglia: per questo i figli di John Vogel sono interpretati da Dylan (Jennifer) ed Hopper (Nick) Penn. E mentre il racconto si nutre della
Sean Penn regista usa la macchina da presa con generoso affetto
e i primi piani sul volto della figlia Dylan, protagonista primaria tradotta in Jennifer, al suo fianco, pulsano di vita propria. Un bel trampolino di lancio per lei, sperando di raggiungere il livello della madre Robin, che al momento Dylan, può solo guardare dal basso. In sottotono narrativo invece, il figlio Hopper per il ruolo di Nick, il fratello della protagonista, mentre a poco più di un cameo Sean Penn ritaglia il ruolo dello zio Beck (Josh Brolin). L’insieme, in cui sono assolutamente co-protagoniste luce e musica, giocate suggestivamente a vario titolo come parte attiva della sceneggiatura, risente d’altra parte un po' di quel persistente ondivagare che sembra farsi largo a fatica tra cocci e frammenti di una narrazione che avrebbe voluto essere prioritariamente emotiva. Non sempre, invece, lo è. E questo a dispetto dei sofisticati mezzi operativi messi in campo da Sean Penn regista: per dare un'ulteriore aria
di autenticità all'epoca di ambientazione della storia, Penn e il direttore della fotografia Danny Moder hanno scelto di girare il film in 16mm su pellicola Kodak, utilizzando macchine da presa Arri e obiettivi vintage.
Il tracciato della parabola ‘borderline’ del John Vogel di Sean Penn, raggiunge così il climax dei suoi numerosi fallimenti, solo verso l’epilogo, dopo quindici anni di carcere, con la smascherata attività di falsario di banconote. Un climax drammatico, cui Sean Penn non si sottrae di certo, cogliendo, anzi, l’occasione, per ritagliarsi un finale scenografico un po' sopra le righe. Finale d’altra parte emozionale solo per la figlia che lo vede per caso in diretta TV: proprio nel bel mezzo delle celebrazioni del Flag Day, il ‘giorno della bandiera’ e… della nascita di suo padre.
Perle di sceneggiatura
John Vogel (Sean Penn): "Allora? Come va la scuola?"
Jennifer Vogel (Dylan Penn): "Bene"
John Vogel (Sean Penn): "Hai deciso per il college?"
Jennifer Vogel (Dylan Penn): "Voglio studiare giornalismo investigativo... Papà , tu cosa fai?"
John Vogel (Sean Penn): "Lo sai, sono un imprenditore. Sono bravo a cogliere le opportunità "
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Jennifer Vogel (Dylan Penn): "La morte di un padre ti trascina in un mondo segreto... ti senti abbandonato dai vivi e ti senti legato ai morti... Mio padre desiderava la libertà , il tipo di libertà che molte persone libere non conosceranno mai... e l'aha regalata a me"