I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dalla 14. Festa del Cinema di Roma (17-27 Ottobre 2019) - Inedito al cinema in Italia ma uscito il 31 Gennaio 2021 in premiere TV
(The Fanatic; USA 2019; Thriller; 88'; Produz.: Daniel Grodnik Productions, Fig Production Group, Media Finance Capital, Oscar Generale Productions, Pretzel Fang Productions e The Wonderfilm Media Corporation)
Cast: John Travolta (Moose) Devon Sawa (Hunter Dunbar) Ana Golja (Leah) Jacob Grodnik (Todd) James Paxton (Slim) Josh Richman (Aaron) Jessica Uberuaga (Brenda) Marta González Rodin (Dora) Martin Peña (Julio) Kenneth Farmer (Dick) Denny Mendez (Amanda) Jeff Chase (Guardia di sicurezza) Luis Da Silva Jr. (Luis) Rene Michelle Aranda (Turista) Leslie Sides (Ricercatrice di autografi) Cast completo
Theresa Ireland (Marilyn Monroe) Elle Matarazzo (Agente)
Musica: Blvck Ceiling, Gary Hickeson e John Swihart
Costumi: Tamika Jackson
Scenografia: Joe Lemmon
Fotografia: Conrad W. Hall
Montaggio: Malcolm Crowe e ik Voytas
Makeup: Allyson Carey (direzione e make up personale per John Travolta); Joy Travis
Scheda film aggiornata al:
19 Febbraio 2024
Sinossi:
In breve:
Il film racconta la storia di Moose (John Travolta) un fan che si comporta in modo un po' troppo ossessivo nei confronti della star del cinema che adora, interpretata da Devon Sawa.
Dopo che viene ingannato sull'incontro con il suo eroe preferito, Hunter Dunbar, Moose comincia a perseguitarlo per ottenere quell'interazione che sente di meritare. Dapprima inoffensivo, inizia a comportarsi in maniera sempre più invadente facendogli numerose visite in casa. Mentre le sue improvvisate aumentano, Dunbar si ritroverà in crescente pericolo.
Synopsis:
A rabid film fan stalks his favorite action hero and destroys the star's life.
The story is inspired by a real-life fan who pursued Limp Bizkit's frontman Fred Durst many years ago, and the screenplay was written by Durst and Dave Bekerman. It follows Moose (played by John Travolta), who gets cheated out of meeting his favorite action hero, Hunter Dunbar (played by Devon Sawa). Moose then hunts down Dunbar to get the celebrity interaction he feels he deserves. Harmless at first, Moose's actions begin to take a dark turn. Against the advice of his friend Leah (Ana Golja), Moose begins to make frequent visits to his hero's private home. As the visits continue to escalate, Dunbar finds himself in increasing danger
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Sei un fan, io senza te sono niente" Hunter Dunbar
“Los Angeles. Io la chiamo la città degli spiantati. Ma chi sono io per giudicare? Ci vivo anch’io. Questo posto ti succhia la vita. C’è chi riesce a rialzarsi dopo essere stato mandato al tappeto… Puoi provare a rimandare l’inevitabile, ma alla fine tutto si rompe. Anche lo spirito di una persona. Moose invece, lui è indistruttibileâ€
e patetico street performer, fan delle star, in preda al delirio pur di collezionare i loro autografi. Quel che si dice un ‘fan’ sfociato, miseramente, nel ‘fanatico’.
E dunque, dove potremmo essere, se non a Los Angeles? Non la fantomatica ‘citta degli Angeli, così come popolarmente identificata o promossa in punta di spot, ma quella dei senzatetto, appunto, i cosiddetti invisibili, i cui disastri reali capita che vengano scambiati persino per performance da attore, così come ad esempio capita al nostro Moose/Travolta nella seconda parte del film The Fanatic di Fred Durst (cantante, rapper - frontman del gruppo musicale rap metal Limp Bizkit - e produttore discografico, prima che regista e sceneggiatore).
Una pellicola questa, bistrattata tanto quanto la performance di Travolta, ingiustamente premiata con un Razzie Award, per onorare la peggiore performance dell’Anno. D’accordo, è una storia nichilista portata all’eccesso e declinata su registri ben poco verosimili, soprattutto
per la risoluzione di una vicenda portata al climax irrazionale dello stalking: di Moose/Travolta ai danni della star dell’horror Hunton Dunbar (Devon Sawa), fino alle estreme conseguenze - che costeggiano il noir splatter - evitabili con tempestiva segnalazione, e richiesta intervento un po' meno lassista, da parte delle forze dell’ordine. Ma se qui le star hanno poco di illuminato ed illuminante, anche la regia non scherza, nel voler stracciare senza mezzi termini bosco e sottobosco della megalopoli losangelina. Per farlo bene però, non è sufficiente mettere sul campo, in primo piano: uno stalker autistico, fuori di testa, per quanto egli neghi di esserlo, andando pure stucchevolmente sul ‘piagnucoloso’; e una star talmente impasticcata, disattenta e negligente, da non sapersi difendere se non con la violenza esibita in prima persona, preferita evidentemente, al supporto istituzionale.
Che dire? Meglio lasciar perdere ‘le mappe delle star’ per curiosare dove e come vivono. Se
proprio non ci va di rinunciare, è consigliabile dare la parola e demandare lo sguardo a chi ha ben più navigata esperienza ed ironia per farlo: quale migliore satira di Hollywood di quella confezionata da David Cronenberg, per l’appunto, in Maps To the Stars?