HAPPY 4 Luglio!!! - Al cinema: le uscite della settimana 29 Giugno-5 Luglio: (dal 1° Luglio) - RECENSIONE - Dalla 14. Mostra del Cinema di Roma (17-27 Ottobre 2019) - Dopo Full MontyPeter Cattaneo torna a dirigere una commedia intelligente e interpretata da splendide attrici: Kristin Scott Thomas e Sharon Horgan
"'Military Wives' è, di base, la drammatizzazione di qualcosa che è realmente accaduto, una storia vera, e di una realtà che tutt'ora esiste. I cori delle mogli dei militari ci sono in tutto il mondo... questi cori di mogli di militari sono nati ovunque, dopo l'esempio del primo, in Gran Bretagna... è la canzone per la performance finale, la più importante prova per loro. Nel film, Lisa la scrive. Nella realtà sono stati Robbie Williams e Guy Chambers, che l'hanno scritta e composta. Come accade nel film, le parole sono basate sulle lettere vere che queste mogli hanno ricevuto o hanno scritto ai loro mariti al fronte. Sono parole vere, per questo sono toccanti... volevo evitare una discussione di tipo militaresco all'interno del film. Non mi interessava parlare della guerra, dei militari, dell'Afghanistan o del conflitto, se sia giusto o sbagliato. Ovviamente ho una mia opinione al riguardo, ma il film non parla di questo. È un argomento troppo complicato per inserire un discorso sensato all'interno di una commedia. Questo è un film su alcune persone che si trovano in uno stato di difficoltà psicologica, è un film sull'umanità di queste persone e il loro bisogno di stare insieme, di sentirsi comunità . Per questo ho evitato l'argomento 'guerra'. Non penso di essere qualificato per affrontarlo in modo da aggiungere qualcosa. E nemmeno i personaggi del film lo sono: sarebbero apparsi poco autentici".
Il regista Peter Cattaneo
(Military Wives; REGNO UNITO 2019; Commedia; 110'; Produz.: 42 in associazione con Tempo Productions Limited; Distribuz.: Eagle Pictures)
Soggetto: Ispirato ad una storia vera, Military Wives ci ricorda che è sempre possibile superare le proprie paure e affrontare le avversità della sorte creando un fronte di solidarietà comune.
Cast: Kristin Scott Thomas (Kate) Sharon Horgan (Lisa) India Ria Amarteifio (Frankie) Greg Wise (Richard) Jason Flemyng (Crooks) Amy James-Kelly (Sarah) Gaby French (Jess) Emma Lowndes (Annie) Lara Rossi (Ruby) Laura Checkley (Maz) Laura Elphinstone (Helen) Roxy Faridany (Dawn) Robbie Gee (Red) Stephen Thompson (Stuart) Robert Whitelock (Malc) Cast completo
Colin Mace (Generale Groves) Beverly Longhurst (Hilary) Sophie Dix (Beatrice) Teresa Mahoney (Se stessa, corista) Davina Sitaram (Corista) Monica Wong (Corista) Ruth Horrocks (Moglie di un militare)
Musica: Lorne Balfe
Costumi: Jill Taylor
Scenografia: John Beard
Fotografia: Hubert Taczanowski
Montaggio: Anne Sopel
Effetti Speciali: Scott MacIntyre (supervisore)
Makeup: Vikky Johnston e Nicola Iles
Casting: Julie Harkin
Scheda film aggiornata al:
17 Luglio 2020
Sinossi:
In breve:
La vita della moglie di un militare al fronte può essere ingrata, ma non per Kate (Kristin Scott Thomas), che affronta lo stress e la monotonia della sua condizione con grazia e perseveranza. Kate infatti trova la sua libertà espressiva nel canto, al punto da riuscire a convincere un gruppo di mogli nella sua stessa condizione a formare un coro: il “Military Wives Choirâ€, che avrà un grande e inaspettato successo.
Synopsis:
With their partners away serving in Afghanistan, a group of women on the home front form a choir and quickly find themselves at the center of a media sensation and global movement.
Inspired by global phenomenon of military wives choirs, the story celebrates a band of misfit women who form a choir on a military base. As unexpected bonds of friendship flourish, music and laughter transform their lives, helping each other to overcome their fears for loved ones in combat
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
"Noi non possiamo scegliere se essere contro la guerra, noi l'abbiamo sposata"
casa, in apparenza inattivo, ma che inattivo non lo è affatto, e che sul campo c’è comunque, col pensiero, col cuore e con un terrore sottopelle che si deve trovare il modo di tenere a bada per far sì che non prenda il sopravvento. Come fare? Come smettere di pensare che uno squillo al telefono o alla porta di casa potrebbe essere l’equivalente di una campana che suona a morto? Come sopravvivere alle frequenti interruzioni di comunicazione? Come evitare di chiedersi la ragione? Come condurre da single la famiglia? Tanto tanto quando si tratta di missioni brevi, ma quando si tratta di periodi lunghi sei mesi le cose si fanno davvero difficili. Ed è in questo solitario e drammatico emisfero di quotidianità che devono tentare di sopravvivere al meglio delle rispettive possibilità le mogli dei militari al fronte. E’ questa la loro sfida. Ma la sfida della regia va oltre.
Con
queste premesse la prima cosa che viene in mente è un dramma nel dramma e invece, non manca il serpeggiare di battute umoristiche che, d’altra parte, non annullano il dramma di fondo, incidendo in ognuna di queste realtà , altri piccoli e grandi drammi personali. Il caso più clamoroso, che all’inizio occhieggia tra le righe in modo discreto e tiepido, è quello della Kate di Kristin Scott Thomas, dominante anche per la portata della stessa interprete, raffinatamente monumentale come sempre: la perdita di un figlio e la partenza del marito colonnello, questa volta per un periodo così lungo, la mette a dura prova, per quanto cerchi di nascondere il profondo disagio correndo dietro all’effimero, come gli acquisti on line delle cose più strane o come la pungente competizione con Lisa (Sharon Horgan) la responsabile del club delle mogli dei militari, di cui il montaggio alternato ci fa fare capillare conoscenza all’inizio.
Eppure, bisognerà attendere la seconda parte del film per vedere l’autocontrollo rappreso, l’insolente invadenza velata di Kate/Scott Thomas esplodere come una bomba, in una scena madre condivisa con Lisa/Horgan. Una scena che germoglia fino a veder sbocciare il crollo emotivo vero e proprio di Kate, quello che raggiunge il climax nella sequenza del pianto a dirotto nell’auto del figlio morto: uno tra i tanti fiori all’occhiello di Kristin Scott Thomas.
Kate/Thomas, Lisa/Horgan e tutte le altre donne si sono tenute occupate per tutto il tempo come meglio hanno potuto, quando tra le varie proposte ha vinto il canto, riunendole in un coro in cui hanno avuto molto da imparare, prima di approdare al risultato, impensabile, poi di fatto ottenuto. Nei loro goffi tentativi non mancano spunti distensivi. Esattamente quello che serve per sostenere momenti di commozione successiva, quando ad esempio, la più giovane di loro riceve la notizia che nessuno
vorrebbe mai dover accogliere. La scena, rapida ma incisiva ed oltremodo rappresentativa, del funerale militare, è per me una delle più travolgenti.
Insomma, con Military Wives (La sfida delle mogli), Peter Cattaneo porta alla ribalta per la prima volta, quel che ad oggi, era per lo più rimasto sullo sfondo. Ne esce un piccolo grande affresco, delicato, discreto, eppure intenso, ironico e divertente quanto inevitabilmente drammatico. Un affresco esistenziale al femminile che sprigiona l’intenso profumo di una sopravvivenza a più fiati, riunita sotto il comun denominatore di una forza fino a quel momento rimasta inesplorata, sbocciata e fiorita quando si è riscoperta in grado di amplificarsi sull’onda di una inimmaginabile solidarietà affettiva. Una solidarietà concreta, in grado di lasciare il segno: il loro concerto, proprio nel ‘giorno della memoria’, con una canzone inedita costruita su intimiste frasi simbolo degli affetti personali, estrapolati dalle preventive lettere di addio dei rispettivi consorti
- e da qualcos’altro di altrettanto intimista e personale - ne è un’accorata testimonianza. La testimonianza che ci lascia in eredità il prezzo pagato da queste donne ‘sposate con la guerra’.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)