RECENSIONE - Remake statunitense dell'omonimo film danese già candidato agli Oscar 2019 come 'Miglior Film Straniero' - Produttore e interprete Jake Gyllenhaal, con Ethan Hawke, Paul Dano, Peter Sarsgaard diretti da Antoine Fuqua - Dal 1 Ottobre su piattaforma Netflix
"Giravamo venti pagine al giorno in ciak di 20-30 minuti. Adoro una situazione del genere, però ero intrappolato su una sedia! Antoine mi aveva intrappolato su una sedia! Ogni volta che volevo muovermi... e io sono uno molto fisico, mi piace recitare con tutto il corpo... stare soltanto su una sedia, dovendo recitare così, ha avuto un effetto mica male su di me, a mano a mano che andavamo avanti con la storia. Stare nello stesso posto è una cosa, ma sentirsi intrappolati è un'altra, mi ha tirato fuori un sacco di sentimenti, e ha rivelato anche molto di questo personaggio".
L'attore Jake Gyllenhaal
(The Guilty; USA 2018; thriller drammatico; 90'; Produz.: Amet Entertainment, Bold Films, Fuqua Films, Nine Stories Productions; Distribuz.: Netflix)
Sceneggiatura:
Emil Nygaard Albertsen, Gustav Möller e Nic Pizzolatto
Cast: Jake Gyllenhaal (Joe Baylor) Christina Vidal (Sergente Denise Wade) Adrian Martinez (Manny) Ethan Hawke (Sergente Bill Miller) (Voce) Riley Keough (Emily Lighton) (Voce) Eli Goree (Rick) (Voce) Da'Vine Joy Randolph (Poliziotto) (Voce) Paul Dano (Matthew Fontenot) (Voce) Peter Sarsgaard (Henry Fisher) (Voce) David Castañeda (Tim Gerachi) (Voce) Beau Knapp (Dru Nashe) (Voce) Bill Burr (Cliente night club) (Voce) Gillian Zinser (Jess Baylor) (Voce) Edi Patterson (Katherine Harbor) (Voce) Vivien Lyra Blair (Abby) (Voce)
Musica: Marcelo Zarvos
Costumi: Daniel Orlandi
Scenografia: Peter Wenham
Fotografia: Maz Makhani
Montaggio: Jason Ballantine
Effetti Speciali: Mark Hawker (direzione)
Makeup: Donald Mowat (direzione)
Casting: Lindsay Graham e Mary Vernieu
Scheda film aggiornata al:
24 Ottobre 2021
Sinossi:
In breve:
La storia ha al centro l'agente di polizia Joe Bayler (Jake Gyllenhaal): in quanto sotto indagine è stato trasferito al lavoro d'ufficio, con la specifica mansione di operatore telefonico, perciò risponde alle chiamate d'emergenza del dipartimento. Quando riceve la telefonata di una donna terrorizzata che è stata rapita, dovrà fare affidamento sul suo istinto e sui pochi dati in sua conoscenza per cercare di aiutarla, e al tempo stesso deve combattere coi propri demoni per riuscire a salvarla.
See Short Synopsis:
A demoted police officer assigned to a call dispatch desk is conflicted when he receives an emergency phone call from a kidnapped woman.
The film takes place over the course of a single morning in a 911 dispatch call center. Call operator Joe Baylor (Gyllenhaal) tries to save a caller in grave danger-but he soon discovers that nothing is as it seems, and facing the truth is the only way out.
ad influenzare le sue scelte operative di pronto intervento tramite una rete di comunicazioni telefoniche che si riveleranno vitali per la salvezza di tutte quelle persone in emergenza. Persone che ai nostri occhi restano senza volto ma le cui voci dicono già molto su di loro, sulle loro paure, i loro drammi, le loro ‘emergenze personali’ appunto, e non solo connesse alle circostanze in corso d’opera.
Così Jake Gyllenhaal, perfettamente aderente al suo Joe - semplicemente con il telefono in mano e incollato alla sua sedia ben oltre il suo turno di lavoro - tiene costantemente sotto scacco lo spettatore, come mai prima, sull’onda delle sue tensioni represse, così come pure quando quel pungente malessere sotterraneo non deborda inevitabilmente dagli argini in conati di rabbiosa intolleranza, verso il costante incepparsi della macchina burocratica adibita agli interventi emergenziali. E lo fa con una partecipazione viscerale che travalica ogni dovere professionale. L’aiuto che
porge rintracciando persone in estrema difficoltà , tra cui anche una bambina, parlando con loro mentre intanto mette in moto tutti i mezzi possibili per intervenire concretamente, è tipico di chi a sua volta ha molto sofferto e continua a farlo, a tormentarsi per i sensi di colpa, in attesa di un’udienza in tribunale in cui una testimonianza potrebbe scagionarlo. “Sai? Chi soffre salva chi soffre†commenta una collega a conclusione della risoluzione del caso di Emily. Un caso di sofferenza familiare con improvvisi colpi di scena che lo rendono davvero avvincente. Un caso che determina il punto di svolta anche per il destino dello stesso Joe/Gyllenhaal, e nel posto più remoto, di quelli che proprio non ti aspetteresti: vicino alla tazza di un cesso, e ancora con il telefono in mano, con tante lacrime da versare, ma con qualche consapevolezza in più, di quelle che non ti lasciano scampo. Proprio
nessun’altra via d’uscita.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)