(La Befana vien di notte; ITALIA/SPAGNA 2018; Commedia fantasy; 98'; Produz.: Lucky Red con RAI Cinema in coproduzione con Morena Films (Spagna) sostenuto da IDM Südtirol - Alto Adige; Distribuz.: Universal Pictures e Lucky Red)
Titolo in lingua originale:
La Befana vien di notte
Anno di produzione:
2018
Anno di uscita:
2018
Regia: Michele Soavi
Sceneggiatura:
Nicola Guaglianone
Soggetto: Nicola Guaglianone
Cast: Paola Cortellesi (Paola/La Befana) Stefano Fresi (Mr. Johnny) Fausto Maria Sciarappa (Giacomo) Diego Delpiano (Ivan) Cloe Romagnoli (Sveva) Francesco Mura (Riccardo) Odette Adado (Emilia) Jasper Gonzales Cabal (Giuseppe) Robert Ganea (Leo) Giovanni Calcagno (Igor) Giuseppe Lo Piccolo (Smilzo) Luca Avagliano (Gino)
Musica: Andrea Farri - Edizioni Musicali Sony / ATV Music Publishing (Italy) - canzone originale 'Mondovisione' interpretata da Federica Carta
Costumi: Francesco Ceo
Scenografia: Massimo Santomarco
Fotografia: Nicola Pecorini
Montaggio: Antonio Concilio
Effetti Speciali: Fabio Traversari (supervisore)
Makeup: Cristina Amadio
Casting: Stefania RodÃ
Scheda film aggiornata al:
21 Gennaio 2019
Sinossi:
Paola (Paola Cortellesi) è una maestra di scuola elementare con un segreto da nascondere: bella e giovane di giorno, di notte si trasforma nell’eterna e leggendaria Befana! A ridosso dell’Epifania, viene rapita da un misterioso produttore di giocattoli. Il suo nome è Mr. Johnny (Stefano Fresi) e ha un conto da saldare con Paola che, il 6 Gennaio di vent’anni prima, gli ha inavvertitamente rovinato l’infanzia…
Sei compagni di classe assistono al rapimento e dopo aver scoperto la doppia identità della loro maestra decidono di affrontare, a bordo delle loro biciclette, una straordinaria avventura che li cambierà per sempre. Tra magia, sorprese e risate, riusciranno a salvare la Befana?
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Non solo favola, e non solo per piccini! E la maestra di giorno, befana di notte, di Paola Cortellesi vi conquisterà !
E’ una Befana moderna quella di Paola Cortellesi in La befana vien di notte di Michele Soavi (regista, sceneggiatore e attore di cui serve ricordare il background di regia in seconda unità di Tenebre, Phenomena e Opera di Dario Argento, così come de Le avventure del barone di Münchausen e I fratelli Grimm e l’incantevole strega di Terry Gilliam). Una bella maestrina dei nostri giorni in una scuola dell’Alto Adige, scuola a sua volta con problemini contemporanei: di integrazione tra bimbi di diversa nazionalità e colore, contaminata da deleteri effetti di bullismo. Una bella favola rivisitata e corretta principalmente a misura di bambino. Ma l’adulto non la troverà banale, anzi, piuttosto curata, gustosa e più che appagante sul piano di interpretazioni doc: Paola si sta facendo una delle attrici (oltre
che intrattenitrici televisive) tra le più versatili e lungimiranti, non disdegnando di affacciarsi dalla finestra dell’interpretazione per creare di persona sull’idea di base, a cominciare dalla scrittura per cinematografia. Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani ha fatto da apripista e ora il dado è tratto per Paola Cortellesi, riguardo ad affinare passi di sceneggiatura e particolari battute dei suoi personaggi. Prendiamo ad esempio la sua befana: l’invidia biliosa verso Babbo Natale, figura a sua detta privilegiata dall’alto della sua comoda slitta tirata da renne e pubblicità glamour, mentre a lei, scomodamente a cavallo di una scopa - che incita neanche fosse un equino al galoppo! - non hanno affidato neppure quella di un lassativo! “Maschilisti!†tuona urticata dal disgusto per questo dato di fatto. E’ la stessa voce fuori campo di Paola tradotta nella maestra/befana a commentare qua e là dove più serve - “Non invecchiare porta tanti
tutta la simpatia da vendere di Paola, che occhieggia da sotto una maschera assolutamente rispettosa dell’espressione.
Ma la befana può commettere errori?! Quella di Paola ne commette uno clamoroso, tale da innescare la storia del più improbabile dei rapimenti: il suo. Dietro il complotto c’è il giocattolaio Johnny di Stefano Fresi, malvagio come frutto del risultato di un’infanzia disgraziata e frustrante, proprio a causa della befana e di quel suo errore involontario. La scena dell’incidente notturno col cane in una casa mentre infila nella calza il regalo richiesto, presente nella sua lista, è una delle più divertenti, mentre nel frattempo la ricerca della maestra scomparsa da parte dei suoi scolari - tra la città fantasma, la ‘bici-nave’ i droni-libellula e molto d’altro - inanella non poche citazioni cinematografiche. Si dice delle sequenze della pressa che rievocano sotto certi aspetti la fiera della carne di A.I. – Intelligenza Artificiale così come
delle befane giocattolo con all’interno la polverina che uccide, eredi delle maschere del carpenteriano Halloween. E già la luna piena attraversata dall’ombra nera della befana ricorda molto da vicino la bici del bambino con E.T. nel cestino, icona visiva diventata pure logo della casa di produzione Amblin Entertainment fondata dallo stesso Steven Spielberg insieme ai produttori Kathleen Kennedy e Frank Marshall. Mentre il precedente inseguimento con le bici in corsa richiama alla memoria il piccolo Forrest Gump di Robert Zemeckis.
Una confezione ‘pane e cinema’ curata da ogni punto di vista dunque, incluse le notevoli musiche di Andrea Farri (Edizioni Musicali Sony/ATV Music Publishing) con l’inserto della canzone originale 'Mondovisione' interpretata da Federica Carta. Musiche protagoniste soprattutto in apertura e a conclusione di questa favola moderna, coronate da effetti visivi - il fondo nero con la pioggia di puntini colorati di diversa misura - interattivi con il testo, il cui
ritornello finale risuona più o meno così: “siamo come pixel di tutti i colori… E’ un mondo in bilico… siamo come pixel di tutti i colori, siamo un gran casino ma in equilibrioâ€. Una sorta di ‘voce della luna’ che, mentre si rivolge ai bambini, non rinuncia a strizzare l’occhio agli adulti, ai quali questa befana moderna, burbera ma fondamentalmente di gran cuore, così come deve essere, ha pure qualcosa da dire. E la maestra che c’è dentro di lei le fa eco, con un sorriso che non rinuncia all’amorevole braccio forte. Così si direbbe che in La befana vien di notte di Michele Soavi, dietro una befana moderna ci stia una maestra all’antica, di quelle che ‘curano’ il bullismo con le parole accompagnate da un sano e perentorio scappellotto. Nella realtà dei fatti quella maestra sarebbe richiamata dal preside e sanzionata all’istante, e difatti, nella realtà il bullismo sembra