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    IL PIANETA PROIBITO

    'CELLULOID PORTRAITS' rende Omaggio al Cult-Movie in anticipo sui tempi, già candidato all'Oscar nel 1957 per i migliori effetti speciali, che continua ad appassionare tutti gli amanti del cinema per la sua inossidabile attualità - Dal 9 GIUGNO

    (Forbidden Planet; USA 1956; Fantascienza; 98'; Produz.: Metro Goldwyn Mayer (MGM); Distribuz.: Metro Goldwyn Mayer (MGM))

    Locandina italiana Il pianeta proibito

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il pianeta proibito

    Titolo in lingua originale: Forbidden Planet

    Anno di produzione: 1956

    Anno di uscita: 1956

    Regia: Fred M. Wilcox

    Sceneggiatura: Cyril Hume

    Soggetto: Da un racconto di Allen Adler e Irving Block. Dalla sceneggiatura del film fu tratto l'omonimo romanzo di W.J. Stuart, pubblicato in Italia il 27/3/1957 per la collezione I Romanzi di Urania (Arnoldo Mondadori editore)

    Cast: Walter Pidgeon (Dr. Edward Morbius)
    Anne Francis (Altaira Morbius)
    Leslie Nielsen (Comandante John J. Adams)
    Warren Stevens (Tenente Dr. Ostrow)
    Jack Kelly (Tenente Jerry Farman)
    Richard Anderson (Ufficiale Scientifico Quinn)
    Earl Holliman (Cuoco)
    George Wallace (Nostromo Steve)
    Frankie Darro (Robby il robot)
    Marvin Miller (Robby il robot) (Voce)
    Robert Dix (Membro dell'equipaggio Grey)
    Jimmy Thompson (Membro dell'equipaggio Youngerford)
    James Drury (Membro dell'equipaggio Strong)
    Harry Harvey Jr. (Membro dell'equipaggio Randall)
    Roger McGee (Membro dell'equipaggio Lindstrom)
    Cast completo

    Musica: Bebe e Louis Barron

    Costumi: Walter Plunkett e Helen Rose

    Scenografia: Hugh Hunt e Edwin B. Willis

    Fotografia: George J. Folsey

    Montaggio: Ferris Webster

    Effetti Speciali: A. Arnold Gillespie, Joshua Meador (prestato per l'occasione alla MGM dalla Walt Disney), Warren Newcombe e Irving G. Ries

    Makeup: William Tuttle (makeup); Sydney Guilaroff (acconciature)

    Scheda film aggiornata al: 19 Novembre 2020

    Sinossi:

    L’incrociatore interplanetario C-57-D entra nell’orbita del pianeta Altair IV, stella di prima grandezza. Il Comandante Adams (Leslie Nielsen) sbarca sul pianeta col suo equipaggio e ad accoglierlo trova il Professor Morbius (Walter Pidgeon), unico superstite del Bellerofonte, una nave spaziale atterrata in quelle lande desolate venti anni prima e data per dispersa. Il Professore ha una figlia, l’avvenente e innocente Altaira (Anne Francis). Guidato da Morbius, l'equipaggio dell'incrociatore interplanetario compie un tour alla scoperta delle meraviglie tecnologiche lasciate dall’avanzatissima ma scomparsa civiltà dei Krell, gli abitanti di Altair IV: “Che altezze raggiunsero! - commenta Morbius - Ma poi, alle soglie di chissà quale suprema impresa che avrebbe coronato la loro storia, questa razza divina perì in una sola notteâ€â€¦ Misteriosi fatti cominciano, nel frattempo, a verificarsi a bordo e nei pressi dell’astronave terrestre. C’è un’oscura, indecifrabile presenza su quel pianeta: i â€Mostri dell’Idâ€, così li definisce Morbius. Sono l’incarnazione, ancora viva, del magma bestiale da cui i Krell erano riusciti a evolversi. I laser non possono alcunché contro quella mostruosa creatura invisibile che ancora è presente tra loro. Ma Adams scopre che la terrificante entità è soltanto una proiezione della mente di Morbius, il quale - grazie alla tecnologia dei Krel - è riuscito a raddoppiare il suo potenziale intellettivo, ma ha risvegliato anche i mostri del subcosciente, gli stessi che distrussero la meravigliosa civiltà di Altair IV. La morte di Morbius uccide la creatura. Altaira, Adams e il suo equipaggio si affrettano quindi a lasciare il pianeta proibito.

    Secondo commento critico (a cura di FRANCESCO LAMENDOLA)










    trailer ufficiale (V.O.):



    Fred McLeod Wilcox, classe 1907, era già famoso nell’immediato dopoguerra per aver girato a Hollywood alcuni film memorabili nel genere dedicato all’infanzia, specialmente Torna a casa Lassie, del 1943 (seguito da Il coraggio di Lassie, del 1946: entrambi interpretati da una giovanissima e indimenticabile Elizabeth Taylor) e una versione del romanzo per bambini di Frances Hodgson Burnett Il giardino segreto, del 1949.
    Eppure fu in un genere completamente diverso che il regista americano centrò il maggiore risultato della sua carriera, dirigendo un film che è apparso fin da subito, e si è confermato tale nel corso del tempo, come una delle pellicole più riuscite nella storia di un nuovo genere, che proprio in quegli anni, da poco terminata la seconda guerra mondiale, stava muovendo i primi passi, affiancato dalla letteratura, dai fumetti e, per ultimo, dalla televisione: la

    fantascienza.
    Stiamo parlando de Il pianeta proibito (titolo originale: Forbidden Planet, sceneggiato da Cyril Hume, fotografato da George J. Folsey e prodotto dalla MGM, su soggetto di Irving Block e Allen Adler, con la scenografia di High Hunt ed Edwin B. Willis e con la colonna sonora di Beebe e Louis Barron: una pellicola a colori della durata di quasi un’ora e mezza, che si avvale di effetti speciali i quali, oggi, non possono che far sorridere, ma che allora produssero, invece, una forte impressione sul pubblico, contribuendo non poco alla sua entusiastica accoglienza. Accoglienza che, per una volta, mise d’accordo - e non è certo cosa da nulla - pubblico e critica, questi due eterni amici-nemici, ciascuno dei quali rivendica, da sempre, la priorità nel “vero†giudizio su di un’opera artistica o letteraria.
    L’idea originaria risente un po’ di Shakespeare, un po’ di Stevenson e un poco, se il riferimento non

    sembri eccessivo, di Platone. Come Prospero ne La tempesta di Shakespeare, il dottor Edward Morbius (magistralmente interpretato da Walter Pidgeon), che vive sul pianeta Altair IV, tutto solo, con la bella e giovane figlia Altaira (Anne Francis), sembra aver dominato la natura e aver posto ogni cosa sotto il suo magico potere; ma, come il dottor Jekyll di Stevenson, egli deve fare i conti con il proprio lato oscuro, con i propri istinti sfrenati, che lentamente prendono il sopravvento su di lui e lo trascinano sotto l’imperio di un feroce egoismo, primitivo e incontrollabile. Infine, come nel racconto platonico del Timeo e del Crizia relativo ad Atlantide, si parla di un’antica e gloriosa civiltà che raggiunse un livello incredibilmente sofisticato di splendore e di potenza tecnologica, ma che, da un giorno all’altro, si perdette irreparabilmente e scomparve dalla faccia della terra per un inconcepibile peccato di orgoglio luciferino, per aver

    contratto un sacrilego patto con le forze demoniache evocate dal suo stesso sapere.
    Così, quando l’astronave interplanetaria comandata da John J. Adams (Leslie Nielsen) atterra sul misterioso pianeta che sembra disabitato, ed il suo equipaggio rimane estasiato davanti ai paesaggi da Giardino dell’Eden e alla inspiegabile mitezza che spinge perfino le tigri ad avvicinarsi mansuete come docili gatti domestici, esistono già, ma assai ben dissimulate, le condizioni per lo scatenarsi del dramma, generato, come si scoprirà solo verso la fine della vicenda, dal selvaggio, irrefrenabile egoismo di Morbius, il cui inconscio odia gli intrusi e vorrebbe vederli scacciati o annientati, essendo la sua mente e la sua anima sottoposte allo stesso processo di “hybris†che già provocò l’autodistruzione della civiltà dei Krell, delle cui conquiste tecnologiche egli è l’erede e il beneficiario (compreso un simpatico robot tuttofare amico di sua figlia, versione moderna e tecnologica dello scespiriano spiritello Ariel).
    Il passaggio dall’atmosfera

    innocente iniziale, a quella carica di tensione e di paura che culmina negli assalti notturni contro l’astronave lanciati da una misteriosa e sinistra entità, davanti alla quale i laser dei terrestri sembrano inefficaci come giocattoli, è segnato da una sottile ma profonda inquietudine, che vede il primo chiaro segnale di allarme nel balzo inatteso della tigre contro Altaira: Adams, che fin dal primo istante è rimasto conquistato dal fascino sensuale ma innocente della ragazza, si vede costretto a colpire il felino con il raggio laser della propria pistola: e Altaira ne rimane più turbata che spaventata, poiché si rende conto che un incantesimo è stato spezzato e che la realtà, la realtà “veraâ€, che ora sta per emergere dal paese di favola creato da suo padre, non lascerà più niente come era prima; l’armonia si è rotta e incomincia la storia, con le sue ombre e le sue luci, dominata

    dal libero arbitrio e, quindi, anche dalla possibilità del male (manca poco che l’avvenente fanciulla non si accorga solo allora, reminiscenza biblica, di indossare degli abitini veramente cortissimi e che non provi un improvviso pudore sotto gli sguardi, non precisamente casti, che il baldo comandante scocca verso le sue gambe nude).

    Ha scritto Alessandro Bernardi nel volume Cento anni di cinema, edito dal «Corriere della Sera» nel 1994 (pp. 283-5):
    «… Nel 1956 Fred McLeod Wilcox realizza Il pianeta proibito (Forbidden Planet), un film culto, in anticipo sui tempi. L’incrociatore interplanetario C-57-D entra nell’orbita del pianeta Altair IV, “stella di prima grandezzaâ€. Il comandante Adams (Leslie Nielsen) sbarca sul pianeta e ad accoglierlo trova il professor Morbius (Walter Pidgeon), unico superstite del Bellerofonte, una nave spaziale atterrata in quelle lande desolate venti anni prima e data per dispersa. Il professore ha una figlia, l’avvenente e innocente Altaira (Anne Francis). Guidati da Morbius,

    i visitatori compiono un tour “archeologicoâ€, alla scoperta dell’avanzatissima ma scomparsa civiltà dei Krell, gli abitanti di Altair IV: “Che altezze raggiunsero! - commenta il professore - Ma poi, alle soglie di chissà quale suprema impresa che avrebbe coronato la loro storia, questa razza divina perì in una sola notteâ€â€¦ Misteriosi fatti cominciano, nel frattempo, a verificarsi a bordo e nei pressi dell’astronave terrestre. C’è un’oscura, indecifrabile presenza su quel pianeta: iâ€mostri dell’Idâ€. Così li definisce Morbius: sono l’incarnazione, ancora viva, del magma bestiale da cui i Krell erano riusciti a evolversi. I laser non possono alcunché contro quella mostruosa creatura invisibile. Ma Adams scopre che la terrificante entità è soltanto una proiezione della mente di Morbius, il quale - grazie alla tecnologia dei Krell - è riuscito a raddoppiare il suo potenziale intellettivo, ma ha risvegliato anche i mostri del subcosciente, gli stessi che distrussero la meravigliosa civiltà di

    Altair IV. La morte di Morbius uccide la creatura. E Altaira, Adams e il suo equipaggio si affrettano a lasciare il pianeta proibito.
    Proibito: perché? Un vago sentore di zolfo circonda le stupefacenti architetture Krell. Negli anni Cinquanta c’era ancora qualcuno, a Hollywood, convinto che l’uomo dovesse rispettare limiti precisi nella propria evoluzione tecnologica. Al di là di queste barriere invisibili, autentiche colonne d’Ercole della mente, sta una landa inesplorata e maledetta da Dio Morbius, in realtà, appartiene a quella lunga serie di medici, scienziati e studiosi che nella letteratura e nel fantacinema hanno osato sfidare le prescrizioni divine, dannandosi in eterno. Jeyll, Caligari, Rothwang, il barone Frankenstein, Mabuse, il dottor Cyclops, lo stesso Horace Holly che in She ci racconta la storia dell’amore senza confini tra Ayesha e Leo Vincey Callicrate: tutti hanno mosso il passo fatale, hanno venduto l’anima al diavolo in cambio di una conoscenza superiore. Il loro

    peccato, la colpa che devono scontare è appunto questa “sulfurea†capacità d’immaginare, di speculare sulla materia di cui sono fatti i sogni, di perdersi in orizzonti vietati, verificando l’insondabile, sondando l’intangibile. Deplorando il mito faustiano s’incatena anche la fantasia, i cui voli hanno partorito spesso risultati concreti. Morbius è un folle o un eroe? Il fascino di opere come Il pianeta proibito risiede proprio in questo interrogativo, nell’ambiguità del giudizio finale da parte dello spettatore, che ha seguito lo stesso percorso dei protagonisti e rischia – ma soltanto per la durata del film – un’identificazione pericolosa, un’attrazione fatale e sottilmente diabolica. Turbato, sedotto e abbandonato lo spettatore è andato oltre e allo stesso tempo è rimasto al di qua delle colonne d’Ercole, ha provato il brivido dell’imprevisto e della profanazione, l’orgoglio di Prometeo, il piacere del male, ha viaggiato sotto il sole di Satana e ora ne evita le conseguenze,

    alzandosi dalla poltrona, lasciando la sala cinematografica. Ha fatto quello per cui i suoi eroi inquieti vengono condannati: ha fantasticato.
    Ne Il pianeta proibito sono rintracciabili tutti gli elementi che il cinema fantastico a seguire amplificherà e spettacolarizzerà al’ennesima potenza: computer, robot, alieni, tecnologie sofisticatissime ma anche esiziali, società auspicabili e deprecabili.»

    È interessante il passaggio in cui si evidenzia come, nella cultura statunitense degli anni Cinquanta, e addirittura nella “fabbrica dei sogni†hollywoodiana, vi fosse ancora qualcuno che si poneva il problema etico dei futuri sviluppi della tecnologia e che pensava come non fosse lecito, per l’uomo, abbandonarsi all’ebbrezza di costruire macchine sempre più potenti e sofisticate e di affidarsi interamente, senza freni e senza alcun senso del limite, ad una scienza sempre più auto-referenziale, che nessuno comprende dove stia andando.
    Echi della guerra fredda e riflessi del terrore d’un possibile olocausto nucleare, senza dubbio, e così pure reminiscenze della recente tragedia

    – la guerra dei trent’anni del XX secolo, 1914-1945 – che tante sciagure e tanti lutti aveva inflitto all’umanità; ma anche meditazione sul futuro, sul senso della storia, sul posto dell’uomo nella natura e sull’impiego della tecno-scienza, che, da strumento, rischia di diventare il fine del progresso umano: tutto questo è presente ne «Il pianeta proibito» di Fred McLeod Wilcox, un regista che a quarantanove anni coglie il frutto più ambito della sua carriera e lascia un segno non effimero nella storia del cinema, destinato a imprimersi profondamente nella mente e nel cuore di quanti lo hanno visto – specialmente di quanti lo hanno visto al suo apparire, quando eravamo tutti più ingenui di oggi e quando i modesti effetti speciali della entità malvagia che assale il campo dei terrestri creavano nel pubblico un sentimento di autentica apprensione, se non di vera e propria paura.
    Oggi, smaliziati come siamo, le scenografie

    del 1956 e i fondali dipinti del Pianeta proibito, quell’incrociatore spaziale che sembra un classico disco volante e quelle tute da astronauti che paiono uscite dai disegni di un giornalino a fumetti, non riuscirebbero a impressionare nemmeno un bambino: il disincanto del mondo si misura anche su questi parametri, così come sul senso di sufficienza, e magari di malcelato fastidio, davanti a un film che si ostina a interrogarci sui limiti etici del progresso scientifico e che, nonostante le sue palesi ingenuità, continua a mettere il dito sopra un nervo scoperto della nostra cultura e della nostra visione del mondo: vale a dire sulla nostra responsabilità nell’uso che intendiamo fare del sapere.
    Se il dottor Morbius è un tipico eroe moderno, dilaniato da una lotta interiore e minato, nel suo stesso Io, da conflitti che non riesce a ricomporre e, anzi, dei quali non è neppure del tutto consapevole, allora il

    comandante Adams e la bella e fresca Altaira sono due tipici eroi post-moderni: come Adamo ed Eva dopo la cacciata dal paradiso terrestre, essi devono rassegnarsi a vivere portando sulle spalle il fardello del libero arbitrio, sapendo che la presunzione di auto-sufficienza può condurli al disastro, così come è stato per il padre di lei e così come è stato, prima ancora, per la remota e misteriosa civiltà dei Krel, fiorita in tempi immemorabili, di cui non restano che le mute e inquietanti testimonianze architettoniche.
    Il cinema americano, dopo di allora, non ha saputo battere la via indicata da questo film coraggioso e pionieristico: non ha saputo guardare bene in faccia i fantasmi della società moderna e ha preferito proiettare sistematicamente sull’â€altroâ€, sul nemico esterno (extraterrestre o no), i conflitti, le angosce, le contraddizioni dell’Io. In quasi tutti i film americani, il dramma si chiude con la sconfitta e l’eliminazione fisica

    di quelle forze che hanno messo in pericolo, agendo dal di fuori (malviventi, pellerossa, alieni, mutanti, serial killer, amanti traditi, soci d’affari divenuti implacabili antagonisti o perfino gli agenti della natura: i terremoti, le eruzioni vulcaniche) la meritata pace e il sacrosanto diritto alla felicità dei protagonisti. È la strada più facile, metafora del colpevole semplicismo con cui la nostra civiltà tende a scaricare all’esterno la propria incapacità di guardarsi dentro, di riconoscere in se stessa i germi latenti dell’autodistruzione. Così, Morbius immagina che sia l’arrivo dei terrestri a ridestare le forze malvagie: e non comprende che esse sono dentro di lui…

    Commento critico tratto da: Quel «pianeta proibito» che giace in fondo a ciascuno di noi
    pubblicato da Arianna Editrice il 12/05/2015.

    Perle di sceneggiatura

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams e il Dr. Ostrow alla vista di Altair IV)
    Ostrow: «Il Signore ha creato dei mondi magnifici».

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams e il suo equipaggio col robot Robby venuto ad accoglierli all'arrivo sul Altair IV)
    Adams: «Qui è ideale l'atmosfera. Ad alto contenuto di ossigeno.»
    Robby: «Io ne faccio poco uso, signore. Favorisce la ruggine.»
    Cuoco: «Scusi Dottore, ma è un maschio o una femmina?»
    Robby: «Nel mio caso il quesito è privo di significato. Volete accomodarvi signori?»

    (Dal dialogo tra il Cuoco e il robot Robby in luogo appartato, fuori dal recinto a protezione dell'astronave)
    Cuoco : «M'é rimasto solo questo. E' whisky di marca sai! Tieni, assaggia. Ehi, ehi non così ...ma che modo è questo? Ti ho detto soltanto di assaggiarlo, non di berlo tutto!»
    Robby: «Silenzio, sto analizzando ...Si tratta di molecole di alcool con tracce di petrolio. Basteranno 300 litri?»
    Cuoco: «Trecento? Signor Robby ho girato tutta la Via Lattea e devo riconoscere che tu sei l'anima più comprensiva che abbia mai incontrato.»

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams, il Tenente Farman e Altaira in luogo appartato, vicino alla residenza di Morbius)
    Adams: «Tenente Farman...»
    Farman: «Ho capito Signore. C'è un lavoro urgentissimo che mi chiama a bordo all'istante e ...inoltre il grado ha i suoi piccoli privilegi ...è così?»
    Adams: «Si Tenente ma può stare tranquillo che non userò quei privilegi per trarne i vantaggi che lei pensa.»
    Farman: «Ah ...ma io...»
    Adams: «Può andare.»
    Altaira: «Ma cosa succede? Perché se ne va? Perché siete così strani?»
    Adams: «Ma cosa pretende? Sul serio non capisce, Alta?»
    Altaira: «No.»
    Adams: «No?! Beh, si guardi un pò. Non può andare in giro conciata in questo modo con un dongiovanni spaziale come Farman. Ora vada a casa e si metta qualche cosa a dosso e ...qualsiasi cosa.»
    Altaira: «Cos'ha questo vestito, l'ho tagliato io stessa. La smetta di guardarmi così, non mi piace.»
    Adams: «Hahaaa!»
    Altaira: «Cosa vuol dire hahaaa? Comandante, il Tenente ed io baciandoci cercavamo di provocare degli stimoli salutari.»
    Adams: «E niente altro? Per lei non c'è altro, non esistono sentimenti, emozioni, lei ...non lo capirebbe se glielo spiegassi. Il fatto è che io sono responsabile della vita di diciotto esemplari selezionati di uomini ultraperfetti dell'età media di ventisei anni e mezzo che sono rinchiusi in un'astronave da trecentosettantotto giorni! E buon per lei che sono arrivato in tempo ...o quello là. Su, se ne vada prima che la faccia riaccompagnare sotto scorta ...e da una scorta che sorvegli la scorta.»

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams, il Dr. Ostrow e il Tenente Farman dopo la morte dell'Ufficiale Scientifico Quinn)
    Adams: «Fatto?»
    Ostrow: «Ho costruito il modello...»
    Adams: «...Delle orme rilevate.»
    Ostrow: «Ottanta per quarantasette.»
    Adams: «E' fantastico! ...Però non capisco. Anche contro un mostro infernale quale questi sembra essere Quinn con le nostre armi atomiche avrebbe dovuto sapere...»
    Ostrow: «No, no, no signor Comandante. Questo cozza contro ogni legge di adattamento evolutivo.»
    Adams: «Che vuol dire?»
    Ostrow: «Guardi questa struttura ...caratteristica di un quadrupede eppure le orme che ha lasciato sono quelle di un bipede. Si muove sul terreno questo essere e tuttavia questo artiglio appartiene ad una creatura degli alberi ... quale un orribile antropoide. Non è certo una creatura normale né per la terra né per le altre costellazioni.»
    Farman: «E tutto questo lo ha dedotto da qui?»
    Ostrow: «E credo di non sbagliare.»

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams e Morbius dopo l'intuizione di Adams che fosse proprio Morbius la causa delle aggressioni al suo equipaggio)
    Adams: «Morbius che cos'è l'Id?»
    Morbius: «Comandante mia figlia sta facendo una pazzia, subirà una grave punizione...»
    Adams: «Che cos'é l'Id?»
    Morbius: «L'I..., l'I..., l'I..., l'Id! E un ...un termine remoto che si usava un tempo per descrivere l'elemento base della mente subcosciente.»
    Adams: «I mostri dell'Id, eh? ...Mostri del subcosciente ...Questo intendeva il Dottore. ...Morbius, la Grande Macchina, ottomila miglia cubiche di energia sufficienti per tutta una generazione di geni creativi, comandata da impulsi remoti! ...Morbius, comandata dagli impulsi elettromagnetici del cervello di ogni individuo Krell!»
    Morbius: «A quale scopo?»
    Adams: «Ad ogni comando quella macchina avrebbe proiettato materia solida in qualunque punto del pianeta ...di qualsiasi misura o colore desiderati e per qualsiasi scopo, Morbius! Creazione col semplice pensiero.»
    Morbius: «Ma certo, ora vedo chiaro.»
    Adams: «Ma come lei i Krell dimenticarono un pericolo ...il loro odio subconscio, la loro brama di distruzione.»
    Morbius: «La bestia. Un ritorno ai primordi. La bestia dalla quale anche i Krell si erano evoluti.»
    Adams: «...E quelle irragionevoli bestie del subconscio ebbero libero accesso a una macchina inarrestabile. Il demone segreto di ogni anima sul pianeta libero di saccheggiare e predare ...per vendicarsi, Morbius! ...e uccidere!»
    Morbius: «Poveri Krell. Dopo milioni di anni di splendente saggezza. Neanche avranno compreso quale potere li distruggeva ...Si giovanotto, è tutto molto convincente. Peccato che ci sia una svista ...l'ultimo dei Krell morì duemila secoli fa, ma oggi come sappiamo c'è ancora un mostro che vive su questo pianeta.»
    Adams: «La sua mente rifiuta di affrontare la realtà.»
    Morbius: «Come sarebbe?»

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams e Morbius chiusi nel laboratorio Krell sotto l'attacco del mostro dell'Id)
    Morbius: «Siamo salvi ...Perché ha confuso la combinazione?»
    Adams: «Qualsiasi cosa lei sappia, il suo subconscio là fuori la sa anche lui.»
    Morbius: «Io non sono un mostro!»
    Adams: «Tutti siamo un pò mostri nel subcosciente, perciò ci sono leggi e religioni!»
    Morbius: «Mi lasci!»
    Adams: «Mi ascolti piuttosto. Resta poco tempo. Qui, ...qui lei ha ingigantito la sua mente ma senza ottenere ancora il potere di azionare la Grande Macchina. Dottore fu il suo subcosciente invece a ottenerlo!»
    Morbius: «Non voglio ascoltare.»
    Adams: «Deve ascoltare! Quando i suoi compagni decisero di ritornare sulla Terra fu lei, Morbius ad inviare il suo segreto Id ad ucciderli! ...senza rendersene conto s'intende, tranne forse in sogno.»
    Morbius: «Non si possono ricordare i propri sogni.»
    Adams: «Ma ricordò abbastanza da avvertire noi quando ci stavamo avvicinando. Quando poi pensò che noi minacciavamo il suo egoistico impero il suo subcosciente inviò di nuovo il suo mostro. Altro morti, Morbius! Altri assassini!»
    Morbius: «Ed ora anche la morte di mia figlia?»
    Adams: «Si, perché si è ribellata ...perché anche in lei, padre affettuoso, esiste la bestia primordiale, più accanita e più rabbiosa ad ogni nuova sconfitta. Ed ora sta di nuovo aitando il suo mostro, per punire sua figlia della sua disobbedienza! ...E se lei non fa qualche cosa subito, Morbius, fra un istante entrerà da quella porta.»

    (Dal dialogo tra Morbius e Altaira nel laboratorio Krell prima della morte di Morbius)
    Morbius: «Alta, dimmi che non mi credi un mostro. Dimmelo presto ...Deve essere vero allora. Sono colpevole io...»
    Altaira: «Papà aiutaci. Io lo so che sei grande e nobile come i Krell.»
    Morbius: «Colpevole, colpevole, il mio demone è là, a quella porta e non ho il potere di arrestarlo! ...Basta, fermati! Io ti rinnego, ti abbandono!»
    Altaira: «Papà, oh papà!»
    Morbius: «Figliolo, aziona quel disco ...La leva, spingila ...Fra ventiquattro ore dovrete essere a cento milioni di miglia nello spazio ...Il pianeta esploderà ...Le reazioni a catena non possono essere invertite. Alta!»
    Altaira: «Oh, no!»

    (Dal dialogo tra il Comandante Adams e Altaira sull'astronave C-57-D ormai in salvo)
    Adams: «Alta, fra un milione di anni la razza umana giungerà al punto in cui erano i Krell nel loro grande momento di trionfo e di tragedia ...e il nome di tuo padre brillerà come un faro nella galassia. Ci ricorderà che soprattutto di Dio ce n'è uno solo.»

    Altre voci dal set:

    Le seguenti annotazioni sono tratte da Wikipedia:

    Fonti di ispirazione
    Il film trae liberissima ispirazione alla commedia shakespeariana La tempesta, prevalentemente per delle similitudini con i personaggi, in particolare Prospero con il dottor Morbius, Miranda con Altaira, gli spiriti Ariel e Calibano con il robot Robby. Adams ha una vaga attinenza con Ferdinando. La macchietta di "Cookie" il cuoco - doppiato da un estroso Nino Manfredi - ricalca i personaggi di Stefano ed il giullare Trinculo. L'Entità assassina avrebbe attinenza con lo spirito che agisce su Prospero.

    Cast
    Film d'esordio sul grande schermo di Anne Francis e di Leslie Nielsen il quale a sua volta, dopo una lunga fase di caratterista televisivo, guadagnò popolarità molti anni dopo, come protagonista di film comico-demenziali; tra questi la serie Una pallottola spuntata.

    Effetti speciali
    Le sequenze animate, in particolare l'attacco del mostro, furono create dal veterano degli effetti speciali Joshua Meador, prestato per l'occasione alla MGM dalla Walt Disney.

    Robby il robot
    Il robot Robby fu l'oggetto scenico cinematografico più costoso mai costruito all'epoca e ispirò la produzione di numerosi giocattoli. Nel cinema tornò in piccole apparizioni (tra cui Il robot e lo Sputnik, Gremlins del 1984, Le ragazze della Terra sono facili del 1988, Looney Tunes: Back in Action del 2003).
    In televisione Robby apparve in tre episodi della serie TV Ai confini della realtà, in uno come protagonista, e negli anni sessanta, nella serie commedia La famiglia Addams e negli anni settanta, nella serie poliziesca Colombo e nella serie commedia Mork & Mindy.
    Robby ispirò i programmatori della Bethesda Softworks per la creazione dei robot Protettori nel videogioco Fallout 3.
    Robby è il primo robot della storia del cinema a rispettare le 'Tre leggi della robotica' di Isaac Asimov postulate nel 1941-42. In una scena del film Robby si rifiuta di obbedire a un ordine illecito di Morbius, sostenendo che causerà la sua disattivazione se ripetuto. Il robot si dimostrerà poi impotente davanti all'Entità perché vi riconosce parte della mente del suo padrone. A partire da questo film quasi tutti i robot rispettarono le tre leggi della Robotica.

    Distribuzione
    L'edizione italiana del doppiaggio venne effettuata dalla ODI di Roma.

    Rif: Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pianeta_proibito

    Links:

    • Leslie Nielsen

    • Il pianeta proibito (DVD)

    Altri Links:

    - Wikipedia
    - IMDb

    Galleria Video:

    Il pianeta proibito - trailer ufficiale (V.O.) - Forbidden Planet

    Il pianeta proibito - clip 'L’incrociatore interplanetario C-57-D'

    Il pianeta proibito - clip 'Il pianeta Altair IV'

    Il pianeta proibito - clip 'Primo contatto con i superstiti del Bellerofonte'

    Il pianeta proibito - clip 'L'arrivo su Altair IV'

    Il pianeta proibito - clip 'Morbius accoglie l'equipaggio dell'astronave di soccorso'

    Il pianeta proibito - clip 'Morbius racconta la fine del Bellerofonte'

    Il pianeta proibito - clip 'Il primo incontro dell'equipaggio con Altaira'

    Il pianeta proibito - clip 'Altaira presenta i suoi amici all'equipaggio'

    Il pianeta proibito - clip 'L'incontro del Cuoco con il robot Robby'

    Il pianeta proibito - clip 'L'incontro di Altaira col Tenente Farman'

    Il pianeta proibito - clip 'Il sabotaggio'

    Il pianeta proibito - clip 'L'incontro di Altaira col Comandante Adams'

    Il pianeta proibito - clip 'L'antica civiltà Krell'

    Il pianeta proibito - clip 'Il laboratorio Krell'

    Il pianeta proibito - clip 'L'equipaggio misura il proprio quoziente intellettivo'

    Il pianeta proibito - clip 'Le meraviglie dei Krell'

    Il pianeta proibito - clip 'Il robot Robby consegna 600 bottiglie di whisky al Cuoco'

    Il pianeta proibito - clip 'L'assassinio di Quinn'

    Il pianeta proibito - clip 'L'ultimatum di Morbius'

    Il pianeta proibito - clip 'L'equipaggio prepara la difesa dell'astronave'

    Il pianeta proibito - clip 'Il Mostro dell'Id attacca l'equipaggio'

    Il pianeta proibito - clip 'L'equipaggio si prepara ad abbandonare Altair IV'

    Il pianeta proibito - clip 'Nessuno può entrare'

    Il pianeta proibito - clip 'Il Dr. Ostrow tenta di raddoppiare le proprie capacità intellettive'

    Il pianeta proibito - clip 'I Mostri dell'Id'

    Il pianeta proibito - clip 'Dottore, arriva qualcosa da sud-ovest'

    Il pianeta proibito - clip 'Il mio Demone è a quella porta e non ho il potere di arrestarlo!'

    Il pianeta proibito - clip 'Fuga da Altair IV'

    Il pianeta proibito - trailer 3D (V.O.) - Forbidden Planet

    Il giudizio della critica

    The Best of Review

    Critica
    «La prestigiosa MGM dispiega un grande apparato produttivo nobilitando un genere in quegli anni considerato "minore". Nella vicenda si respirano - è stato detto spesso - le atmosfere della shakespeariana Tempesta e degli eroi solitari ed "eretici" di Jules Verne, di cui il personaggio di Morbius è nobile epigono.
    Rompendo con i meccanismi abituali del genere, Il pianeta proibito presenta un interessante accostamento ai temi della psicanalisi e propone una riflessione, ancora molto attuale, sulla incapacità dell'uomo nel gestire la conoscenza».

    Colonna sonora
    Una grande novità fu l'uso della musica elettronica per la colonna sonora, composta da Louis e Bebe Barron. Sebbene lodata dalla critica, la loro colonna sonora fu esclusa dalle candidature agli Oscar per una disputa sorta con la Federazione Americana Musicisti, a cui i Barron non erano iscritti.
    La colonna sonora completa venne tuttavia pubblicata per la prima volta solamente nel 1976, vent'anni dopo l'uscita del film, da Planet Records in LP con numero di catalogo PR-001. L'album è stato in seguito ristampato numerose volte nel corso degli anni, sia in LP, che in MC e CD, da diverse altre case discografiche.

    Romanzo
    Dal film fu tratto un romanzo omonimo a opera di W.J. Stuart, pubblicato nello stesso anno di uscita del film. Rispetto al film il libro approfondisce maggiormente la vicenda dei Krell e il rapporto tra questi e Morbius. Diversamente dalla versione cinematografica, nel libro Morbius si sottopone più volte alla macchina, accrescendo la sua intelligenza molto al di là delle possibilità umane, mantenendo però inalterata la sua natura imperfetta di uomo, causa della propria fine.

    Remake
    Nel 2008 fu annunciato un remake del film, su sceneggiatura J. Michael Straczynski e con Joel Silver come produttore con il patrocinio della Warner Bros.

    Rif: Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Il_pianeta_proibito

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