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    NOTTI MAGICHE

    RECENSIONE - Dalla XIII. Festa del Cinema di Roma (18-28 Ottobre 2018) - Film di Chiusura - Dall'8 Novembre

    "E' una commedia e insieme un noir: un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere, i principali sospettati dell'omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori. In una nottata al Comando dei Carabinieri viene ripercorso il loro viaggio trepidante, sentimentale ed ironico nello splendore e nelle miserie dell'ultima stagione gloriosa del cinema italiano... La Roma dei miei 20 anni: un mix irresistibile di sacro e profano, bellezza e miseria. Una città licenziosa e caotica, fuligginosa e corrotta. Ricostruirla è stata un’impresa difficile: come girare un film dell’800 in piena Manhattan"
    Il regista Paolo Virzì

    (Notti magiche; ITALIA 2017; Noir comedy; 125'; Produz.: Lotus Productions, RAI Cinema in associazione con 3 Marys Entertainment s.r.l. e con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT); Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana Notti magiche

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Notti magiche

    Titolo in lingua originale: Notti magiche

    Anno di produzione: 2017

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Paolo Virzì

    Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo

    Cast: Mauro Lamantia (Antonino Scordia)
    Giovanni Toscano (Luciano Ambrogi)
    Irene Vetere (Eugenia Malaspina)
    Giancarlo Giannini (Leandro Saponaro)
    Simona Marchini (La Signora Saponaro)
    Ornella Muti (La diva Federica)
    Roberto Herlitzka (Fulvio Zappellini)
    Marina Rocco (Giusy Fusacchia)
    Paolo Sassanelli (Il Capitano)
    Annalisa Arena (Katia)
    Eugenio Marinelli (Gianfranco l'autista)
    Emanuele Salce (Virgilio Barone)
    Andrea Roncato (Il regista Fosco)
    Giulio Berruti (Max Andrei)
    Ferruccio Soleri (Il maestro Pontani)
    Cast completo

    Musica: Carlo Virzì

    Costumi: Catia Dottori

    Scenografia: Alessandro Vannucci

    Fotografia: Vladan Radovic

    Montaggio: Jacopo Quadri

    Makeup: Luca Mazzoccoli (direttore); Maria Solberg Lepre

    Casting: Elisabetta Boni

    Scheda film aggiornata al: 06 Dicembre 2018

    Sinossi:

    Italia '90: la notte in cui la Nazionale viene eliminata ai rigori dall’Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori, chiamati a ripercorrere la loro versione al Comando dei Carabinieri. Notti magiche è il racconto della loro avventura trepidante nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del cinema italiano.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    L'irriverente 'block notes' sull'epoca d'oro del cinema d'autore italiano di Paolo Virzì, tra commedia e noir

    1990. Tutto ebbe inizio quella notte. La cronaca televisiva della finale dei mondiali Italia-Argentina riecheggiava a tutto volume in ogni dove, nel cuore pulsante di una capitale carica di speranze e di lì a poco investita dalla cocente delusione della sconfitta. L'Italia di oggi c'è più abituata alle delusioni che son diventate pane quotidiano - il mondiale non è proprio più un problema al momento! - ma quella di allora, tesa verso il futuro fino all'ultimo nervo, indossava ancora aspettative su misura. Il calcio d'altra parte, soprattutto ai mondiali, ha sempre rappresentato una priorità e un polo catalizzatore di attenzione popolare senza rivali. Cosa che non si può dire nella misura di vita, di quella 'dolce vita', per i più solo all'apparenza, costellata di rivali in una competizione all'insegna di chi sgomita più forte. 'Dolce'

    ma non troppo, ai dati di fatto di un'altra dimensione da sogno, oltre il calcio, che si viveva allora a Roma: il cinema. Il cinema vero, quello dei grandi maestri, cui con nostalgico incommensurato amore guarda oggi Paolo Virzì con Notti magiche. Alla fine, di magico resterà solo l'idea, il respiro palpitante di un sogno: che è un pò stato quello dello stesso Virzì quando dalla sua Livorno ha migrato alla volta di Roma e, grazie al cielo, gli ha detto bene, anche perché fondamentalmente se lo merita. Quei Maestri con la M maiuscola, gli hanno fatto scuola, dopo i primi rudimenti appresi al Dipartimento di Storia delle Arti dell'Ateneo pisano. Ma dell'amata Toscana non solo non si è mai dimenticato, ma ne ha fatto una questione di stile. Dopo il particolarissimo Ella & John: The Leisure Seeker (rovinato solo nel finale!) con gli straordinari Helen Mirren e Donald Sutherland,

    Paolo Virzì torna qui, in Notti magiche, a parlare di grandi cose, il mondo del cinema con la C maiuscola di un'epoca d'oro, incorporando il dialetto livornese di provincia (la Katia di Piombino), frammisto a molti altri. Nel trio di giovani aspiranti sceneggiatori, finalisti del glorioso 'Premio Solinas' - il 'fracassone' Luciano di Giovanni Toscano; la alquanto problematica, ricca rampolla di una 'famiglia bene' romana Eugenia Malaspina di Irene Vetere - il siciliano Antonino Scordìa di Mauro Lamantia è quello che domina diventando il vero sale della comicità allo stato puro che, come ben si sa, lavora su corde amplificate.

    E' così che Paolo Virzì fa commedia, con simpatia, mentre intanto scoperchia le pentole, una dopo l'altra, innescando l'anima profondamente drammatica di aspetti e problemi legati ai suoi personaggi che qui, in particolare, sprigionano fondamentalmente tutta l'infinita tristezza di una vita naufragata dalle stelle alle stalle. Ridendo e scherzando Paolo

    Virzì riesce così a dipingere un autentico quadro più amaro che dolce, perché non si ferma alla patina superficiale di copertina, si spinge oltre, fin dietro le quinte, là dove scopriremo molti più scheletri nell'armadio di quanti non avremmo mai potuto sospettare. Il Marcello Mastroianni che piange lacrime amare per quella 'stronza' francese della Catherine Deneuve che l'ha appena mollato è solo uno tra i più divertenti camei. Ma a dominare sono quelli più disperati, in primis quello di un noto produttore cinematografico, tale Leandro Saponaro, interpretato da uno straordinario Giancarlo Giannini, seguito a ruota dal suo autista (anche attore) perennemente mortificato, mentre intanto lo stesso Saponaro/Giannini beneficia delle grazie di Giusy, la giovane 'ragazza coccodé - oggi diremmo escort! - resa tridimensionale da una fantastica Marina Rocco.

    La sua, è una conoscenza profonda, dall'interno, di ambienti e persone dell'epoca, ma Virzì sembra non tenere di conto della candida -

    e legittima, per i giovani di oggi che non vanno esattamente 'a pane e cinema d'autore storico' - ignoranza dello spettatore. Voglio dire che se non è difficile riconoscere, persino in sagoma, il giovane Roberto Benigni sul set de La voce della luna diretto da Federico Fellini, pure immortalato e omaggiato da lontano - il languido rispetto del mito!? - ogni altro riferimento è puramente nebuloso e vale per se stesso. Il che è già molto perché certe problematiche alla radice del cinema, vale a dire della scrittura, sono perfettamente comprensibili all'interno di questo variopinto ed affollato parterre di personaggi, emergenti sui contrasti e contrapposti che definiscono il tutto. E' in questa dimensione 'intellettualoide' che si innesta una sorta di thriller noir che finisce per imbrunire, o per meglio dire 'ingrigire' scartando dal 'dark' integrale, questa ambiziosa pellicola ibridata: un atto d'amore per un Cinema d'Autore che, si dice e

    si vede, ha finito per implodere su stesso. Ma insieme all'atto d'amore c'è pure, al tempo stesso, e forse oserei dire, soprattutto, lo sberleffo, che pone sotto i riflettori i tanti 'vizi' che 'follegiavano' alla corte di cotanta virtù. Tra una cena e l'altra, occasioni dove chi si trova sullo scalino più basso cerca di arrampicarsi sulle vesti di chi conta di più - il tentacolare Loro di Paolo Sorrentino ne ha dato una sua versione, ben meno edificante e sopportabile, puntando sull'eccesso degli eccessi - in nome dell'arte di scrivere e di fare cinema ma anche in nome di un ego insaziabile. La voce della verità, sprezzante e cinica, ma non meno spregiudicata - dall'alto di quel laboratorio di scrittura a più mani, di giovani talenti, tutti intenti a ticchettare sulle macchine da scrivere per sfornare sceneggiature che altri con nomi ben più accreditati firmeranno al posto loro -

    è quella del Fulvio Zappellini di Roberto Herlitzka, motivo di ritorno in punta di riflessione teorica sul modo di scrivere e di fare cinema, oltre che lama lapidaria sul piano del giudizio ad personam.

    Ecco che allora la questione del calcio nel film si trasforma quasi da subito in un pretesto incidentale, per tratteggiare i contorni della vera storia in quell'incisivo prologo. Un incipit esplosivo per dirottare poi il percorso su altri binari: persino la colonna sonora Un'estate italiana di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato - dal cui verso deriva il titolo del film Notti magiche - si limita ad avviarlo, per così dire, per poi scomparire. Una sorta di apripista alla storia, ricostruita a ritroso, sulle orme di un flashback intermittente, nella sede del commissariato di polizia. Sul clamore del goal della sconfitta, una maserati nera precipita dal ponte nel fiume e nessuno se ne accorge, se non più

    tardi. Così sul mcguffin della tragica fine consumata dal produttore Saponaro di Giannini, mentre il commissario di polizia va ricostruendo il bandolo della matassa, Paolo Virzì si interroga sugli ambienti e i personaggi che hanno girovagato in quel 'pazzo mondo' di storyteller e dintorni. Un 'viaggio della memoria' nelle retrovie di quel cinema che ha fatto il cinema prima che il tempo e l'incuria, ne sgretolassero l'anima più verace. I tempi in cui le dive (vedi il cameo della Federica di Ornella Muti) non portavano (orgogliosamente!) le mutandine (forse per non avere neppure la noia di togliersele?), mentre le giovani aspiranti sceneggiatrici rischiavano grosso portando i propri elaborati di persona a qualche mister sciroccato dell'ambiente - si direbbe che a Virzì i francesi non stiano troppo simpatici! - : emblematica l'esperienza di Eugenia che Virzì rende esilarante con quel 'grazie a lei'! Beh, d'altra parte si sa che l'epoca del

    #metoo non era neppure all'orizzonte!

    Secondo commento critico (a cura di )







    trailer ufficiale:



    clip 'L'arrivo a Roma':



    clip 'Il premio Solinas':



    clip 'Vi ho disturbato con i tasti?':



    clip 'Un copione che è una favola':



    clip 'Il brunch da Saponaro':



    clip 'Non mi lasciate sola per favore!':



    featurette 'Dietro le quinte':

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di NOTTI MAGICHE

    Links:

    • Paolo Virzì (Regista)

    • Marina Rocco

    • Roberto Herlitzka

    1| 2

    Galleria Video:

    Notti magiche - trailer

    Notti magiche - clip 'L'arrivo a Roma'

    Notti magiche - clip 'Il premio Solinas'

    Notti magiche - clip 'Vi ho disturbato con i tasti?'

    Notti magiche - clip 'Un copione che è una favola'

    Notti magiche - clip 'Il brunch da Saponaro'

    Notti magiche - clip 'Non mi lasciate sola per favore!'

    Notti magiche - featurette 'Dietro le quinte' (parte prima)

    Notti magiche - featurette 'Dietro le quinte' (parte seconda)

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