RECENSIONE - Carlo Verdone regista, sceneggiatore e attore nella sua ultima commedia ambientata nel centro storico di Roma e che ha come co-protagonista, tra le altre, Ilenia Pastorelli (Lo chiamavano Jeeg Robot) - Dall'11 Gennaio
"Per la prima volta in un mio film porto in scena la Roma del centro storico. È il più femminile dei miei film. Avvertivo il bisogno di duettare con un gruppo di attrici. Infatti avrò un cospicuo numero di interpreti femminili al mio fianco in questo film, alcune delle quali sono alla loro prima esperienza su un set. Lavorare con delle donne mi consente di essere spesso più in difficoltà , e questo mi permette di rendere maggiormente sul set"
Il regista, sceneggiatore e attore Carlo Verdone
(Benedetta follia; ITALIA 2018; Commedia; 109'; Produz.: Aurelio De Laurentiis & Luigi De Laurentiis; Distribuz.: Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis)
Se non fosse l'ennesimo film 'bonaccione' - e pure volgarotto và ! - ci sarebbe da preoccuparsi! Che, per rivisitare la propria persona in termini meno noiosi e ruffiani - soprattutto con il clero - occorre una botta da ectasy non programmata? Certo che se tua moglie (la Lidia di Lucrezia Lante della Rovere) ti lascia per un'altra donna andando in crisi di identità , qualcosa di sbagliato devi pure averla fatta! E dire che gli inizi non potevano essere più romantici! Carlo Verdone ritrae il suo personaggio Guglielmo negli anni di gioventù, con tanto di moto e bandana mentre tenta di 'rimorchiare' la sua futura moglie in auto. La musica sovrasta quel che si dicono, ma tra i bacetti da lui inviati al mittente in vista, e il gentile rifiuto di lei tradito dal canonico labiale 'ma che vuoi?!' - nella realtà oggi suonerebbe sicuramente l'allarme 'molestie!' - è tutto molto
altre su cui è meglio sorvolare. Del resto la sequenza in trailer del cellulare riposto "nel posto più bello del mondo" in modalità vibrazione, parla da sola! E non avete ancora visto - o magari si! - che cosa il nostro Guglielmo - sempre riluttante, innocente ed impacciato nell'inevitabile imbarazzo - è 'costretto' ad usare come 'ricevitore' per il sopraggiungere di una importantissima telefonata! Eh, Benedetta follia è una commediola un pò sopra le righe in effetti. Volgarotta, appunto! E se non fosse per la bonaria paciosità di Carlo Verdone, suonerebbe semplicemente Kitsch! 'Romanzate sexy mai per responsabilità diretta', naturalmente!
dell'ennesima svampita borgatara romana tutta 'belle forme e dialetto', vestita di innocente sfrontatezza, quasi senza freni inibitori (che tanto ricorda certe cadenze della sua più matura collega Micaela Ramazzotti), è il tipo di ragazza d'oggi che sopravvive mangiando 'pane e app'. Che ci potrà mai fare una come Luna/Pastorelli, sopraggiunta in shorts e una bocca al bacio a chiedere lavoro nel negozio di arredi sacri di Guglielmo/Verdone?! L'evidente contrasto più di ottica che di età , le circostanze create ad hoc per suonare tragicomiche, inanellano una gag dopo l'altra, mentre la giovane cerca di rendersi utile suggerendo a Gugliemo - pasticcione, imbranato, superficiale e sprovveduto come pochi! - i contesti papabili per incontri amorosi, allo scopo di farlo uscire dalla crisi depressiva e dimenticare la moglie. Certo che 'caruccia' e disinvolta ma con la propensione ad attirare guai a calamita, con certi pregressi ancora pendenti da un palo di lap dance,
proprio non immagineresti la famiglia 'bene' di provenienza di Luna! Così come d'altra parte non la puoi trovare idonea come commessa sostituta in un negozio di arredi sacri! Ma questo è proprio il bello della commedia.
L'unica cosa seria, che non ti aspetteresti di trovare in una commedia di e con Carlo Verdone, è la sequenza del sogno del suo personaggio Guglielmo, per l'appunto sotto l'effetto dell'ecstasy. Un 'fuori programma' quasi autoriale che assume le sembianze di una sorta di video cortometraggio curato ad arte, dalla valenza metafisica. Una scheggia da varietà . Un immaginifico intermezzo da avant spectacle contemporaneo. Una finestra ad incastro che dà significato alla Benedetta follia del titolo. Una venatura 'surreale' che odora di quella malinconia celebrata qualche passo indietro con la ben nota canzone La stagione dell'amore di Franco Battiato, e che appartiene poi - non è certo un mistero! - alla personalità di Carlo Verdone nella
vita reale. Beh, una cosa è certa, se temete l'avanzare dell'età , la solitudine e il declino dell'amore, non seguite l'esempio di Guglielmo! Almeno non è consigliabile inoltrarsi in analogo, labirintico e grottesco percorso, per arrivare a ritrovare l'evergreen interiore! Ma Carlo Verdone si sa, ama scherzare e far divertire, gigioneggiando sul ridicolo, e vederlo annaspare per non soccombere, fino a che non scorge la luce in fondo al tunnel - la sua, almeno al cinema, è sempre una visione positiva! - non dispiace quasi mai!