Titolo in lingua originale:
The Miracle Season (già 'Live Like Line')
Anno di produzione:
2017
Anno di uscita:
2018
Regia: Sean McNamara
Sceneggiatura:
David Aaron Cohen
Soggetto: Basato sulla reale vicenda della squadra femminile di pallavolo dell’ Iowa City West High School a seguito dell’improvvisa scomparsa del loro capitano Caroline Found il 17 agosto 2011.
Cast: Erin Moriarty (Kelley Fliehler) Danika Yarosh (Caroline 'Line' Found) Helen Hunt (Kathy Bresnahan) William Hurt (Ernie Found) Jason Gray-Stanford (Scott Sanders) Burkely Duffield (Alex) Tiera Skovbye (Brie) Natalie Sharp (Mack) Lillian Doucet-Roche (Taylor) Nesta Cooper (Lizzie Ackerman) Jillian Fargey (Ellyn Found) Rebecca Staab (Bethany) Ava Grace Cooper (Little Kelly) Larissa Albuquerque (Montgomery Player) Bailey Skodje (Little Line) Cast completo
Carolyn Adair (Madre)
Musica: Roque Baños
Costumi: Jenni Gullett
Scenografia: Brent Thomas
Fotografia: Brian Pearson
Montaggio: Jeff Canavan
Casting: Susan Paley Abramson, Justine Hempe e Sheila Jaffe
Scheda film aggiornata al:
27 Aprile 2021
Sinossi:
In breve:
Dopo la tragica morte della star della pallavolo Caroline "Line" Found, un gruppo di scoraggiate ragazze di scuola superiore dovrà fare squadra sotto la guida del loro allenatore non propriamente 'del cuore' nella speranza di vincere il campionato statale.
Short Synopsis:
After the tragic death of star volleyball player Caroline "Line" Found, a team of dispirited high school girls must band together under the guidance of their tough-love coach in hopes of winning the state championship
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Ci sono persone rare a questo mondo…, a volte sembra che siano state mandate dal cielo”
Carolyn ‘Line’ (Danika Yarosh) e Kelley (Erin Moriarty), due diciassettenni in auto, tutta l’euforia tipica dell’età, scuola e sport, amiche da una vita, da quando, ancora piccole, spazzolavano il terreno sabbioso con il loro corpo, nel tipico movimento dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Sempre insieme, e con la squadra femminile di pallavolo del cuore: lo Iowa City West High School. Nelle retrovie, per così dire, la famiglia di ‘Line’, con il padre Ernie di un assorto William Hurt, ed una madre malata terminale, ai cui legami forti e indissolubili si ammicca, solo allo scopo di illuminare quella speciale caratteristica caratteriale di ‘Line’, nel voler vedere e far vedere agli altri sempre il lato positivo di ogni cosa e persona, anche quando tutto versa al peggio. Un altro personaggio speciale, l’appassionato coach Kathy Bresnahan, è
quello vestito da Helen Hunt in punta di emozioni represse e responsabilità professionale. E in questa squadra del cuore, già vincitrice del campionato l’anno precedente, ‘Line’ riveste lo speciale ruolo di capitano, come dire, un piccolo faro per tutte le altre. Un carattere forte e solare di ispirazione anche per l’amica Kelley, ben più insicura di sé. Difficile doppiare il risultato dell’anno precedente, vincere il campionato per il secondo anno consecutivo, ma questa è la sfida. Malauguratamente, tutta una serie di circostanze, dopo una festa paradossalmente beneaugurante, portano ‘Line’ in sella ad un motorino per far visita alla madre in ospedale e, purtroppo, incorre in un incidente fatale.
L’impatto emotivo sulla famiglia, sulle compagne di squadra e sullo stesso coach è, ovviamente devastante, ma fortunatamente il montaggio evita il racconto esplicito e lineare passando subito al giro di telefonate da cui si apprende il dramma. Un dramma che, purtroppo, non
ha nulla di fiction, perché si ispira ad un fatto realmente accaduto - l’improvvisa scomparsa del capitano Caroline Found occorsa il 17 agosto 2011 - tanto che nella parte finale del film si tiene ad evidenziarlo con un esteso tratteggio di foto e video d’archivio delle persone reali. Una indiretta riflessione sui tiri mancini di un destino che vince sempre, nel bene e nel male, e in modo tanto inesorabile da rendere del tutto vacua l’inevitabile ‘lista dei se’… se non avessi fatto questo o quello. Era destino, punto! Ma forse la forza, l’influenza di una persona, può essere esercitata non necessariamente in presenza. Ci piace pensare in questi termini, in positivo, con ‘Line’ e con il messaggio di questa storia vera, tradotta e trasmessa dal cinema più ‘umile’, in cui persino le star di maggior spicco scelgono di indossare la loro veste più ‘dimessa’, per un omaggio quasi ‘in
punta di piedi.
Così, se il film The Miracle Season (Una stagione da ricordare) in sé non ha nulla di eccezionale e, talvolta, tradisce il fiato corto di un racconto televisivo, non si può negare l’omaggio accorato che è stato nelle intenzioni, e nelle pieghe più intime del ‘resoconto’, del regista Sean McNamara - regista, attore, sceneggiatore, produttore televisivo e cinematografico statunitense - molto attivo in produzioni cinematografiche e televisive, per l’appunto con target preadolescenziale (i due Casper, Nata per vincere). Il film ripercorre ogni vicolo emotivo che dalla iniziale serenità tracolla in una sorta di ‘debacle’ collettiva, fatta di disperazione, di smarrimento e di apatia: le ragazze non si presentano neppure agli allenamenti e quando lo fanno è come se non lo facessero, perché hanno testa, gambe e cuore altrove. Saranno in campo tutte le dinamiche possibili, attivate dal coach Kathy/Hunt, e in seguito dallo stesso padre di ‘Line’, Arnie/Hurt,
per riattivare la motivazione della squadra a giocare di nuovo duro: le riprese sulle svariate azioni di gioco non sempre brillano da entrare nella scrittura e nel cuore del racconto, ruolo rivendicato invece da canzoni e musiche. Si arriva così al filotto di 15 vittorie consecutive che le porteranno in finale, con il nuovo capitano, la stessa amica Kelley/Moriarty, su cui puntano ora i riflettori della faticosa e graduale rinascita, sia personale che di squadra. Un univoco motto per farsi coraggio e vincere per la seconda volta consecutiva il campionato: “Live Like Line”, non ‘vincere come Line’, dunque, ma ‘vivi come Line’.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)