Cast: Jake Gyllenhaal (Jeff Bauman) Tatiana Maslany (Erin Hurley) Miranda Richardson (Patty Bauman) Richard Lane Jr. (Sully) Nate Richman (Big D) Lenny Clarke (Zio Bob) Patty O'Neil (Zia Jenn) Clancy Brown (Big Jeff) Kate Fitzgerald (Zia Karen) Danny McCarthy (Kevin) Frankie Shaw (Gail Hurley) Carlos Sanz (Carlos) Michelle Forziati (Jill Hurley) Sean McGuirk (Bill Hurley) Karen Scalia (Lori Hurley)
Musica: Michael Brook
Costumi: Leah Katznelson e Kim Wilcox
Scenografia: Stephen H. Carter
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Dylan Tichenor
Effetti Speciali: Benjamin Regan
Makeup: Donald Mowat (direttore); Juliet Loveland
Casting: Deborah Aquila, Lisa Lobel, Angela Peri e Tricia Wood
Scheda film aggiornata al:
19 Maggio 2020
Sinossi:
In breve:
La storia vera di Jeff Bauman, un uomo comune la cui vicenda ha appassionato il mondo intero e lo ha reso un simbolo di speranza dopo l’attentato del 2013 durante la maratona di Boston. Il percorso eroico e profondamente personale di Jeff – un vero e proprio tour de force attoriale di Jake Gyllenhaal – metterà alla prova i legami familiari, definirà l’orgoglio di una comunità e gli darà il coraggio per superare le straordinarie avversità, mentre tenterà di ricostruire la sua vita al fianco della compagna Erin, interpretata dall’attrice
canadese Tatiana Maslany.
In dettaglio:
Jake Gyllenhaal interpreta Jeff, un 27enne che era alla maratona per provare a riconquistare l’amore della sua ex-ragazza Erin (Tatiana Maslany). È lì al traguardo ad aspettarla quando le bombe esplodono, provocandogli la perdita di entrambe le gambe. Dopo aver ripreso conoscenza in ospedale, Jeff aiuterà la polizia ad identificare uno degli attentatori, ma la sua battaglia personale è soltanto all’inizio. Dovrà affrontare lunghi mesi di riabilitazione fisica ed emotiva, trovando in se stesso e nell’instancabile supporto di Erin e della sua famiglia, la forza per reagire. Stronger è il racconto intimo e personale di un viaggio eroico che Jeff ha compiuto, un viaggio che ha messo alla prova i legami familiari, ha stimolato l’orgoglio ed il senso di appartenenza ad una comunità, e ha fatto emergere in lui quella forza interiore nascosta che permette a tutti noi di superare anche le sfide più dure che la vita ci presenta. Emozionante, diretto, ricco di umanità: Stronger è l’incredibile storia vera dell’uomo che rappresenta l’incarnazione vivente della “forza di Boston”. Nel film, diretto da David Gordon Green, spicca anche la partecipazione della candidata premio Oscar® Miranda Richardson.
Short Synopsis:
A victim of the Boston Marathon bombing in 2013 helps the police track down the killers while struggling to recover from devastating trauma
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
In questo biopic ispirato ad una storia vera occorsa in seno all’attentato di Boston del 2013 durante la celebre maratona, pellicola ‘dimessa’ e non sempre ‘a fuoco’, ci sono d’altra parte due aspetti straordinari: uno è l’interprete protagonista, il ventisettenne Jeff Bauman, incarnato da Jake Gyllenhaal - straordinario come sempre, quel che si dice una garanzia - e l’altro è il volto dell’America più ordinaria, della porta accanto, per così dire, di cui fanno parte la famiglia del ragazzo e un pugno di amici e colleghi di lavoro, tra cui alcuni in grado di fare la differenza. Una dimensione umana parallela con cui si incrocia quella personale del ragazzo, stravolta di lì a poco dalla brutta sorte che il destino gli ha riservato. La promessa fatta alla sua ex ragazza - la Erin di una Tatiana Maslany un tantino atona - che intende assolutamente riconquistare, lo vuole lì, sul posto
dell’evento, con uno striscione appena fatto apposta per lei. Ed è lì che lascerà le sue gambe in un’esplosione, devastante per lui e per molti altri. La storia del terrorismo resta sullo sfondo mentre seguiamo con crescente interesse la mutazione interiore, speculare a quella esteriore, di questo ragazzo traumatizzato nel corpo e nell’anima.
Con un’altra regia, rispetto a quella tiepida e a tratti ‘torbida’ di David Gordon Green (Joe, Manglehorn, All’ultimo voto) che tenta il gioco dell’alternanza dei piani narrativi senza raggiungere quasi mai il climax, il film avrebbe fatto faville, e non certo per l’esplosione, invece, si costeggia più il tratteggio televisivo che quello cinematografico: quello che, in certe circostanze, non sa evitarsi qualche didascalica sosta di troppo, risultando persino fin troppo sfuggente in altre. Il mondo che circonda il Jeff di Gyllenhaal guarda al lato eroico che non c’è, mentre la madre alcolizzata, la zia, e il
padre sopraggiunto per l’occasione, con assoluta mancanza di sensibilità, spingono il ragazzo in pasto ai media, agli eventi, per assaporare di riflesso l’inappropriato cono di notorietà con quel che ne consegue. Al centro, la tempestosa storia d’amore di Jeff ed Erin: è lei, animata da profondi sensi di colpa, e sostanzialmente ancora innamorata, ad aiutarlo in ogni modo, anche se non mancano liti ed incomprensioni. L’umorismo a denti stretti iniziale, quello che fa venire in mente a Jeff il tenente Dan di Forrest Gump per l’amputazione delle gambe, viene presto soppiantato da una rabbia ed una frustrazione che solo la sua ragazza mostra di comprendere, almeno fino al punto limite, in cui Jeff si vedrà drammaticamente costretto a crescere davvero e prendersi nuove importanti responsabilità. Jeff scoprirà e comprenderà altresì il paradosso di rappresentare lui stesso una speranza ed un conforto per persone altrimenti ferite e messe a dura prova
dalla vita. Così Stronger diventa per il protagonista una parabola di step da superare per andare oltre, per essere davvero ‘più forte’, mentre per Gyllenhaal è la ghiotta occasione di stratificare un vero e proprio caleidoscopio di interpretazione in un personaggio inedito e reale tutto da onorare, di cui facciamo conoscenza, come in ogni più classico biopic, alla fine del film con foto di repertorio e didascalie informative.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)