RECENSIONE - Dalla XII. Festa del Cinema e dalla 67. Berlinale - Una commedia in bianco e nero vestita da tragedia che inizia come una festa e si conclude con il sangue sul pavimento. Nell'ottavo lungometraggio di Sally Potter, un cast stellare tra cui Kristin Scott Thomas, Timothy Spall, Bruno Ganz, Patricia Clarkson ed Emily Mortimer - Dall'8 Febbraio
Janet e il marito organizzano una festa per celebrare la di lei promozione a ministro ombra della Sanità . Le rivelazioni successive faranno però emergere sentimenti pericolosi e potenzialmente micidiali che porteranno alcuni degli ospiti a rivalutare il loro intero sistema di convinzioni. L'evento sfocia così in un momento di profonda crisi che getta i loro sistemi mentali nel caos totale.
In altre parole:
Janet è appena stata nominata Ministro del Governo ombra, il coronamento della sua carriera politica. Lei e suo marito Bill decidono quindi di festeggiare con gli amici più stretti. Gli ospiti arrivano nella loro casa di Londra, ma la festa volge inaspettatamente al peggio quando Bill all’improvviso fa due rivelazioni esplosive che sconvolgono sia Janet che i presenti. Amore, amicizia, convinzioni politiche e un intero stile di vita vengono messi in discussione. Sotto la superficie elegantemente liberal degli ospiti freme la rabbia. Diretto da Sally Potter, ricco di dialoghi taglienti e fotografato in uno splendido bianco e nero.
In dettaglio:
Janet (Kristin Scott Thomas) è appena stata nominata ministra ombra, e il film inizia con lei che riceve congratulazioni al telefono mentre è in cucina che prepara una festa con i suoi amici più cari. Il marito Bill (Timothy Spall), tuttavia, è nell'altra stanza, beve vino e ascolta musica su dischi, con un'espressione sul volto che sicuramente non esprime felicità .
Gli ospiti cominciano ad arrivare. La prima è April (Patricia Clarkson), un'americana dura e cinica con il marito tedesco Gottfried (Bruno Ganz), una specie di motivatore. Sono seguiti dalla coppia di lesbiche Martha (Cherry Jones) e Jinny (Emily Mortimer), che è incinta e, infine, metà di un'altra coppia invitata, l'affascinante uomo d'affari Tom (Cillian Murphy), che dice che la moglie Marianne ritarderà un po' - prima di fiondarsi in bagno per sniffare coca e lasciarci intravedere la pistola che porta segretamente addosso, di cui ovviamente non è contento.
Quando la festa prende il via, vengono fatti altri annunci. L'ecografia di Jinny ha rivelato che avrà un parto trigemellare, che è motivo di festa... ma anche, a quanto pare, di preoccupazione per la sua compagna considerevolmente più anziana. Tuttavia, Bill fa esplodere la vera e propria bomba: gli è stata diagnosticata una malattia terminale. Anche Janet sente la notizia per la prima volta, e nel frattempo ha ricevuto SMS d'amore da un mittente "sconosciuto".
Short Synopsis:
The Party unfolds in real-time in a contemporary London house, starting as a celebration and ending, according to the producers, with "blood on the floor"
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Ha tutto il sapore di una nuova 'carneficina' dall'impalcatura teatrale questo The Party di Sally Potter (Ginger e Rosa, 2012). Dopo il Carnage di Roman Polanski arriva una nuova 'reunion' consumata in una sola stanza o quasi. 'Reunion' che parte con i toni civili e, in questo caso, persino comici della commedia, per tradursi ben presto in tragedia. Nel senso letterale del termine. Una 'carneficina' avvalorata dalla formale scelta di narrare in tempo reale e di tornare al bianco e nero. Un valore aggiunto alla ripresa introspettiva di ognuno dei personaggi in campo. Una sorta di effervescente partita a scacchi umana, giocata sul 'botta e risposta' tra l'uno e l'altro, a coppie prima che si raggiunga il climax corale nel segno del tragicomico. Ogni personaggio ha almeno uno scheletro nell'armadio che la sceneggiatura, curatissima, pungente, sarcastica ed irresistibilmente ironica, riesce a far affiorare in una sorta di ralenti narrativo, mentre
saltella dalla sfera politica - in cui entra dal portone principale il motivo della sanità britannica - alla sfera individuale di ciascuno degli invitati.
Che qualcosa non va lo si capisce fin dalle prime sequenze, nella casa di una coppia sposata in cui si sta per festeggiare la vittoria di una carica politica. Il fatto che questa vittoria sia di lei e non di lui è già motivo di una frizione emotiva in punta di rancore, momentaneamente sopita sotto pelle ma che già aleggia nell'aria. Ed è per l'appunto lei, la festeggiata e padrona di casa, ad aprire le danze sullo schermo. Lei è Janet, appena insignita della carica di Primo Ministro Ombra della Sanità britannica, e lei ha il grandioso appeal di Kristin Scott Thomas, inquadrata in cucina, intenta nei preparativi del 'party' e a ricevere telefonate su telefonate di complimenti per l'incarico (ma non solo per quello!). Lui è
l'accigliato e silenzioso Bill di Timothy Spall, ritratto al culmine del disinteressamento, come mentalmente assente, mentre sprofonda nella sua poltrona in salotto, tra musica ad alto volume e un calice di vino. Il suo ripetere a pappagallo sussurrando certe parole che sente dire alla moglie in cucina in risposta alle telefonate, rappresenta l'indizio chiave primario, di matrice quasi 'pirandelliana', che 'nulla è come sembra'.
L'ingresso dei convenuti al 'party' è singolare ed eccentrico e, soprattutto, riservato, come l'ingresso di un attore sul palcoscenico a teatro: dalla coppia dell'americana dura e cinica April (Patricia Clarkson) e del tedesco filosofo 'new age' Gottfried (Bruno Ganz) - irresistibili entrambi nei rispettivi ruoli torniti alla perfezione fin dalla pagina scritta - al giovane uomo d'affari benestante Tom (Cillian Murphy), stranamente nervoso mentre dice che la moglie Marianne ritarderà un po', prima di fiondarsi in bagno per sniffare coca e lasciarci intravedere la pistola che
porta segretamente addosso. Completano la coppia di lesbiche Martha (Cherry Jones) e Jinny (Emily Mortimer). Una sorta di presentazione ad personam prima che decollino le conversazioni con l'interazione degli uni con gli altri, vale a dire il corpo e l'anima di questa tragicommedia dove il 'party' sarà alla fine l'ultimo dei pensieri degli intervenuti alla festa.
Così, a conti fatti, il The Party di Sally Potter indossa più la veste da 'piece' meta-cinematografica che da pellicola di puro cinema. Un brano sofisticato che tradisce le fonti di ispirazione, d'altra parte autodichiarate dalla stessa regista e sceneggiatrice Sally Potter: la presenza di altri cinque ospiti (e la significativa assenza di un ospite), è uno schema che riporta alla mente classici come Chi ha paura di Virginia Woolf?, adattamento di Mike Nichols da un testo teatrale di Edward Albee, e Il fascino discreto della borghesia di Luis Bunuel. E anche per quanto
riguarda la stessa scelta di girare in bianco e nero, in pieno accordo con il direttore della fotografia Alexey Rodionov - con cui la Potter lavora dal 1992 dal film Orlando - ha una sua specifica e sofisticata fonte di riferimento culturale che si richiama, per l'appunto, ad una precisa stagione della cinematografia inglese degli anni ‘60: per l'esattezza a film come Saturday Night and Sunday Morning, The L-Shaped Room e This Sporting Life.
una gara di bravura che dimostra un collante quasi telepatico tra loro, tanto ciascuno non solo non ha niente da invidiare all'altro, ma si dimostra capace di realizzare un sincronismo dialettico che scivola diretto alla meta, mentre si raggiunge un finale a sorpresa, sparato come un colpo di cannone che va a chiudere il sipario. Consigliato a chi ama il teatro della vita e delle sue contraddittorie sofferenze e a chi ama scrittura e recitazione al più alto livello artistico.
Perle di sceneggiatura
Commenti del regista
"Capiamo immediatamente che lei si occupa di politica ed è stata promossa Ministro Ombra della Salute per il partito di opposizione, di cui non viene mai fatto il nome, lui è un accademico che ha rinunciato alle opportunità di carriera per sostenere la moglie. E questa decisione è stata accompagnata da un grande senso di frustrazione... Ognuna di queste persone custodisce un segreto. Le cose che sono state nascoste vengono fuori in una sequenza di rivelazioni che si delineano come qualcosa di catastrofico, qualcosa di sinistro e pesante ma che in realtà è una commedia, avvolta da elementi tragici"
Altre voci dal set:
Il produttore Christopher Sheppard:
"L’idea è sempre stata quella di realizzare il film in un modo che rispecchiasse lo spirito scoppiettante dei dialoghi e dell’azione. Lo si poteva fare in maniera rapida e frenetica. Ed è così che è andata…il trucco era quello trasferire lo spirito della sceneggiatura nella modalità di produzione"