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    VITTORIA E ABDUL

    RECENSIONE - Dalla 74. Mostra del Cinema di Venezia - Ancora reali nell'obiettivo di Stephen Frears (The Queen). Questa volta e' protagonista la Regina Vittoria interpretata da Judi Dench (Philomena) nella straordinaria storia vera di un'inaspettata amicizia nata durante gli ultimi anni dell'incredibile regno della sovrana - Dal 26 Ottobre

    "Lei era la regina d’Inghilterra e lui un umile impiegato indiano. La loro amicizia ha scioccato il palazzo e ha quasi portato a una rivolta contro la Regina... Per ragioni di sicurezza non poteva andare in India e per questo faceva venire l’India da lei... Abdul aveva 24 anni quando è stato inviato dall’India al Regno Unito. Ha attirato l’attenzione di Vittoria ed è stato rapidamente promosso. Vittoria ha previsto per lui delle lezioni extra di inglese che potessero permettergli di conversare più facilmente con lei. Ogni sera lui le dava lezioni di urdu e le leggeva le poesie di Ghalib. I due divennero inseparabili. La casa reale complottò contro di lui, minacciando l’intervento del Principe di Galles [il titolo di Bertie a quel tempo]. Vittoria difese Abdul senza cedimenti"
    La scrittrice Shrabani Basu

    "Quello che mi intrigava era che ci fosse una storia mai raccontata prima, una gemma tenuta nascosta per più di un secolo. Il fatto che la Regina Vittoria avesse avuto un rapporto così stretto con un servitore e per di più musulmano è stato una vera rivelazione. La reazione all’interno della casa reale è stata piuttosto significativa e importante anche per comprendere cosa sta succedendo oggi nel mondo e per rendersi conto della tensione tra le diverse culture e avere una mentalità più aperta... Quello che ha interessato Shrabani era che noi vedevamo Vittoria e Abdul come la storia di un outsider; era uno scontro di classe e cultura e noi pensavamo potesse essere più forte vedere il mondo di Vittoria dal punto di vista strategico di un giovane uomo ordinario di Agra che è riuscito ad arrivare alla vetta di un impero. Inoltre, lo vedevamo come un film da multisala, un film divertente e interessante – una storia sulla famiglia reale che il pubblico non ha mai visto prima – che aveva anche qualcosa da dire sul pregiudizio... Abbiamo tutti discusso di come la sceneggiatura dovesse tirare fuori una storia dalla profusione di dettagli del libro di Shrabani, che è scritto molto bene e in maniera evocativa ma che ha un approccio giornalistico. Il nostro film somiglia più a una favola; rimane fedele allo spirito del libro ma ha la necessità di creare momenti drammatici. La storia di Lee ha una piacevolissima confezione ma al suo centro c’è un rapporto profondamente commovente. Questo è quello che a Lee piace fare nelle sue sceneggiature: far ridere gli spettatori e poi farli piangere. Visto che Shrabani lo ha scritto avendo accesso ai diari sia di Vittoria che di Abdul, nel suo libro c’è gran dovizia di informazioni e di fatti a cui Lee ha attinto nel corso di tutta la storia. Molto di quello che c’è nel copione, per quanto assurdo possa sembrare, viene dalla stessa Regina Vittoria!... Credo che il loro fosse un affare di cuore e questa è una cosa alla quale credo il pubblico risponderà in Vittoria e Abdul: due persone possono provare rispetto e cura profonda l’uno per l’altra e qualcosa che somiglia moltissimo all’amore, senza che ci sia per forza il sesso. Ognuno di noi ha amato persone con le quali non ha avuto rapporti sessuali e ha amato persone con le quali li avrebbe avuti se le circostanze fossero state diverse. Questa è un’esperienza universale che non viene molto rappresentata al cinema oggi, per questo sono orgogliosa che noi lo facciamo in questo film... E’ compito del film esplorare la cultura del tempo che era apertamente razzista. Quello che io amo di più, però, sono tutte le battute che esprimono le manovre per raggiungere posizioni e favore a corte. E’ chiaro che non possiamo sapere esattamente cosa succedesse dietro le porte chiuse 150 anni fa per cui non bisogna prendere ogni battuta per oro colato. Quello che invece sappiamo è che Abdul ha sconvolto l’ordine delle cose. Questo è chiaro"
    La produttrice Beeban Kidron

    "... rapporti tra razze diverse. A questo riguardo, questa storia di più di 100 anni fa sembra oggi ancora più significativa. Per prima cosa, la storia che Shrabani ha messo in luce è importante: un giovane musulmano che diventa il leale amico della sovrana che ha regnato più a lungo in tutta la storia"
    La produttrice Tracey Seaward

    (Victoria and Abdul; USA/REGNO UNITO 2016; Biopic storico; 112'; Produz.: BBC Films/Cross Street Films/Working Title Films; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Vittoria e Abdul

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    Celluloid Portraits:



    See Synopsis

    Titolo in italiano: Vittoria e Abdul

    Titolo in lingua originale: Victoria and Abdul

    Anno di produzione: 2016

    Anno di uscita: 2017

    Regia: Stephen Frears

    Sceneggiatura: Lee Hall

    Soggetto: Tratto dal libro Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant di Shrabani Basu.

    Cast: Judi Dench (Regina Vittoria)
    Ali Fazal (Abdul Karim)
    Michael Gambon (Lord Salisbury)
    Tim Pigott-Smith (Sir Henry Ponsonby)
    Olivia Williams (Baronessa Churchill)
    Eddie Izzard (Bertie, Principe del Galles)
    Simon Callow (Mr. Puccini)
    Adeel Akhtar (Mohammed)
    Lasco Atkins (Valletto delle regine)
    Fenella Woolgar (Miss Phipps)
    Julian Wadham (Alick Yorke)
    Jonathan Harden (Kaiser Wilhelm II)
    Ruth McCabe (Mrs. Tuck)
    Robin Soans (Arthur Bigge)
    Sukh Ojla (Mrs. Karim)
    Cast completo

    Musica: Thomas Newman

    Costumi: Consolata Boyle

    Scenografia: Alan MacDonald

    Fotografia: Danny Cohen

    Montaggio: Melanie Oliver

    Effetti Speciali: Chris Reynolds (supervisore)

    Scheda film aggiornata al: 02 Dicembre 2017

    Sinossi:

    In breve:

    La straordinaria storia vera di un'inaspettata amicizia nata durante gli ultimi anni dell'incredibile regno della Regina Vittoria (interpretata dal premio Oscar® Judi Dench).

    Quando il giovane commesso Abdul Karim (Ali Fazal) si mette in viaggio dall'India per partecipare al Giubileo d'oro della Regina, si ritrova sorprendentemente nelle grazie della Regina stessa.

    Mentre quest'ultima si interroga sulle costrizioni della sua antica posizione, i due instaurano un'improbabile e devota alleanza, mostrando una lealtà reciproca che la famiglia e la cerchia ristretta della Regina cercano di distruggere. Mentre la loro amicizia si intensifica, Vittoria comincia a vedere un mondo in evoluzione con occhi diversi, rivendicando con gioia la sua umanità.

    In altre parole:

    Vittoria e Abdul racconta la vera e straordinaria storia della sorprendente e improbabile amicizia tra la Regina Vittoria (Judi Dench) e un giovane indiano, Abdul Karim (Ali Fazal), che diventa il suo maestro, il suo consigliere spirituale e il suo amico devoto.

    Nel 1887, Abdul parte dall’India per donare alla regina una medaglia in occasione delle celebrazioni per il suo Giubileo d’Oro ma, sorprendentemente, trova il favore della sovrana. Il loro improbabile rapporto senza precedenti scatena una battaglia all’interno della casa reale, che mette la regina a confronto con la corte e la famiglia. Vittoria e Abdul esplora con umorismo questioni di razza, religione, potere e la farsa dell’Impero attraverso il caleidoscopio di un’amicizia davvero insolita e profondamente commovente.

    Synopsis:

    The film tells the true story of an unexpected friendship in the later years of Queen Victoria’s rule. When Abdul Karim, a young clerk, travels from India to participate in the Queen’s Golden Jubilee, he is surprised to find favor with the Queen herself. As she questions the constraints of her long-held position, the two forge an unlikely and devoted alliance with a loyalty to one another that her household and inner circle all attempt to destroy. As the friendship deepens, the Queen begins to see a changing world through new eyes and joyfully reclaims her humanity

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    La chiave è subito lì, in bella vista: ironia e humour british che Stephen Frears, con il vizietto dei personaggi reali (The Queen) ma non solo, impasta a suo piacimento con invidiabile disinvoltura e con grande spasso da parte del pubblico. Neanche con la più turpe delle tragedie Frears lascerebbe a casa quell'aura frizzante quasi da 'sitcom', sempre pronta ad intervenire là, dove vi è la certezza di non peccare di irriverenza nei confronti del dramma. Basti pensare alla Philomena incarnata per l'appunto da Judi Dench proprio per Frears, e che ora torna al suo fianco per Vittoria e Abdul. Frears se la gode proprio quando deve scimmiottare i cerimoniali e le ferree regole dell'etichetta reale, ben sapendo di far divertire il pubblico mentre fa arrivare a destinazione riflessioni e messaggi della massima serietà declinabile sulla sponda dell'attuale. Lo ha fatto con la Regina Elisabetta di Helen Mirren nel prezioso,

    in tutti i sensi, The Queen, e torna a farlo adesso con la Regina Vittoria in Vittoria e Abdul. La Dench duetta, cinematograficamente parlando, e splendidamente, con Frears per la seconda volta dopo Philomena, ma duetta per la seconda volta anche con il personaggio della Regina Vittoria, di cui indossa di nuovo le regali vesti dopo La mia regina (1997) di John Madden. Un personaggio come quello offre sempre qualcosa da scoprire e qualcosa da aggiungere, soprattutto quando spunta all'orizzonte una storia sopita a lungo tra le pagine di diari personali scoperti molto più in là negli anni e di cui si tessono le fila prima nel libro Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant di Shrabani Basu e dopo sul grande schermo nell'attuale film di Frears.

    Si diceva 'la chiave è lì, in bella vista'. Si direbbe addirittura prima che il film abbia inizio, con la

    didascalia che scandisce l'apertura del sipario: "Basato su eventi reali... per lo più". E questo la dice lunga sull'ammissione di colpa - benvenuta colpa! - di aver indubbiamente 'colorito' situazioni ed eventi in modo da rendere piacevole l'esperienza di conoscere questa regina ultraottantenne, obesa, scorbutica, attaccata al potere, ma soprattutto annoiata a morte, dal nutrito eppur 'famelico' 'bestiario' umano di corte, tra cerimonie e salamelecchi, persino a tavola. Il suo ingresso in scena? Un gran russare fuori inquadratura che la dice lunga sul suo essere 'regale'. Il 'siparietto' comico che vede una marea di commensali con la regina a capotavola, disinteressata ma velocissima nel consumare i vari piatti del menù, è poi tutto un programma. Un programma che si fa di contro sconvolgente per gli stessi commensali quando si vedono togliere il piatto davanti per quanto abbiano appena iniziato: d'altra parte se la regina ha finito si deve passare oltre.

    Ma tutto cambia, con gran costernazione dell'apparato di corte al completo, quando il giovane e avvenente musulmano indiano Abdul (interessante interprete questo Ali Fazal) viene incaricato di consegnare all'imperatrice d'India regina Vittoria in persona, una particolare moneta alle celebrazioni del Giubileo. Anzi, non cambia niente neppure questo, sul momento, cambia solo quando - e ciò non sarebbe mai dovuto essere - Abdul incrocia lo sguardo della regina e abbozza un timido sorriso mentre indietreggia dopo la consegna del dono, come da protocollo.

    La storia di Vittoria e Abdul ha dell'incredibile. Per se stessa e per quello che trasmette oggi alla nostra misera, per non dire miserabile, e comunque stracarica di miserie umane, contemporaneità. Una storia che cavalca questioni di razza, di religione, di scalata al potere su più versanti, di pregiudizi, e della farsa di un Impero da cui, attraverso questi eccentrici personaggi, occhieggia il caleidoscopio, non privo delle sue contraddizioni,

    di un'amicizia a dir poco insolita. Quella che trasforma l'indiano musulmano Abdul nel valletto personale della regina, anche su questioni internazionali, e soprattutto nel ‘Munshi’ , la sua guida spirituale. Il tutto con grande scandalo a corte. Tutte le esternazioni di una grande solitudine e di pesanti dolori personali della regina Vittoria sono per Abdul. E se ci suonano familiari, è perché in altro modo, provate anche dalla Regina Elisabetta in The Queen. Anche 'i ricchi piangono', come si suol dire. Diversi ritratti di reali dunque, cui si guarda attraverso le grate della rispettiva prigionia, forzata dietro un pressante ruolo pubblico ed etichette tanto stantìe quanto ridicole, al servizio di una sudditanza spesso insoddisfatta - a torto o a ragione che sia - con velleità rivoluzionarie di indipendenza. La regina si interroga sul senso di questa colossale farsa, pesante e ruvida come "tutto quanto in Scozia", mentre migra di residenza

    in residenza, magari per un picnic all'aperto fuori luogo, quando il tempo decisamente consiglia ben altro. Ed è questa un'altra tra le sequenze più esilaranti. Si interroga al fianco del suo fidato amico, consigliere ed insegnante, di lingua urdu e di religione musulmana, avendo ritrovato il senso della scoperta del nuovo, di ciò che non si conosce, che è poi il senso della vita.

    La Storia d'altra parte, evidentemente vince anche sull'avida e pure cieca, scelleratezza umana, giacché il bieco figlio della Regina Vittoria, Bertie (Eddie Izzard), poi Re Edoardo VII, una volta passata a miglior vita la madre, ha pensato bene di dar fuoco a tutta la sua corrispondenza con il Munshi, dimenticando però i diari hindustani. Scritti a mano dalla regina Vittoria in urdu e conservati nell’Archivio Reale, i diari sono stati lasciati totalmente fuori da tutte le versioni occidentali della storia vittoriana, semplicemente perché nessuno ha mai fatto

    tradurre dall'urdu. La scrittrice Basu precisa: "Capisco l’urdu ma non lo leggo. Abdul aveva scritto delle righe in carattere romano per Vittoria e io ho capito quelle. La parte solo in lingua urdu l’ho fatta tradurre. C’erano 13 volumi". Tredici volumi più uno, conservato in un baule dal nipote di Abdul a Karachi in Pakistan. E dunque capite bene che qui non si tratta di una favoletta, bensì di una sconosciuta pagina di Storia recuperata, anche perché "molto di quello che c’è nel copione, per quanto assurdo possa sembrare, viene dalla stessa Regina Vittoria!". Regalità e licenze artistiche della regia e delle interpretazioni hanno poi fatto il resto, incastonando Vittoria e Abdul nella migliore cornice ideale cui essi stessi, con tutta probabilità, avrebbero mai potuto aspirare, lasciando in eredità ai posteri una tra le più poetiche metafore esistenziali: "La vita è come un tappeto, su cui il nostro passare avanti

    e indietro forma un disegno". Il nostro disegno!

    Secondo commento critico (a cura di La parola al film)






    trailer italiano:



    clip 'A pranzo con la Regina':



    clip 'E questo lo rende forse diverso da tutti voi?':



    clip 'Il mango':



    clip 'Regina di frutti':



    clip 'Servire':



    clip 'Tutto è ruvido in Scozia':



    clip 'Vorrei che mi insegnaste l'hindi':

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e SwService Ufficio Stampa.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di VITTORIA E ABDUL

    Links:

    • Stephen Frears (Regista)

    • Michael Gambon

    • Judi Dench

    • Olivia Williams

    • Ali Fazal

    1 | 2

    Galleria Video:

    Vittoria e Abdul - trailer

    Vittoria e Abdul - trailer (versione originale) - Victoria and Abdul

    Vittoria e Abdul - clip 'A pranzo con la Regina'

    Vittoria e Abdul - clip 'E questo lo rende forse diverso da tutti voi?'

    Vittoria e Abdul - clip 'Il mango'

    Vittoria e Abdul - clip 'Regina di frutti'

    Vittoria e Abdul - clip 'Servire'

    Vittoria e Abdul - clip 'Tutto è ruvido in Scozia'

    Vittoria e Abdul - clip 'Vorrei che mi insegnaste l'hindi'

    Vittoria e Abdul - featurette 'Il backstage di Venezia 74' (versione originale sottotitolata)

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