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    IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI

    RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dal 24 MARZO

    (Asphalte; FRANCIA/GRAN BRETAGNA 2015; commedia, drammatico; 100'; Produz.: La Caméra Deluxe, Maje, Single Man; Distribuz.: Cinema)

    Locandina italiana Il condominio dei cuori infranti

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il condominio dei cuori infranti

    Titolo in lingua originale: Asphalte

    Anno di produzione: 2015

    Anno di uscita: 2016

    Regia: Samuel Benchetrit

    Sceneggiatura: Samuel Benchetrit

    Cast: Isabelle Huppert (Jeanne Meyer)
    Gustave Kervern (Sterkowitz)
    Valeria Bruni Tedeschi (L'infermiera)
    Michael Pitt (John McKenzie)
    Jules Benchetrit (Charly)

    Musica: Raphaël Haroche

    Costumi: Mimi Lempicka

    Scenografia: Jean Moulin

    Fotografia: Pierre Aïm

    Montaggio: Thomas Fernandez

    Effetti Speciali: Alain Carsoux

    Makeup: Corinne Maillard

    Scheda film aggiornata al: 27 Aprile 2016

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Un edificio in una città. Un ascensore rotto. Tre incontri. Sei personaggi. Sternkowtiz lascerà la sua sedia per trovare l'amore con una infermiera? Charly, adolescente indifeso, riuscirà ad ottenere un ruolo da Jeanne Meyer, attrice degli anni Ottanta? L'astronauta John McKenzie, finito fuori rotta e raccolto sul tetto dalla signora marocchina Hamida, sarà recuperato dalla NASA?

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Mai titolo italiano di un film straniero fu più depistante: Il condominio dei cuori infranti. Sembra una di quelle commediole chick-lit un po’ insulse che porta nelle sale un pubblico più avvezzo a prodotti commerciali. Il film di Samuel Benchetrit, che già nel titolo originale Asphalte riecheggia un’aura autoriale, pensiamo all’omonimo film muto tedesco del 1929 di Joe May di matrice espressionista. Ma fra i due film non c’è molto in comune se non, appunto, il titolo che sottintende temi amplissimi come solitudine, dolore e rabbia di un mondo periferico e liminale. Se quel film di 87 anni fa raccontava la storia di una ladra che per evitare la galera seduceva il poliziotto che l’aveva colta in flagrante per poi finire in una tragedia efferata, in questa delicata commedia agrodolce, molto agra e allo stesso tempo molto dolce, ambientata sullo sfondo delle banlieue francesi contemporanee, viene raccontata una storia corale.

    Di alcune persone che vivono in uno stabile enorme di case popolari grigie e scrostate, nelle quali la solitudine, la sofferenza e l’incapacità di comunicare sembrano il proprio minimo comun denominatore. Attraverso tre storie principali. La prima è quella di un uomo che, dopo aver perso la mamma e dopo aver negato ai propri condomini il contributo alle spese di un nuovo ascensore perché abita al primo piano, a seguito di un malore, finisce sulla sedia a rotelle. Costretto ad utilizzare il mezzo di nascosto riesce a farlo solo di notte quando tutti dormono. Pertanto l’unico posto dove può comprarsi del cibo è al distributore automatico dell’ospedale vicino. Qui conosce un’infermiera di notte che ogni giorno alla stessa ora fa la sua pausa sigaretta. Una gentile signora di origini algerine, rimasta sola perché il figlio è finito in una struttura correzionale, ospita un astronauta atterrato sul tetto del palazzo. Lui

    parla solo inglese, che lei non capisce, ma troveranno dei punti di comunicazione. Infine, un adolescente abbandonato stringe amicizia con un’attrice degli anni Ottanta, ora in declino, che si è appena trasferita sullo stesso pianerottolo.

    Benchetrit, che è anche noto scrittore in Francia, adatta due suoi racconti della raccolta Les Chronques de l’Asphalte di una decina di anni fa. Lo fa stupendamente, e non a caso il film ha preso la candidatura alla corrente edizione dei César come migliore sceneggiatura non originale. Certo, l’impianto è abbastanza usuale, ma attraverso inquadrature molto semplici, senza troppi movimenti di macchina, ma anzi, prediligendo in molti frammenti l’immobilità del mezzo, l’autore costruisce il senso di straniamento di un posto periferico, dove si mescolano tante culture e tradizioni e nel quale domina una babele linguistica, come nel rapporto fra la donna di origini algerine di mezz’età, la signora Hamida, e l’astronauta americano, John McKenzie, ma

    non di sentimenti e gentilezza, quelli invece sono universali e capiscono tutte le lingue del mondo.

    La pellicola possiede anche un secondo registro, che è quello dell’analisi del rapporto di una cultura popolare di natura globalizzata, che in qualche modo unisce i personaggi, pensiamo ai commenti delle puntate di Beautiful che i due guardano in tv o Charly, la cui madre è scomparsa, che si emoziona e si avvicina al cinema in bianco e nero, quando l’attrice, Jeanne Meyer, gli fa vedere un suo vecchio film, o quando l’uomo sulla sedie a rotelle vede in televisione la storia di un altro incontro fortuito fra un uomo e una donna, quello fra Robert Kincaid e la Francesca Johnson originaria di Bari, alias il Clint Eastwood e la Meryl Streep, de I ponti di Madison County (e qui, chi non lo sapesse, malamente doppiati in francese, lui, Clint Eastwood, con una voce

    alquanto effeminata, per quel ruolo poi!).

    Il condominio dei cuori infranti è ricco, bello, profondo, perfettamente recitato da tutto il cast e in particolare dal versante femminile, da una Isabelle Huppert, sempre più bella con l’avanzare degli anni, che regala una scena da brivido in cui deve fare il provino per il ruolo di Agrippina a teatro, un ruolo di madre, passando per una Valeria Bruni Tedeschi emaciata e pallida, sola e infelice, e finendo con una Tassadit Mandi ironica e brillante nelle vesti della signora Hamida. I tre protagonisti maschili sono Gustave Kevern, il co-regista e co-sceneggiatore dei cinicissimi Louise-Michel e Mammuth, Jules Benchetrit, il giovane figlio del regista avuto da Marie Trintignant qualche anno prima che morisse, e il più noto Michael Pitt nelle vesti dell’astronauta. Un film che è una piccola scoperta nel panorama cinematografico di questa stagione e che trova il suo spazio in un pubblico

    che ama la delicatezza, la gentilezza e la gioia; un’opera dal gusto estremamente europeo e con dettagli squisitamente francesi.

    Links:

    • Valeria Bruni Tedeschi

    • Isabelle Huppert

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    Galleria Video:

    Il condominio dei cuori infranti - trailer

    Il condominio dei cuori infranti - trailer (versione originale) - Asphalte

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