Soggetto: Commedia ambientata tra la Puglia, la Sardegna e la Norvegia.
Cast: Checco Zalone (Checco) Eleonora Giovanardi (Valeria) Sonia Bergamasco (Dottoressa Sironi) Maurizio Micheli (Peppino) (Padre di Checco) Lino Banfi (Senatore Binetto) Antonino Bruschetta (Ministro Magno) Ludovica Modugno (Caterina) (Madre di Checco) Paolo Pierobon (Ricercatore scientifico) Azzurra Martino (Fidanzata di Checco) Massimiliano Montgomery Angelica Napa Adam Nour Marino Fabio Casale
Musica: Luca Medici
Costumi: Francesca Casciello
Scenografia: Alessandro Vannucci (scenografia) e Valerio Girasole (scenografia Africa)
Fotografia: Vittorio Omodei Zorini
Montaggio: Pietro Morana
Effetti Speciali: Giuseppe Motta (supervisore effetti visivi)
Casting: Elisabetta Curcio
Scheda film aggiornata al:
18 Febbraio 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Checco Zalone interpreta un impiegato che, pur di non perdere il posto fisso, si trova costretto a viaggiare e a spostarsi in giro per l'Europa.
Quo vado? racconta la storia di Checco, un ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c'è riuscito, voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli e ce l'ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa.
IN DETTAGLIO:
Checco è un ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c'è riuscito, voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli e ce l'ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno, però, tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi, ma Checco resiste eroicamente a tutto. La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere i ricercatori dall'attacco degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria, una ricercatrice che studia gli animali in via d'estinzione e s’innamora perdutamente di lei.
riconoscenza fin dai suoi primi passi, senza aspettarsi nulla di più di quel che è arrivato, tra canzoni goliardiche, tronfi trionfi di una beata ignoranza, lapalissiani paradossi, elementari critiche verso etichette 'populiste' e/o stereotipi sociali. E se Checco (con Nunziante dietro le quinte) è già amato a furor di popolo anche al cinema - al punto da indicare alla biglietteria il suo nome d'arte invece del titolo del film! - con Quo vado? penso che sarà adorato. Per una ragione molto semplice: con Quo vado? Checco cavalca la sua chicca! Il cabaret è un lontano ricordo e finalmente si guadagna il podio del vero cinema in punta di commedia. Una commedia sagace, effervescente, dal ritmo galoppante, con stile, grinta, e, soprattutto, caratteristica fondamentale per una commedia, divertente da morire. Con Quo vado? il tandem Checco-Nunziante ci fa recuperare tutte le risate andate perse con il Cenerentolo di Pieraccioni.
Intelligente satira
sul posto fisso, sulla prima repubblica, sulle diversità sociali, gli stili di vita opposti, corruzione e concussione come modo di essere nella normale quotidianità , su vizi e forme di un'italianità posta davanti alla gogna dell'implacabile riflesso dello specchio morale, Quo vado? è una commedia che versa la sua comicità quasi in un'unica colata, fluida e limpida come l'olio extra vergine di oliva dall'ampollina nella stagione più calda. Non ha grumi nè vuoti d'aria. Fin dalla prima goccia versata: un mappamondo che gira abbandonando gradualmente il campo lungo per incontrare il primo piano di un anfratto africano, con le prime esilaranti circostanze che vedono Checco e un taxista locale a bordo di un'auto trentennale. Ricordate la sequenza del cimitero in Frankestein Junior con la celeberrima battuta comica "beh, potrebbe sempre andar peggio... potrebbe piovere" condita con l'automatico inizio di una fragorosa pioggia a fine battuta? Ecco, questo è esattamente lo stile
delle prime sequenze in Quo vado? che, onora la citazione rendendola persino seriale, promuovendo un condensato di più circostanze e situazioni - a grappolo tanto quanto le nostre risate - incastonate entro la stessa griglia di partenza. E non è che l'inizio!
La cornice che ingloba l'input al racconto della propria vita in prima persona da parte di Checco rivolto alla popolazione di una tribù africana dopo la sua cattura, da il là all'ironica 'pittura' - come in un dipinto di Bosch - di un'Italia famosa nel mondo più per i suoi vizi che per le sue virtù: in tal senso il tiepido Italians di Giovanni Veronesi con Carlo Verdone ha fatto strada. Vizi e ossessioni, come quella del posto fisso che, nel caso di Checco, si traduce nell'impiegato pubblico pugliese dell'ufficio Provinciale Caccia e Pesca. Una vera e propria aspirazione fin dall'infanzia, come tratteggia l'esilarante racconto di Checco, attraversando
tutte le fasi che gli consentono di sfuggire alla firma delle dimissioni forzate, a seguito dei tagli delle Province e della riforma dell'impiego pubblico. Quali consigli migliori se non quelli di un Senatore come Binetto (emblematica figura del politico tipo vestita in un cameo da Lino Banfi)? Umori che non hanno ancora terminato la loro esalazione da La Prima Repubblica, quella che dà il titolo alla canzone cantata da Checco in stile Celentano, non a caso già icona della denuncia sociale italiana in musica. Cosa mai potrà far capitolare il nostro Checco dalle sue fisse e dalla sua coriacea resistenza alla 'rottamazione' dal posto fisso, oltre che dalla incrollabile fede nelle innumerevoli irregolarità della vita quotidiana made in Italy, compresa l'auto parcheggiata in doppia fila? L'occasione arriva nel posto più improbabile nella rosa dei siti più disparati in sella ai continui trasferimenti imposti da un'implacabile funzionaria ministeriale come la dott.ssa
Appena una parentesi di Nostalgia canaglia per la nostra Italia sull'onda di Al Bano e Romina Power di nuovo insieme al Festival di Sanremo, e il nostro Checco inizierà a capire che effettivamente qualcosa nel suo modo di essere ha seriamente bisogno di essere rivisitato e corretto. Per nostra fortuna e grande divertimento, i gradini da scendere per lui saranno numerosi tanto quanto
le sue scivolate, ma alla fine avrà la meglio quell'autentico protagonista che, in un modo o nell'altro, è sempre in scena. E' quell'ingegno tipicamente italiano, capace di far saltare fuori una sorpresa come il cappellaio matto dal suo cilindro vuoto. L'ingegno capace di tradurre il niente in una risorsa concreta. Ingegno che il finale, felicemente impostato, celebra sulle orme del benefico riscatto. Così sarebbe davvero gratuita severità etichettare come 'buonista' il commovente finale di questa sorprendentemente azzeccata e divertente commedia. Un cocktail di tante piccole verità shakerate con fluidi movimenti di macchina e di scrittura. E allora, Quo vado? (dove vado?). Al cinema, a gustarmi la 'Chicca di Checco'.
Perle di sceneggiatura
LA PRIMA REPUBBLICA - Testo e musica di Luca Medici - Edizioni MZL -
Etichetta Discografica Officina Musicale
La prima repubblica
Non si scorda mai
La prima repubblica
Tu cosa ne sai
Dei quarantenni pensionati
Che danzavano sui prati
Dopo dieci anni volati all’aereonautica
E gli usceri paraplegici saltavano
E i bidelli sordomuti cantavano
E per un raffreddore gli davano
Quattro mesi alle terme di Abano
Con un’unghia incarnita
Eri un invalido tutta la vita
La prima repubblica
Non si scorda mai
La prima repubblica
Tu cosa ne sai
Dei cosmetici mutuabili
Le verande condonabili
I castelli medioevali ad equo canone
Di un concorso per allievo maresciallo
Seimila posti a Mazzara del Vallo
Ed i debiti (pubblici) si ammucchiavano come conigli
Tanto poi eran cazzi dei nostri figli