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    CRISTIADA: UNA DRAMMATICA PAGINA DI STORIA DELL'AMERICA LATINA COME LA GUERRA CIVILE MESSICANA (1926-1929) RIVIVE SUL GRANDE SCHERMO

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 12 DICEMBRE

    (For Greater Glory: The True Story of Cristiada; MESSICO 2012; Dramma storico di guerra; 143'; Produz.: Dos Corazones Films/NewLand Films; Distribuz.: Dominus Production)

    Locandina italiana Cristiada

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    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Cristiada

    Titolo in lingua originale: For Greater Glory: The True Story of Cristiada

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2014

    Regia: Dean Wright

    Sceneggiatura: Michael Love

    Soggetto: La pellicola narra di una pagina drammatica della storia dell'America Latina che vive ancora oggi nella memoria del Paese: la guerra civile Messicana (anni 1926-1929).

    Cast: Andy Garcia (Enrique Gorostieta)
    Eva Longoria (Tulita Gorostieta)
    Mauricio Kuri (José)
    Adrian Alonso (Lalo)
    Rubén Blades (Presidente Calles)
    Catalina Sandino Moreno (Adriana)
    Eduardo Verastegui (Anacleto Gonzales Flores)
    Patricia Garza (Fernanda Gonzales Flores)
    Alan Ramirez (Gustavo Gonzales Flores)
    Estefania Alejandra (Yolanda Gonzales Flores)
    Oscar Isaac (Victoriano 'El Catorce' Ramirez)
    Raúl Adalid (Padre Robles)
    Peter O'Toole (Padre Christopher)
    Nestor Carbonell (Mayor Picazo)
    Jorge Luis Moreno (Pablo)
    Cast completo

    Musica: James Horner

    Costumi: María Estela Fernández

    Scenografia: Salvador Parra

    Fotografia: Eduardo Martínez Solares

    Montaggio: Richard Francis-Bruce e Mike Jackson

    Casting: Dianne Crittenden, Karen Rea e Manuel Teil

    Scheda film aggiornata al: 09 Dicembre 2014

    Sinossi:

    Il Generale Gorostieta, uomo d’armi in pensione che assiste indifferente, insieme alla moglie, allo sprofondare del Messico in una sanguinosa guerra civile. La persecuzione ideologica contro i suoi stessi concittadini indurranno, tuttavia, Gorostieta, uomo ateo ma convinto sostenitore del valore etico della libertà di pensiero e d’azione, ad abbracciare la causa dei Cristeros e a diventarne il loro leader militare. Gorostieta riuscirà a trasformare una banda di ribelli in una forza militare organizzata. Affronterà sfide impossibili contro un Governo potente e spietato presieduto dal presidente Plutarco Calles. Sarà tuttavia la profonda umanità di coloro che incontrerà sul suo cammino (giovani idealisti, rinnegati e, soprattutto, un coraggioso adolescente di nome José), a fargli comprendere come i valori e gli ideali siano la sorgente del coraggio anche quando la speranza nella giustizia sembra essere irrimediabilmente perduta.

    SHORT SYNOPSIS:

    A chronicle of the Cristeros War (1926-1929); a war by the people of Mexico against the atheistic Mexican government.

    Commento critico (a cura di GABRIELE OTTAVIANI)

    Esistono parole, nel nostro vocabolario più o meno quotidiano, che non sono solo semplici parti del discorso, accumuli di lettere, agglomerati di sillabe. Da sole portano un significato che è forte di per sé, che non ha bisogno di enfasi per essere raccontato, che anzi, predilige, parafrasando la musica, il levare al battere, il sottovoce al grido. Due parole di questo tipo sono certamente fede e libertà. Perché fanno riferimento ai valori più importanti, più sacri, più intimi, fondamentali nella vita delle persone. C’è chi crede e chi no, c’è chi travisando l’insegnamento di Dio combatte guerre nel suo nome, c’è chi vede in un’autentica devozione, che non ha nulla di sovversivo, bensì afferisce solo a quella parte inspiegabile e immateriale della vita, e non vuole fare assolutamente del male ad anima viva, anzi, una minaccia. Perché è un potere che non può controllare.

    In Messico, negli anni ’20, si

    combatte la guerra dei Cristeros, che ha fatto decine di migliaia di vittime, una storia vera, potentissima, tragica e dimenticata: l’allora presidente Plutarco Calles adotta delle misure che limitano la libertà di culto. È rivolta. Basterebbe questo per fare un film interessante, e il problema sta tutto qui: in Cristiada, di Dean Wright, direttore degli effetti speciali di Titanic, Il signore degli anelli e Le cronache di Narnia (e si vede: sparatorie in puro stile selvaggio West, o meglio brutta copia di Tarantino, esplosioni condite con palate di fosforo – evidentemente c’era una svendita… - e una frotta di combattenti a cavallo pronta per ogni collina fino all’orizzonte e oltre), c’è troppo. In primis, troppa lunghezza (centoquarantasei minuti! Ma come si fa, buon Dio…! Se lo volete fare lungo, il film, fate C’era una volta in America: altrimenti, sintesi! Per pietà…!) e troppa retorica, fin nelle musiche. D’altronde, lo sceneggiatore

    si chiama Michael Love: con rispetto parlando, ha ampolloso anche il cognome, figuriamoci i dialoghi…! Gli scenari sono stupendi, anche se ci si aspetta sempre da un momento all’altro che in mezzo alla piazza principale del pueblo, nerovestito e balzellante come solo lui sa essere, spunti Don Diego De La Vega, più conosciuto come Zorro, e ben fotografati da Eduardo Martínez Solares, ma si perde il conto di quante volte i ribelli - che, almeno in teoria, vorrebbero solo poter pregare, ma non si tirano certo indietro se c’è da scaricare qualche caricatore, anche alle spalle di qualche povero disgraziato disarmato (del resto le ipocrisie, le sconcezze e le vigliaccherie sono salomonicamente distribuite da ambo le parti) – declamino il loro motto “Viva Cristo Re!â€. Il che, a chi è di Roma, località in cui il film uscirà per ultimo, il 5 novembre, dopo Milano, Genova, Torino, Bologna e diverse

    altre piazze, per scelta del distributore, più che altro ricorda un ospedale: che gli attori – il solito cast da produzione hollywoodiana, in cui per attirare pubblico si mette in locandina l’universo mondo, salvo poi concedere alla gran parte di loro poco più di una posa, com’è stato, tanto per fare un nome, per la Redgrave in The Butler, che appare trenta secondi e fa pure, lei, la “rossa†per eccellenza, la schiavista, sia pur un po’ umana – siano tutti parenti di portantini a cui hanno rinnovato il contratto?

    Gli effetti sono dunque involontariamente comici, tanto che a sentire Catalina Sandino Moreno, che ha incantato tutti in Maria full of Grace, urlare “No, Anacleto no!†quando le squadracce del governo fanno fuori il suo amato, anche se Eduardo Veràstegui, fascinosissimo, è inquadrato, il primo Anacleto che viene in mente a chi guarda il film non è il personaggio di

    lui, che di cognome fa Gonzales Flores ed è uno dei capi dei ribelli, ma il suo omonimo gufo della Spada nella roccia. Oscar Isaac combatte dalla parte “giustaâ€, ma è insopportabile, Santiago Cabrera ha un volto assai cinematografico e un ruolo originale, Eva Longoria è bella come il sole ma compare un attimo, Nestor Carbonell, ormai sempre più somigliante ad Adam Levine, è un moderno Pilato più corrotto, il piccolo Mauricio Kuri è un 'Marcellino pane e tequila', e la sua salita al calvario non ha nemmeno la grazia ironica di quella di Battiston nella Passione di Mazzacurati, e Andy Garcia, che non azzecca più un film dai tempi di Amarsi, quando le labbra di Meg Ryan erano ancora normali, è pronto per sostituire Tom Selleck in Blue Bloods qualora il collega fosse febbricitante. Non è solo similitudine, è praticamente la copia in carta carbone. Commovente sul serio, invece,

    Peter O’Toole, che impartisce in quattro sequenze una lezione di stile memorabile.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Dominus Production e l'Ufficio Stampa Lucherini Pignatelli.

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO di CRISTIADA

    Links:

    • Andy Garcia

    • Oscar Isaac

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    Galleria Video:

    Cristiada - trailer

    Cristiada - trailer (versione originale) - For Greater Glory: The True Story of Cristiada

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