RITUAL - UNA STORIA PSICOMAGICA: OPERA D'ESORDIO DI GIULIA BRAZZALE E LUCA IMMESI, UN THRILLER PSICOLOGICO INTENSO E METAFISICO, INTRISO DI LEGGENDE POPOLARI VENETE E PSICOMAGIA JODOROWSKIANA
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 8 MAGGIO
"'Ritual' è un viaggio nell'inconscio della protagonista, Lia, nel suo desiderio frustrato di maternità che la costringerà a una scelta tra razionalità e oblio. Racconta una storia universale, la storia di una donna irrisolta che, proprio a causa del suo disagio, si lega a un uomo problematico che non la può e non la sa amare. La struttura è quella di un thriller psicologico di matrice polanskiana. Ricco di simboli, è stato definito ctonico e metaforico: un film che obbliga gli occhi e la mente a una visione diversa. Spazia dai riti alle leggende popolari venete, dalla superstizione alla psicomagia, terapia di cui Alejandro Jodorowsky è padre fondatore. Al cinema, con i suoi leggendari 'El Topo' e 'La montagna sacra', Jodorowsky aveva intrapreso un percorso visionario e surrealista, che portava già in grembo i semi della psicomagia. In seguito con la messa in pratica delle sue teorie e con la scrittura dei suoi libri, 'La danza della realtà ' e 'Psicomagia', ha codificato questa pratica rendendola una disciplina terapeutica. Come risulterà palese, il nostro non è un film surrealista. Non era nostra intenzione emulare i film visionari del grande maestro cileno. Abbiamo voluto seguire, invece, un filo narrativo molto classico. Uno degli obiettivi del film è riportare alla luce l'antico folclore della tradizione popolare veneta. Oggi in Veneto, come in gran parte d'Italia, a causa del cambiamento della struttura della società e della scomparsa della generazione più anziana, si sono quasi totalmente persi usi, costumi, leggende, mitologie e rituali propri della nostra cultura. 'Ritual' vuole riportare l'accento sulla comune credenza del magico che un tempo serviva a spiegare gli eterni problemi del vivere e di cui oggi, forse più che mai, sentiamo ancora il bisogno".
I registi Giulia Brazzale e Luca Immesi
(Ritual - Una storia psicomagica; ITALIA 2013; Thriller; 95'; Produz.: Esperimentocinema; Distribuz.: Mariposa Cinematografica)
di psico-magia e medicina alternativa, che ha imparato a usare metodi di cura dal defunto marito cileno Fernando (Alejandro Jodorowsky).
Dal punto di vista narrativo il film ha una struttura che può sembrare surreale ma in realtà è psicologica ed ha molti strati di visione, che ad un primo sguardo sono difficili da comprendere ed interpretare. Le guarigioni di Agata vengono effettuate usando la psico-magia attraverso dei rituali, ed è proprio la percezione del rito che invade parti importanti della narrazione. Il film, incentrandosi sul rapporto d'amore feroce dei due protagonisti e sulla violenza e sottomissione della
donna da parte di un duro compagno, affronta un dramma sociale. Lia vive il suo dramma sociale attraverso uno schema rituale di sesso violento, infatti il rito, come lo definisce lo studioso Arnold Van Gennep, è un dramma sociale che deriva da un rito di passaggio. Lo stesso rito di passaggio può essere definito
in tre parti ossia preliminari, liminari e post liminari: in questo caso Lia è nella fase centrale, ossia immersa completamente nel suo limen, in una sorta di limbo. Il Limen, ossia la
liminalità , è un intero processo rituale che costituisce una soglia tra il vivere profano ed il vivere sacro: dissolvendo tutti i sistemi positivi e accettati dal buon senso, gioca con essi in modi inesistenti sia in natura che nelle loro consuetudini. Ed è proprio quello che accade a Lia, che passa dalla parte preliminare della sua vita di coppia alla parte liminare nel soggiorno presso la zia Agata, durante il quale ha visioni di personaggi appartenenti al passato, ma nello stesso tempo quasi sacro-spettrali. Uno dei primi riferimenti alla magia ed al rito avviene quando Agata, parlando con la nipote Lia, le ricorda che è il giorno di San Giovanni, e pertanto si fa il rito dell'uovo, ossia un
rito immerso di magia che si svolge nella notte del 24 giugno, per tradizione sfruttato dalle donne che vogliono conoscere qualcosa sul futuro marito. Il rito consiste nel lasciare il chiaro d'uovo dentro un recipiente pieno d'acqua e la mattina del giorno dopo osservarlo per sapere auspici sul marito o sulle nozze. Così Agata effettua il rito per la nipote Lia che a breve riceve una visita a sorpresa da parte di Viktor a casa della zia. La mente di Lia è psicologicamente instabile, per questo ricorre a riti magici come quelli effettuati dalla psico-magia: i riti magici sia individuali che collettivi, come afferma un altro studioso Bronislaw Malinowski,
risolvono le tensioni psicologiche e i sentimenti di angoscia che inevitabilmente insorgono nel corso della vita sociale di una comunità od individui, ed inoltre condensano sentimenti, placano le tensioni psicologiche ricostruendo un'armonia che è al contempo interiore, simbolica e culturale.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, il film ha iniziato la sua produzione ben due anni prima della uscita nelle sale in Italia:
Esperimento Cinema è stata una delle prime in Italia, e forse anche nel mondo, ad utilizzare la Red Epic, una macchina da presa che offre una definizione ben oltre i 4K ma sempre in via di aggiornamento. Pertanto è stato richiesto un lungo lavoro di postproduzione anche per ottenere al meglio un'elaborazione di immagine e una colorimetria e look cinematografico che hanno reso possibile l'atmosfera filmica. La fotografia è ben curata da Luca Coassin, lo stile di ripresa è prettamente classico ad eccetto di alcune
inquadrature dal basso o in movimento, stile sogno, e la scelta della musiche, in particolare verso la parte finale del film, donano una nota in più alla narrazione filmica. Un film che narra in un microcosmo magico, la nuda psicologica ritualità di
una feroce vita sessuale di coppia.