Soggetto: Paolo Genovese, Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini.
Cast: Marco Giallini (Francesco) Anna Foglietta (Sara) Vittoria Puccini (Marta) Vinicio Marchioni (Fabio) Laura Adriani (Emma) Daniele Lotti (Luca) Alessandro Gassman (Alessandro) Edoardo Leo (Roberto il belloccio) Giulia Bevilacqua (Barbara) Dario Bandiera (Ivano l'harleysta) Maurizio Mattioli (Portiere studio) Francesca Apolloni (Cameriera del bar 'Del Fico') Alessia Barela (Laura, amica di Enrico) Antonio Manzini (Marco Patassini) Claudia Gerini (Claudia) Cast completo
Paolo Calabresi (Enrico il poeta) Gianmarco Tognazzi (Andrea il geometra) Michela Andreozzi (Professoressa Macro) Luca Ocone (Adele, moglie dell'harleysta)
Musica: Umberto Montesanti (suono in presa diretta)
Costumi: Grazia Materia
Scenografia: Chiara Balducci
Fotografia: Fabrizio Lucci
Montaggio: Irma Misantoni
Scheda film aggiornata al:
20 Febbraio 2014
Sinossi:
IN BREVE:
Francesco Taramelli (Marco Giallini) è un analista alle prese con tre casi disperati: una libraia (Vittoria Puccini) che si innamora di un ladro di libri; una gay (Anna Foglietta) che decide di diventare etero; e una diciottenne (Laura Adriani) che perde la testa per un cinquantenne. Ma il vero caso disperato sarà quello del povero analista, se calcolate che le tre pazienti sono le sue tre adorate figlie.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
INUTILE ACCUSARE FREUD, QUI E' TUTTA COLPA DEL REGISTA...!
psicanalisi, e guarda caso al centro di questo film c'è giusto uno psicanalista - tal Francesco Taramelli che ha il volto senz'anima di un Marco Giallini perennemente accordato sulla stessa nota - oltre che padre divorziato, di una famiglia 'ridotta' dunque alle sole tre figlie (Sara/Anna Foglietta, Marta/Vittoria Puccini ed Emma/Laura Adriani), alle quali più che i consigli paterni, è mia opinione che proprio la psicanalisi forse farebbe un gran bene! Tre sorelle alla ricerca dell'amore in modo analogo alle mosche quando, cercando di guadagnarsi la via d'uscita, sbattono ripetutamente in ogni dove nel più sconclusionato dei modi. Il che la dice lunga da quali sponde in Italia si è disposti a sporgersi per fare un film in odore di commedia. Non c'è mica nulla da ridere, c'è piuttosto da piangere!
Obiezione numero due: non credo che fare una commedia sentimentale al femminile significhi procedere con andamento schizofrenico dall'avanguardismo a tutti
che dir si voglia, che da lesbica diventa etero. Ma manco per idea! Farà una confusione del diavolo fino all'ammicco finale, in una sequenza veramente risibile, di tornare ai santi vecchi. Così, sia per i testi musicali che per l'esuberante Sara, alle volte vorremmo spegnere l'interruttore per ritrovare un pò di pace ma, com'è ovvio, l'opzione non è contemplata nel menù.
Obiezione numero tre: si dichiara non solo che non è un film sulla psicanalisi ma pure che 'non è un film sulla terapia di coppia'. Allora che cosa sarebbero le sedute psicanalitiche che Giallini adopera seguendo una fantomatica 'terapia americana' per il cinquantenne architetto sposato (Alessandro Gassman) ad una donna indubbiamente attraente - per la quale si è chiamata in causa Claudia Gerini, qui tecnicamente assestata in un carattere 'scialbato' e limitato a sfoggiare tette e tacchi a spillo in un inno auto celebrativo un tantino stonato - ma al
contempo assiduo amante della propria figlia (Emma), appena diciottenne? Ovvio che si tratta di una provocazione interessata da parte di un padre che in questo caso usa la psicanalisi a difesa e tutela della propria figlia. Anche qui è tutto talmente scontato! Sappiamo così bene come andrà a finire fin dalle primissime battute che non c'era bisogno di ripetere al cinema le stesse note che ci hanno già abbastanza annoiato sul piccolo schermo negli innumerevoli sceneggiati televisivi di marca italiana.
Paolo Genovese ha preso un soggetto con un discreto potenziale (scomodando persino Leonardo Pieraccioni e Paola Mammini per la speciale occasione) per triturarlo in un mix disordinato al gusto acido di stili diversi, talmente in armonia tra loro da farci venire il mal di pancia, mentre sul piano della psiche, visto che siamo in tema, la noia frammista all'irritazione prende il sopravvento fino a divorarci quel residuo di coraggio e di pazienza che ci eravamo portati come riserva. Della serie, arrivare in fondo al film è veramente una conquista! A meno che non si amino gli sceneggiatini televisivi di bassa lega con velleità di salire in cattedra
per tenere lezioncine 'low cost' a carattere sociale, morale e di vita in generale.
E poi, va bene che a queste tre ragazze è mancata la madre e che il padre tutto amore e premure prodigo di consigli per le proprie figlie - per quanto assolutamente riluttante a farlo nei termini professionali di psicoanalisi - ha fatto e continua a fare del suo meglio ma, Santo Iddio, c'è un limite a tutto, anche alla tolleranza più elastica! Anche verso tre 'casi disperati' - sinossi docet - come questi! Qui l'unico caso disperato sembra essere il regista, e mi sa che Freud nel suo caso c'entri davvero ben poco!
Bibliografia:
Nota: Si ringrazia lo Studio Lucherini Pignatelli.