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    ENEMY: JAKE GYLLENHAAL NEMICO DI SE STESSO A TU PER TU CON IL SUO 'DOPPIO' PER DENIS VILLENEUVE (LA DONNA CHE CANTA, PRISONERS)

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - VINCITORE del LEONE NERO per il 'MIGLIOR FILM' al XXIII. Courmayeur NOIR InFestival (10-15 Dicembre 2013) - Concorso con la seguente motivazione:

    «La giuria ha deciso di assegnare all’unanimità il Leone Nero per il Miglior Film a Enemy diretto con talento ed eleganza da Denis Villeneuve e interpretato da un perfetto Jake Gyllenhaal. Una pellicola perturbante, di grande tensione, che offre una nuova e originale lettura del tema del doppio».

    "Penso che fino a oggi 'Enemy', in un modo curioso, sia il mio progetto più personale. È un film sul potere del subconscio, un argomento che mi riguarda profondamente, perché ha una forte influenza sulla nostra vita personale e un reale impatto sulla società in generale. Se non foste consapevoli di questa forza e dei suoi effetti collaterali, sapreste mai chi sta prendendo decisioni, chi veramente comanda dentro di voi?".
    Il regista Denis Villeneuve

    (Enemy; CANADA/SPAGNA 2013; Thriller; 90'; Produz.: Rhombus Media/Roxbury Pictures in associazione con Mecanismo Films e micro_scope; Distribuz.: Pathé International (Distribuzione internazionale))

    Locandina italiana Enemy

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    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Enemy

    Titolo in lingua originale: Enemy

    Anno di produzione: 2013

    Anno di uscita: 2014

    Regia: Denis Villeneuve

    Sceneggiatura: Javier Gullón

    Soggetto: Dal romanzo The Double (L'uomo duplicato) di José Saramago.

    Cast: Jake Gyllenhaal (Adam/Anthony)
    Mélanie Laurent (Mary)
    Sarah Gadon (Helen)
    Isabella Rossellini (Caroline)
    Joshua Peace (Insegnante)
    Tim Post (Portinaio)
    Kedar Brown (Guardia)
    Darryl Dinn (Commesso del video store)

    Musica: Danny Bensi; suono: Oriol Tarragó, Marc Orts, Herwig Gayer, Albert Ribas, David McCallum e Laura Díez

    Costumi: Renée April

    Scenografia: Patrice Vermette

    Fotografia: Nicolas Bolduc

    Montaggio: Matt Hannam

    Makeup: Catherine Viot (capo dipartimento makeup)

    Casting: Deirdre Bowen

    Scheda film aggiornata al: 08 Marzo 2024

    Sinossi:

    Un uomo assiste a uno spettacolo erotico in un club sotterraneo, che culmina con una donna nuda in procinto di schiacciare una tarantola.

    Adam Bell (Jake Gyllenhaal), un impacciato professore universitario di storia, vive una vita tranquilla e monotona in una città dominata da un cielo costantemente grigio. Su consiglio di un collega, noleggia un film di produzione locale, Volere è potere, notandovi con grande sorpresa una comparsa che sembra essere il suo sosia perfetto. Cercando online, identifica l'attore come Daniel St. Claire, nome d'arte di Anthony Claire (Jake Gyllenhaal). Adam affitta gli altri due film in cui ha recitato Anthony e ne diventa ossessionato, trascurando il lavoro e la sua ragazza, Mary. In casa sua ritrova anche una foto di qualcuno che gli assomiglia, con una mano femminile sulla sua spalla: tuttavia, parte della foto è strappata, rendendo impossibile identificare la donna. Adam ha anche dei frequenti sogni in cui compare una tarantola.

    Recatosi all'agenzia di Anthony, viene scambiato per quest'ultimo e ritira una busta da cui ricava l'indirizzo. Lo chiama a casa, ma le sue farneticazioni finiscono solo per spaventare la moglie incinta di Anthony, Helen. Quest'ultima, convinta che si tratti dell'ennesima infedeltà del marito, pedina Adam, rimanendo profondamente turbata dalla loro somiglianza. Alla fine, Anthony accetta di incontrarsi con lui in una camera d'albergo, dove constatano la rispettiva identicità, fin nella medesima cicatrice sulla pancia. Quando Anthony lo incalza riguardo a una possibile parentela segreta, Adam è preso alla sprovvista dalla personalità opposta dell'altro e, messo a disagio, se ne va. Il giorno dopo, è Anthony che comincia a seguire Adam fino ad adocchiare Mary. Invaghitosi di lei, Anthony accusa Adam di aver avuto rapporti sessuali con Helen, sostenendo che lui in cambio dovrebbe permettergli di fare altrettanto con Mary.

    Si fa consegnare quindi i suoi vestiti e le chiavi della sua macchina per poter trascorrere una serata con lei, promettendo poi di sparire per sempre dalla vita di Adam. Mentre Anthony porta Mary nella camera d'albergo dell'incontro, Adam si reca nell'appartamento dell'altro, dove viene scambiato per Anthony dal portiere, che gli chiede disperatamente di riportarlo nel club sotterraneo. Nell'appartamento, Adam trova una foto incorniciata su una mensola, simile a quella di casa sua, ma intatta e con Helen assieme a lui. Adam cerca di fingersi Anthony di fronte a Helen, ma, anche se non sembra notare le sottili differenze o il comportamento timido, questa gli chiede comunque come è andata la giornata a scuola. Più tardi quella notte, Helen consola Adam, che le chiede scusa in lacrime: lei gli chiede di rimanere e i due fanno l'amore. Nel frattempo, Mary e Anthony stanno avendo un rapporto sessuale, quando questa si accorge del segno lasciato sulla pelle dalla fede nuziale di Anthony e va nel panico, realizzando la verità. Costringe Anthony a riportarla a casa in macchina, ma durante il tragitto i due litigano furiosamente, finendo per fare un incidente, presumibilmente mortale.

    Il giorno dopo, Adam si veste con gli abiti di Anthony e apre la busta ritirata in precedenza dall'agenzia, trovandovi la chiave del club sotterraneo. Rientrato in camera da letto da Helen, scopre al suo posto una tarantola grande come la stanza e rannicchiata contro il muro posteriore.

    SHORT SYNOPSIS:

    A man seeks out his exact look-alike after spotting him in a movie.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Denis Villeneuve si prende carico, egregiamente, della filosofica parabola esistenziale narrata da José Saramago nel suo romanzo L’uomo duplicato, esaltandone, senza significativi tradimenti, le sfumature di una suggestiva metafora sulla natura umana in ogni sua piega più nascosta. Chi, meglio di Jake Gyllenhaal, poteva giocare al raddoppio di se stesso, attraverso minimaliste e contrapposte schegge interiori?

    Il prologo è tanto inquietante quanto passeggero, eppure fondante. Un prologo che, mentre sembra pagare pegno a Stanley Kubrick (Eyes Wide Shut in particolare), ma anche a David Cronenberg (per l’orrorifica sex fantasy che vede protagonista la specie aracnide), va a stabilire un curioso legame tra il ragno, liberato da un vassoio d’argento con copertura a cupola, e la donna, che, in tutto il suo sex appeal e padrona di sé, sfila davanti ad uno stuolo di uomini, tra cui il nostro protagonista: lo straordinario Jake Gyllenhaal, qui nelle doppie vesti dell’attore Anthony Saint Claire

    e dell’insegnante Adam Bell (nome tutt’altro che casuale) - due gocce d’acqua fisionomicamente e persino nella voce - in realtà, una doppia versione di se stesso, ma con diverse aspirazioni e declinazioni caratteriali. Una donna che al di là dell’apparenza, non è dominata, ma domina e condiziona, soggiogandolo, le pulsioni più recondite dell’uomo e non solo. Il gigantesco aracnide che domina il prospetto cittadino, almeno da un certo punto in poi, la dice lunga in proposito!

    E’ dunque di dominio e gestione di personalità che trattano sia José Saramago nel suo romanzo (The Double) L’uomo duplicato che Denis Villeneuve nella sua interessante trasposizione cinematografica. In entrambi i casi, è fondamentale andare oltre la semplice lettura visiva e letterale ed abbracciare idealmente una metafora che tende una trappola al suo stesso protagonista così come allo spettatore. Non è un caso se il prologo volge ad affermare il dominio femminile, perché in questa

    storia, dalla cornice surreale, in cui il protagonista maschile deve raccapezzarsi, facendosi largo tra i suoi immensi problemi identitari, con tutte le difficili scelte che questo comporta, la migliore e precoce percezione del rebus esistenziale e di coppia, reclama un copyright di matrice femminile. E mentre Adam/Anthony di Jake Gyllenhaal, per l’appunto alla stregua di una mosca nella tela del ragno, annaspa per una via di uscita, per riappropriarsi di una condotta libera da vincoli e limiti, figli di preconcetti etici e status sociali, che inchiodano a responsabilità canoniche, le rispettive donne affettivamente a loro legate e non a caso pure molto simili tra loro - dalla fidanzata Mary di Melanie Laurent per Adam, alla moglie Helen, incinta, di Sarah Gadon per Anthony - mostrano fin dalle prime istanze una lungimiranza verso fatti e circostanze, del tutto estranea all’uomo al quadrato in questione. Uomo inchiodato allo shakespeariano dilemma se ‘essere

    o non essere’, ma soprattutto, chi essere e come. Paradossalmente, la risposta sta proprio nel messaggio, neppure troppo velato, inviato dal regista all’indirizzo dello spettatore: quando l’insegnante di Storia Adam spiega ai suoi studenti le dinamiche della ‘dittatura’ fin dalle sue origini. E per questo chiama in causa un monumentale pilastro come il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

    Hegel affermava che i più grandi avvenimenti del mondo si ripetono due volte: prima come tragedia e poi come farsa. Interessante prospettiva filosofica che suggerisce altresì come la storia segua spesso un ciclo in cui gli eventi cruciali si manifestano in modo simile, ma con intensità e significato diversi. Fondamentale teoria ben applicata alla vicenda del doppio protagonista, destinato a fare una scelta univoca, annientando ‘il suo duplicato’. Non direttamente, ma per fortuito accidente, figurativamente parlando, ben sapendo che non è questa la chiave di lettura per sciogliere il nodo, reale

    e fittizio, di quella che di fatto è, e deve essere, una sola identità. Ma, come la Storia del mondo è per l’appunto a suo modo ciclica, lo è anche la realtà del nostro Adam/Anthony, così come sentenzia l’inquietante finale, ancorato per l’appunto alla tela del ragno più di quanto non ci si potesse immaginare.

    Alla luce dell’autentica chiave di lettura dunque, l’intreccio narrativo che assume le naturali sembianze di un semplice dilemma che rasenta il Sci-Fi, scivola via piacevole ed intrigante per le curiose situazioni che si vanno a creare, peraltro perfettamente in linea con il canovaccio letterario di riferimento. Ma Villeneuve è un cineasta abile nel generare affascinanti cornici artistiche intorno ai suoi racconti per la celluloide, e qui non lo fa solo introducendo i canonici piani sequenza, o i minimalisti primissimi piani, peraltro splendidamente onorati da un Jake Gyllenhaal in stato di grazia sul piano del suo miglior

    prisma introspettivo, bensì con frequenti stacchi di macchina, aperti sullo schermo nero - pur scartando dalla consueta dissolvenza - per parafrasare i blackout mentali, i cortocircuiti di pensiero che vanno arrovellando il nostro protagonista. Ma ancor più interessante è la linea di ritrovare la propria unicità, con tutti i pregi e difetti del caso, passando proprio per lo stesso mezzo cinematografico - contesto che privilegia di per sé finzione e realtà - laddove, qualcuno, mentre gli chiede se sia un attore, suggerisce la visione di un film dall’ammiccante titolo Volere è potere: per l’appunto il mezzo in cui Adam scopre Anthony (comparsa segnalata sui titoli di coda), innescando tutta la ricerca del caso che va a costituire poi il corpo centrale del film. Enemy (vale a dire il nemico di se stesso) si è così ben guadagnato il Leone Nero al Noir inFestival del 2013. Un riconoscimento più che meritato

    per questa “pellicola perturbante, di grande tensione, che offre una nuova e originale lettura del tema del doppio.â€

    Links:

    • Denis Villeneuve (Regista)

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    Enemy - trailer ufficiale

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