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    L'ARBITRO: NEL CAMPIONATO DI CALCIO PIU' SGANGHERATO DEL MONDO STEFANO ACCORSI E GEPPI CUCCIARI PER L'OPERA PRIMA DI PAOLO ZUCCA

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto – 7 settembre 2013) - Giornate degli Autori - Pre-Apertura/Proiezione Speciale - Dal 12 SETTEMBRE

    "Il film 'L’Arbitro' è lo sviluppo dell’omonimo cortometraggio, vincitore nel 2009 del David di Donatello e del Premio Speciale della Giuria a Clermont-Ferrand, il più importante festival del cortometraggio in Europa. Una delle strade percorse nella mia ricerca estetica è quella della commistione dei toni e dei generi cinematografici. Il tono prevalente è quello comico e leggero, ma ho scelto di contrappuntarlo con dei momenti dalle tinte più cupe, per esempio in alcune delle tappe del percorso che porterà l’arbitro internazionale Cruciani alla ‘dannazione’ professionale, oppure in un’esile sottotrama legata ai codici ancestrali del mondo pastorale della Sardegna. Allo stesso modo, il registro epico e quello grottesco, i toni ‘alti’ e quelli bassi coesistono e talvolta si alternano in maniera imprevedibile. Da un lato la musica evocativa di Andrea Guerra, la retorica del ralentie e la fotografia elegante e ricercata in bianco e nero, dall'altro i corpi tutt'altro che statuari dei calciatori di infimo livello, il burlesco, il grottesco e una comicità spesso semplice e molto diretta. Ho scelto di usare il bianco e nero anche per ottenere il grado massimo di astrazione dalla realtà e dal tempo, per evitare che il film venga percepito come una rappresentazione oggettiva del mondo del calcio o di un particolare contesto geografico".
    Il regista Paolo Zucca

    (L'arbitro; ITALIA/ARGENTINA 2013; Commedia; 90'; Produz.: Classic/Bd Cine/RAI Cinema con il contributo del MiBAC con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana L'arbitro

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: L'arbitro

    Titolo in lingua originale: L'arbitro

    Anno di produzione: 2013

    Anno di uscita: 2013

    Regia: Paolo Zucca

    Sceneggiatura:

    Soggetto: L’arbitro è solo. L’allenatore è cieco. L’amore no.

    Un arbitro internazionale, un allenatore cieco, una bisbetica indomita, un pastore vendicativo e un improbabile goleador condividono le sorti del campionato di calcio più sgangherato del mondo.

    Cast: Stefano Accorsi (L'arbitro Cruciani)
    Geppi Cucciari (Miranda)
    Jacopo Cullin (Matzutzi)
    Alessio Di Clemente (Brai)
    Marco Messeri (Candido)
    Francesco Pannofino (L'arbitro Mureno)
    Grégoire Oestermann (Jean Michel)
    Benito Urgu (Prospero)
    Franco Fais (Franco)
    Quirico Manunza (Quirico)
    Marco Cadau (Pietro)
    Andrés Gioeni (Guardalinee Cruciani)
    Gustavo De Filpo (Guardalinee Cruciani)

    Scheda film aggiornata al: 30 Settembre 2013

    Sinossi:

    L’Atletico Pabarile, la squadra più scarsa della terza categoria sarda, viene umiliata come ogni anno dal Montecrastu, la squadra guidata da Brai (Alessio di Clemente), arrogante fazendero abituato a vessare i peones dell’Atletico in quanto padrone delle campagne.

    Il ritorno in paese del giovane emigrato Matzutzi (Jacopo Cullin) rivoluziona gli equilibri del campionato e l’Atletico Pabarile comincia a vincere una partita dopo l’altra, grazie alle prodezze del suo novello fuoriclasse.

    Le vicende delle due squadre si alternano con l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), ambizioso arbitro ai massimi livelli internazionali, nonché con la sottotrama di due cugini calciatori del Montecrastu, coinvolti in una faida legata ai codici arcaici della pastorizia.

    Matzutzi riesce a fare breccia nel cuore di Miranda (Geppi Cucciari), la figlia dell'allenatore cieco Prospero (Benito Urgu), mentre l'arbitro europeo Cruciani si lascia coinvolgere in una vicenda di corruzione che lo porterà in un attimo dalle stelle alle stalle: viene infatti colto in flagrante ed esiliato per punizione negli inferi della terza categoria sarda.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Si fa presto a dire calcio. E si fa altrettanto presto a dire commedia. Ma se la commedia, pur assolutamente dominante, incontra una sorta di 'neorealismo sardo' - di cotanta purezza dialettale da richiedere i sottotitoli in italiano - e la pellicola rinuncia al colore affidandosi al bianco e nero morbido e polveroso, quasi senza tempo, mischiando i binari narrativi di battuti scenari del calcio dilettantesco - nella fattispecie la squadra di bassissima lega della terza categoria sarda Atletico Pabarile di contro a quella vincente a colpi di soprusi e vile arroganza del Montecrastu - il volto di una certa pellicola può diventare interessante. E quando l'intreccio si infittisce sulle fila di dinamiche poco ortodosse in ogni senso, con il concorso di un certo genere di 'fazendero' (il Brai di Alessio Di Clemente) padrone delle campagne coltivate da peones oppressi e ricattati, di feroci faide intestine tra parenti e calciatori

    di una medesima squadra, ossequiosi dei tanto truci quanto arcaici, ancestrali codici della pastorizia, già serpeggia il dramma sotteso e sinuoso con cui presto o tardi qualcuno dovrà fare i conti. Fra tutti questi elementi si fa largo sulla via preferenziale che spetta di diritto al primo protagonista ad entrare in campo, un arbitro ambizioso e narcisista come Cruciani, interpretato con simpatica convinzione da Stefano Accorsi, pronto a passare dallo specchio delle sue brame (per rimirarsi e riflettere) al crocifisso (appeso al fischietto) per pregare, alle danze sulle note di canzoni retro che inneggiano alla vita e alla vittoria, alimentate da allettanti promesse (con buona complicità del Candido di nome ma non di fatto, incarnato dal sempre 'giocoso' Marco Messeri) di escalation professionali, all'insegna del 'costi quel che costi'. Un improbabile allenatore cieco (il Prospero di Benito Urgu), la di lui figlia Miranda (bella prosperosa e risoluta nella irresistibile, grottesca

    comicità di Geppi Cucciari) e il giovane Matzutzi (Jacopo Cullin) tornato all'ovile dall'Argentina dove era emigrato anni prima in cerca di fortuna, con un piede sul pallone in grado di fare la differenza, completano questo sgangherato e grottescamente surreale affresco bicromo, venato di un realismo verace volutamente esasperato a tutto vantaggio dell'effervescenza comica: il 'leit motiv' dei rintocchi musicali chiamati ad incarnare l'antagonismo per eccellenza, l'incontro-scontro, le rivalità fino all'ultimo sangue, aumentano la pressione di alcune sequenze rendendole esilaranti, prima che tra le maglie dello humour si facciano largo esemplari episodi di corruzione e manfrine varie (di cui ad esempio si rende protagonista l'arbitro Mureno di Francesco Pannofino) parenti strette del dramma vero che dal basso strizza l'occhio a quanto di fatto succede ai piani alti della Calciopoli più accreditata.

    Ben curato anche sul piano dell'estetica cinematografica, là dove particolari angolature di ripresa o brani di allenamento si trasformano in coreografie

    ritmiche quasi danzate, L'arbitro dell'esordiente regista Paolo Zucca, muove da un suo precedente cortometraggio già premiato con il David di Donatello e il Premio Speciale della Giuria a Clermont-Ferrand. Presentato alla 70. Mostra del Cinema di Venezia ne 'Le Giornate degli Autori', alla presenza di staff e produzione, di fronte ad una gremita e pure entusiasta platea, di imminente uscita al cinema (il 12 Settembre), L'arbitro assicura la sana e spontanea risata, e dunque un divertimento garantito, ad un messaggio tutt'altro che debole, incorniciato da un tocco autoriale che raggiunge il suo climax nella ammiccante sequenza epilogativa.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringraziano Lucky Red, Maria Rosaria Giampaglia e Fabrizio D'Agosta (QuattroZeroQuattro)

    Pressbook:

    PRESSBOOK COMPLETO in ITALIANO de L'ARBITRO

    Links:

    • Stefano Accorsi

    • Geppi Cucciari

    • Francesco Pannofino

    • L'arbitro (DVD)

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    Galleria Video:

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