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    Home Page > Movies & DVD > The Amazing Spider-Man 2: il potere di Electro

    THE AMAZING SPIDER-MAN 2: IL POTERE DI ELECTRO: ANCHE LO SPIDER MAN VESTITO DA ANDREW GARFIELD NON FINISCE MAI DI STUPIRE! REGIA E CALIBRATI EFFETTI SPECIALI POI, SENZA DIMENTICARE LA DIMENSIONE UMANA, LO RENDONO UN CAPITOLO INDUBBIAMENTE INTERESSANTE

    Seconde visioni - Cinema sotto le stelle: 'Summer 2014' - RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com) - Dal 23 APRILE

    "Abbiamo voluto che questo film fosse più allegro, più divertente. Dai fumetti emerge chiaramente la sua leggerezza fatta di battute, comicità, spensieratezza. Questo è un lato della personalità di Spider-Man che la gente apprezza molto e che poi è quel che più mi piace di lui".
    Il regista Marc Webb

    (The Amazing Spider-Man 2; USA 2014; Fantasy d'avventura; 141'; Produz.: Marvel Enterprises; Distribuz.: Warner Bros. Entertainment Italia)

    Locandina italiana The Amazing Spider-Man 2: il potere di Electro

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: The Amazing Spider-Man 2: il potere di Electro

    Titolo in lingua originale: The Amazing Spider-Man 2

    Anno di produzione: 2014

    Anno di uscita: 2014

    Regia: Marc Webb

    Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinkner

    Soggetto: Storia di James Vanderbilt; personaggi di Steve Ditko e Stan Lee.

    Cast: Andrew Garfield (Peter Parker/Spider-Man)
    Emma Stone (Gwen Stacy)
    Jamie Foxx (Max Dillon/Electro)
    Sally Field (Zia May Parker)
    Dane DeHaan (Harry Osborn/Green Goblin)
    Martin Sheen (Zio Ben Parker)
    Paul Giamatti (Aleksei Sytsevich/The Rhino)
    Denis Leary (Capitano George Stacy)
    Chris Zylka (Flash Thompson)
    Marton Csokas (Dr. Kafka)
    Stan Lee (Ospite)
    Chris Cooper (Norman Osborn)
    Felicity Jones (Felicia)
    Sarah Gadon (Oscorp AI)
    Colm Feore (Donald Menken)
    Cast completo

    Musica: Pharrell Williams e Hans Zimmer

    Costumi: Deborah Lynn Scott

    Scenografia: Mark Friedberg

    Fotografia: Daniel Mindel

    Montaggio: Elliot Graham e Pietro Scalia

    Effetti Speciali: John Frazier (supervisore effetti speciali); Jerome Chen (supervisore effetti visivi)

    Makeup: Ve Neill (per Andrew Garfield ed Emma Stone)

    Casting: Kathleen Chopin

    Scheda film aggiornata al: 07 Agosto 2014

    Sinossi:

    IN BREVE:

    In The Amazing Spider-Man 2, la vita di Peter Parker (Andrew Garfield) è molto intensa – tra lo sconfiggere cattivi nei panni di Spider-Man e passare del tempo con la persona che ama, Gwen (Emma Stone), il tempo passa e la data dell'esame per il diploma di liceo si avvicina. Peter non ha dimenticato la promessa che ha fatto al padre di Gwen di starle lontano, ma non riesce a mantenerla. Le cose cambieranno quando all'orizzonte compare il nuovo villain Electro (Jamie Foxx) con il vecchio Harry Osborn (Dane DeHaan), mentre Peter scopre nuovi indizi sul suo passato.

    Commento critico (a cura di ANTONIO CINTI)

    "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità", è sempre stata la frase che ha accompagnato Peter Parker in tutte le sue avventure, sia come uomo che come super eroe, fin dalla morte di suo zio Ben, ma è anche il motto di chi decide di prendersi sulle spalle una produzione come questa. Nel passato, Spider Man ha avuto più trasposizioni cinematografiche, da quella degli anni '80 fino ai giorni nostri, ma quella che ci si appresta a vedere oggi è qualcosa di davvero ottimo. Marc Webb non solo si è dimostrato più che all'altezza come regista, ma ha dimostrato di essere un vero fan del nostro ragnetto di quartiere, e anche di sentire dentro tutte le emozioni che un personaggio simile può provare, mettendole su pellicola e portandola a noi.

    Giusto per dire qualcosa su questo regista: ha esordito nei lungometraggi con (500) Giorni insieme, prima della serie dell'“arrampicamuriâ€; precedentemente, Webb

    ha lavorato nel campo musicale, girando video per artisti del calibro dei My Chemical Romace e dei Green Day (prodotti come 21 Guns), quindi veri cortometraggi di qualità, vincendo più MTV Video Music Awards e venendo premiato come migliore regista dell'anno.

    Tornando al film, The Amazing Spider Man era già di per sé un'evoluzione non indifferente del personaggio, ma anche un salto di qualità nella produzione cinematografica che lo riguarda, e questo è addirittura uno di quei rari casi in cui il seguito è migliore del precedente. Non vi annoierò a dirvi cose che già sapete: penso che tutti conoscano l'uomo ragno, i suoi poteri, da cosa derivano e tutta la storia che sta dietro la sua vita. Posso solo dire che, in questo film, i fatti seguono cronologicamente molto da vicino quelli proposti su carta, le vicende che tanti apprezzano da anni, e i fan più appassionati non potranno che

    esserne contenti, perché anche gli eventi che per motivi di “paradosso cinematografico†sono stati modificati e avvicinati, non lasciano certo disgustato il lettore abituale. Anche l'aver portato un soggetto come Peter nel 2014 non ha privato il personaggio di carisma ed Andrew Garfield (Parnassus – L'uomo che voleva ingannare il diavolo, The Social Network) è riuscito ad imprimere a Parker tutta la personalità che siamo stati abituati a incontrare fra le pagine del fumetto. L'attore, vincitore di un BAFTA (importante premio cinematografico), inizia la sua carriera in teatro, appena diplomato e questo è sicuramente uno dei motivi principali che gli hanno permesso di immedesimarsi totalmente nella parte. Garfield, oltre a studiare il suo ruolo, si è anche preparato fisicamente, attraverso una dieta a cui ogni tanto dava un piccolo ritocco con una fetta di dolce non autorizzato e facendo esercizi che gli permettessero di eseguire alcune delle acrobazie a cui

    Spider Man ci ha abituato: questo perché il regista, per far sì che ogni cosa raggiungesse la perfezione desiderata, ha fatto in modo che la grafica computerizzata venisse utilizzata il meno possibile. Ad esempio, la scena con l'aereo, un G-5, in cui si vedono i genitori di Peter, è stata girata montando l'intero aereo su di un grande meccanismo simile a un girarrosto, che permetteva non solo di filmare le acrobazie del mezzo, ma di registrare anche le scene all'interno, con gli attori che ruzzolavano per tutto l'abitacolo. Lo stesso per la camera di Peter, mentre questo cerca di cambiarsi il costume in fretta, saltando sulle pareti. In realtà, Andrew rotola o balza di suo, cercando di sfilarsi il costume, rendendo la scena incredibilmente reale, per non parlare della scena dell'inseguimento, in cui tutta New York è stata partecipe, come per tutte le scene col pubblico.

    Ovviamente tutto il film non

    si basa solo su questo: le scene in cui il rapporto fra Peter/Spider Man e Gwen si incrina trasforma un film d'azione in una commedia con risvolti sentimentali in cui tutti possono confrontarsi. Le difficoltà di ogni uomo, dovute non solo al proprio ruolo nella società, ma anche a quello che sono le promesse fatte a persone importanti, portano molte volte a non capire più cosa è giusto o sbagliato, anche calpestando se stessi e qui, ogni parte fragile dei personaggi, le loro differenze, vengono a galla, mettendo continuamente a rischio il loro sentimento d'amore.

    Altro punto molto forte di questa pellicola è la quantità di nemici che si è fatto l'uomo ragno: un groviglio di avversari che si dipana lungo la pellicola, dando l'idea che questa non debba mai terminare. Electro, impersonato magistralmente da Jamie Foxx (Django Unchained, Sotto Assedio – White House Down) ha dovuto sottostare ad un trucco

    estenuante per settimane, indossando 21 pezzi di silicone, i quali venivano incollati al suo corpo e alla sua controfigura, per ottenere un ottimo effetto della pelle lucente di questo antagonista, uno dei più temibili per Spider Man. In realtà, il personaggio Max Dillon è stato quasi costretto a diventare malvagio, schiavo di un mondo che non ha mai saputo apprezzare il suo genio, ma che ha invece approfittato di lui, obbligandolo a reagire come un nemico, mentre il suo unico desiderio era essere considerato come un essere umano, sentirsi apprezzato per i frutti del suo lavoro, sapere solo che qualcuno ricordava il suo nome e aveva bisogno di lui.

    Tornando un momento al costume di questo personaggio, quello che Webb voleva era che la KNB e la Sony creassero un costume che non limitasse l'interpretazione dell'attore, ma lo lasciasse libero di muoversi, comprese le espressioni facciali, perché anche solo lo sguardo

    luminescente del nemico, contratto in un'espressione di dispiacere, potesse essere notata da chi lo guardava, capendone l'umanità che ne scaturiva. Ciò che il regista desiderava è che Electro brillasse, in ogni senso, dalla pelle alla personalità.

    Altro nemico che viene alla luce inserendosi nel contesto fin dal principio, ma passando in secondo piano fino al momento di comparire, è Rhino, “supercattivone†che da sempre imperversa nell'universo Marvel, dando del filo da torcere al nostro eroe, eppure colui che più spaventa per via del suo filo di pazzia (degno di suo padre per chi da sempre legge i fumetti) è Goblin, alias Harry Osborn. Al solo vederlo, nella mia mente è comparsa la frase a cui ho pensato guardando il grande Heath Ledger, nei panni del Joker in Il cavaliere Oscuro: è pazzo davvero. Dane DeHaan (Giovani Ribelli, Come un tuono) riesce a mostrare allo spettatore tutto il decadimento a cui

    un uomo può andare incontro quando capisce che deve morire e che l'unica cosa che può salvarlo non è alla sua portata. Se non fosse perché si intuisce che il suo destino è un altro, si proverebbe dispiacere e disprezzo per quest'uomo vittima del denaro e della sua parte peggiore.

    Chiedo scusa se mi sono dilungato troppo, ma in questo film da 140 minuti c'è molto più che la trasposizione di un fumetto, cioè tutto il desiderio di un cast di grandi personaggi, fra attori, regista, produttori e compagnia bella, di creare qualcosa che mai possa essere replicato.
    Gli sceneggiatori e produttori, Alex Kurtzman & Roberto Orci (Star Trek - Into Darkness, Transformers - La vendetta del caduto) e Jeff Pinkner (Alias – Fringe) sono riusciti a scrivere un copione degno di nota, tanto da essere ingaggiati per i prossimi due seguiti di questa serie, senza contare altri due spin-off legati ad

    altri personaggi dell'universo Marvel: Venom e I Sinistri Sei, proprio com'è accaduto con gli X-Men, quando si è deciso di dedicare un capitolo a Wolverine.
    Potrei svelarvi qualcosa di più, a cominciare dal dirvi chi sono questi sei cattivi, ma gli appassionati sanno già di chi sto parlando; per gli altri, guardate la pellicola e cogliete gli indizi più che evidenti che si mostrano palesemente come caramelle per un bambino, lo scoprirete da soli.

    Giusto per dire qualcosa di più su questo gruppo di tre sceneggiatori, stanno lavorando su un film riguardante la serie di successo di Stephen King, La torre nera, per la regia del grande Ron Howard (A Beatiful Mind, Apollo 13).
    Ci aspettiamo grandi cose per il futuro, che possa semplicemente essere la serie dell'arrampicamuri, oppure a quel che potrebbe nascere se dovesse essere tutto collegato all'arrivo di Tanos e al prossimo film in uscita, legandosi al più famoso supergruppo

    della Marvel: i Vendicatori.
    Se doveste andare a vedere questa pellicola, un solo consiglio: aspettate la fine dei titoli di coda, potreste avere delle sorprese.

    Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)

    REDUNDANCY REMAINS A PROBLEM, BUT THIS OVERLONG SUPERHERO SEQUEL GETS BY ON SOUND, FURY AND STAR CHEMISTRY.

    Necessity is the mother of invention, which is why Marc Webb’s 2012 superhero do-over “The Amazing Spider-Man,†for all its polished proficiency and kicky star casting, felt so perfunctory: Rebooting the blockbuster Marvel franchise just five years after Sam Raimi’s “Spider-Man 3,†it couldn’t claim to be a film anyone needed. The swiftly delivered “The Amazing Spider-Man 2†finds no solution to that redundancy, but it acrobatically spins enough sound and fury to distract from the issue, while the tinderbox chemistry between leads Andrew Garfield and Emma Stone delights once more. Continuing Peter Parker’s investigation of his shady family history while serving up a brace of villains — one more familiar than the other — for him to contend with, this bloated but enjoyable outing will pull in enough crowds to justify Sony’s

    reluctance to relinquish this heavily built-up creative property.

    Perhaps one reason the studio preferred to return to the source, rather than issue a third sequel to Raimi’s series, is that Parker’s origin story is emotionally compelling in a way that can’t quite be repeated or sustained. The transformation of a shy, awkward teenager into an all-but-indomitable supernatural being, and the boyish joy and grave sense of purpose he finds in his newly acquired powers, form a richer, cleaner story arc than even the most narratively dense follow-up can provide. Raimi’s marvelous, benchmark-setting “Spider-Man 2†(2004) got around that by complicating the core romance and introducing a genuinely charismatic foe in Alfred Molina’s Doctor Octopus.

    Scripted by a team of four — including returning scribe James Vanderbilt on story duty, but not franchise mainstay Alvin Sargent — “The Amazing Spider-Man 2†is less successful, despite a critical third-act development that upsets the reborn

    franchise’s apparent status quo. Though played again with wiry charm and a streak of goofy humor by Garfield, Parker enters and exits the film a hip, relentlessly resourceful crime-fighter — his gangly diffidence has been replaced by slick, in-action patter, and even his trendily quiffed hair stands a little taller — with little development in between.

    His relationship with brainy, Oxford-bound g.f. Gwen Stacy (Stone), meanwhile, is here an on-again-off-again thing, burdened by the promise he made to her late father (Denis Leary) to leave her alone for safety’s sake — a concern that teasingly telegraphs a damsel-in-distress finale nearly from the get-go. His ongoing inquiry into his parents’ enigmatic death (the circumstances of which are depicted in a high-octane, mid-air prologue) uncovers little that attentive viewers wouldn’t have deduced from the first film, particularly given that the evil dealings of scientifically restless mega-corporation Oscorp are by now comfortably established.

    With Gwen

    and Parker’s Aunt May (the ever-redoubtable Sally Field) both resiliently enduring psychological wounds from recent family deaths, carrying on regardless appears to be one of the story’s underlying emotional themes, as well as its commercial rationale. The film’s New York City, furthermore, appears bruised but not broken in the face of an uptick in criminal activity, triggered by the events of the previous pic, and increasingly reliant on the yet-to-be-unmasked Spider-Man to supplement the police force’s lawkeeping. This emphasis on the necessity of heroism in contemporary society is strongly reminiscent of the reactionary post-9/11 subtext of Christopher Nolan’s Batman films; indeed, this is a more Nolan-esque effort all around than its lighter, fleeter predecessor, down to the booming, house-infused score by Hans Zimmer (replacing the more traditional orchestral work of James Horner).

    The most immediate threat to the Big Apple’s well-being arrives in the unlikely form of Max Dillon (Jamie Foxx),

    a nebbishy, Spidey-worshipping Oscorp employee who, following a lab accident involving a loose fuse and a gigantic tank of electric eels — just another day at the office at this particular company, in other words — mutates into the iridescent, spark-wielding monster Electro. He’s an elaborately conceived antagonist, though the naturally dynamic Foxx never seems comfortable with the workplace-wallflower characterization. After a high-voltage Times Square faceoff against our hero that represents the effects team’s flashiest coup, it emerges that he’s little more than a warm-up act for the more serpentine villainy of Dane DeHaan as Oscorp heir (and Parker’s childhood pal) Harry Osborn.

    Reintroducing the Osborn character (played by James Franco in Raimi’s films) may seem another insecure move on the part of writers already short on fresh ideas, but it’s a tidily scripted return, and one that DeHaan’s louche, faintly lascivious performance makes worthwhile. His facial and vocal mannerisms more

    evocative than ever of the younger Leonardo DiCaprio, the actor plays Osborn with much the same beautiful-but-damned slyness he brought to Lucien Carr in “Kill Your Darlingsâ€; the promise of his continued presence is the chief reason to anticipate the already-scheduled “Amazing Spider-Man 3.â€

    The clutter of opposition in the script puts the Parker-Stacy romance on the backburner for much of the middle section, which is where editor Pietro Scalia — in unusually choppy form, particularly in the fight sequences — could have pruned this 141-minute film most liberally. Garfield and Stone continue to make a winning, plausibly playful screen couple, though the latter’s role is disappointingly curtailed until a finale that encouragingly places her in the thick of the action, only to penalize the character for her feminine pluck. Women, as ever, come up short in Hollywood’s version of the Marvel universe: The gifted Felicity Jones is handed little more

    than a bit part as Osborn’s slinky assistant.

    Electro may prove a secondary villain, though he’s the character who most appears to have informed the film’s aesthetic. Taking over from John Schwartzman, d.p. Daniel Mindel introduces a more radioactively luminous palette to proceedings — one of several ways in which Webb has dropped many of the real-world affectations of the first film (gone is Parker’s skateboard, though he still has a “Dogtown and Z-Boys†poster on his wall) in favor of a more high-key comicbook story world. Effects work is brasher and more crunchily metallic than in “The Amazing Spider-Man,†though the use of 3D remains pleasingly restrained.

    Zimmer’s aforementioned score has been produced in collaboration with a bespoke collective, the Magnificent Six, that includes ubiquitous hitmaker Pharrell Williams; electronic flourishes abound, though the film remains sonically unsurprising. Tellingly, when Webb decides to introduce a little acoustic earnestness to the soundtrack, it’s

    with a guitar ballad from “American Idol†champ Phillip Phillips; it may name Oscorp the enemy, but this franchise remains corporate to the core.

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    The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro - featurette 'Peter Parker' (versione originale sottotitolata)

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