CHEF: INDISCUSSO PROTAGONISTA, CON SENTIMENTO E IRONIA, JEAN RENO NELL'INSOLITO RUOLO DI UN AFFERMATO CHEF DELLA CUCINA FRANCESE, ORA A CORTO DI IDEE E PER DI PIU' MINACCIATO DAL GRUPPO FINANZIARIO PROPRIETARIO DEL 'SUO' RISTORANTE
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 22 GIUGNO
"È la prima volta che scrivo un film su un mondo di cui ignoro tutto, perciò mi sono documentato moltissimo. Ho incontrato dei grandi chef come Alain Passard, Alain Ducasse e Pierre Gagnaire. Sono andato nelle loro cucine, ho parlato con loro. Quando si entra per la prima volta in una cucina stellata si ha l’impressione di penetrare nelle gioiellerie di place Vendôme. Vederli curare ogni minimo dettaglio con una cura e una precisione incredibili è affascinante. I cuochi sono delle persone impressionanti. La loro passione li colloca in un altro mondo. Con ogni piatto, ogni giorno, rimettono in gioco la loro reputazione e il loro rango. Devono costantemente cercare la perfezione e lottare contro la routine. Quando arrivavo da loro, avevo quasi l’impressione di arrivare da un maestro della pittura del XVIII° secolo. Gli apprendisti che li circondano compongono i piatti come se creassero una tela. Possiedono un lato demiurgo e possono arrivare a parlare di un legume come si parla di un Rembrandt... Partendo da ciò che conoscevo come dilettante e da quelle visite ho tratto una materia, delle scene, delle situazioni a cui, assieme a Olivier Dazat, il mio co-sceneggiatore, abbiamo dato una struttura. Avevo voglia di utilizzare un approccio ludico al cibo, di vedere quel grande chef mangiare dei dadini o degli spaghetti blu. Ci tenevo a certi dettagli, a inserire elementi emblematici o rivelatori di un ambiente e di un mestiere affascinanti che, successivamente, abbiamo incorporato in questo incontro tra un maestro della gastronomia e un fan, che conosce ogni cosa del lavoro del suo idolo... La mia ambizione era fare un film che facesse venire fame – sia di cibo che di rapporti umani – e che facesse anche venire voglia di cucinare. Sin dall’inizio, avevo voglia di fare un film popolare, vivo e fresco. Caratterizzato da una forma classica e nobile ma in cui il mio gusto naturale venisse contrastato da una serie di piccoli dettagli sorprendenti. Questa sembra proprio la ricetta di un piatto ideato dal personaggio di Jean Reno e creato da quello di Michaël Youn!".
Il regista e co-sceneggiatore Daniel Cohen
Jacky Bonnot (Michaël Youn), 32 anni, amante della buona cucina, ha molto talento, sogna di avere successo e gestire un importante ristorante. La sua situazione finanziaria però lo costringe ad accettare dei piccoli lavori che, proprio per la sua passione, non riesce mai a mantenere. Questo fino al giorno in cui incontra lo chef pluripremiato Alexandre Lagarde (Jean Reno). Il grande cuoco è alla disperata ricerca di nuove idee per salvare le sue tre forchette d’oro e soprattutto la gestione del ristorante, ora in mano a un gruppo finanziario avido di nuovi profitti.
I due all’inizio faranno fuoco e fiamme - l’incontro col giovane cuoco in erba diventa l’occasione di un vivace e divertente confronto - ma si coalizzeranno ben presto in difesa della migliore tradizione culinaria così che entrambi avranno modo di riscattarsi... non solo dietro ai fornelli!
SHORT SYNOPSIS:
A veteran chef faces off against his restaurant group's new CEO, who wants to the establishment to lose a star from its rating in order to bring in a younger chef who specializes in molecular gastronomy.
Commento critico (a cura di FRANCESCA CARUSO)
Chef, diretto e sceneggiato da Daniel Cohen, parla dell’universo gastronomico di alto livello. Sul grande schermo sono in pochi e di rado a cimentarsi con l’arte culinaria, eppure la gente va matta per i programmi televisivi in cui si consigliano e si preparano ricette in diretta. La televisione italiana, per esempio, ne è piena (TG compresi). Cohen ha una passione per quest’arte e quando è nato il progetto, in Francia ancora non c’era tutto questo interesse.
Chef racconta la storia di un incontro: quello tra Jacky Bonnot e Alexandre Lagarde. Jacky è un cuoco di talento che non riesce a tenersi un posto di lavoro. Dopo l’ennesimo licenziamento accetta di fare l’imbianchino per avere un contratto sicuro. Dall’altra parte il rinomato chef Alexandre Lagarde ha dei seri problemi col proprietario del ristorante, che porta il suo nome. Se perderà una stella dovrà andarsene e lasciare la sua amata cucina.
La gastronomia di
alto livello era sconosciuta a Daniel Cohen e per realizzare Chef ha incontrato diversi cuochi francesi, i quali gli hanno mostrato le loro cucine e il loro modo di lavorare. Osservandoli ha compreso quanto questo lavoro si fondi su una passione immensa, sia in continua evoluzione e ricerchi la perfezione, evitando la routine come la peste: Jacky è alla spasmodica ricerca del sapore perfetto e della presentazione più bella e Alexandre cerca di rifuggire la routine nella quale sembra essere caduto. Quella che si viene a creare è una bella sinergia tra un maestro della gastronomia e un fan, che conosce ogni suo piatto, persino la prima occasione in cui l’ha presentato. È un film che poggia le sue basi su una comicità dalla sembianza estemporanea e mette di buon umore. È pervaso da una ventata di buoni sentimenti come: la solidarietà , l’amore, l’amicizia, ma anche il buon senso e,
il suo opposto, l’azzardo. In effetti Jacky fa un azzardo lasciando un posto sicuro come imbianchino per uno stage presso il ristorante di Lagarde, ma lo fa per inseguire il sogno di sempre.
Daniel Cohen riesce a delineare con misura la passione che i personaggi nutrono per la cucina e la loro umanità , mostrandoli in tutta la loro sincerità . Jacky e Alexandre rimangono sempre se stessi e fedeli ai loro principi. È il loro modo di essere che cattura lo spettatore e la loro interazione lo conquista definitivamente. Jean Reno (con qualche chilo in più) e Michaël Youn esprimono con naturalezza l’intesa tra i due protagonisti.
zero.
Per quanto riguarda le comparse, che impersonano gli aiutanti cuochi, sono stati presi dei veri professionisti. “É stato più facile avere dei cuochi a cui dare consigli di recitazione, che degli attori a cui insegnare i gesti dei cuochi†– ha spiegato il regista.
Un altro aspetto determinante è la musica, composta dal premio Oscar Nicola Piovani, il quale ha saputo convogliare il tono leggero a cui Daniel Cohen aspirava.
L’intento ultimo di Cohen è stato quello di fare un film che “facesse venire fame – sia di cibo che di rapporti umaniâ€.
Chef è un film dai buoni sentimenti, in cui i sogni si avverano oltre misura e se anche non dovesse spingere a sentire voglia di mangiare - come è accaduto a molti guardando Chocolat (2000) di Lasse Hallström - fa divertire e nascere la curiosità per l’alta cucina.