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    Home Page > Movies & DVD > Viaggio in Paradiso

    VIAGGIO IN PARADISO: MEL GIBSON NUOVO 'GRINGO' ALLE PRESE CON LA POLIZIA MESSICANA, UNA PRIGIONE INFERNALE E... UN BAMBINO DI DIECI ANNI. L'ALTRA FACCIA DEL 'FUORI CONTROLLO'

    RECENSIONE - Dal 1° GIUGNO

    (How I spent my summer vacation (anche 'Get the Gringo'); USA 2011; Action Thriller; 95'; Produz.: Airborne Productions/Icon Productions; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Viaggio in Paradiso

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    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Viaggio in Paradiso

    Titolo in lingua originale: How I spent my summer vacation (anche 'Get the Gringo')

    Anno di produzione: 2011

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Adrian Grunberg

    Sceneggiatura: Mel Gibson, Adrian Grunberg e Stacy Perskie

    Cast: Mel Gibson (Driver)
    Daniel Gimenez Cacho ('Javi')
    Jesús Ochoa ('Caracas')
    Dolores Heredia (madre del bambino)
    Kevin Hernandez (Bambino)
    Fernando Becerril (Direttore del Penitenziario)
    Jose Montini (Dottore di El Pueblito)
    Peter Gerety (Signore dell’Ambasciata)
    Patrick Bauchau (chirurgo)
    Mayra Serbulo (infermiera)
    Gerardo Taracena ('Romero')
    Mario Zaragoza ('Vazquez')
    Tenoch Huerta Mejia ('Carlos')
    Peter Stormare (Frank )
    Dean Norris (Bill)
    Cast completo

    Musica: Antonio Pinto

    Costumi: Anna Terrazas

    Scenografia: Bernardo Trujillio

    Fotografia: Benoît Debie

    Montaggio: Steven Rosenblum

    Casting: Alejandro Reza e Vickie Thomas

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    È stata una brutta giornata per Driver e la situazione non sembra migliorare. Ha appena fatto un grande colpo da milioni di dollari che gli avrebbero permesso di passare una bella vacanza estiva. Apparentemente una buona idea che lo porta fin giù… al sud.
    Mentre la polizia di frontiera lo sta inseguendo a tutta velocità, con un corpo sanguinante sul sedile posteriore, Driver capovolge la sua auto varcando il muro di confine, precipita violentemente e atterra… in Messico. Fermato dalle autorità messicane, viene portato in una prigione infernale, ed entra così nello strano e pericoloso mondo di "El Pueblito". Di certo, non un luogo facile per un outsider come Driver, che riuscirà a sopravvivere grazie all'aiuto di qualcuno che sa il fatto suo - un ragazzo di 10 anni.

    SHORT SYNOPSIS:

    A career criminal (Gibson) nabbed by Mexican authorities is placed in a tough prison where he learns to survive with the help of a 9-year-old boy.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    IL TANDEM GIBSON-GRUNBERG ('APOCALYPTO', 'FUORI CONTROLLO') GIOCA UN IRRIVERENTE MA BEN OLEATO ASSO NELLA MANICA CON UNA 'DARK COMEDY' SUI GENERIS, INZUPPATA IN UNA SALSA VAGAMENTE 'PULP' SHAKERATA CON UN DIVERTITO ED EQUILIBRATO WESTERN MARIACHI. COSI' IL GRINGO MEL RITROVA SE STESSO IN UN MESSICO 'BOLLYWOODIANO'

    Dal profondo Messico con ardore, azione e una buona dose di ironia. Ecco la coraggiosa missiva inviata da Mel Gibson ad un pubblico che negli ultimi tempi si è sentito sempre più imbarazzato nei suoi confronti, a causa di certe sue, clamorose, per così dire, 'esternazioni', sia verbali che per vie di fatto. Ora il suo nuovo personaggio Driver sembra meno 'fuori controllo' di quanto talvolta, suo malgrado, riesca a fare lui stesso nella sua vita privata, gettando di riflesso - inevitabilmente quanto impropriamente - ombre su un'arte che invece dimostra di padroneggiare come solo un'elitaria compagine attoriale hollywoodiana è ancora in grado di fare.

    Forza Mel, ce la puoi fare! La voce fuori campo del suo personaggio che ci racconta, del resto, promette bene: "... e vaffanculo ai perdenti!."

    Invece che 'fuori controllo', il Driver gibsoniano si direbbe qui dunque solo piuttosto 'spaesato' e alquanto arrendevole, suo malgrado, a fare buon viso a cattiva sorte - veramente cattiva! - prima di trovare corde e coordinate giuste a sopravvivere in uno dei luoghi più impensabili in cui avrebbe mai pensato di vivere la sua 'vacanza estiva'. Di qui l'ironico titolo originale, How I Spent my Summer vacation, per quella che, semplificando molto, si esprime nei termini di una 'dark comedy' colorata ed effervescente quanto una pellicola in stile Bollywood, con musiche e canzoni locali qui trasferite in pieno Messico. E sono proprio queste le note che vanno a scandire la ritmica di un pentagramma 'mariachi' apparentemente di grossolana composizione che invece finisce per tradire, e

    fin dalle iniziali mosse di una spettacolare e in un certo senso romanticheggiante fuga, una certa generale raffinatezza che deve al primo protagonista, qui anche co-sceneggiatore e produttore, gran parte dei meriti: Adrian Grunberg, già al fianco di Mel Gibson in veste di primo aiuto regia per Apocalypto e come seconda unità per Fuori Controllo, con How I Spent my Summer vacation, celebra difatti l'esordio con un'opera prima.

    Così nel gibsoniano Viaggio in Paradiso (la libera traduzione italiana mantiene la vena ironica dell'originale) si assiste, di fatto, non senza un divertito compiacimento rinforzato da una sceneggiatura accuratamente 'gergale', ad una complessa rivisitazione di più generi shakerati tra loro in uno dei cocktail più gustosi che si siano mai assaporati: una buona dose di western, tanto per gradire, quel che giustifica l'eroico e stropicciato 'gringo' Driver/Gibson - l'unico che non riesca a nascondere il coté statunitense di contro a quello della

    fitta popolazione nativa di una piccola quanto infernale città carceraria, "El Pueblito", altrimenti detto "la universidad del crimen": tratto rimarcato nel discorso di benvenuto: "Piccola città, grande inferno, benvenuti a El Pueblito". L'antesignano John Carpenter aveva già immaginato molti anni prima la sua 'infernale città di detenzione' (Fuga da New York e Fuga da Los Angeles), dal volto ben diverso ma dall'anima affine, nel senso di un qualcosa che va al di là delle sbarre di una singola cella e che dal tranello dell'apparente libertà di una 'vera e propria società' comunque 'carcerata' mira ad essere prigione ben peggiore di quella inflitta con il singolo isolamento. Quel che in Viaggio in Paradiso si materializza davanti ai nostri occhi non è in effetti che un superlativo incubo di violenza, corruzione e sovraffollamento.

    Ma in questa fatiscente Babele - a suo modo assimilabile ad un nuovo infernale girone dantesco della contemporaneità, in cui

    le indegne sopraffazioni sul più debole, tra torture, ricatti, estorsioni, carneficine a cielo aperto o negli oscuri vicoli in cui troneggiano le lordure umane più sfacciate come la donazione di organi forzata - sa farsi largo un monello di dieci anni che la dura vita in un simile contesto gli ha imposto una crescita accelerata. Un alleato impagabile per il nostro Driver, sul piano di un'osservazione capillare, lungimirante e rapace, nonché una nota di colore di tutto rilievo (rinforzata di poco dalla madre e dagli altri 'gringo' messicani) nel segno di una recitazione a tratti comicamente teatrale, in linea con l'espressività privilegiata nelle popolari telenovela di matrice Latino-americana.

    Eppure, in questo melmoso 'fiume in piena', sulle cui sponde si sosta magari per brindare al rancore, capita persino di pescare un pesce d'aprile fuori stagione: si tratta di una delle sequenze più esilaranti - da non perdere - di questo già

    orecchiato eppure paradossalmente originale - sembra una contraddizione in termini ma non lo è - Viaggio in Paradiso, là dove si fa largo la 'furba' trovata di tirare in causa Clint Eastwood. Un rinvigorente apporto all'ironia della commedia che trasuda da ogni poro di questa sgangherata e sudaticcia pellicola, che se la ride dal sicuro rifugio della sua anima bizzarra e possibilista, tipica dei cartoon: l'anima sfacciatamente irridente che all'occorrenza, rifugia una 'mazzetta' di bei bigliettoni guarda caso proprio in un relitto di libretto di fumetti a colori. Così la salsa vagamente 'pulp' (ma Tarantino e Rodriguez ci vanno giù pesante e non tutti i palati gradiscono a cominciare dal mio), addensata da rarefatti ma intensi colpi di 'ralenti', 'splatter' e fermo immagine, fa comunella con il fumetto, mantenendo prioritario il flirt con uno pseudo-western in chiave 'mariachi', là dove la fotografia patinata e ingiallita - talora seppiata in un

    monocromo parente stretto del bianco e nero - come le cover di vecchie riviste per collezionisti, conferisce alla gibsoniana pellicola di Grunberg una spiccata personalità assolutamente 'vintage' e irresistibilmente attraente.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di VIAGGIO IN PARADISO

    Links:

    • Mel Gibson

    • Peter Stormare

    • Dean Norris

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    Galleria Video:

    Viaggio in paradiso - trailer

    Viaggio in paradiso - trailer (versione originale) - How I Spent My Summer Vacation

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