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    HUNGER GAMES: TRA LE ROVINE DI QUELLO CHE UN TEMPO FU IL NORD AMERICA, NELLA NAZIONE DI PANEM, SPUNTA UNA NUOVA 'EROINA': KATNISS EVERDEEN (JENNIFER LAWRENCE), IN QUALCHE MODO MEMORE DEL MITO GRECO DI TESEO

    RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by JUSTIN CHANG (www.variety.com) - Dal 1° MAGGIO

    "Sebbene ambientato nel futuro, 'The Hunger Games' esplora i gravi problemi causati dalla guerra moderna come ad esempio chi combatte le
    nostre guerre, come sono organizzate e le sempre crescenti opportunità di osservarle da spettatori
    .
    La scrittrice Suzanne Collins

    "Nella mia testa era tutto chiaro dall’inizio. Ho visto che succedeva qualcosa di veramente bello nella storia. Si tratta, ovviamente di un racconto visceralmente emozionante con uno spettacolo orribile del futuro. Ma credo che quello che spinge la gente a passarsi il libro di mano in mano, sia il fatto che in fondo ci sia una ragazza, Katniss Everdeen, che scopre il suo lato umano. Inizia come una persona che vuole combattere per se stessa, per la sua personale sopravvivenza – ma scopre anche, nel corso dei giochi, che esiste qualcosa di più importante che il mero fatto di rimanere in vita. Il suo cuore si apre e diventa una persona disposta al sacrificio per qualcosa di più grande. La cosa essenziale è che ci si sente nei panni di Katniss. In 'Seabiscuit', ho voluto visceralmente mettere il pubblico sulla pista di gara. In 'The Hunger Games', il pubblico deve entrare nella mente di Katniss. Sai cosa lei vuole. Niente altro. Condividi la sua esperienza al 100%. A questo proposito il film ha richiesto uno stile molto soggettivo. Doveva essere pressante, immediato e strettamente legato a Katniss in ogni momento... La storia di Panem deve essere intesa con un’allusione ad una varietà di concause – riscaldamento globale, scarsezza di risorse, guerre
    interminabili, l’insieme di tutte queste cose – hanno estirpato quella che una volta era la cultura americana, culminando in uno stato di oppressione totale. Quando i Distretti si sono ribellati, il Campidoglio ha istituito gli Hunger Games come strumento di controllo, per tenere il popolo in riga... I Giochi sono come uno spettacolo Romano, ma somigliano anche molto ai reality che vediamo oggi in TV. La gente rimane inchiodata nell’assistere ai Giochi perché tutti noi abbiamo il bisogno di vedere qualcuno farcela. Quando il Presidente Snow dice ‘La speranza è l’unica cosa più forte della paura’ è perché sa che è la speranza a coinvolgere le persone nella gara. Questa è una delle tante cose geniali del libro di Suzanne – lei ci mostra
    che il modo migliore per controllare il popolo non è soggiogarlo ma farlo partecipare. Questo è il modo con cui il Campidoglio controlla i Distretti
    ".
    Il regista Gary Ross

    (The Hunger Games; USA 2012; Thriller Sci-Fi drammatico d'azione; 142'; Produz.: Lionsgate/Color Force/Larger Than Life Productions/Ludas Productions; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana Hunger Games

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    Titolo in italiano: Hunger Games

    Titolo in lingua originale: The Hunger Games

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Gary Ross

    Sceneggiatura: Gary Ross, Suzanne Collins e Billy Ray

    Soggetto: Dal romanzo di Suzanne Collins. Il romanzo è rimasto per oltre 100 settimane consecutive nella classifica bestseller del "New York Times". I diritti di traduzione del libro, pubblicato da Scholastic, sono stati venduti in 41 paesi.

    Cast: Jennifer Lawrence (Katniss Everdeen)
    Josh Hutcherson (Peeta Mellark)
    Liam Hemsworth (Gale Hawthorne)
    Woody Harrelson (Haymitch Abernathy)
    Elizabeth Banks (Effie Trinket)
    Lenny Kravitz (Cinna)
    Stanley Tucci (Caesar Flickerman)
    Donald Sutherland (Presidente Snow)
    Wes Bentley (Seneca Crane)
    Toby Jones (Claudius Templesmith)
    Alexander Ludwig (Cato)
    Isabelle Fuhrman (Clove)
    Jack Quaid (Marvel)
    Leven Rambin (Glimmer)
    Amandla Stenberg (Rue)
    Cast completo

    Musica: James Newton Howard

    Costumi: Judianna Makovsky

    Scenografia: Philip Messina

    Fotografia: Tom Stern

    Montaggio: Stephen Mirrione e Juliette Welfling

    Effetti Speciali: Vince Acree (effetti speciali) e Sheena Duggal (supervisore effetti visivi)

    Makeup: Elena Arroy, Stephanie Barnes, Anita Brabec, Anthony Brooks e Shutchai Tym Buacharern e molti altri

    Casting: Debra Zane

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    The Hunger Games racconta di una distopica Capitol City che richiede ai suoi dodici distretti sottomessi di pagare un tributo sotto forma di un ragazzo e una ragazza adolescenti, costretti a partecipare agli annuali "Hunger Games", una lotta all'ultimo sangue trasmessa in televisione. La sorellina di Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) viene estratta a sorte per partecipare, e Katniss si offre di andare al suo posto. Perseverare malgrado le difficoltà è normale per Katniss, ma ora deve iniziare a scegliere tra la sopravvivenza e la pietà, tra la vita e l'amore, per vincere i Giochi e tornare a casa.

    IN ALTRE PAROLE:

    Ogni anno, nelle rovine di quello che una volta era il Nordamerica, la capitale della nazione di Panem, costringe ognuno dei suoi dodici distretti a nominare un ragazzo ed una ragazza per partecipare agli Hunger Games. Una contorta punizione per una passata rivolta oltre ad essere una tattica intimidatoria del governo, gli Hunger Games sono un evento televisivo nazionale nel quale i “Tributi†combattono l’uno contro gli altri finché rimarrà un solo superstite.

    La sedicenne Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) si offre volontaria al posto di sua sorella per partecipare ai giochi, e dovrà contare unicamente sul suo acuto istinto e sui consigli di un ubriacone ex vincitore dei giochi, Haymitch Abernathy (Woody Harrelson) quando si troverà ad affrontare Tributi super allenati, che hanno dedicato la loro vita intera alla preparazione dei Giochi. Se mai dovesse far ritorno a casa, il distretto 12, Katniss si troverà di fronte all’impossibile scelta di contrapporre la sopravvivenza all’umanità ed alla vita l’amore.

    IN DETTAGLIO:

    Nelle rovine di una terra anticamente conosciuta come Nord America, gli annuali Hunger Games stanno per iniziare, e la partecipante sedicenne Katniss Everdeen ha solo una remota possibilità di ribaltare i terribili pronostici della vigilia. Come molti nella nazione di Panem, Katniss vive in uno dei dodici distretti costretti in schiavitù, governati da un Campidoglio avvolto dal mistero, che dopo decenni di caos e guerra, reprime il popolo sotto il peso di una dura nonché decadente dittatura . Ogni anno, per il Giorno della Mietitura, ogni distretto ha l’obbligo di scegliere, tramite estrazione o volontariamente, un ragazzo ed una ragazza per rappresentarlo nella contorta idea di grande intrattenimento del Campidoglio che dimostra il suo totale controllo, ed allo stesso tempo offre al popolo affamato la più debole speranza a cui aggrapparsi. Questi sono gli Hunger Games , una intensa competizione di stile gladiatorio tra 24 guerrieri adolescenti conosciuti come Tributi, uno spettacolo TV dal vivo fino a quando uno solo rimane in vita . . . e una volta entrata, per Katniss non è il momento di ripensamenti. In questo giorno, nel Distretto 12, accade l’imprevisto – la sorellina di Katniss, Primrose, nutrita ed accudita da Katniss per gran parte della sua vita, viene scelta per partecipare ai giochi. In una coraggiosa ed autolesionistica scelta, poiché potrebbe esserle fatale, Katniss si offre volontaria per prendere il suo posto. Immediatamente lei ed il suo nuovo compagno Tributo, il figlio del fornaio Peeta Mellark, vengono presi in custodia, trasferiti al Campidoglio e assegnati ad un affascinante ritocco d’immagine e duri allenamenti, che li prepara ad affrontare spietati “Tributi professionisti†provenienti dai Distretti più ricchi e che hanno dedicato le loro vite in attesa dei giochi. Nei giorni a venire, sotto la tutela dell’ubriacone ex vincitore dei giochi, Haymitch Abernathy, Katniss affinerà il suo istinto, consoliderà l’abilità nel tiro con l’arco e concentrerà la sua crescente forza e volontà, in quello che sembra essere il solo imperativo disponibile: rimanere viva ad ogni costo. Ma una volta entrata nella foresta che funge da arena, come concorrente sorpresa dei Giochi, Katniss inizia a capire che più della promessa fama, la fortuna e l’esistenza stessa sono elementi essenziali. Se dovesse spettare a lei la vittoria, dovrà decidere tra la provocazione ed il cuore spezzato, tra la sopravvivenza e l’umanità, tra la sicurezza e la fiducia e tra la vita e l’amore.

    SYNOPSIS:

    Set in a future where the Capitol selects a boy and girl from the twelve districts to fight to the death on live television, Katniss Everdeen volunteers to take her younger sister's place for the latest match.

    In a not-too-distant future, North America has collapsed, weakened by drought, fire, famine, and war to be replaced by Panem, a country divided into the Capitol and 12 districts. Each year two young representatives from each district are selected by lottery to participate in The Hunger Games. Part entertainment, part brutal intimidation of the subjugated districts, the televised games are broadcast throughout Panem. The 24 participants are forced to eliminate their competitors, literally, with all citizens required to watch. When 16-year-old Katniss' young sister, Prim, is selected as the mining district's female representative, Katniss volunteers to take her place. She and her male counterpart Peeta, will be pitted against bigger, stronger representatives who have trained for this their whole lives.

    Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)

    In un futuro post-apocalittico di cui poco si sa (ancora), sulle ceneri del Nord America sorge Panem. Si tratta di una confederazione costituita da 12 Distretti che rispondono a Capitol City dove, di anno in anno, si svolgono gli Hunger Games (letteralmente: i giochi della fame), voluti per istruire la popolazione a non dimenticare. Gli Hunger Games, di fatto, altro non sono che una punizione voluta dal direttorio di Panem e inflitta ogni anno per una vecchia rivolta messa in scena contro il governo centrale. Un ragazzo e una ragazza, tra i 12 e i 18 anni, vengono scelti nella cerimonia della “mietitura†in ogni singolo Distretto e offerti come “tributi†in un gioco dove a vincere - e sopravvivere - sarà solo uno di loro. E come ogni anno, i Distretti 1 e 2 si presentano con una coppia di giocatori spietati e ipervitaminizzati, pronti a conquistare la vittoria

    finale, mentre gli altri faranno quello che possono. Quando Katniss Everdeeen (Jennifer Lawrence) vede la sorella estratta per essere il tributo del Distretto 12, pur di salvarle la vita si offre come volontaria…

    Da noi Suzanne Collins è una illustre sconosciuta (o quasi). Negli Usa, invece, è un’autrice che dopo 180 settimane (più di tre anni) con quasi 30 milioni di copie vendute, è ancora saldamente nella prestigiosissima lista dei bestseller del "New York Times". La sua è una trilogia che sta sbancando dovunque e che ora arriva anche in Italia sia nelle librerie che al cinema. Diretto da Gary Ross, di Hunger Games bisogna subito dire una cosa: ingannevole è la confezione più di ogni altra cosa. Accostato a più riprese a note saghe quali Harry Potter e meglio ancora a Twilight, siamo però in presenza di un prodotto innovativo nei tanti spunti riflessivi che offre, con aspetti introspettivi e

    sociologici impensabili per un teen-movie che solo negli States ha incassato più di 360 milioni di dollari. Pur essendo infatti, come accennato, un prodotto cinematografico specificamente pensato per il pubblico giovane che a loro regala spettacolo e castissimi amori al primo fiorire, Hunger Games offre anche un notevole atto di accusa contro una cultura (americana, ma non è solo oltreoceano) appiattita e capace di obnubilare qualsiasi valore sociale e morale. In effetti scegliere Gary Ross per la regia aveva già fatto presagire che il taglio che si cercava era molto lontano dai vampiri che inseguono i licantropi (o viceversa?). Autore di Pleasantville e Seabiscuit, Ross è il regista perfetto per parlare ai più giovani senza rendere tutto stantio e prevedibilissimo. Così, giocando anche con i rimandi e con un’aurea di parodia da B-movie (soprattutto nelle scene di Capitol City), Hunger Games si permette di andare là dove nessuno era andato

    in un film di questo genere: mettere in scena le uccisioni dei bambini - nonostante si sa bene che una leggere di Hollywood è: mai uccidere un bambino - nel gioco al massacro che porta ad un vincitore. E anche in questo caso, Ross non si nasconde e senza ricorrere ai trucchetti, usa semplici trovate di montaggio per rendere il tutto digeribile e funzionale al racconto senza horror o 'splatterismo' inutile.

    Ma in Hunger Games c’è altro. Il film offre anche innegabili spunti che si possono tranquillamente definire 'politici' e che innervano una sceneggiatura già ben congegnata. Perché se nessuno può negare che l’operazione funziona sotto l’aspetto ludico - la paura che possa capitare qualcosa di male ai due protagonisti (con la Lawrence c’è anche Josh Hutcherson) è sempre altissima nello spettatore - viene instillato anche, scena dopo scena, la goccia che porterà ad uno tsunami di rivolta e vendetta. È

    possibile quindi vedere come, di ingiustizia in ingiustizia, Katniss e il partner di “giochi†stiano lottando sì per la vita, ma anche per affermare il valore della libertà contro i soprusi del potere costituito. E in un gioco al citazionismo (stavolta l’elenco è piuttosto lungo e va da La decima vittima di Elio Petri a The Truman Show di Peter Weir), Hunger Games lascia addosso, alla fine dei suoi 140 minuti circa, la voglia di sapere come va a finire. Perché anche se non staremo sicuramente qui a rivelare il finale, quello che va detto è però che il film fa parte di una trilogia e che al termine di Hunger Games c’è un po’ di delusione nell’avere solo un finale parziale della storia. Bisognerà quindi avere pazienza.

    Secondo commento critico (a cura di JUSTIN CHANG, www.variety.com)

    The first novel in Suzanne Collins' bestselling trilogy is a futuristic fight-to-the-death thriller driven by pure survival instinct, but the creative equivalent of that go-for-broke impulse is absent from director Gary Ross' "The Hunger Games." Proficient, involving, ever faithful to its source and centered around Jennifer Lawrence's impressive star turn, this much-anticipated, nearly 2 1/2-hour event picture should satiate fans, entertain the uninitiated and take an early lead among the year's top-grossing films. Yet in the face of near-certain commercial success, no one seems to have taken the artistic gambles that might have made this respectable adaptation a remarkable one.

    Relentlessly paced, unflagging in its sense of peril and blessed with a spunky protagonist who can hold her own alongside Bella Swan and Lisbeth Salander in the pantheon of pop-lit heroines, Collins' latest book cycle seemed a logical candidate for adaptation from the get-go. Narrated in a first-person style that favors

    swift exposition over descriptive detail, the series also offers a filmmaker plenty of leeway not only in visualizing its dystopian world onscreen, but in tackling the real-world parallels implicit in this grim vision of totalitarian rule.

    Bookended by scenes set in a high-tech city, the film quickly immerses the viewer in the mud and grime of District 12, the poorest of the dozen civilian sectors that make up the futuristic nation of Panem. The government maintains order through nationally televised bloodsports known as the Hunger Games, in which two "tributes" from each district, a boy and a girl, must participate in an annual winner-kills-all-and-takes-all bloodbath.

    Pluckier and more resourceful than most is 16-year-old Katniss Everdeen (Lawrence), a skilled archer who hunts to provide for herself, her mother (Paula Malcomson) and her younger sister, Prim (Willow Shields). When Prim is selected at random to represent District 12 in the games, Katniss

    bravely volunteers to take her place and winds up paired with baker's son Peeta (Josh Hutcherson), with whom she shares a brief, vague history.

    Accompanied by some leaden comic relief in the form of a drunken mentor (Woody Harrelson) and a garishly made-up escort (Elizabeth Banks), the two are whisked off to the Capitol, an ivory tower of a city imagined as a fantastical explosion of color by production designer Philip Messina and costume designer Judianna Makovsky, among others. There, all 24 tributes are made over, trained for battle and interviewed by a beaming, blue-haired celebrity host (Stanley Tucci) as a prelude to this lethal mash-up of "Survivor," "American Idol" and, at one point, "Project Runway."

    The questions raised here, regarding the morality of violence as entertainment and the brutality of pitting children against each other, have been addressed before, and to more potent effect, in films like "Series 7:

    The Contenders" and the shockingly violent Japanese actioner "Battle Royale." Yet if the satirical and topical elements aren't exactly fresh, the script (by Ross, Collins and Billy Ray) does give them a few knowing spins. Particularly shrewd are the behind-the-scenes moments when Panem's President Snow (a quietly malevolent Donald Sutherland) pressures Seneca (Wes Bentley), the keeper of the games, to maintain control of the situation, a subplot that reps one of the few deviations from the novel and lays the groundwork for "Catching Fire," the next film in the Lionsgate series.

    But once the games begin and the contenders are released into a densely forested arena, rigged with "Truman Show"-style cameras for maximum coverage and trackability, the film clings to Collins' text as if it were itself a survival guide. Readers may find themselves mentally checking off plot points as Katniss looks for water; flees fires; makes strategic use of

    a wasps' nest; tries to suss out whether Peeta loves her, wants to kill her or both; and uses her many years of hunting experience to evade, outwit and inevitably destroy her attackers.

    Whatever its earlier shortcomings, the picture really should have spread its wings at this stage, morphing into a spare, stripped-down actioner fueled by sheer adrenaline and nonstop harrowing incident. That intention is evident enough in the darting handheld camerawork and quick cutting style favored here by the filmmakers, including d.p. Tom Stern and editors Stephen Mirrione and Juliette Welfling. Yet while the individual setpieces are well staged, they also feel a bit too neatly scheduled within the story's framework, and the frequent toggling between the arena and Seneca's control room only undercuts the momentum.

    Lawrence, who auditioned brilliantly for this role with her even rawer turn in "Winter's Bone," again projects a heartrending combo of vulnerability, grit

    and soul while convincingly playing several years her junior. The camera remains so glued to her every expression and gesture that no one else, save perhaps Lenny Kravitz as Katniss' suave professional stylist, is given the opportunity to hold the screen against her.

    The film does achieve a strong surge of emotion when Katniss forms an alliance with young tribute Rue (winning newcomer Amandla Stenberg), culminating in a stirring sequence that pauses to acknowledge the sheer, impossible inhumanity of the situation. Yet after this high point, things settle into a more prosaic, anticlimactic rhythm, and the central drama, pivoting on the nature of Katniss' and Peeta's relationship, never sparks to life.

    What viewers are left with is a watchable enough picture that feels content to realize someone else's vision rather than claim it as its own. Any real sense of risk has been carefully ironed out: The PG-13 rating that

    ensures the film's suitability for its target audience also blunts the impact of the teen-on-teen bloodshed, most of it rendered in quick, oblique glimpses; whether this is the morally responsible decision is open to debate. Weirdest of all: Hunger, the one constant in Katniss' hard-scrabble life, barely even seems to register.

    Ross, a reliable craftsman directing his first film since 2003's "Seabiscuit," makes a point of delineating between the haves and have-nots: While the Capitol is an overlit, f/x-heavy wonderland, the bleak, desaturated images of rural-industrial poverty in District 12 could have been influenced by the photographs of Dorothea Lange. Given such wildly disparate parts (one scene suggests "Little House on the Prairie" invaded by Stormtroopers), the look doesn't entirely cohere, though auds will gladly suspend disbelief. Complementing James Newton Howard's orchestral score, the unusually lyrical, C&W-steeped soundtrack, boasting contributions from Arcade Fire, Maroon 5 and Taylor Swift, nicely suggests

    an America mired in an uncertain future.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di HUNGER GAMES

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