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VANITY FAIR: LA VANITA’ NELLO STILE BOLLYWOOD DI MIRA NAIR
Dalla 61. Mostra del Cinema di Venezia
“Il motivo per cui ho voluto girare ‘La fiera della vanità’ sono proprio le domande fondamentali e, a mio avviso, spirituali che si pone Thackeray: chi di noi, avendo realizzato i propri sogni , è veramente felice? Cos’è l’appagamento? Cos’è l’aspirazione? Cos’è la vanità della vita? Nel suo romanzo, Tackeray creò una sorta di cinema-verità del suo tempo: Descriveva con precisione gli avvenimenti storici del periodo, sollevando parallelamente temi che non hanno tempo, sempre attuali. I suoi personaggi, straordinariamente ricchi e di grande spessore, continuano anche oggi a far sentire la loro eco. Inoltre penso che Becky sia il più grande personaggio femminile mai descritto in letteratura.”
La regista Mira Nair
(Vanity Fair, USA/GRAN BRETAGNA 2004; drammatico; 137’; Produz.: Tempesta Films/Granada Film Production; Distribuz.: Eagle Pictures)
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Titolo in italiano: La fiera della vanità
Titolo in lingua originale:
Vanity Fair
Anno di produzione:
2004
Anno di uscita:
2004
Regia: Mira Nair
Sceneggiatura:
Matthew Faulk, Mark Skeet, Julian Fellowes
Soggetto: Tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray
Cast: Reese Witherspoon (Becky Sharp) Eileen Atkins (Miss Matilda Crawley) Jim Broadbent (Mr. Osborne) Gabriel Byrne (Il Marchese di Steyne) Romola Garai (Amelia Sedley) Bob Hoskins (Sir Pitt Crawley) Rhys Ifans (William Dobbin) Geraldine Mcewan (Lady Southdown) James Purefoy (Rawdon Crawley) Jonathan Rhys Meyers (George Osborne)
Musica: Mychael Danna
Costumi: Beatrix Aruna Pasztor
Scenografia: Maria Djurkovic
Fotografia: Declan Quinn
Scheda film aggiornata al:
10 Dicembre 2013
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Sinossi:
“Figlia di uno squattrinato artista inglese e di una ballerina francese, Becky-Rebecca Sharp (Reese Whitherspoon) resta orfana in tenera età. Fin da bambina è sensibile al fascino di una vita più agiata e ripudia il suo ambiente di origine. Abbandona l’Accademia di Miss Pinkerton a Chiswick, decisa a conquistare l’alta società inglese con ogni mezzo a sua disposizione. Per scalare le vette sociali ricorrerà a tutta la sua intelligenza, astuzia e sensualità.
L’ascesa di Becky alla vita sociale inglese della prima parte del 19° secolo, ha inizio con un lavoro come governante presso l’eccentrico Sir Pitt Crawley (Bob Hoskins), nella campagna dell’Hampshire. Becky conquista le figlie di Crawley e persino la ricca zia zitella, Matilda (Eileen Atkins). L’intera famiglia si affeziona moltissimo alla giovane Becky, confida in lei, e la considera ormai indispensabile. Tuttavia, Becky sa che non riuscirà mai a far veramente parte della società inglese fin quando non si trasferirà in città, e accetta quindi l’invito della zia Matilda, di andare a vivere a Londra. Lì Becky rincontra la sua migliore amica Amelia Sedley (Romola Garai), che - essendo cresciuta negli agi - non condivide le sue ambizioni più sfrenate. Insinuandosi nella famiglia che conosce così bene, Becky ne sposa segretamente il focoso erede Rawdon Crawley (James Purefoy) - ma quando Matilda scopre la loro unione, impone ai due sposi di lasciare la casa.
Nel frattempo Napoleone invade l’Europa e Rawdon coraggiosamente parte per difendere il proprio paese. Becky, incinta, resta vicina ad Amelia, la quale è sconvolta del fatto che l’adorato marito George Osborne (Jonathan Rhys Meyers) sia partito in guerra. La morte di George nella battaglia di Waterloo incrinerà per sempre il rapporto tra le due donne. Becky ritrova il suo Rawdon e dà alla luce un maschietto, ma il dopoguerra ha in serbo un periodo piuttosto duro per la famigliola. Più determinata che mai a trovare il suo posto nell’alta società londinese e ad assaporare il benessere, Becky trova un protettore nel potente Marquese di Steyne (Gabriel Byrne), che può consentirle di realizzare i suoi sogni, ad un prezzo, però, forse troppo alto”.
Dal >Press-Book< di La fiera della vanità
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