I recuperati di CelluloidPortraits - RECENSIONE - Dalla Berlinale 2010 e dal Torino Film Festival 2010 - Il film è dedicato allo scrittore e intellettuale politico iraniano Borzog Alavi (*) - Dal 17 GIUGNO
Soggetto: (*) Borzog Alavi è lo scrittore e intellettuale politico iraniano cui il regista, sceneggiatore e attore Rafi Pitts ha dedicato il film. Alavi è stato costretto all’esilio politico. Dopo il colpo di stato del 1953 in Iran, che si è concluso in arresti di massa, è scappato a Berlino est, dove è rimasto. È stato docente di Letteratura Persiana all’Università Humboldt e ha tenuto lezioni ovunque, in Europa e in Nord America. È rimasto in esilio fino alla morte, sopraggiunta a Berlino nel 1997. Ha visitato l’Iran solo per poco tempo, dopo la Rivoluzione, nel 1979 e nel 1980.
"Non credo - ha dichiarato Rafi Pitts - nelle trasposizioni letterali dei libri in film, credo però che le sensazioni suscitate da un libro possano ispirare un film. Sentimento questo non dettato dalla narrativa tradizionale. In questo senso, posso dire che 'Il Cacciatore' si ispira al racconto di Alavi del 1952, 'Gileh Mard' (L’Uomo di Gilan)".
Cast: Rafi Pitts (Alì Alavi) Mitra Hajjar (Sara/Moglie di Alì) Ali Nicksaulat (Poliziotto/Comandante) Hassan Ghalenoi (Poliziotto/Soldato) Manoochehr Rahimi (Ispettore) Ismail Amini (Ragazzo nel Magazzino) Nasser Madahi (Guardia Notturna Anziana) Ali Mazinani (Guardia Notturna Giovane) Ossta Shah-Tir (Padre di Alì) Malak Khazai (Madre di Alì) Saba Yaghoobi (Figlia di Alì)
Musica: Hossein Bashash (sonoro)
Scenografia: Malak Khazai
Fotografia: Mohammad Davudi
Montaggio: Hassan Hassandoost
Scheda film aggiornata al:
23 Dicembre 2022
Sinossi:
IN BREVE:
Alì è stato scarcerato da poco e lavora come guardiano notturno. Dedica il suo tempo libero a Sara, sua moglie e alla loro figlia piccola. Il suo hobby è andare a caccia. Durante uno scontro tra polizia e manifestanti Sara perde la vita e la bambina scompare. Dalla cima di una collina Alì inizia la sua vendetta…
IN DETTAGLIO:
Alì è stato scarcerato da poco e vuole sfruttare al massimo il ritorno in società . Nonostante i turni di notte, cerca di passare tutto il suo tempo libero con la sua bella moglie e la figlioletta. Per evadere dallo stress della vita cittadina, Alì trova rifugio nel suo passatempo preferito, la caccia, e nella tranquillità della foresta a nord della città . L’evolversi degli eventi sfocia in tragedia quando Sara, la moglie di Alì, rimane accidentalmente uccisa durante uno scontro tra polizia e manifestanti. La figlia di sei anni è scomparsa e le inutili ricerche di Alì finiscono nell’orrore di una lunga e frustrante esperienza alla stazione di polizia, che spinge l’uomo sull’orlo della follia. In pieno giorno, dalla cima di una collina sovrastante la trafficata autostrada, Alì spara a caso e uccide due poliziotti. Parte l’inseguimento in auto fuori città . Alì scappa verso nord, nella foresta, e lì viene catturato da due ufficiali di polizia. Rassegnato al destino che lo attende, Alì osserva pacatamente i due poliziotti che, discutendo animatamente, si perdono nella foresta. La situazione si complica e la linea di confine tra cacciatore e preda si assottiglia…
A guidare il cinema di Rafi Pitts non è una narrazione definita e lineare: il suo è uno sguardo che procede innanzitutto per ‘sottrazione’ di tasselli narrativi, cedendo il passo a suoni, rumori di quel che accade, pur lasciando tutto fuori dall’occhio della macchina da presa. Sono le sensazioni a regnare sovrane, a guidare lo spettatore nel microcosmo umano ‘frantumato’ nel profondo di quest’uomo, che pensa e sente in grande, restando in silenzio assoluto. Una comunicazione elettiva per immagini e per ostinati mutismi, non necessariamente interessata all’ordine cronologico consequenziale degli accadimenti. Alcuni innesti narrativi del passato del protagonista si insinuano qua e là nel suo presente lacerato, accentuando la struttura labirintica della storia e della sua psiche, sempre più fuori controllo. Al suo fianco, i due poliziotti che, a seguito della sua cattura, rivelano due opposti, sia caratteriali come individui, che come espressione della legge
"La fotografia utilizzata nella sequenza dei titoli di testa è stata scattata nel 1980 da Manoocher Deghati. Raffigura degli uomini in motocicletta – i pasdaran o Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, durante le celebrazioni per il primo anniversario della Rivoluzione Iraniana. Un’immagine aggressiva in commemorazione di un evento violento. Conservo la foto da quando avevo 14 anni. La mia generazione è cresciuta con quell’immagine. Quell’immagine inquadra una situazione tesa, emblematica del protagonista del film, Alì, e della sua generazione. E' il riflesso del clima di tensione che si respira oggi in Iran. I pasdaran sono tornati, solo che questa volta attaccano i civili, i quali chiedono semplicemente di esercitare la libertà di parola. Oggi in Iran, a trent’anni dalla Rivoluzione, tutti si chiedono se siamo stati derubati della Rivoluzione".
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Daniela Staffa, Marinella Di Rosa, Federica Ceraolo (Ufficio Stampa Fandango)