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    Home Page > Movies & DVD > Le belve

    LE BELVE: JOHN TRAVOLTA E UMA THURMAN DI NUOVO IN COPPIA PER OLIVER STONE. E ANCHE QUESTA VOLTA, COME IN 'PULP FICTION', LE LORO VITE GIRERANNO INTORNO AD AFFARI DI DROGA

    RECENSIONE ITALIANA IN ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by JUSTIN CHANG (www.variety.com) - Dal 25 OTTOBRE

    "Una storia originale. Il romanzo di Winslow è stato drasticamente ridotto a 20 scene con una singola voce narrante e il finale modificato e sdoppiato. Inoltre è stato cambiato il personaggio corrotto e debole del libro, quello di John (Travolta). La sceneggiatura l'ha reso camaleontico: lui è il vero manipolatore, il burattinaio che maneggia i soldi. Nessuno è salvo. Il film all'inizio è vivace e pieno di colore, poi si trasforma in un noir con al centro il cartello, le torture, le prigioni, e il terzo atto è un western moderno con le auto al posto dei cavalli, il tramonto e le armi dell'Iraq e dell'Afghanistan. Un mondo diventato più brutale".
    Il regista e co-sceneggiatore Oliver Stone

    (Savages; USA 2012; Thriller drammatico; 131'; Produz.: Ixtlan; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)

    Locandina italiana Le belve

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    Celluloid Portraits:



    See SHORT SYNOPSIS

    Titolo in italiano: Le belve

    Titolo in lingua originale: Savages

    Anno di produzione: 2012

    Anno di uscita: 2012

    Regia: Oliver Stone

    Sceneggiatura: Shane Salerno, Don Winslow e Oliver Stone

    Soggetto: Dal romanzo di Don Winslow

    Cast: Blake Lively (O)
    John Travolta (Dennis)
    Aaron Johnson (Ben)
    Uma Thurman (Paqu)
    Salma Hayek (Elena)
    Taylor Kitsch (Chon)
    Emile Hirsch (Spin)
    Benicio Del Toro (Lado)
    Demiàn Bichir (Alex)
    Trevor Donovan (Matt)
    Joel David Moore (Craig)

    Musica: Adam Peters

    Costumi: Cindy Evans

    Scenografia: Tomas Voth

    Fotografia: Daniel Mindel

    Montaggio: Joe Hutshing, Stuart Levy e Alex Marquez

    Effetti Speciali: Mark R. Byers (supervisore)

    Makeup: Mike Mekash

    Casting: Sarah Finn

    Scheda film aggiornata al: 20 Luglio 2013

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Si racconta di due coltivatori di mariujana di Laguna Beach, in California, impegnati a cercare di liberare un'amica tenuta in ostaggio da un gruppo di messicani che vuole costringerli a lavorare per loro. Uma Thurman sarà la madre della ragazza, mentre John Travolta avrà la parte di un agente dell'antidroga in preda ad un esaurimento nervoso.

    IN DETTAGLIO:

    Due imprenditori di Laguna Beach, Ben (Johnson), pacifico e caritatevole buddista, e il suo migliore amico Chon (Kitsch), ex Navy Seal ed ex mercenario, conducono una lucrativa attività fatta in casa, producendo la migliore marijuana mai coltivata prima d'ora. Condividono inoltre un amore unico nel suo genere per la bellissima Ophelia (Lively). La vita è idilliaca nella loro cittadina nel sud della California, almeno fino a quando il cartello dei trafficanti della Mexican Baja decide di irrompere nei loro piani imponendosi come socio. Quando Elena (Hayek), lo spietato capo del cartello, e Lado (Del Toro), il suo spietato scagnozzo, sottovalutano l'infrangibile legame che tiene uniti i tre amici, Ben e Chon, attraverso l'ambiguo aiuto di un viscido agente della DEA (Travolta), scatenano una battaglia, a prima vista già persa, contro il cartello. Così hanno inizio una serie di piani e manovre ad alto rischio, in un selvaggio scontro di volontà.

    SHORT SYNOPSIS:

    Pot growers Ben and Chon face off against the Mexican drug cartel who kidnapped their shared girlfriend.

    Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)

    La bella Ophelia (Blake Lively), dolce disadattata con una famiglia pressoché assente e dalle idee confuse sulla vita e sull’amore, vive da principessa tra due cavalieri: gli imprenditori di Laguna Beach Ben (Aaron Johnson) e Chon (Taylor Kitsch). Pacifico e caritatevole buddista il primo, ex Navy Seal ed ex mercenario col cervello sconvolto dal post-Iraq il secondo, i due portano avanti una floridissima attività fatta in casa: producono e smerciano la migliore marijuana mai coltivata nella storia degli Stati Uniti. I tre sono innamorati l’un l’altro/a - a loro modo - formando un trio con pochi tabù e nessuna regola precisa sul “limite†(se mai ne hanno uno...). Il loro piccolo paradiso nel sud della California verrà però sconvolto dai signori della Mexican Baja, un cartello di narcotrafficanti messicani che intende imporsi come nuovo socio dell’impresa di Ben e Chon. Al rifiuto di questi ultimi, per punizione, Elena (Salma Hayek),

    lo spietato capo, e Lado (Benicio Del Toro), il suo violento scagnozzo, scatenano una guerra contro il terzetto, convinti di avere vita facile. Ma Ben e Chon, messi sulla strada della disperazione, spalleggiati (e osteggiati) anche da un agente doppiogiochista della DEA (John Travolta), scatenano una battaglia selvaggia per riprendersi quello che è loro. E non si tratta di denaro…

    Tre Oscar e tanta violenza dopo, Oliver Stone torna sulla strada che gli è congeniale: la ricerca di una risposta razionale alla follia. A due anni di distanza da Wall Street - Il denaro non dorme mai, il regista si appropria quindi del romanzo best seller a tinte fosche di Don Winslow, nominato dal "New York's Time" come uno tra i migliori dieci libri del 2010, facendo sua una storia che va spesso fuori controllo in un modo affascinante. Il fil rouge della brutalità che contraddistingue il rapporto tra cartelli del

    narcotraffico, viene “ingentilito†sullo schermo da Stone con il triangolo un po’ vizioso un po’ ingenuo tra Ben, Chon e Ofelia. Un deragliamento, tra doppiogiochisti e quella bestialità che evoca il titolo, che conduce però troppo spesso ad un vicolo cieco. Le Belve, infatti, è un notevole brutto film. Perso nella sua stessa vacuità, abbagliato com’è da spiagge incantevoli e una sensualità che trasuda da ogni inquadratura (più merito della diafana Lively e di Johnson, che non dell’inespressivo Kitsch), Stone sembra incapace stavolta di assecondare la sua stessa visione di cinema. E se il cast evita il tramortimento, la sensazione è quella di vedere sullo schermo due film distinti: nel primo ci sono i tre “innamorati†che devono salvare la propria vita e quella della loro relazione tra scogliere a picco sul mare e splendide tenute in puro stile Paris Hilton; nel secondo c’è la Hayek (bellissima e ironica come

    sempre) e Del Toro (monumentale) che lavano col sangue le offese e tirano le redini di una impresa adagiata sui cadaveri. Un O.C. in salsa tarantiniana che va oltre l’immaginabile e arriva ad un assurdo - con tutta franchezza - doppio finale che mai ci saremmo aspettati. Resta una battuta-anatema che sintetizza tante relazioni: “Non ti ameranno mai quanto si amano tra loro, altrimenti non ti si dividerebberoâ€.

    Secondo commento critico (a cura di JUSTIN CHANG, www.variety.com)

    The disreputable Oliver Stone of old makes a largely welcome reappearance with "Savages." Pungent, nasty and teeming with colorful crooked types, the writer-director's most vibrant (and violent) work in some time is a bracingly sordid saga of two young hash growers, the Orange County princess they love and the vicious Mexican cartel they get entangled with; imagine "Jules and Jim" with bombs and beheadings and you're halfway there. Even when it softens the impact of Don Winslow's scorching novel, this R-rated Universal release bristles with tension, and will likely enjoy a brief B.O. high that should last longer in ancillary.

    An acidly funny chronicle of sex, drugs, murder and corruption of every stripe, Winslow's attention-grabbing 2010 novel seemed so tailor-made for Stone that it was fast-tracked into his hands shortly after publication. Following a string of films that found the director playing uncharacteristically nice with sometimes politically loaded material ("World Trade

    Center," "W." and "Wall Street: Money Never Sleeps"), "Savages" offers nothing more nor less than a rude blast of cinematic energy, invigorating in its foulness and refreshing in its lack of self-importance.

    Populated by wasted beauties and ruthless thugs, and shot through with moments of black humor and hair-trigger intensity, this bloody, scuzzy cocktail of a movie assuredly won't be to every taste. Something similar could be said of the Afghanistan-derived super-cannabis harvested and distributed by peace-loving, environment-friendly Ben (Aaron Johnson) and his more volatile partner, Chon (Taylor Kitsch), an ex-Navy SEAL who's not afraid to get nasty when their clients do the same.

    These Laguna Beach layabouts share not only a successful business but also a lover, Ophelia, aka O (Blake Lively), a blonde babe whose interests include shopping, smoking pot and keeping her boys happy. "For me, they are one big man," O murmurs in hazy voiceover, one

    of several lines that may leave the viewer unsure whether to laugh or toke up. Even still, the tonally tricky script (by Shane Salerno, Stone and Winslow) seems inclined to take these characters at least somewhat seriously, jettisoning much of the satirical distance and scalding humor that made the novel a merciless evisceration of affluent O.C. culture.

    Dan Mindel's gorgeous beachfront cinematography lends the early scenes an idyllic, dreamlike beauty that quickly fades when Ben and Chon turn down representatives of the Baja California cartel, who want to mass-market the duo's extremely potent product. Soon O is kidnapped (from the mall, natch), taken to Mexico and locked up in a grungy Mexican compound run by ball-breaking cartel queen Elena (Salma Hayek) and her vile deputy, Lado (Benicio Del Toro). Rounding out this human circus are Lado's dapper colleague (Demian Bichir) and a dirty-dealing DEA agent (John Travolta, proudly displaying a

    receding hairline), both of whom, in keeping with the story's topsy-turvy moral logic, turn out to be more sympathetic than expected.

    Preposterous as much of it is, the tale nonetheless generates a certain cross-cultural fascination as these narcissistic, nihilistic but highly resourceful kids find themselves down Mexico way. Indeed, the rest of the plot, propelled by shootings, stabbings and a few well-placed explosives, plays out like a contest to see which of these two warring factions can best live up to the description of the title.

    For all its moment-to-moment ferocity, the film becomes a kinder, gentler thing than its source material, defanged by O's wispy, philosophizing narration and a twisty cop-out of an ending. Yet if "Savages" never quite captures the novel's diamond-hard sarcasm, it offers other satisfactions in its visceral immediacy, its overriding sense of danger and a clutch of performances that, whatever one's reservations about the characters,

    can't help but court the viewer's emotional investment.

    Because Ben, Chon and O are written to seem so vacuous from the outset, their occasional flashes of pluck and intelligence register as virtual epiphanies. Admittedly, Kitsch doesn't have much more to do than play a slightly screw-loose killing machine, while Lively tends to stay in damsel-in-distress mode before gradually asserting herself in the final stretch. That leaves Johnson ("Kick-Ass") to do most of the dramatic heavy lifting, as desperate circumstances push Ben from gormless pacifist to fierce man of action.

    Holding the screen to far more galvanizing effect is Del Toro's loathsome Lado, looking murderously unstable even when he's not shooting guys in the kneecaps. And Hayek, wearing a long Cleopatra wig, sinks her teeth into her meatiest role in some time as a formidable yet not invulnerable crime boss who has made enormous sacrifices to build authority in her domain.


    Up-to-the-minute technology provides a key storytelling assist, as both sides use TV and computer screens to negotiate with, threaten and spy on each other. Video footage, including some grisly evidence of the cartel's more unspeakable crimes, is deftly interwoven by a trio of editors who maintain an electric pace throughout.

    Stylistically, the picture isn't quite as unhinged as one might expect or want, though the intense color palette sometimes fades to monochrome in an attempt to convey a sort of druggy poetry. Shooting widescreen on 35mm with anamorphic lenses, Mindel achieves a hot, sizzling look that suits the locations (Malibu, Los Angeles and Orange County) as well as Tomas Voth's production design, capturing lives of upper-class privilege and south-of-the-border squalor.

    Pressbook:

    PRESSBOOK ITALIANO di LE BELVE

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    Galleria Video:

    Le belve - trailer

    Le belve - trailer HD

    Le belve - trailer (versione originale) - Savages

    Le belve - spot 'Fuori controllo'

    Le belve - spot 'Paradiso'

    Le belve - clip 'Il privilegio di Ophelia'

    Le belve - clip 'Punto debole'

    Le belve - clip 'La madrina'

    Le belve - clip 'Niente di personale'

    Le belve - clip 'Nuovo atteggiamento'

    Le belve - clip 'Accordo di 3 anni'

    Le belve - clip 'Il compenso di Dennis'

    Le belve - clip 'Pronti a tutto'

    Le belve - intervista video al regista Oliver Stone (versione originale sottotitolata)

    Le belve - intervista video a Blake Lively 'O' (versione originale sottotitolata)

    Le belve - intervista video a Salma Hayek 'Elena' (versione originale sottotitolata)

    Le belve - featurette 'Dietro le Quinte' (versione originale sottotitolata)

    Le belve - featurette 'La scena delle torture' (versione originale sottotitolata)

    Le belve - featurette 'Le riprese nella serra' (versione originale sottotitolata)

    Le belve - featurette 'Le riprese di Laguna Beach' (versione originale sottotitolata)

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