QUELLO CHE SO SULL'AMORE: DENNIS QUAID ALLENATORE DI UNA SQUADRA DI CALCIO RIVALE DI GERARD BUTLER PER GABRIELE MUCCINO
RECENSIONE - Dal 10 GENNAIO2013
"Quello che so sull’amore è un film che parla di quanto sia volatile l’amore se non lo innaffiamo con cura. E’ un film che racconta la fatica a diventare adulti in un mondo dove fuggire dalle proprie responsabilità per inseguire le proprie ambizioni e il proprio ego sembra sempre più stimolante che fare una scelta forte, definitiva, che possa portarci dove invece non siamo ancora mai stati: quella zona indefinibile che chiamerei 'l’età ’ adulta'."
Il regista Gabriele Muccino
George (Gerard Butler) è un giocatore di calcio professionista che non è riuscito a coniugare i successi della sua carriera con le responsabilità a cui lo inchiodava la vita familiare, finendo con il divorziare dalla moglie Stacie (Jessica Biel) ed essere allontanato dal figlio. Resosi conto di quanto senta l'assenza del bambino e di come sia forte il rischio di perderlo per sempre a causa del nuovo fidanzato di Stacie, George decide di tentare di recuperare il loro rapporto proponendosi come allenatore della squadra di calcio in cui il piccolo gioca, divenendo in breve tempo l'attrazione principale delle mamme dei compagnetti di squadra che fanno a gara per attirarsi le sue grazie.
A former professional athlete with a weak past tries to redeem himself by coaching his son's soccer team, only to find himself unable to resist when in scoring position with his players' restless and gorgeous moms.
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
UN MONDO UN PÃ’ AFFANNATO E ISTERICO, UN PÃ’ SOLO E DISILLUSO AL TEMPO STESSO
Quello che so sull'amore, un pò isterico, frivolo, di comodo, vero, così credibile nelle sue molteplici facce da poter andare oltre la commedia-dramma romantico e non si vede perchè la critica sia venuta da chi questa commedia l'ha inventata come genere molti anni fa. Rivisitata, rivista, rivestita e mutata nello stile, Muccino questa volta condisce la storia con un tocco europeo. Un classico duetto Alfa Romeo al posto della Volvo, simbolo borghese per eccellenza di auto per famiglie ed ultimo tocco anni Novanta quasi del tutto soppiantato dai suv, moderne creature made in Usa; il fascino raffinato della Ferrari, sostituito alla più patria Corvette o ad una Mustang anni Sessanta. Sarà questo ad aver fatto arricciare i nasi della critica americana, o forse l'aver portato sugli schermi l'inglesissimo "soccer" a soppiantare conclamati simboli nazionali come baseball
o football? Ciò che risalta è in realtà quanto Muccino abbia assimilato, nelle sue precedenti esperienze oltreoceano, tanto da riprodurne stili, genere, stereotipi e lieto fine, andando incontro forse a quel buonismo tanto criticato ma che fa da più di vent'anni il marchio di fabbrica del buon cinema per famiglie. Da Mrs Doubtfire a The Blind Side, la commedia classica ha passato tempi e mode e si è evoluta fino ad arrivare ai giorni nostri. Divorzi, separazioni, matrimoni, riavvicinamenti e un pizzico di ironia sono l'elemento essenziale che contraddistingue un genere e questa pellicola, non esente da raffinati cammei autoironici quali due splendide Catherine Zeta-Jones e Uma Thurman, qui colte ad incarnare illustri "casalinghe disperate" che sembrano uscite dal patinato mondo de La donna perfetta; e qui forse il peccato è averle un pò dimenticate nella seconda parte della storia che, dal canto suo, si avvicina al lieto fine, non
esente da morale, a contrapporre due figure di padre e di stili di vita, oltre a presentare fra le righe, scritte da accattivanti beniamine di hollywood, un mondo un pò affannato e isterico, un pò solo e disilluso al tempo stesso.