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    Home Page > Movies & DVD > La nostra vita

    LA NOSTRA VITA: DOPO 'MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO' DANIELE LUCHETTI TORNA A PARLARE DI FAMIGLIA IN UN FILM IN CUI L'INTENZIONE ERA QUELLA DI SPINGERE A VIVERE ENERGICAMENTE LA VITA FINO IN FONDO

    63. Festival del Cinema di CANNES (12-23 Maggio 2010) - In CONCORSO - RECENSIONE - Dal 21 MAGGIO

    (La nostra vita ITALIA 2010; commedia; 100'; Produz.: Cattleya in collaborazione con RAI Cinema e in co-produzione francese con Babe Films; Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana La nostra vita

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: La nostra vita

    Titolo in lingua originale: La nostra vita

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Daniele Luchetti

    Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli

    Soggetto: Daniele Luchetti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.

    Cast: Elio Germano (Claudio)
    Isabella Ragonese (Elena)
    Luca Zingaretti (Ari)
    Stefania Montorsi (Loredana)
    Giorgio Colangeli (Porcari)
    Alina Madalina Berzunteanu (Gabriela)
    Marus Ignat (Andrei)
    Awa Ly (Celeste)
    Emiliano Campagnola (Vittorio)

    Musica: Franco Piersanti

    Costumi: Maria Rita Barbera

    Scenografia: Giancarlo Basili

    Fotografia: Claudio Collepiccolo

    Montaggio: Mirco Garrone

    Casting: Gianni Costantino

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Claudio (Elio Germano) è un operaio edile di trent’anni che lavora in uno dei tanti cantieri della periferia romana. E’ sposato, ha due figli, ed è in attesa del terzo. Il rapporto con sua moglie Elena (Isabella Ragonese) è fatto di grande complicità, vitalità, sensualità. All’improvviso, però, questa esistenza felice viene sconvolta: Elena muore e Claudio non è preparato a vivere da solo. Rimuove il dolore e sposta il suo lutto nella direzione sbagliata: pensa solo a sfidare il destino, e a dare ai figli e a se stesso quello che non hanno avuto finora: il benessere, i soldi, i capricci, le vacanze, in una parola le “coseâ€. Per risarcire la sua famiglia, si caccia in un affare più grosso di lui e quando capisce che da solo non può farcela, si vede costretto a rivolgersi agli unici di cui si fida: la sorella troppo materna (Stefania Montorsi), il fratello timido e imbranato (Raoul Bova), il pusher vicino di casa (Luca Zingaretti).

    Dal >Press-Book< de La nostra vita

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Con un ritmo convulso e ritmato da dialoghi serrati e a tratti logorroici tipici della nevrosi e della difficoltà così normale di ogni giorno, Luchetti entra nel mondo dei palazzoni cresciuti attorno a parchi di cemento, aiuole e centri commerciali ed esce dal tradizionale film di semplice denuncia, evitando con attenzione di cadere nel già trito mondo popolaresco-operaio- iperpoliticizzato dove a dettare la chiave di lettura sono i sindacati e non i sentimenti.

    Il realismo c’è, sotto alcuni punti di vista ed in particolare si coglie l’intento psicologico, personale, interiore ed interiorizzato, grazie ad un Elio Germano che mette sempre tantissimo di sé in ogni personaggio che si trova a interpretare. Qui si tratta di un ruolo tutt’altro che semplice, in bilico fra la famiglia e il lavoro in una società non facile e non accogliente, alle prese con la quotidianità che mette in crisi, dentro e fuori.

    Esiste infatti un

    mondo interiore che è quello della vita, la vita che Claudio si affanna a non gettare via ma anzi a cogliere o meglio, agguantare in tutte le sue sfaccettature e senza fare torti a nessuno.

    Anche l’onestà porta però al rischio di entrare in giri pericolosi per perseguire un obbiettivo, seppure con i migliori intenti, ed Elio Germano entra ancora una volta nella parte, questa volta immergendosi a tutto tondo nella romanità di periferia che diventa paradigma dei quartieri di ogni metropoli.

    Ed è una sorta di “trionfo del precariatoâ€.

    Claudio si ritrova senza moglie, con figli a carico, con un lavoro difficile da sostenere; il fratello è single; l’amico è uno spacciatore che nella sua vita non ha concluso nulla e non ha nemmeno una pensione; la sorella è in cassa integrazione.

    Il crinale è ripido però, e il rischio è di cadere dalla “persona†alla “mascheraâ€.

    Il tocco, se di realismo e

    mimesi si può parlare, è dato dagli attori, (Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Raoul Bova ottimo nel ruolo inconsueto del bello ma maldestro fratello scapolo, Stefania Montorsi), tuttavia a tratti soffocati da una storia che li etichetta un po’ a stereotipo come in uno spettacolo teatrale in cui si mette in atto il quotidiano, talvolta esagerando nell’esasperata presentazione dei fatti e dei ruoli.

    La prostituta, gli emigranti, lo spacciatore in carrozzella - che, con capello lungo ed occhiali da sole riecheggia i reduci del Vietnam anni ’70 e fa l’eco ai tamarri coatti dei b-movies italiani - in fondo dal cuore d’oro, la famiglia, i fratelli, i bimbi da crescere ed un piccolo in arrivo, tutti un po’ vittime del tempo rarefatto in cui si immerge la vicenda. Forse un po’ buonista, tuttavia, nel tracciare i mali ed i problemi di una società fatta di speculazione, crisi, immigrazione, non soltanto italiana, in

    cui i valori continuano a muoversi e vivere di vita propria, nonostante tutto, urlati fino allo stremo delle forze come le canzoni di Vasco che per Claudio rappresentano il legame con la moglie prematuramente scomparsa; non ci sono pregiudizi, non ci si schiera ma si narra, come in un filmato amatoriale a tratti, come scatti di famiglia nei giorni di festa.

    Ciò che non quadra è la verosimiglianza dei fatti, di come gli avvenimenti si succedono, a forza raccolti e sistemati nel corso di un film i cui tempi sono comunque delimitati; ne è un esempio il caso in cui una delle palazzine in costruzione sembra crollare e con essa anche il sogno - e forse la vita - del protagonista, quando invece il tempo passa brevissimamente, i figli crescono e all’improvviso si trovano operai nuovi per portare a termine i lavori nel migliore dei modi e persino il datore di

    lavoro, niente affatto onesto, si rivela essere un personaggio positivo.

    La denuncia, se la si vuole leggere, è solo fatta di vita, semplice, forse troppo ottimista; certo non fa male nemmeno il lieto fine, né la giusta scelta, almeno una volta per questo genere di film, di sospendere il giudizio, pur con i rimandi a fatti ed avvenimenti che per la cronaca, pubblica e privata, sono all’ordine del giorno.

    Links:

    • Daniele Luchetti (Regista)

    • Elio Germano

    • Isabella Ragonese

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    Galleria Video:

    La nostra vita - trailer.flv

    La nostra vita - trailer HD.mp4

    La nostra vita - trailer HD 1080p.mp4

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