Sinossi:
La valigia sul letto è - e come potrebbe non essere? - sicuramente quella di un lungo viaggio. Ed atteso che ogni viaggio contiene sempre in sé anche un po’ il concetto di fuga, pure la valigia che Achille e Brigida si affannano a riempire può bene offrirsi ad una simile interpretazione. Ma da che cosa fuggono i protagonisti della commedia? Sicuramente fuggono da una situazione di crisi che li angustia: una crisi che è certamente economica ma conseguentemente anche sentimentale. Fare il guardiano notturno “in nero†sotto la galleria del cantiere della nuova Linea della Metropolitana non è certo il massimo…. Ed esservi costretto a campare con la propria compagna in assenza di un alloggio più confortevole certo non contribuisce a distendere gli animi…. Sicuramente fuggono da una città che propone loro molti più problemi che soluzioni. E sicuramente fuggono, in maniera forse addirittura inconsapevole, anche un po’ da se stessi, dalle proprie responsabilità , dalle proprie coscienze. Nella speranza, neppure dichiarata, che l’ “altrove†possa rivelarsi non solo un luogo dove “vivere meglioâ€, ma anche, perché no, un luogo dove “essere miglioriâ€. Ma a volerla dire tutta, bisogna allora uscire dalle metafore e onestamente confessare che se Achille e Brigida si apprestano a fuggire è soprattutto perché sottoposti al “Programma di protezione†istituito per i familiari dei pentiti. Che prevede dunque per loro un trasferimento in un’altra realtà geografica dove li attendono: una nuova identità ; una nuova casa; un nuovo lavoro…. Insomma un nuovo decoro per una rinnovata armonia. In sintesi: una magica e casuale soluzione a tutti i problemi! Talmente magica che viene quasi il sospetto che tanto casuale neanche sia… Ed è proprio questa la geniale - ma quanto amara! - soluzione che Achille Lo Chiummo, il protagonista della nostra storia, ha escogitato per sfuggire alla sua misera esistenza: alterare dei vecchi documenti del nonno all’anagrafe, cancellare una piccola lettera acca dal cognome dell’avo e ritrovarsi così, d’incanto parente del grande boss pentito Antimo Lo Ciummo (25 anni di latitanza e perciò detto “l’Antimo Fuggenteâ€!...) Con questo guizzo di fantasia tipicamente napoletano, egli crede di aver dato la svolta definitiva. Ma non ha evidentemente fatto i conti con gli imprevisti che lo costringeranno a rifugiarsi, sotto mentite spoglie, in un piccolo cimitero di campagna, costretto al ruolo di becchino, nonché alla convivenza coatta con il famigerato criminale, anche lui parcheggiato là in attesa della destinazione definitiva!
Commenti del regista "'Non ha importanza se le mie commedie mi sopravvivranno. L’importante è che siano nate vive!…' Era, questa, la risposta che Eduardo De Filippo era solito dare a coloro che, spesso, gli chiedevano se il suo Teatro avrebbe avuto un futuro anche senza la sua straordinaria presenza di attore. Ed in questa risposta io ho sempre ravvisato anche la cifra del suo alto magistero di drammaturgo; o, se si vuole, uno dei motivi del suo successo: il 'diritto dovere' che un autore ha di rivolgere la sua attenzione e la sua 'vis poetica' al proprio tempo: agli accadimenti, ai fatti, alle emozioni che scandiscono l’immaginario collettivo a lui contemporaneo. Farsi testimoni e interpreti, secondo certo la propria insindacabile sensibilità , dell’ 'hic et nunc', è, io credo, un compito al quale un artista non debba e non possa in alcun modo sottrarsi. Anzi. Saper dare voce alle speranze, ai desideri, ma anche alle paure e alle inquietudini che alimentano e turbano i nostri cuori e le nostre coscienze, è, con ogni probabilità , uno dei massimi obiettivi perseguibili da un autore. Oggi più che mai...". Links: Galleria Fotografica: 1
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