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    LO STRAVAGANTE MONDO DI GREENBERG: LA BUFFA, INTENSA E COMMOVENTE STORIA DI DUE ANIME ALLA DERIVA A LOS ANGELES CHE CERCANO DI COSTRUIRE UN RAPPORTO

    Dal 60. Festival del Cinema di Berlino - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dall'8 APRILE

    "Questo film racconta l’evoluzione di un rapporto tra due persone piene di problemi, che alla fine riescono a trovarsi superando le barriere che si sono auto-imposti. Non avevo mai girato un film come questo: ricorda un po’ quelli di Hal Ashby e Robert Altman, che negli anni ’70 indagavano la realtà dei personaggi raccontando quei piccoli momenti privati che di solito non vedi nei film".
    L'attore Ben Stiller

    "Le prime versioni di Greenberg sono emerse in altri progetti precedenti. Non necessariamente film, magari solo sceneggiature lasciate a metà, o semplici idee. Ho una bozza di una vecchia sceneggiatura con un personaggio che somiglia molto a Greenberg. Ho scritto la sceneggiatura di questo film avendo in mente una tradizione narrativa americana che ho molto amato, libri come quelli di Philip Roth, Saul Bellow, John Updike, che raccontano uomini in crisi, a un bivio della vita. Da quei romanzi sono stati tratti molti film, ma a me interessava fare un film originale in quel filone, usando solo il linguaggio cinematografico. Volevo anche fare un film che mostrasse Los Angeles come una vera città, un luogo in cui la gente vive, mette su famiglia e cresce i figli. Jennifer è di Los Angeles, e attraverso di lei sono riuscito a vedere questa città con occhi diversi. Lo stravagante mondo di Greenberg è nato anche dalla mia scoperta di Los Angeles. Ho rivisto alcuni grandi film degli anni ’70, come quelli di Paul Mazursky, John Cassavetes, Hal Ashby e Robert Altman. Ognuno aveva una visione diversa della città. Ho adorato Il lungo addio di Altman, dove Los Angeles è rappresentata in modo molto originale e personale, e non ha niente a che fare con la città del cinema a cui siamo abituati. Ma mi sono ispirato anche ai libri di Joan Didion e Leonard Michaels, che hanno scritto di Los Angeles".
    Il soggettista, sceneggiatore e regista Noah Baumbach

    (Greenberg USA 2010; tragicomedy; 107'; Scott Rudin Productions; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana Lo stravagante mondo di Greenberg

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Lo stravagante mondo di Greenberg

    Titolo in lingua originale: Greenberg

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2011

    Regia: Noah Baumbach

    Sceneggiatura: Noah Baumbach

    Soggetto: Storia di Noah Baumbach e Jennifer Jason Leigh.

    Cast: Ben Stiller (Roger Greenberg)
    Jennifer Jason Leigh (Beth)
    Greta Gerwig (Florence Marr)
    Koby Rouviere (Figlio dei Greenberg )
    Sydney Rouviere (Figlia dei Greenberg )
    Chris Messina (Phillip Greenberg)
    Susan Traylor (Carol Greenberg)
    Merritt Wever (Gina)
    Emily Lacy, Aaron Wrinkle, Heather Lockie (Membri della band al Gallery )
    Chris Coy (Ragazzo al Gallery)
    Zach Chassler (Marlon )
    Mina Badie (Peggy)
    Rhys Ifans (Ivan Schrank)
    Blair Tefkin (Megan)
    Mark Duplass (Eric Beller)
    Cast completo

    Musica: James Murhpy; George Drakoulias (supervisore)

    Costumi: Mark Bridges

    Scenografia: Ford Wheeler

    Fotografia: Harris Savides, ASC

    Montaggio: Tim Streeto

    Casting: Francine Maisler, C.S.A.

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Roger Greenberg (Ben Stiller) è un newyorkese doc che si trasferisce a Los Angeles convinto di poter aiutare il fratello. In realtà aiuterà se stesso finendo per intrecciare una relazione con l'assistente del fratello stesso ...

    IN DETTAGLIO:

    Florence Marr (Greta Gerwig), aspirante cantante, sta cercando di trovare il suo posto nel mondo. Lavora come assistente personale presso la famiglia Greenberg, e comincia e finisce ogni sua giornata occupandosi dei bisogni degli altri. In netto contrasto con la vita brillante che i Greenberg conducono nella loro casa elegante sulle colline di Hollywood, Florence vive in un minuscolo appartamento e canta nei locali a esibizione libera.

    Quando Phillip Greenberg (Chris Messina) parte con moglie e figli per un lungo viaggio in Europa, Florence all’improvviso si ritrova libera da impegni, a fare i conti con la propria vita. Ogni tanto va a casa dei Greenberg a trovare il cane Mahler, e a controllare come se la cava il fratello di Phillip, Roger (Ben Stiller), venuto a Los Angeles per fare da guardiano alla casa.

    Single e sulla quarantina, Greenberg è intelligente, spiritoso, pungente e, come Florence, smarrito. E’ a un bivio della sua vita. Dopo il fallimento di una breve carriera di musicista a Los Angeles, ha lavorato per un certo periodo a New York come falegname. Ora sostiene di non stare facendo “assolutamente nullaâ€, e passa tutto il suo tempo a scrivere lettere di protesta e a costruire una cuccia per il cane. Cerca di riallacciare i rapporti con il suo vecchio amico ed ex-membro della band, Ivan (Rhys Ifans), e con la sua vecchia fiamma Beth (Jennifer Jason Leigh), ma sia Ivan che Beth sono andati avanti con la loro vita, mentre lui si è limitato a restare a galla. E ora che deve rimettere in moto la sua vita, scopre che i tempi sono cambiati e che i vecchi amici non sono necessariamente i migliori.

    Avendo vissuto anni a New York, Greenberg non guida e si ritrova isolato nella casa del fratello. La sua vulnerabilità intenerisce Florence, che lo aiuta a muoversi per Los Angeles e a occuparsi di Mahler. Quello che comincia come un favore al suo datore di lavoro, si trasforma in un legame piacevolmente eccentrico e imprevedibilmente importante. E mentre Greenberg scopre che è impossibile non fare “assolutamente nullaâ€, la strana bellezza del rapporto che costruisce con Florence comincia a sembrargli sempre di più come un buon motivo per essere felice.

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Due esistenze alla deriva sullo sfondo di una pacata Los Angeles si incontrano come potevano farlo due protagonisti di un film francese della Nouvelle Vague, come potevano raccontarlo certe storie sul finire degli anni Sessanta e Settanta. La pellicola di Noah Baumbach si sviluppa attraverso un ritmo sincopato che trova energia nei caratteri di lui e di lei, e non in una sceneggiatura fatta di evoluzioni e colpi di scena, che in questo caso segue soltanto i personaggi in tutta la loro implosione affettiva e psicologica.

    Noah Baumbach ha regalato diverse perle al cinema, in particolare come sceneggiatore per Wes Anderson (suoi gli script de Le avventure acquatiche di Steve Zissou e Fantastic Mr Fox) e 'tuttofare' ne Il calamaro e la balena, dove traccia un bellissimo ritratto autobiografico di una famiglia in crisi dopo che la coppia si separa in una sudicia e radical chic New York anni Ottanta.

    È ora il turno della crisi di un quarantenne compulsivo e nevrotico, appena uscito da una casa di cura, che si ritrova a vivere solo nella casa del ricco fratello che ce l’ha fatta, ora in vacanza con la famiglia, e di una venticinquenne che fa l’assistente, persa dai ritmi della vita. Entrambi costretti a vivere una vita che non vogliono ed entrambi vittime di se stessi. Essenziale qui il confronto fra una New York dalla quale proviene l’uomo, una città caotica, grigia, e una Los Angeles ordinata, soleggiata, pulita e più pacifica che mai, quasi priva di fisicità. In questo confronto, Roger Greenberg è un esempio da manuale della Grande Mela e il confronto con Woody Allen ci sta tutto. Ma Baumbach è regista e narratore dall’animo indie, guarda con un occhio all’Europa e uno a New York, cerca di fare della sua opera un film intellettuale alla californiana

    e gli esce pure bene sotto un aspetto estetico e una ricerca introspettiva, accompagnato dall’ottima prova dei due protagonisti (la semi-esordiente Greta Gerwig è da tenere d’occhio, mentre Ben Stiller regala la miglior prova della sua carriera dimostrando un registro drammatico sempre agognato, forse avvicinato nella sua comicità, ma mai messo in pratica del tutto e mai con questa raffinatezza). Ma alla fine resta un film con dialoghi verbosi, troppo giocato sull’autocompiacimento; ennesima crisi di una generazione borghese che non ce l’ha fatta e che subisce il peso famigliare.

    Quello di Noah Baumbach è un film elegante, bello nelle scelte stilistiche, ricercato nell’aspetto filmico, colto nelle citazioni musicali, letterarie e artistiche, ma poco partecipe e freddo. Una grande conoscenza di quello che c’è avanti e dietro e dentro la macchina da presa fanno di questo Stravagante mondo di Greenberg forse l’opera migliore di Baumbach sotto l’aspetto formale, ma a differenza

    del più autobiografico Il calamaro e la balena o il più scoppiettante Il matrimonio di mia sorella, stavolta l’autore non ci mette del suo e sembra che compia solo un lavoro cerebrale e manicheo. Come un genitore vuole bene in egual modo ai propri figli, alla fine tende sempre a preferirne uno, che in genere è quello che gli sta più simpatico, anche se magari è quello più scapestrato e che crea più problemi, ma è più genuino di quello preciso che fa sempre il suo dovere. Di quelle opere che non si può non apprezzare, ma che non si riescono ad amare.

    Bibliografia:

    Nota: Si ringrazia Orazio Bernardi (QuattroZeroQuattro)

    Pressbook:

    PRESSBOOK in ITALIANO de LO STRAVAGANTE MONDO DI GREENBERG

    Links:

    • Ben Stiller

    • Rhys Ifans

    • Jennifer Jason Leigh

    • Greta Gerwig

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    Galleria Video:

    Lo stravagante mondo di Greenberg - trailer

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Cara American Airlines'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Caro Sindaco Bloomberg'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Faccio il falegname'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Cara Starbucks'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Chi è il terzo 'Fare solo sesso'?'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Potevamo sposarci e avere dei figli'

    Lo stravagante mondo di Greenberg - clip 'Telefonata in segreteria'

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