I MERCENARI - THE EXPENDABLES: IL 'MUCCHIO SELVAGGIO' MERCENARIO 'SACRIFICABILE' PER SYLVESTER STALLONE, QUI DI NUOVO CINEASTA A TUTTO TONDO QUALE REGISTA, SCENEGGIATORE, ATTORE E CO-PRODUTTORE
RECENSIONE - Dalla 66. Mostra del Cinema di Venezia (Anteprima di alcune sequenze) - dal 1° SETTEMBRE
"'THE EXPENDABLES' è una storia sull’eroismo e sul prezzo che la gente paga per salvare gli altri. E’ un grande intreccio di azione e insieme di commedia".
Il regista, sceneggiatore e attore Sylvester Stallone
(The Expendables USA 2010; azione; 103'; Produz.: Millennium Films/Nu Image Films/Rogue Marble; Distribuz.: 01 Distribution)
Ambientato in Costa Rica e Louisiana, il film segue le vicende di un 'mucchio selvaggio' di vecchi mercenari che impegnati in una missione per rovesciare un dittatore sud americano.
IN DETTAGLIO:
Barney Ross (SYLVESTER STALLONE) è un uomo che non ha niente da perdere. E’ coraggioso, privo di emozioni, è lui il capo, il saggio e lo stratega di questa banda che vive ai margini della società , una banda di uomini uniti da un forte legame.
Le uniche cose cui è legato sono un camioncino, un idrovolante e la squadra di mercenari moderni composta da Lee Christmas (JASON STATHAM), ex SAS ed esperto di qualsiasi arma dotata di una lama, Yin Yang (JET LI), maestro di Close Quarter Combat, Hale Caesar (TERRY CREWS), che conosce Barney da 10 anni ed è uno specialista di armi a canna lunga, Toll Road (RANDY COUTURE), grande esperto di demolizioni considerato come l’intellettuale del gruppo e Gunnar Jensen (DOLPH LUNDGREN), veterano del combattimento ed esperto cecchino, in lotta con i suoi ‘demoni’ personali.
Il misterioso Church (BRUCE WILLIS) offre a Barney un lavoro che nessun altro accetterebbe e Barney e il suo team di ‘sacrificabili’ si avviano perciò ad intraprendere quella che apparentemente sembrerebbe una normale missione: deporre il Generale Gaza (DAVID ZAYAS) - il dittatore assassino dell’isola di Vilena - e porre così fine agli anni di morte e distruzione inflitti al suo popolo.
Nel corso di una missione di ricognizione nell’isola di Vilena, Barney e Christmas incontrano il loro contatto Sandra (GISELLE ITIÈ) ma quando le cose si mettono male, sono costretti a scappare e ad abbandonare Sandra al suo destino e quindi ad una sicura condanna a morte.
Ossessionato dall’idea di aver fallito la missione, Barney convince il team a far ritorno a Vilena per salvare l’ostaggio e portare a termine il lavoro. E, forse, anche per salvare un’anima: la sua.
Dal >Press-Book< de I mercenari - The Expendables
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Sembra che tutto sia rimasto sospeso nel tempo e poi ripreso come per gioco, in mezzo ad una giungla di foglie e di spari, di esplosioni folli per i duri a morire del grande schermo.
Ciascuno secondo la sua parte, il gangster, l’uomo della Cia, il fuoriuscito, il traditore, l’eroe di molte battaglie, il guerriero nero con la passione per le armi, l’orientale piccolo ma infallibile, il duro che ha sfortuna con le donne, tutti alla corte di nonno Rourke, l’ex mercenario un po’ guru che alla fine della carriera dovrebbe essere un tatuatore ma sembra che in realtà lasci tutto incompiuto, anche i suoi disegni.
Un gruppo di amici e di colleghi, nel cinema come nella carriera, un manipolo di duri ritrovati e raccolti sotto l’egida di un Sylvester Stallone al contempo regista e sceneggiatore, un ruolo che in questa chermesse metacinematografica gli riesce alla perfezione, con sarcasmo e classe.
Donne e
motori, bombe e a ciascuno il suo ruolo in una trama che non è nuova ma riprende appunto da dove si era lasciata; azione alla 007, giochi di potere, governi usurpati e in balia di un commando militare, la fanciulla coraggiosa da salvare, tutto al proprio posto come l’esplosivo al plastico sapientemente piazzato per far saltare in aria il coloniale edificio del dittatore del momento, come le segrete dove si torturano i prigionieri, gli stretti cunicoli e i vezzi edonistici delle sale di palazzo con tende pesanti e candelabri; e come non notare che, come accadeva una volta, qui i buoni sono davvero senza un graffio al termine dell’avventura?
sui suoi passi e mostrare che alla fine il celebre gigante scandinavo, tanto cattivo non è.
L’eroe pesta sempre duro, ma dentro ha il cuore tenero.
Ed anche la storia ha un cuore, un’anima ed un fine ben preciso espresso da una sceneggiatura brillante ed a tratti irridente che fa il verso con ironia alle stesse icone che i protagonisti rappresentano e che un po’ si sentono appiccicate addosso.
Fa sorridere l’allusione riferita a Trench-Arnold Schwarzenegger, in qualità di governatore della California, di voler diventare presidente, come pure fa sentire un po’ a casa accoccolati sul divano rivedere Bruce Willis (dopo Slevin e Billy Bathgate, per citarne solo alcuni) nei panni di Church, il gangster fuoriuscito dalla Cia.