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    Home Page > Movies & DVD > Orphan

    ORPHAN: SULLA SCIA DEI CLASSICS DI GENERE UN THRILLER VIRATO SULL'HORROR, LA' DOVE LA MALVAGITA' E' FANCIULLA. MA NON E' CHE UNA TRA LE TANTE, PREDILETTE, MASCHERE LUCIFERINE

    "Esther viene accolta in famiglia, ma subito dopo il suo arrivo vediamo che non è innocente come sembrava. Quando in un film c’è un bambino perfido che compie malvagità, le cose si sviluppano in modo più sottile rispetto a un horror classico, iniziano poco a poco e prima che tu capisca che hai un nemico in casa la ragazzina ha già manipolato la situazione".
    Il regista Jaume Collet-Serra

    "Esther is welcomed into the family, but soon after her arrival we see that she’s not as innocent as she seemed. In a film, when you have an evil kid who does evil things, you start small and more subtly than you might expect in a horror movie. Little things start happening, and before you realize it you have an enemy inside the house, this little girl manipulating the situation".
    Director Jaume Collet-Serra

    (Orphan USA/CANADA 2009; Thriller drammatico horror del mistero; 123'; Produz.: Warner Bros. Pictures, in associazione con: Dark Castle Entertainment/Appian Way/DCP Orphan Productions/Don Carmody Productions; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana Orphan

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    (See Flash Review by Todd McCarthy, "www.variety.com", here - Voice: 'Il giudizio della critica' - 'International Press')

    Titolo in italiano: Orphan

    Titolo in lingua originale: Orphan

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Jaume Collet-Serra

    Sceneggiatura: David Johnson

    Soggetto: Storia di Alex Mace

    Cast: Vera Farmiga (Kate Coleman)
    Peter Sarsgaard (John Coleman)
    Isabelle Fuhrman (Esther)
    CCH Pounder (Sorella Abigail)
    Jimmy Bennett (Daniel Coleman)
    Margo Martindale (Dr. Browning)
    Karel Roden (Dr. Varava)
    Aryana Engineer (Max Coleman)
    Rosemary Dunsmore (Nonna Barbara)
    Jamie Young (Brenda)
    Lorry Ayers (Joyce)
    Brendan Wall (Detective)
    Genelle Williams (Sorella Judith)
    Mustafa Abdelkarim (amico di Daniel)

    Musica: John Ottman

    Costumi: Antoinette Messam

    Scenografia: Tom Meyer

    Fotografia: Jeff Cutter

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    La tragica perdita del figlio, morto ancor prima di nascere, devasta i coniugi Kate (Vera Farmiga) e John Coleman (Peter Sarsgaard) a tal punto da mettere in crisi il loro matrimonio. La mente di Kate inizia inoltre a produrre i tormenti inflitti da incubi e visioni riesumati dalle profondità del passato. In questa disperata lotta per la sopravvivenza l’adozione di un bambino sembra ai due coniugi una possibile via d’uscita. All’orfanotrofio locale la coppia rimane profondamente colpita da una bambina di nove anni, Esther (Isabelle Fuhrman). Ma una volta a casa loro, l’apparente angelico aspetto della bambina sembra nascondere, in realtà, qualcosa di veramente inquietante: un'allarmante serie di inspiegabili eventi tradisce difatti la natura diabolica della personalità della bambina, tanto da rendere la vita dei due coniugi un vero inferno…

    SYNOPSIS:

    The tragic loss of their unborn child has devastated Kate (Vera Farmiga) and John (Peter Sarsgaard), taking a toll on both their marriage and Kate’s fragile psyche as she is plagued by nightmares and haunted by demons from her past. Struggling to regain some semblance of normalcy in their lives, the couple decides to adopt another child. At the local orphanage, both John and Kate find themselves strangely drawn to a young girl named Esther (Isabelle Fuhrman)…but Esther is not what she appears to be and, concerned for the safety of her family, Kate tries to get John and others to see past Esther’s sweet facade. But her warnings go unheeded until it may be too late…for everyone
    .

    Dal >Press-Book< di Orphan

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Un thriller con venature horror con tutti gli elementi classici del genere e con riferimenti neanche troppo velati a Il presagio (si veda la drammatica scena iniziale) di Richard Donner, a Rosemary’s Baby di Roman Polanski, ma soprattutto a Il giglio nero di Mervyn LeRoy del 1956, con cui ha ulteriormente in comune la ricerca di una spiegazione scientifica, razionale e non sovrannaturale della malvagità “fanciullesca”, se possiamo dire così, ma non vogliamo svelarvi assolutamente nulla. Di conseguenza, tutto trova una giustificazione, una razionalizzazione comportamentale e psicologica. Ma, se la pellicola del 1956 aveva un impatto innovativo sul pubblico perché era la prima volta che veniva raccontata al cinema una vicenda in cui una bambina provava pulsioni omicide e di crudeltà caratteriale, a distanza di oltre cinquant’anni ci troviamo in una realtà ben a lungo sedimentata dal mezzo artistico e, soprattutto, dalla cronaca. Il regista spagnolo Jaume Collet-Serra dirige, però,

    con coscienza e grande impatto emotivo un’opera dal sapore classico, intrisa di un incalzante senso del ritmo e occhio cinefilo, in particolare nella seconda parte, quando la vicenda si arricchisce di elementi psicologici sempre più cupi e drammatici, anche se in sé alquanto banalizzati. Il punto meglio sviluppato del film è, da parte dello sceneggiatore David Leslie Johnson, il caleidoscopico personaggio della madre adottiva Kate, stranamente molto curato nella scrittura rispetto al marasma di thriller di media produzione delle major americane, arricchito, inoltre, influenzato dalle preziose sfumature date dalla straordinaria Vera Farmiga, impostasi dalla critica con l’indipendente Down to the Bone di Debra Granik, ma ricordata prevalentemente per The Departed di Martin Scorsese e Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman e votatasi sul grande schermo ad allevatrice di piccoli mostri (rammentate Joshua di George Ratliff?), il cui talento, però, meriterebbe pellicole di ben più alto livello

    di questa. Onore anche alla giovanissima Isabelle Fuhrman, nelle vesti della demoniaca Esther, che è capace di sviluppare al meglio, alla sua giovanissima età, un personaggio altrettanto complesso e sfaccettato diviso fra una candida esteriorità e una luciferina interiorità. In realtà, l’opera terza di Collet-Serra non è priva di difetti, a cominciare da una storia mancante di originalità e intrisa di cliché legati agli istituti per giovani ragazzi senza genitori o sulle procedure di adozione o all’idea che gli americani (o per meglio dire il suo cinema) ha dell’Europa dell’Est. Come se non bastasse, il cosiddetto “mistero” di Esther si comprende anche abbastanza facilmente molto prima che venga svelato. Sicuramente il plot narrativo non racconta nulla di nuovo, la malvagità del bambino visto come elemento nuovo o estraneo è sicuramente materiale già sfruttato fino alla nausea, ma Orphan, nel complesso e nonostante le sue carenze, ha il pregio di saper

    tenere piuttosto lesta l’attenzione dello spettatore dopo i primi tre quarti d’ora. Polemiche su polemiche hanno investito il film perché secondo le associazioni per la tutela delle adozioni metterebbe in cattiva luce i bambini in attesa di affidamento temporaneo o definitivo. Ma sono i bambini stessi a comprendere che si tratta solamente di un film! Quindi, tranquilli!

    Bibliografia:

    Sito ufficiale. www.orphan-movie.com

    Links:

    • Jaume Collet-Serra (Regista)

    • Vera Farmiga

    • Margo Martindale

    • Peter Sarsgaard

    • THE ORPHANAGE - INTERVISTA con il regista JUAN ANTONIO BAYONA (Interviste)

    1

    Galleria Video:

    Il giudizio della critica

    The Best of Review

    International Press

    TODD MCCARTHY ("www.variety.com"):

    "Teasingly enjoyable rubbish through the first hour, "Orphan" becomes genuine trash during its protracted second half. This "Bad Seed" rehash about an adopted Russian girl who deliberately foments mayhem in an upscale family is intent on getting a rise out of the audience and does so, but mostly in the wrong ways. Fine actors, fancy production values and attempts to invest horror with extra depth create a classy patina, and the ultimate "reveal" is a lulu not to be tipped off, but it's all just too absurd to keep riding with it. Adoption advocates are justifiably fearful about pic's possibly negative impact on their business, but Warner Bros. has little to fear from this eminently promotable item where its coffers are concerned".

    Italian Press

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