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    EARTH LA NOSTRA TERRA: UNA CELEBRAZIONE DELLA BELLEZZA DEL NOSTRO PIANETA CHE CI RICORDA ANCHE LA FRAGILITA' DEL LUOGO IN CUI VIVIAMO

    "Ho lavorato in alcuni progetti imponenti, ma tutti scompaiono di fronte alle dimensioni di 'EARTH'. Negli ultimi cinque anni, abbiamo girato in oltre 200 location nel mondo, passato il numero record di 4.500 giorni sul terreno e impiegato oltre 40 cameramen, tutti esperti assoluti nel loro campo. Ogni ripresa presentava delle importanti sfide logistiche. Avere accesso alle location ha richiesto anni di negoziazioni. Ma grazie alla nostra esperienza, conoscenza logistica e reputazione, siamo riusciti a farcela e a tirar fuori delle immagini meravigliose, qualcosa che non si può semplicemente acquistare".
    Il regista Alastair Fothergill

    (Earth REGNO UNITO/GERMANIA 2007; documentario ambientalista; 98'; Produz.: Disneynature/BBC Worldwide e Greenlight Media; Distribuz.: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia)

    Locandina italiana Earth la nostra terra

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Earth la nostra terra

    Titolo in lingua originale: Earth

    Anno di produzione: 2007

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Alastair Fothergill
    Mark Linfield

    Sceneggiatura: Leslie Megahey, Alastair Fothergill e Mark Linfield

    Soggetto: PRELIMINARIA:

    Cinque miliardi di anni fa un imponente asteroide si abbatté su una Terra ancora giovane, spostandola a esattamente 23,5 gradi di inclinazione rispetto al sole.
    Questo incidente cosmico si è rivelato un assoluto miracolo, perché senza questa fondamentale inclinazione tutto sarebbe stato decisamente diverso. E’ questo che ha creato la spettacolare varietà di territori diversi sul nostro pianeta, gli estremi del caldo e del freddo e, cosa più importante, le stagioni che cambiano nel corso dell’anno. Incominciando nell’inverno artico a 1.100 chilometri dal Polo Nord, “EARTH la nostra terra†segue l’influenza calda del sole, mentre si sposta a sud rispetto all'Artico. Questo epico viaggio globale è raccontato attraverso lo sguardo dei nostri tre protagonisti. Osserviamo una famiglia di orsi polari che combatte per nutrire i propri neonati, mentre il sole scioglie il ghiaccio sotto le loro zampe. Ci stupiamo alla determinazione di una madre elefante mentre guida il suo piccolo cucciolo in un viaggio infinito attraverso il deserto del Kalahari in cerca di acqua. Infine, vediamo una balena megattera e il suo piccolo mentre affrontano la migrazione più lunga di ogni mammifero marino, quattromila chilometri dai tropici all’Antartico in cerca di cibo. Le vite di tutti gli animali nel nostro pianeta sono dominate dal percorso annuale del sole a nord e sud. Le sfide delle nostre tre star principali sono ambientate in una storia globale ed epica di cambiamenti stagionali, con una minaccia crescente
    a causa del riscaldamento globale.

    Cast: Patrick Stewart (Voce narrante in lingua originale)
    James Earl Jones (Altra voce narrante)
    Paolo Bonolis (Voce narrante in lingua italiana)
    Ulrich Tukur (Voce narrante in lingua tedesca)

    Musica: George Fenton (musiche sinfoniche: Berliner Philharmoniker)

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    EARTH è la storia epica di un pianeta fortunato. Per quanto ne sappiamo, il nostro pianeta è l’unico nell’Universo a ospitare la vita. Per una casualità cosmica, siamo capitati alla giusta distanza dal sole per produrre il clima perfetto per la vita. Né troppo lontano, né troppo vicino, non troppo caldo o freddo. Ma questo era solo l’inizio della fortuna del nostro pianeta. Cinque miliardi di anni fa, quando il nostro pianeta era ancora instabile, un imponente asteroide dalle dimensioni di Marte si abbatté sulla Terra, spostandola a esattamente 23,5 gradi di inclinazione rispetto al sole. Questo incidente cosmico si è rivelato un assoluto miracolo, perché senza questa fondamentale inclinazione tutto sarebbe stato decisamente diverso. Ogni anno, mentre il nostro pianeta gira intorno al sole, questa inclinazione dà origine alle stagioni. Nell’estate settentrionale il Polo nord è vicino al sole, mentre in inverno avviene il contrario. Tutta la vita sulla Terra alla fine viene sostenuta dall’energia solare e, mentre la sua calda influenza si sposta a nord e sud durante il ciclo mutevole delle stagioni, ogni forma di vita sulla Terra segue il suo risveglio.

    EARTH la nostra terra porta il pubblico a compiere questo viaggio epico assieme al sole. Noi viaggiamo dal Polo nord al Polo sud, passando per la maggiore catena montuosa del mondo, i deserti più aridi, i fiumi più potenti e i mari più agitati. Non siamo da soli, ma affrontiamo questo epico viaggio attraverso gli occhi e le
    esperienze delle nostre tre stelle: una famiglia di orsi polari; un branco di elefanti; e una balena megattera e il suo cucciolo appena nato. Il nostro viaggio inizia nell’Artico superiore a 1.100 chilometri a sud del Polo Nord. E’ la fine dell’inverno e un orso polare maschio è fuori in perlustrazione. Non vede il sole da mesi. A marzo il sole sorge per la prima volta sull’orizzonte artico. E’ l’inizio della primavera e noi osserviamo questi momenti intimi, mentre una femmina di orso polare e i suoi due cuccioli neonati emergono per la prima volta dalla loro tana sotto la neve. La madre non mangia da quattro mesi ed è affamata. Utilizzando il suo latte come esca, la madre cerca di incoraggiare i cuccioli nervosi a uscire dal conforto della tana e addentrarsi nel ghiaccio marino. E’ qui che lei dovrà cacciare le foche per evitare di morire affamata. Ma si deve sbrigare, perché il sole primaverile ha già iniziato a sciogliere il ghiaccio. Lontano, l’orso polare maschio, padre dei cuccioli, è già nei guai. Lui lotta disperatamente mentre il ghiaccio si scioglie sotto le sue zampe. Ogni anno, mentre le temperature globali si alzano, c’è sempre meno ghiaccio nell’Artico e questo risulta un disastro per gli orsi polari. Noi lasciamo che la nostra famiglia si chieda se sopravviverà alla prossima estate.

    EARTH pone le storie intime delle nostre stelle animali sullo sfondo epico dei territori più spettacolari del mondo. Lasciando le distese di ghiaccio dell’artico, seguiamo l’influenza calda del sole spostarsi a sud verso l’equatore. 1.600 chilometri a sud del Polo Nord, la neve che si scioglie rivela la prima vegetazione, i prati infiniti della tundra artica. Questa distesa immensa di vegetazione rimane praticamente senza vita d’inverno, ma ogni estate migliaia di visitatori arrivano da sud per sfruttare la breve abbondanza di cibo in estate. In Canada, tre milioni di caribou percorrono più di tremila chilometri a nord seguendo il disgelo. Si tratta della migrazione più lunga percorsa a piedi sulla Terra e uno dei maggiori spettacoli naturali. Questi vasti branchi non viaggiano da soli. Infatti, vengono seguiti da lupi affamati per tutto il percorso. Noi osserviamo una caccia completa di un lupo dall’alto, mentre questi predatori lavorano di squadra per separare un cucciolo dalla madre. Come terminerà questo inseguimento eccitante e prolungato?

    Per raggiungere i primi alberi presenti sul nostro pianeta dobbiamo viaggiare ancora più a sud. A 2.000 chilometri dal Polo Nord, i piccoli arbusti rappresentano la ‘linea di alberi’ del nostro pianeta. E’ l’inizio della Taiga, la maggiore foresta di conifere nel mondo, che si estende per tutto l’emisfero settentrionale e che rappresenta un terzo di tutti gli alberi sulla Terra. Per buona parte dell’anno, la Taiga è un territorio ricoperto dalla neve, un mondo silenzioso dove raramente si vedono delle orme. Gli animali che ci vivono, come la lince solitaria, rappresentano il vero spirito della natura selvaggia. A 2.500 chilometri a sud del Polo nord arriviamo ai boschi pieni di foglie che conosciamo bene. Qui l’estate è sufficientemente lunga perché i boschi decidui prendano il sopravvento sulle conifere. E’ il territorio delle campanule e degli usignoli, delle volpi e dei cervi. A primavera, vediamo i piccoli di anatra mandarina fare i loro primi coraggiosi salti dai nidi che si trovano in alto sugli alberi. E in inverno, quando gli alberi decidui perdono le foglie, notiamo il più raro felino del mondo, un leopardo di Amur e il suo cucciolo, che cercano di sopravvivere nel freddo feroce della Siberia.

    Alla fine, il nostro viaggio epico arriva all’Equatore. Questa è l’unica parte del nostro pianeta senza stagioni, perché nei tropici il sole splende stabilmente per dodici ore ogni giorno dell’anno. Con tanta energia a disposizione, la giungla cresce senza controllo e supporta una meravigliosa varietà di vite. Sebbene rappresenti soltanto il 3% del territorio del nostro pianeta, la foresta pluviale ospita più di metà di tutte le piante e degli animali del pianeta. Nella sola Papua New Guinea, ci sono 42 specie diverse di Uccelli del Paradiso e noi ci sorprendiamo alla loro straordinaria varietà e alle loro divertenti esibizioni per l’accoppiamento. La giungla non dipende soltanto da una presenza di sole costante tutto l’anno, ma anche dal fatto di ricevere una maggiore quantità di pioggia rispetto a ogni altro luogo sulla Terra. Senza le piogge non ci sarebbero foreste pluviali, ma soltanto deserto.

    I deserti coprono un terzo della superficie terrestre del pianeta e stanno aumentando ogni anno. Il nostro viaggio prosegue nei deserti più aridi del mondo, dove veniamo colpiti dalle tempeste di sabbia del Sahara. Voliamo sopra le maggiori dune di sabbia in Namibia e nel deserto del Kalahari noi incontriamo la seconda delle nostre
    stelle animali, una elefantessa madre e il suo cucciolo nato da poco
    . E’ la stagione arida e migliaia di elefanti stanno lottando nel Kalahari in cerca di acqua fresca. Pesanti nuvole di polvere soffiano nel deserto e c’è il forte rischio che la madre e il suo cucciolo vengano separati dalla tempesta di sabbia. Dopo diversi giorni di viaggio, la
    matriarca finalmente porta il branco a una pozza d’acqua isolata nel deserto. Almeno il cucciolo e la madre possono soddisfare la loro sete, ma non bevono da soli. Gli elefanti sono obbligati a condividere la preziosa acqua con dei leoni affamati. Nel corso della giornata gli elefanti dominano la pozza, ma di notte l’equilibrio del potere cambia
    decisamente. I leoni vedono molto meglio nell’oscurità e noi assistiamo con orrore mentre i leoni cercano di sottrarre il nostro cucciolo dalla madre. Gli elefanti si riuniscono attorno ai loro piccoli per formare un muro di difesa e per nasconderli. Frustrati dalla loro difesa, i leoni devono cambiare tattica. Si tratta del maggiore branco di leoni in Africa e trenta di loro si coalizzano per attaccare un giovane elefante. Il cucciolo e sua madre riusciranno a sopravvivere alla notte e continueranno il viaggio in cerca di acqua e necessario per continuare ad assicurare la loro sopravvivenza? Gli elefanti lottano per arrivare al delta di Okavango, ancora lontano centinaia di chilometri. In questo momento il delta è asciutto, ma presto arriverà il flusso delle acque.

    Le vite delle nostre star elefanti dipendono dal sole come quelle degli orsi polari. Il ritmo annuale del sole influenza il ciclo dei periodi asciutti e piovosi, che costringe gli elefanti a spostarsi continuamente in cerca di acqua fresca. Proprio come fatto con l’orso polare, EARTH inserisce le lotte intime degli elefanti su uno sfondo globale legato alla presenza di acqua sul nostro pianeta. Per mezzo di una spettacolare fotografia time-lapse dall’alto,
    osserviamo delle imponenti tempeste formarsi dai mari tropicali prima di scatenarsi sulla terraferma, per poi arrivare alle maggiori catene montuose del nostro pianeta. Rimaniamo meravigliati di fronte agli stormi di damigelle di Numidia, che affrontano una migrazione incredibile sulle maggiori vette del nostro pianeta, l’Himalaya. Loro devono raggiungere i terreni dove si nutrono dall’altra parte delle catene montuose per svernare in climi più temperati.

    Le nuvole portate in su dai venti delle montagne si raffreddano e cedono il loro vapore in forma di neve. Quando il calore del sole fonde questa neve, noi seguiamo il percorso verso l’oceano. Le nostre cineprese ci portano direttamente a vedere le cascate più alte e ampie e poi verso il sole. Mentre questa acqua passa attraverso terreni desertici, l’Okavango diventa un paradiso fertile. Dopo settimane di cammino, la madre elefantessa e il suo cucciolo sono finalmente arrivati. Noi apprezziamo il loro piacere evidente, mentre la madre e il cucciolo giocano insieme nelle acque cristalline.

    Proprio come avviene sulla terraferma, il sole nutre la vita negli oceani ed è qui che ci spostiamo per l’ultimo palcoscenico del nostro viaggio. Le nostre terze stelle sono una madre di balena megattera e il suo cucciolo neonato, che incontriamo per la prima volta nelle acque tropicali vicino all’Equatore. Queste acque calde e tranquille sono un buon posto per partorire e crescere i piccoli. Il nostro cucciolo ha solo poche settimane e la madre lo porta delicatamente vicino alla superficie in modo che possa respirare. Il piccolo riceve seicento litri di latte al giorno dalla madre, ma lei è affamata. Non c’è nulla per lei in queste acque cristalline. Alla fine, quando il cucciolo ha cinque mesi, la madre lo porta ad affrontare il maggiore viaggio di qualsiasi altro mammifero marino, quasi 6.500 chilometri dai tropici fino agli estremi meridionali del nostro pianeta in Antartico. Da un punto di vista aereo unico, volando proprio sopra le balene, le nostre cineprese li seguono per tutto il viaggio. Mentre si recano a sud, le balene incontrano alcuni dei maggiori spettacoli marini. Un centinaio di esemplari di pesce spada viaggiano nell’oceano a circa 100 chilometri all’ora in cerca di cibo. Un grande squalo bianco, ripreso in ultra 'slow motion', si lancia fuori dall’oceano per catturare la sua preda, una foca, e così, questa volta, il cucciolo di balena viene risparmiato.

    Alla fine la balena megattera e il suo cucciolo arrivano in Antartico giusto in tempo per l’estate. Il sole ha sciolto il ghiaccio e la vita è tornata. Ora la balena megattera può fare scorta di cibo. Le balene collaborano per creare una rete di bolle a spirale con cui raccolgono i krill, simili ai gamberetti. Ma le balene devono fare in fretta, perché presto l’influenza calda del sole si sposterà a nord e il mare congelerà nuovamente, costringendo le balene ad avventurarsi ancora una volta verso i tropici.

    Mentre il sole abbandona l’Antartico, avviene il maggiore cambiamento stagionale sul nostro pianeta. Il continente torna nuovamente all’oscurità e soltanto l’Aurora Australis illumina i cieli meridionali. A nord del nostro pianeta, dove è cominciato il nostro viaggio, è estate profonda e il mondo ghiacciato del nostro orso polare svanisce completamente sotto le sue zampe. Dopo molti giorni in mare, l’esausto orso maschio alla fine raggiunge la terra, attirato all’odore pungente di una colonia di trichechi. I trichechi sono molto più grandi delle sue prede abituali, le foche, ma il nostro maschio è affamato. Alla disperata ricerca di cibo, cerca di sottrarre un cucciolo di tricheco dalla folla di adulti possenti. Il maggiore carnivoro terrestre del mondo ha incontrato un valido avversario, visto che continua a fallire nei suoi tentativi. Alla fine, la disperazione lo rende avventato e così subisce una ferita mortale dalla potente zanna di un tricheco. Soltanto gli orsi sull’orlo della morte per fame rischierebbero di attaccare una preda così pericolosa. Il nostro orso ha tentato la sorte e ha perso. Noi osserviamo i suoi ultimi momenti mentre lui giace esausto in attesa della morte.

    Mentre il clima globale continua a riscaldarsi e i ghiacci artici a sciogliersi più precocemente ogni anno, un numero sempre maggiore di orsi polari si imbatteranno nello stesso triste destino. L’orso polare è diventato un emblema dello stato del nostro pianeta e di tutti gli animali che lottano per sopravvivere assieme a noi. Finalmente, abbiamo iniziato a capire quanto sia precario lo stato della Terra.

    EARTH la nostra terra è il ritratto definitivo della bellezza che ci è rimasta. La speranza è che ci ispiri per cambiare e preservare quello che un tempo era “un pianeta fortunato†e che noi chiamiamo casa.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    PRELIMINARIA:

    Mai nella storia del cinema tanto tempo e risorse sono stati investiti in un documentario. EARTH è il ritratto definitivo del nostro pianeta, che rivela le sue meraviglie naturali come non erano mai state presentate prima d’ora. In un momento in cui
    tutti stiamo diventando sempre più coscienti del fragile stato del pianeta che chiamiamo casa, EARTH la nostra terra è il film più attuale che possa esistere.

    COMMENTO CRITICO:

    Con Earth la nostra terra si ha più l’idea di un abbraccio affettuoso e romantico nei confronti del nostro amato e pur bistrattato pianeta che non di un documentario nel senso stretto del termine. La voce fuori campo di Paolo Bonolis accompagna immagini e sequenze - alcune anche straordinarie - in linea con le canoniche frequenze monocordi degli innumerevoli documentari ambientalisti sciorinati quotidianamente dal piccolo schermo. Ma il genere di riprese di particolari sequenze tradisce schegge di altissima tecnologia in grado di mettere

    la freddezza della tecnica al servizio di un effetto d’insieme affettuosamente romantico, davvero celebrativo delle straordinarie bellezze tuttoggi appannaggio del pianeta Terra.

    E’ d’altra parte orgogliosamente dichiarato il notevole dispiegamento di forze che ha occupato ben 40 troupe specializzate, per cinque lunghi anni in giro per il pianeta, per operazioni di ripresa - in gran parte inedite - per 1000 ore e 250 giorni di riprese aeree che hanno interessato un totale di 200 locations e 26 nazioni. L’uso di cineprese ‘high speed’ - utilizzate per la prima volta al di fuori di uno studio cinematografico - ha permesso di cogliere ad esempio scorci sensazionali dell’attacco dello squalo bianco o della caccia del ghepardo, vale a dire alcune delle note più tristi di un ben noto ritornello che inneggia alla sopravvivenza delle varie specie: “Ogni giorno si ripete un rituale senza tempo: il dramma della cacciaâ€, la spietata competizione per

    la vita tra il cacciatore e la sua preda. Ma se si tende ad enfatizzare i toni di particolari sequenze con il frequente ricorso al ralenti, si sfuma anche velocemente ogni qual volta si giunge alle più cruente fasi conclusive dei vari confronti-scontro. In altri casi l’effetto è opposto: risulta difatti accelerato lo sbocciare delle ciliegie o la trasformazione delle foglie. Effetto che, scartando dal digitale, si è ottenuto girando con la rivoluzionaria fotografia ‘time lapse’.

    Delle particolari difficoltà di ripresa nelle svariate situazioni ‘off-limit’ ne abbiamo un saggio con lo scorrere delle immagini finali in accompagnamento ai titoli di coda: là dove si mostrano spezzoni con troupe all’opera per portare a buon fine riprese tra le più impervie, in attesa del momento giusto. Ed è sempre sulle battute finali che una carrellata riassuntiva rimarca i vari climax dell’intero documentario: dall’emergenza dell’orso polare in Norvegia alla sua caccia sul ghiaccio marino;

    dai territori settentrionali del Canada con i lupi a caccia dei caribou, ripresi in tecnologia cineflex, agli uccelli del Paradiso in Nuova Guinea, di cui il doc. aveva peraltro già offerto un esilarante coreografico corteggiamento. E questo solo per fare alcuni esempi.

    Un viaggio indubbiamente interessante e di appetibile portata didattica per bambini e ragazzi, un po’ più lacunoso per un’ottica adulta. Earth la nostra terra attraversa le stagioni oltre che i territori più intriganti e complessi del nostro pianeta esaltandone la bellezza, giocando per questo, come si è appena detto, ogni carta sul piano tecnico, piuttosto che affrontare - e non solo sfiorare - i danni e soprattutto le cause che ne vanno devastando l’equilibrio con le conseguenze del caso per la stessa sopravvivenza delle varie specie animali. Il tema centrale del surriscaldamento del pianeta con lo scongelamento dei ghiacci ogni anno attivo in un moto progressivamente sempre più accelerato

    occhieggia solo tra le righe della sopravvivenza dell’orso polare maschio, padre di due cuccioli che per l’intero inverno se ne sono stati rintanati con la madre in attesa dei primi albori primaverili. E le sequenze iniziali del loro svernamento sono anche tra le più belle ed emotivamente coinvolgenti dell’intero viaggio, considerando che questo nostro documentario punta anche molto sulle dinamiche familiari, in particolar modo sul rapporto madre-figlio.
    Così l’affetto e la dedizione di madre orsa per i suoi cuccioli, della balena per sua figlia, o dell’elefantessa per il suo piccolino, alle prese con mille difficoltà nel corso delle reiterate migrazioni stagionali, percorsi obbligati per la loro rispettiva sopravvivenza, irradiano nelle ‘nicchie’ ambientali man mano conquistate non senza estremo sacrificio.

    Come non sentirci partecipi di un legame fisico e affettivo così forte? Un altro documentario dovrà insegnare più dettagliatamente all’uomo come preservare un bene tanto prezioso evitando di distruggerlo, anche se in

    tal senso qualche parola è stata spesa da Al Gore con Una scomoda verità: il suo atto di denuncia per l’appunto sul surriscaldamento del pianeta.

    Links:

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    • Patrick Stewart

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    Galleria Video:

    Earth La nostra terra.mov

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