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MIDDLE OF NOWHERE: UN INCONSUETO MIX TRA COMMEDIA, TRAGEDIA E ROMANZO ADOLESCENZIALE DI PROVINCIA AMERICANA, LA' DOVE SUSAN SARANDON E' DI NUOVO INSIEME CON SUA FIGLIA EVA AMURRI DOPO 'DEAD MAN WALKING' E 'THE BANGER SISTERS'
Dal III. Festival Internazionale del Film di Roma
MIDDLE OF NOWHERE: USCITA ITALIANA DA DEFINIRE
(Middle of Nowhere USA 2008; Commedia drammatica; 95'; Produz.: Bold Films/Mowhere Films Louisiana Productions; Distribuz.: (Internazionale) Inferno Entertainment; (Italiana) ...)
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Titolo in italiano: Middle of Nowhere
Titolo in lingua originale:
Middle of Nowhere
Anno di produzione:
2008
Anno di uscita:
2011
Regia: John Stockwell
Sceneggiatura:
Michelle Morgan
Cast: Susan Sarandon (Rhonda Berry) Eva Amurri (Grace) Anton Yelchin (Dorian Spitz) Justin Chatwin (Ben Pretzler) Willa Holland (Taylor Berry) Scott A. Martin (Morris Kraven) Jeanetta Arnette (Mindy Green) Veronica Berry (Vik) Kenny Bordes (Ryan) Allen Boudreaux (Golfer) Karen Bramen (Zia Polly) Kyle Russell Clements (Ted Jorgenson)
Musica: Ferraby Lionheart
Costumi: Dana Embree
Scenografia: James A. Gelarden
Fotografia: Byron Shah
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Il giovane e ricco ribelle Dorian Spitz viene spedito a trascorrere l'estate in una piccola cittadina dove incontra la seria e studiosa Grace. Oltre a lottare per riuscire ad iscriversi alla facoltà di medicina, Grace deve anche badare alla madre irresponsabile, Rhonda, che ha indebitato la famiglia fino al collo. Quando Dorian propone a Grace un progetto per fare soldi in modo veloce ma illegale, lei accetta controvoglia di diventare sua complice. Mentre trascorre l'estate nasce una curiosa amicizia tra gli inquieti Dorian e Grace e la sorella più giovane di quest'ultima, Taylor, una ragazza tanto bella quanto confusa. Crescendo, ognuno diverrà un'ancora di salvezza per l'altro.
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
Commedia sulla forza dei sentimenti, dolce e amara, intima e corale, briosa e drammatica, Middle of Nowhere è una scoperta sull’infinito e splendido tema della crescita e su quel crocevia obbligatorio nella vita di tutti: l’età adulta, così attesa, così necessaria, così cara da pagare, la quale però ti tradisce subito perché giunge inattesa, non necessaria, ma costa molto più di quanto avevi previsto. In fondo, però, è liberatoria e fa vedere l’importanza delle cose nella giusta prospettiva. Buono nella sua struttura, il film di John Stockwell (già cantore dell’adolescenza nell’interessante Cheaters con Jena Malone e Jeff Daniels) si rivela un’opera perfettamente calibrata nello spirito del cinema indipendente statunitense che racconta la provincia americana. Vicende di persone solitarie sullo sfondo di una terra desolata. Insomma, una commedia in puro “tocco†Sundance che non tradisce il suo classico stile di origine e negli ultimi anni fanno tendenza, specie in patria (si |
veda l’esempio di Juno, presentato proprio alla scorsa edizione del festival) e nel quale la famiglia e gli affetti sono, quasi sempre, al centro della narrazione.
La giovane diciannovenne Grace rimprovera alla madre Rhonda di aver sperperato tutti i soldi di famiglia dopo il suicidio del coniuge sei anni prima. Per questo la ragazza vede negarsi dalla donna il pagamento della retta universitaria, ma invece si prodiga nel cercare il denaro per la scuola di modelle per la figlia quindicenne Taylor, un’adolescente confusa che ha solo una voglia matta che qualcuno provi dell’affetto per lei. Per trovare i soldi necessari al suo scopo, Grace comincia ad aiutare l’atipico diciassettenne Dorian a spacciare erba. Quest’ultimo, a sua volta, lo fa perché vuole scoprire se stesso e rendersi indipendente dalla ricca famiglia adottiva che ha già pianificato il suo futuro come imbalsamatore di salme nella loro prestigiosa attività . Finale con un interrogativo |
e aperto alla speranza.
La sceneggiatura dell’esordiente Michelle Morgan sembra costruita ad orologeria, in realtà perde acqua nella prima mezz’ora perché non mette bene a fuoco il perno della storia, ma si rivela ottima quando entra in ballo il rapporto di amicizia e comprensione, sempre lasciato su velati toni di ambiguità , che si instaura tra il giovane ragazzo e le due infelici sorelle Berry. Dorian è il soggetto sul quale Morgan ha fatto la parte migliore del lavoro perché le sue battute e la sua essenza sono ironiche, gioviali, malinconiche e prive di tempi morti quando si parla di lui. Già presentato a settembre al festival di Toronto, la pellicola vede il suo punto di forza nelle interpretazioni dell’ottimo cast. Susan Sarandon ed Eva Amurri, madre e figlia, nella realtà come sullo schermo, affrontano un bel confronto interpretativo per la seconda volta (ricordate Due amiche esplosive?). Ma la veterana protagonista di |
Dead Man Walking lascia spazio alla sua giovane figlia, promessa dello schermo ed efficace nel lavoro di sottrazione che compie su Grace (nelle sue apparizioni precedenti in Due amiche esplosive e nell’intelligente Saved le vengono affidate performance nelle quali, invece, erano necessarie dosi caricaturali). Il vero plauso e il centro della scena, però, lo detiene il diciottenne Anton Yelchin, capace alla sua giovanissima età di costruire un personaggio completo e capace di cogliere ogni minima sfumatura di questo anticonvenzionale Dorian Spitz, ma già si sospettava dai tempi del film per la televisione Jack, prodotto Showtime, altrettanto delicato, sul percorso di accettazione di un quattordicenne che scopriva l’omosessualità del padre, nel quale rubava la scena ai veterani Stockard Channing e Ron Silver, e nella sottovalutata, splendida e poco seguita serie tv Huff. La presentazione di quest’opera all’interno di “Alice nella città †(più azzeccato nome per questa rassegna non ci poteva essere: |
la bambina, come Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, che si perde nella giungla della crescita) ha un titolo meraviglioso che sintetizza ed esplica più di qualsiasi compendio. Infatti, Middle of Nowhere può essere tradotto come “Nel mezzo di ogni posto†o più liberamente “In mezzo al nullaâ€.
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