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    THE BOX: IL REGISTA CULT DEL VISIONARIO 'DONNIE DARKO' COINVOLGE CAMERON DIAZ E JAMES MARSDEN IN UN INQUIETANTE DILEMMA MORALE. E' LA' CHE, SULLE ORME DI UN CLASSICO SCI FI DI RICHARD MATHESON, PRENDE CORPO UN NUOVO THRILLER PSICOLOGICO

    RECENSIONE - Da mercoledì 21 LUGLIO

    "Il mio primo film adulto... Al centro di ‘The Box’ c'è un dilemma morale. Cosa fareste se vi venisse offerta la possibilità di diventare immensamente ricchi ma al prezzo di una vita umana, della vita di qualcuno che non conoscete?... Ho sempre ammirato Matheson per la sua capacità di creare storie che spaventano e divertono allo stesso tempo. Sono rimasto subito affascinato da questo racconto apparentemente semplice e volevo saperne di più: da dove viene la scatola? Cosa significa? Coloro che decidessero di premere quel pulsante potrebbero mai sperare di redimersi… e come? Aveva uno stuzzicante finale pieno di suspense che mi faceva venir voglia di passare dall'altra parte per capire cosa sarebbe successo dopo."
    Il regista, sceneggiatore e produttore Richard Kelly

    "... una storia di suspense narrata in modo classico, con un approfondimento dei personaggi e un improvviso punto di svolta. Ogni volta che si tratta di soldi, ci vanno di mezzo la morale e l'etica delle persone. E bisogna tenere a mente che ci sono sempre delle conseguenzeâ€.
    Il produttore Sean McKittrick

    “E' una domanda che ci facciamo spesso. Credo che nessuno saprebbe davvero cosa fare. Le circostanze possono essere diverse in ogni situazione, per ogni persona. Non è semplice come sembra.â€
    L'attrice Cameron Diaz

    (The Box USA 2009; Thriller horror fantascientifico a sfondo psicologico; 115'; Produz.: Darko Entertainment/Lin Pictures/Media Rights Capital/Radar Pictures; Distribuz.: Lucky Red)

    Locandina italiana The Box

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: The Box

    Titolo in lingua originale: The Box

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Richard Kelly

    Sceneggiatura: Richard Kelly

    Soggetto: Tratto dalla racconto breve Button, Button, scritto da Richard Matheson per la mitica serie televisiva Ai Confini della realtà.

    Cast: Cameron Diaz (Norma Lewis)
    James Marsden (Arthur Lewis)
    Frank Langella (Arlington Steward)
    James Rebhorn
    Gillian Jacobs (Dana Steward)
    Michelle Durrett (Rebecca Matheson)
    Andrew Levitas

    Musica: Win Butler, Régine Chassagne e Owen Pallett

    Costumi: April Ferry

    Scenografia: Alec Hammond

    Fotografia: Steven B. Poster

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    "Norma Lewis (CAMERON DIAZ) e Arthur Lewis (JAMES MARSDEN) sono sposati e hanno un figlio. Un giorno ricevono una scatola che promette 1 milione di dollari a patto che si prema il suo pulsante: ovvio che il problema si appunti sulle conseguenze. Infatti sarà un misterioso signore ad avvisare la coppia che, premendo il pulsante, si ucciderà un’altra persona. Per la coppia inizia il tortuoso dilemma; ciò nonostante, è Norma a prendere la decisione: premere il pulsante per poi partire alla ricerca dell’assassino della persona di cui la scatola aveva 'sentenziato' la morte…".

    IN ALTRE PAROLE:

    Cosa fareste se vi offrissero una scatola con un pulsante che, una volta premuto, vi dà un milione di dollari... ma contemporaneamente toglie la vita a qualcuno che non conoscete? E quali sarebbero le conseguenze? 1976. Norma Lewis insegna in un liceo privato e suo marito Arthur è un ingegnere che lavora alla NASA. Una vita assolutamente normale nei sobborghi di una cittadina, fino a quando un uomo misterioso dal volto orribilmente sfigurato non compare alla loro porta con un'offerta che potrebbe cambiare completamente la loro vita: la scatola. Norma e Arthur hanno solo 24 ore per decidere e risolvere un terribile dilemma morale.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    DOPO IL CULT ‘DONNIE DARKO’ E L’INTERMEZZO DELLE ‘SOUTHLAND TALES’ RICHARD KELLY OFFRE LA SUA ‘PROPOSTA INDECENTE’. E COME TUTTE LE ‘PROPOSTE INDECENTI’ CHE SI RISPETTINO CI SONO SEMPRE IN PALIO CIFRE DI DENARO SPROPOSITATE MA, SOPRATTUTTO, DILEMMI MORALI DI PORTATA ENORME. SUSPENSE, MORTE INCOMBENTE, MISTERO E… MOLTO D’ALTRO. IL RICETTARIO KELLYNIANO SI ARRICCHISCE DI UN ALTRO PIATTO CHE NON SI E’ RIVELATO POI COSI’ FORTE COME LE ALTE ASPETTATIVE LASCIAVANO BEN SPERARE. QUESTA VOLTA PER CUCINARLO A PUNTINO KELLY HA CHIESTO IL SUPPORTO DI CAMERON DIAZ, APPREZZABILE NELLA SUA LANGUIDA INTERPRETAZIONE DRAMMATICA, DI JAMES MARSDEN CHE INVECE CI FA SENTIRE FORTEMENTE LA MANCANZA DI UN PARTNER MASCHILE DEL CALIBRO DI JAKE GYLLENHAAL, E DI FRANK LANGELLA NELLE VESTI DELL’INQUIETANTE ED ENIGMATICO ‘FREAK’ PREPOSTO A PRESENTARE LA SUDDETTA ‘PROPOSTA INDECENTE’. COSI’, MENTRE LA RICETTA DI BASE OFFERTA SUL PIANO LETTERARIO DAL GURU SCI-FI RICHARD MATHESON SI NUTRIVA DI UNA SUA

    INDISCUSSA SOLIDITA’, NELL’AMBIZIOSA RIVISITAZIONE KELLYNIANA, ABBEVERATASI IN ABBONDANZA ALLE ACIDULE FONTI FILOSOFICHE DI JEAN PAUL SARTRE, SEMBRA AFFLOSCIARSI E PERDERSI, ALMENO IN PARTE, NELLA RICERCA DI NOTE AGGIUNTIVE, IL CUI AFFASTELLAMENTO E AMMICCAMENTO A CITAZIONI E RIFERIMENTI FIN TROPPO EVIDENTI E SCONTATI, FINISCE PER RILAVARE LO SMALTO DELLA LORO RICERCATEZZA ORIGINALE. IL RISULTATO E’ DIGNITOSO MA ANCHE ALQUANTO IMPERFETTO E ALCUNI AROMI DI TROPPO NON HANNO CONSENTITO LA NATURALE E PIENA LIEVITAZIONE: DELLA SERIE ‘ IL SAPORE NON ERA MALE MA A DISTANZA DI UN GIORNO QUASI NON LO SI RAMMENTA’

    Si direbbe un’altra ‘Proposta indecente’ del grande schermo. Eh si perché, per certi versi, e solo per certi versi, The Box può risultare se non parente stretto, almeno alla lontana, della Proposta Indecente (1993) di Robert Redford a Demi Moore nella pellicola ‘cult’ di Adrian Lyne. Mentre allora la proposta si basava su una notte d’amore con la ‘fiammeggiante’ e

    per l’appunto squattrinata Demi Moore (D), per quanto innamorata da una vita del proprio partner, nel caso del thriller psicologico The Box un misterioso individuo fa la sua proposta sulla base di una scatola dotata di pulsante, redditizia quanto micidiale al punto da sentenziare la morte di esseri umani il cui destino sta per l’appunto nelle mani delle persone cui viene rivolta la sconcertante offerta. A pensarci bene l’anima delle due diverse ma entrambe indecenti proposte sembra essere la stessa: sono rese particolarmente appetibili dalla cifra di denaro in palio e innescano lo spinosissimo dilemma morale di turno, inducendo, anzi, costringendo le persone cui è rivolta la proposta a guardarsi dentro. E’ l’inizio di una sorta di macabra roulette, bilanciata tra impulso e coscienza, che va inevitabilmente ad innescare l’andamento ‘sliding doors’ sul piano esistenziale morale.

    Ma al di là del classico motivo tematico che si è fatto imprestare da

    quel guru sci-fi quale Richard Matheson (Button, Button, trasmesso in Italia nel 1986 quale episodio dal titolo La pulsantiera per la serie televisiva Ai confini della realtà), di cui ha mantenuto le linee guida, di fatto poi Richard Kelly - che non rinuncia mai all’anima filosofeggiante delle sue storie - chiama in soccorso Jean Paul-Sartre e la sua idea-chiave e per questo manualisticamente corrente: “L’uomo è condannato ad essere libero, condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa†e “l'atto originario in cui la libertà si cala é la sceltaâ€. Una bella cosa come una rosa, inesistente senza spine. Con The Box Kelly non fa altro che sottoscrivere la denuncia sartreiana contro le persone che vivono secondo il loro proprio (illusorio) interesse senza considerare le conseguenze che le loro azioni esercitano sugli

    altri: non a caso cita espressamente - quasi a didascalica sottoscrizione - l’ontologia startreiana per cui “l’inferno sono gli altriâ€, quelli che ci strappano alle nostre illusioni, che ci mettono di fronte alla dura realtà e che noi, per questo, temiamo e odiamo, ma di cui non possiamo fare a meno. Ognuno è al contempo vittima e carnefice finchè tutto non si complica ulteriormente con la ricerca di supporto da elementi esterni che rimettono tutto in discussione in una sorta di fantasmagorica catena anulare che apre e chiude con il caos (‘caos-conflitto-stabilità-intervento esterno-caos’). E la rosa dei limiti umani a tutto tondo è espressa anche sul piano fisico: non è un caso che Norma Lewis (Cameron Diaz), vittima per scelta, d’impulso più che di coscienza, e il suo scomodo e imprevisto ‘altro’ cui volente o nolente lei stessa ha consentito di vestire i panni del carnefice implacabile, quell’Arlington Steward colpito

    da un fulmine e misteriosamente tornato in vita (Frank Langella), siano entrambi dei ‘freak’. Lei, con il piede compromesso, ridotto a moncherino per un caso di indecente incuria medica, il messaggero, che richiama sotto certi aspetti i ‘mecca’ di A.I. Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg. Il genere di tecnologia talmente avanzata da non far più riconoscere il limite di distinzione tra ‘essere umano’ ed ‘essere meccanico’, e, come ricorda lo stesso Kelly in The Box, citando un altro guru della fantascienza letterario come Arthur C. Clarke: “Ogni tecnologia avanzata è indistinguibile dalla magiaâ€. Ed è proprio da un’aura ibridata di tecnologia e magia che anche in The Box muove la linfa irroratrice di ‘ossigeno extraterrestre’: quello che alita alla stregua di un Dio implacabile sugli umani inducendoli all’automatismo per meglio servire la causa di un risveglio di coscienza obbligato, un dovere inappellabile che gli umani sono costretti a riconsiderare, ognuno

    alla luce della propria coscienza individuale inscindibile dal rapporto con gli altri.

    Un nuovo ‘calderone’ esistenzialista che muovendo dalla modernità del Langley Research Center della NASA in Virginia e dintorni nell’anno 1976 sembra nutrirsi di retaggi culturali ben più antichi. Questa ‘scatola del destino’ kellyniana - singolare quanto sconcertante la lettura della parabola della vita umana, dalla nascita alla morte, ‘in scatola’ (casa, auto, TV, bara) - dà difatti l’impressione di parafrasare il biblico Peccato Originale, ritrovando Eva non una, ma più volte, in tutte quelle donne contemporanee che si lasciano corrompere quasi per un irresistibile impulso: sono sempre le donne a premere il pulsante di fronte ai rispettivi neo Adamo, incerti sul da farsi e sono loro che in prima persona ne subiranno le conseguenze. Non c’è difatti nulla che possano dire o fare in seguito che possa cambiare le cose. Il giudizio è implacabile quanto inevitabili le conseguenze.

    La

    domanda sorge allora spontanea: ma nell’universo kellyniano esiste una qualche possibilità di redenzione? Senza sacrificio sembra proprio di no, anche se la catarsi non può dirsi del tutto esclusa. Innegabile la centralità dell’acqua come sorgente di nascita e rinascita: Kelly ce lo dice con i tre portali di accesso, una sorta di Star Gates acquatici, da cui già occhieggia il celebre ‘flusso’ di Donnie Darko, in una dimensione ultraterrena, passando per i ben noti stadi di pre-morte con i tunnel di luce. E ce lo ribadisce poi con la piscina-portale del motel, con la rottura dei bozzoli-vasca quasi a richiamare la rottura delle acque placentari della nascita-rinascita (un sottile riferimento alla Caduta degli Angeli ribelli?) e con la vasca da bagno in cui è immerso il bambino reso in qualche modo ‘freak’ dalla ‘scelta peccaminosa’ dei genitori, prima di uscirne rigenerato. Ma a quel punto il prezzo è già stato

    pagato! E in The Box la stagione dei saldi non è contemplata!

    Commenti del regista

    C'è più di una ragione se Richard Kelly ha ambientato The Box nel 1976, tra cui quella di legare il film ad un avvenimento di quell'anno che rappresenta una pietra miliare per l'umanità: l'atterraggio effettuato dalla NASA della prima unità di ricerca robotica su Marte, il Viking.

    “Forse l'arrivo dell'uomo su Marte è stato un risultato tanto rilevante da far ritenere a qualche intelligenza superiore 'là fuori' che valesse ormai la pena valutare le nostre capacità come specie. Inserire la nostra storia in questo contesto storico suggerisce l'idea che potrebbero esserci delle forze misteriose al lavoro dietro il test condotto sulla moralità dei Lewis, forze che superano ogni immaginazione e sulle quali noi possiamo solo fare delle ipotesi".

    Altre voci dal set:

    Il produttore DAN LIN:

    "... fa paura a livello viscerale, perché questa famiglia viene perseguitata da un uomo misterioso che sembra conoscere ogni loro mossa, ma fa paura anche a livello psicologico per le questioni provocatorie che solleva. Fino a che punto arriveresti per salvare la tua famiglia? Quanto bene conosci le persone che ti circondano? Quanto bene conosci la tua stessa famiglia, tuo marito, tua moglie? Da fan di ‘Donnie Darko’ sapevo che Richard non si sarebbe limitato
    alla tipica sceneggiatura che parla di una coppia in pericolo; avrebbe trovato un modo per renderla più complessa ed interessante con il suo stile unico e dal suo particolare punto di vista
    ".

    Links:

    • Richard Kelly (Regista)

    • Cameron Diaz

    • Gillian Jacobs

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    Galleria Video:

    The Box - trailer

    The Box - trailer (versione originale)

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