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    'RITORNO A COLD MOUNTAIN': CAST E REGIA NON GALVANIZZANO PER QUESTA STORIA EPICA D'ALTRI TEMPI

    'CELLULOID PORTRAITS' rende Omaggio alla Memoria di PHILIP SEYMOUR HOFFMAN - "Ciò che mi affascina in quanto regista, non è soltanto cogliere l'autenticità di una storia o l'autenticità di un attore, ma anche sostenere l'autenticità nel modo più viscerale ed efficace possibile attraverso l'ambientazione e l'attenta ricostruzione del mondo dei personaggi... Apparentemente, il libro tratta della Guerra Civile ed io non ho un interesse particolare per le storie di guerra. Tuttavia, mi sono immediatamente reso conto che c'era molto di più. Infatti, ciò di cui si parla è il ritorno a casa dalla guerra, e delle conseguenze che il caos e la brutalità della stessa producono fuori dal campo di battaglia, l'impatto che hanno sui legami familiari ed amicali. Ho capito che mi trovavo su un territorio estremamente affascinante e del tutto nuovo. Charles Frazier ha rimodernato l'Odissea di Omero, trasformandola nel viaggio di un uomo verso casa, costretto ad affrontare lungo la via qualunque tipo di ostacolo. Il personaggio di Inman non solo vive un'avventura straordinaria dal punto di vista fisico, ma anche un viaggio spirituale. Ma c'è anche un altro viaggio, altrettanto profondo: il viaggio di Ada, la donna che lo aspetta a casa. Potremmo dire che, se da un lato mi identifico con Inman e proietto su di lui tutte le caratteristiche proprie del guerriero che torna a casa, dall'altro mi identifico anche con Ada, con la trasformazione che subisce grazie alla sua amicizia con Ruby e che le permette di passare da un tipo di vita esclusivamente 'interna' ad una 'esterna' in cui diventa parte della terra... Il libro è assolutamente perfetto per essere adattato per il grande schermo: c'è l'eroe onorevole, il viaggio, una meta, una serie di ostacoli da superare, una donna che attende pazientemente, la stessa cittadina di COLD MOUNTAIN che rappresenta un'epoca ed un modo di vivere ormai perduti. Inoltre, il cuore del romanzo racchiude un quesito affascinante e senza tempo: è meglio fallire dopo aver tentato o non tentare affatto?"
    Il regista Anthony Minghella

    (Cold Mountain, Usa 2003 ; Drammatico, 155'; Produz.: Miramax Films/Mirage Enterprises/Bona Fide; Distribuz. Buena Vista International).

    Locandina italiana Ritorno a Cold Mountain

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Ritorno a Cold Mountain

    Titolo in lingua originale: Cold Mountain

    Anno di produzione: 2003

    Anno di uscita: 2003

    Regia: Anthony Minghella

    Sceneggiatura: Anthony Minghella

    Soggetto: Dal romanzo di Charles Frazier

    Cast: Jude Law (Inman)
    Nicole Kidman (Ada Monroe)
    Renée Zellweger (Ruby Thewes)
    Donald Sutherland (Reverendo Monroe)
    Ray Winstone (Teague)
    Brendan Gleeson (Stobrod)
    Philip Seymour Hoffman (Veasey)
    Natalie Portman (Sara)
    Kathy Baker (Sally Swanger)
    James Gammon (Esco Swanger)
    Giovanni Ribisi (Junior)
    Eileen Atkins (Maddy)
    Jack White (Georgi)
    Charlie Unnam (Bosie)

    Musica: Gabriel Yared

    Costumi: Dante Ferretti

    Scenografia: Dante Ferretti

    Fotografia: John Seale

    Scheda film aggiornata al: 05 Febbraio 2014

    Sinossi:

    "RITORNO A COLD MOUNTAIN segue i percorsi di tre personaggi sradicati dalla guerra che arrivano a dipendere, per la propria sopravvivenza fisica e spirituale, gli uni dagli altri.
    In primo luogo, c'è il soldato confederato Inman (Jude Law) il quale, dopo essere stato ferito in battaglia, lotta per tornare a casa dalla donna che ama, attraversando una nazione in guerra con se stessa. Nel viaggio di ritorno dalla sua amata Ada (Nicole Kidman), Inman incontra schiavi e ribelli, deve difendersi da soldati e cacciatori di taglie, trova amici inaspettati e pericolosi nemici dietro ogni angolo.
    In un viaggio parallelo fatto di fede e di coraggio, il cammino di Ada non è meno difficoltoso: una donna ben educata e fino ad allora vissuta nella bambagia si ritrova a dover affrontare, da sola, un mondo pieno di pericoli e a difendere la fattoria di suo padre dalla rovina.
    La salvezza le giunge inaspettata sotto l'improbabile forma di un'esuberante vagabonda di nome Ruby (Renée Zellweger), la quale diventa parte integrante della storia insegnando ad Ada cosa siano la forza, la fiducia in se stessi e la sorprendente eccezionalità di una natura che lei, Ada, fino ad allora, non aveva mai conosciuto.
    Ora, man mano che si avvicinano, Inman, Ada e Ruby tessono la trama di una storia che ci parla del desiderio di tornare a casa dopo un lungo peregrinare, del desiderio di pace dopo aver sperimentato la brutalità della guerra, ma anche della voglia di amore e di famiglia che diviene il cuore della tragica esperienza vissuta dall'America".

    Dal >Press-Book< di Ritorno a Cold Mountain

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    MINGHELLA DELUDE

    L’epopea del viaggio, e intanto il film non decolla.
    Non c’è ritmo nella storia di Ada e Inman, con un’insipida Kidman costruita tutta smorfie e vestiti a fiorellini – il remake degli abitini alla Rossella O’Hara non ha funzionato davvero…- che nel finale si trasforma in donna pratica e disillusa mentre la sua pelle candida si arrossa per il sole e le intemperie e le sue mani si induriscono per il pesante lavoro.
    E che dire di Inman (Jude Law)? Combatte con fervore in una guerra nella quale non si intende se crede oppure no e ne prova sulla propria pelle la durezza. -E fin qui, le strade dei due sono parallele.-
    Ferito, fugge e inizia il suo viaggio iniziatici.
    E almeno lui di peripezie ne vive un buon numero, mentre per le donne rimaste a casa le vicende corrono precipitosamente verso una fine che si fa incalzante, troppo veloce.
    Ma che dire della

    divina Nicole segregata in una casa buia a vivere di stenti e a lottare con galli inferociti fino a che una rozza e diretta Ruby – Renée Zellweger, la vera rivelazione del film- di colpo, risveglia il lato nascosto di lei?
    Un gioco di sentimenti che non si vede, non si evolve, semplicemente “è†e poi “diventaâ€, senza un suo maturare interno.
    Gli eventi precipitano alla maniera dei grandi drammi epici e storici della letteratura classica e il montaggio si attiva con una liricità inaspettata nelle intense scene d’amore fra i due che finalmente si incontrano.
    Montaggio, regia, le bellissime carrellate, fotografia e colonna sonora salvano un film che prometteva molto ma che, forse per paura di una clamorosa caduta dovuta alla eccessiva durata, è stato compattato troppo –anche rispetto al libro di Frazier che invece affretta il finale, pur soffermandosi mirabilmente sull’evoluzione interna dei personaggi.
    Un film che, forse per

    eccessive aspettative, rischia in più punti di atterrare anche un’attrice genuina e di altissimo calibro come la Kidman, quasi irriconoscibile dopo l’intensissima stagione di The Hours.

    Commenti del regista

    Sulla colonna sonora del film:

    "Io e Gabriel (Yared) abbiamo trovato una metodologia di lavoro in base alla quale lui inizia a scrivere la musica in fase di pre-produzione e continua mentre io giro. Per questo film aveva già composto numerosi pezzi mentre io scrivevo la sceneggiatura, quindi la musica ha davvero avuto la possibilità di crescere ed evolversi insieme al film. Amiamo entrambi questo modo di lavorare, è estremamente organico e ti permette di avere un senso maggiore della storia, della scenografia e della musica, in un processo creativo simultaneo".

    A proposito dello scenografo Dante Ferretti:

    "Ciò che ha realizzato è così autentico e fedele al periodo, che la gente potrebbe pensare che abbiamo trovato e utilizzato qualche vecchia fattoria. Invece, ogni singola costruzione nel film, fatta eccezione per uelle che abbiamo trovato a Charleston, sono state progettate e costruite da Dante. Lavorare con lui è stato straordinario non solo per le sue qualità tecniche, ma anche per la sua positività: non ha mai avuto confini creativi e mi ha davvero aperto la mente ad ogni possibilità".

    Riguardo ai costumi di Ann Roth:

    "Ann (Roth) non fa semplicemente indossare i costumi agli attori, lei crea personaggi".

    Commenti dei protagonisti:

    NICOLE KIDMAN (Ada):

    "Quello di Ada è un ruolo fantastico per un'attrice, in lei avviene una metamorfosi: da tipica donna del sud che non è mai stata in grado di occuparsi di cose pratiche, diventa una donna capace di sopravvivere alle più terribili prove e privazioni cui la guerra la sottopone. Adoro anche il tema dell'amicizia tra donne che è rappresentato dal legame che si crea tra Ada e Ruby. Anthony rappresenta la loro amicizia come qualcosa di estremamente vivo, qualcosa che non solo aiuta entrambe a sopravvivere ma che consente loro anche di vincere le proprie paure".

    RENEE ZELLWEGER (Ruby):

    "Quando penso a Ruby, penso a qualcuno che ha sempre le mani nella terra, qualcuno che sa come piantare i semi, sa che frutti daranno e quando sarà il momento di raccoglierli. Sa tutto sul sole, sulla luna, sull'avvicendarsi delle stagioni e su che cosa significhino i venti. E' una persona estremamente concreta, nella cui vita, fino a quando non incontrerà Ada, le emozioni non giocano alcun ruolo poiché ha imparato a non lasciarsi coinvolgere dalle cose. E' stato affascinante per me interpretare un personaggio che subisce un simile cambiamento: Ruby comincia ad usare la propria immaginazione, ad esprimersi, e penso che sia davvero bello vedere come queste due donne riescano a crescere insieme... Tutto ciò che indossavo, persino i bottoni e le fibbie, era fedele all'epoca. E' stato importante dal punto di vista della comprensione della difficoltà degli aspetti pratici della vita quotidiana del mio personaggio, Ruby, e di tutti gli altri".

    JUDE LAW (Inman):

    "Inman rappresenta l'uomo qualunque, che in un primo momento si lascia prendere dall'eccitazione e dal patriottismo della Guerra Civile e che crede nella causa del Sud. Ma dopo aver sofferto gli orrori della guerra, intraprende un viaggio sia fisico che spirituale durante il quale capisce che l'unica cosa per la quale vale la pena di vivere è l'amore, l'amore della donna dalla quale cerca disperatamente di tornare".

    Altre voci dal set:

    Lo scenografo DANTE FERRETTI:

    "Per me, è stato eccitante cogliere l'essenza di un mondo più selvaggio, più ricco e più primitivo rispetto a quello in cui viviamo oggi, ricreando l'autentica atmosfera dell'America del diciannovesimo secolo".

    La costumista ANN ROTH:

    "La biancheria intima giusta, aiuta gli attori a camminare nel modo giusto".
    Ad esempio gli abiti di Ada (N. Kidman):

    "Gli abiti le scivolano di dosso proprio come la sua identità. In un certo senso, il suo personaggio si evolve lentamente ed è possibile percepire il cambiamento delle sue emozioni attraverso quello che indossa".

    Riguardo invece a quelli di Inman (J. Law):

    "Inman è in viaggio, e non può certo cambiare abiti. Quello che era importante nel suo caso era che i vestiti rivelassero la 'gravitas', il peso del suo personaggio. Inamn è un uomo eroico, è la figura centrale di questo racconto epico e volevo quindi che i suoi abiti riflettessero questo. Il panciotto, la camicia, i pantaloni, persino il cappello, sono tutti capi tradizionali di quell'epoca, che hanno i colori della terra e sono estremamente semplici; riflettono la sua forza incrollabile".

    Gli abiti dei soldati:

    "Presso le comunità Amish ho trovato gente che tesseva i tessuti alla vecchia maniera, utilizzando fibre molto vecchie. Ho persino avuto la fortuna di reperire dei tessuti originali dell'epoca".

    Lo scrittore CHARLES FRAZIER:

    "Ritengo che 'RITORNO A COLD MOUNTAIN' sia una riflessione sulle nostre paure e sui nostri desideri, su come reagiamo alla violenza e la rifuggiamo cercando la pace. Quello di Inman è un viaggio verso la sua personale idea di pace, di casa e di quella vita cui tutti aneliamo. La Guerra Civile mi ha fornito uno scenario reale per la storia ma queste tematiche prescindono i confini temporali, sono sempre attuali".

    Links:

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    • Natalie Portman

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