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    Home Page > Movies & DVD > Michael Clayton

    GEORGE CLOONEY E' MICHAEL CLAYTON, 'FACCENDIERE' DA STUDIO LEGALE

    Anteprima Mondiale alla 64. Mostra del Cinema di Venezia

    "Se considerate quello che ho scritto nel corso degli anni, vi accorgerete che sono letteralmente ossessionato dal lavoro. Mi piace scrivere di quello che la gente fa, di quanto guadagna e di come lo fa. Sono affascinato dai dilemmi, dai desideri e dalle decisioni... Girovagando per quegli enormi studi (legali) di New York, sono rimasto colpito da quante cose succedessero dietro le quinte. Ogni studio legale ha un enorme dipartimento che lavora 'dietro le quinte' 24 ore al giorno per far sì che tutto funzioni alla perfezione. Qualcuno mi ha parlato di uno studio legale impegnato in un causa importante che è andata avanti per circa dieci anni e quando sembrava che ormai il caso fosse chiuso, con la vittoria dello studio in questione e un risarcimento pattuito di circa un miliardo di dollari, due giorni prima della firma ufficiale dell’accordo, alle quattro del mattino, un giovane avvocato entrato di recente nello studio anni trovò un documento del quale nessuno era a conoscenza. Si trattava di un documento molto negativo che avrebbe portato ad un totale capovolgimento della situazione. Naturalmente quel documento non vide mai la luce del giorno e quel nuovo socio ebbe la promozione più veloce e più memorabile della storia".

    Il regista Tony Gilroy

    (Michael Clayton, USA 2007; thriller drammatico; 119'; Produz.: Samuels Media/Castle Rock Entertainment/Mirage Enterprises/Section Eight; Distribuz.: Medusa Film)

    Locandina italiana Michael Clayton

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    - MICHAEL CLAYTON - (Comment by PATRIZIA FERRETTI) : Creased glamour both aesthetically and internally for a dubious and tired character about how its personal life is going, about its love life and about its work e not really crystal clear about its morality. A romantic, Chandler style, anti-hero with black and white shades, mostly gray, in spite of the coloured film that reminded as of Deckard from Blade Runner. A target for cultural movie – Syriana docet – even though the subject is not that original: it rouses new shadows on the corporative world with the complicity of legal firms with more skeletons in their cupboards then ever. And once again they are searching the truth, the truth that has been hidden, no matter the price to pay; the truth that will never be able to set free and redeem all the way who’s trying to understand and obviously this doesn’t always give the happy ending in the traditional way. Another chapter with a very engaged movie for George Clooney, naturally proficient to movies offspring of the 70s and undoubtedly attracted to roles with more shadows than lights. - (Translation by MARTA SBRANA, Canada)

    Titolo in italiano: Michael Clayton

    Titolo in lingua originale: Michael Clayton

    Anno di produzione: 2007

    Anno di uscita: 2007

    Regia: Tony Gilroy

    Sceneggiatura: Tony Gilroy

    Cast: George Clooney (Michael Clayton)
    Tom Wilkinson (Arthur Edens)
    Tilda Swinton (Karen Crowder)
    Sydney Pollack (Marty Bach)
    Michael O'Keefe (Barry Grissom)
    Ken Howard (Don Jefferies)
    Denis O'Hare (Mr. Greer)
    Robert Prescott (Mr. Verne)
    Austin Williams (Henry Clayton)
    Sean Cullen (Gene Clayton)
    Merritt Wever (Anna)
    David Lansbury (Timmy Clayton)
    Bill Raymond (Gabe Zabel)
    David Zayas (Detective Dalberto)
    Skipp Sudduth (Jerry Dante)

    Musica: James Newton Howard

    Costumi: Sarah Edwards

    Scenografia: Kevin Thompson

    Fotografia: Robert Elswit

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    Michael Clayton (George Clooney) è un “faccendiere†che lavora presso uno dei più importanti studi legali di New York. Prendendo ordini dal co-fondatore dello studio, Marty Bach (Sydney Pollack), Clayton, ex pubblico ministero nato in una famiglia di poliziotti, sbriga gli affari più sporchi dello studio Kenner, Bach & Ledeen cercando di rimediare ai guai commessi dai suoi facoltosi clienti, occupandosi di casi di omissione di soccorso, diffamazioni a mezzo stampa, mogli dedite a piccoli furti e politici disonesti. Pur essendo stufo del suo lavoro, Clayton è legato a doppio filo a Kenner, Bach & Ledeen perché il divorzio, la passione per il gioco d’azzardo e un’avventura imprenditoriale finita male gli hanno fatto accumulare una montagna di debiti.
    Al contempo, Karen Crowder (Tilda Swinton) capo dell’ufficio legale della U/North, società che opera nel settore dei prodotti chimici per l’agricoltura, si sta giocando la carriera sull’esito di una “class action†nella quale la sua società viene difesa dallo studio di Clayton. Ormai sembra che l’esito del processo sia scontato – con una vittoria della U/North, - ma all’improvviso l’avvocato civilista di punta della Kenner, Bach & Ledeen, il brillante Arthur Edens (Tom Wilkinson), ha un crollo psicologico che lo porta a sabotare l’intera causa minacciando di ribaltarne l’esito. A quel punto, toccherà a Michael Clayton tentare di risolvere un disastro senza precedenti e nel farlo sarà costretto a fare i conti con ciò che è diventato.

    Dal >Press-Book< di Michael Clayton

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    GLAMOUR STROPICCIATO SIA SUL PIANO ESTETICO CHE INTERIORE PER UN PERSONAGGIO ‘AMBIGUO’ E ‘STANCO’ DELL’ANDAMENTO DELLE COSE DELLA PROPRIA VITA PERSONALE, PRIVATA E DI LAVORO, E NON PROPRIAMENTE LIMPIDO SUL PIANO MORALE. UN ANTIEROE DI STAMPO ROMANTICO ALLA CHANDLER DALLE NUANCES IN BIANCO E NERO VIRATE E MODULATE SUI GRIGI, MALGRADO LA PELLICOLA A COLORI, DA FARCI RICORDARE, PER ALCUNI ASPETTI, IL DECKARD DI ‘BLADE RUNNER’. UN TARGET DA CINEMA IMPEGNATO - SYRIANA DOCET - MALGRADO IL SOGGETTO NON PROPRIAMENTE INNOVATIVO CHE VA A STANARE NUOVE OMBRE NEL CORPORAZIONISMO DI MULTINAZIONALI CON LA COMPLICITA’ DI STUDI LEGALI SEMPRE RICCHISSIMI IN FATTO DI ‘SCHELETRI NELL’ARMADIO’. ANCORA UNA VOLTA ALLA RICERCA DELLA VERITA’ LA’ DOVE C’E’, PER CONTRALTARE, UNA MANIFESTA VOLONTA’ DI OCCULTARE, AD OGNI COSTO, QUALUNQUE SIA IL PREZZO DA PAGARE. UNA VERITA’ CHE NON SEMPRE SERVE A SCAGIONARE E A REDIMERE DEL TUTTO CHI CERCA DI FAR LUCE E

    CHE NON SEMPRE PORTA AD UN HAPPY ENDING NEL SENSO PIENO E TRADIZIONALE DEL TERMINE. UN ALTRO CAPITOLO DI CINEMA IMPEGNATO PER GEORGE CLOONEY, SEMPRE PIU’ NATURALMENTE VERSATO PER FILM FIGLI LEGITTIMI DEL CINEMA ANNI SETTANTA E IRRESISTIBILMENTE ATTRATTO DA RUOLI CON PIU’ OMBRE CHE LUCI.

    Che sia dietro la macchina da presa o davanti, dal momento che da tempo George Clooney si occupa di cinema a 360°, come regista, attore e produttore, (e anche scrittore con la sua prossima commedia Leatherheads), non vi sono ormai più dubbi sulle sue preferenze, accordate da tempo ai toni in bianco e nero, con la tendenza a simpatizzare più con le ombre che con le luci. E non si dice questo ricordando la pellicola, per l’appunto in bianco e nero, Good Night, and Good Luck, pure presentata alla Mostra del Cinema di Venezia due anni fa, che Clooney ha diretto e interpretato. Si

    tratta di ombre sul piano tematico, a livello del soggetto da sviluppare per la celluloide, così come a livello dei personaggi. Stiamo parlando di bianco e nero come ottica generale di una pellicola, con cui si sceglie di guardare alla storia, così come all’interiorità dei personaggi. Il debito dichiarato dallo stesso George Clooney nei confronti del cinema degli anni Settanta, da lui prediletto, è di quelli importanti. Una sorta di privilegio autoriale che si è guadagnato con l’avanzare dell’età, speculare alla professionalità. Si dice privilegio perché qualche blockbuster ogni tanto è pure d’obbligo: serve a creare i fondi necessari a produrre film più profondi, da cinema impegnato, ambito in cui trova la sua degna collocazione anche questo Michael Clayton diretto, al suo debutto alla regia, da Tony Gilroy, lo sceneggiatore della trilogia su Jason Bourne e de L’avvocato del diavolo. Così che Michael Clayton è un altro di quei film,

    dopo Syriana, che non fa dell’intrattenimento il suo punto di forza, preferendo concedersi ad un’audience scelta. Qualcuno ha persino parlato per questo film e, soprattutto, per il personaggio di Clooney, di ‘mancanza di glamour’, naturalmente per scelta. Ma non è così. Chi è allora questo Michael Clayton? Michael Clayton (Clooney) è un faccendiere di uno studio legale dall’aria strascicata, esternazione figurativa di una dimensione personale non certo appagante, come vita privata e come target professionale: un matrimonio fallito alle spalle, un figlio piccolo da vedere e gestire in spicchi di tempo rubati ad un lavoro condotto ormai di malavoglia che, ancora una volta, ha a che vedere con uno studio legale, nel caso specifico quello di Martyn Bach (Sydney Pollack). Coprire con artifici legali multinazionali colpevoli di reati gravi, qui ai danni all’ambiente e alla salute delle persone, e farlo per anni e anni, non è quel che si dice

    l’ideale per farti sentire a posto con la coscienza. Ovvio che la stanchezza interiore del personaggio sia palpabile e ben impressa sul volto del personaggio che Clooney veste in maniera così naturalmente calzante da rasentare l’anonimato. Non si tratta dunque di mancanza di glamour, quanto di aver trovato il modo di mettere a nudo l’anima del personaggio con una sorta di inedito ‘glamour’ suo proprio. Anche se non siamo avvezzi a chiamare con questo nome i profili di personaggi tratteggiati con nuances virate sul grigio, alla fin dei conti è di questo che si tratta. Un glamour che non poteva che prendere altra vita se non con l’icona particolarmente stropicciata conferita al suo personaggio da George Clooney sia sul piano estetico che interiore. Un’immagine non troppo distante, in linea di principio, dalla radice di antieroe romantico alla Raymond Chandler che già, per altri versi, aveva animato ad esempio il Deckard

    di Blade Runner. Un personaggio che cerca di far venire a galla la verità ma che, come si legge tra le righe di un finale sospeso, non avrà di certo il Premio Oscar per averla alla fine scovata e smascherata.

    Commenti del regista

    Un esempio reale per capire meglio la sostanza del film:

    "In un’altra causa passata alla storia, Anderson contro General Motors, la General Motors venne citata in giudizio da un gruppo di famigliari di persone restate vittime di strani incidenti avvenuti a bordo di auto G.M: negli anni 70, le auto prendevano fuoco al minimo impatto e questi incidenti, piuttosto frequenti, avevano causato la morte di diverse persone bruciate all’interno dell’abitacolo. Nel 1999 i parenti delle vittime, dopo una lunga causa penale ricevettero un risarcimento totale di 4,9 miliardi di dollari. E l’elemento che fece pendere la bilancia a loro vantaggio fu la scoperta di un documento che la G.M. e i suoi avvocati avevano disperatamente tentato di tenere nascosto per 20 anni. Si trattava di un documento semplice e conciso, un appunto scritto da un ingegnere della G.M., il signor Edward Ivey, intitolato: Analisi dei costi dei risarcimenti destinati alle famiglie delle vittime degli incendi causati dall’impatto delle auto per un difetto di fabbricazione. Si trattava di due sole pagine che non contenevano nulla di complicato. Era una semplice analisi costi-benefici. La G.M. era a conoscenza del fatto che le auto potevano esplodere come i fatti avevano tragicamente dimostrato. Il documento stilato dal signor Ivey altro non era che un semplice e freddo calcolo per valutare se costasse meno modificare la catena di montaggio per eliminare il difetto e quindi evitare gli incidenti o risarcire le famiglie delle eventuali vittime. La società era giunta alla conclusione che sarebbe stato più conveniente, dal punto di vista economico, risarcire le famiglie delle vittime".

    A proposito di Michael Clayton (George Clooney):

    "Michael è un personaggio complicato. Tutte le qualità che gli sono servite fino a quel momento – il suo fascino, la sua disinvoltura, la sua autorità – all’improvviso sembrano non servire più a nulla. Tutto il carisma di questo mondo non lo aiuterà a ritrovare la strada di casa nel momento in cui si sentirà totalmente perso. Sono tanti gli attori che sulla carta dichiarano di amare ruoli di questo genere, ma ci vuole una certa dose di audacia e di ambizione per interpretarli veramente".

    A proposito dello stile di GEORGE CLOONEY:

    "George somiglia alla città di New York. E' dotato di tutti i colpi giusti, è intelligente e affascinante. Può essere estremamente convincente e tormentato, il che ha fatto di lui il candidato perfetto per il ruolo".

    Perchè l'attrice Tilda Swinton per interpretare il capo ufficio legale della U/North, Karen Crowder ?:

    "Avevamo bisogno di un’attrice che fosse credibile nei panni di un avvocato e capace di tirare fuori quei momenti privati, intimi che rappresentano poi gran parte della sua recitazione, un’attrice che apparisse al contempo estremamente competente e piena di difetti... Nutro un profondo affetto per Karen (Crowder). Per quanto strano possa sembrare, ho trovato la maniera per immedesimarmi in lei in ogni singolo momento del film. Fa un lavoro difficile e pesante che però vuol dire tutto per lei. E sta per raggiungere la vetta quando viene coinvolta in una crisi senza precedenti. E a quel punto crolla. Crolla perché si sente persa. Crolla perché i ritmi sono diventati troppo veloci. Crolla perché è divorata dall’ambizione e dalla paura. E crolla per le stesse identiche ragioni per le quali il signor Ivey aveva scritto quell'appunto, vale a dire il sentirsi alla mercé di un miraggio aziendale psicotico".

    E, perché il produttore Syney Pollack per interpretare Marty Bach, il socio anziano dello studio Kenner, Bach & Ledeen ?:

    "Avevo bisogno di qualcuno che fosse credibile nei panni del capo di un grosso studio legale, qualcuno che incutesse timore e soggezione a Michael. Avevo bisogno di un attore dotato di un’autorità naturale, ma che fosse al contempo fresco. E questo limitava tantissimo il numero dei potenziali candidati".

    Altre voci dal set:

    Il produttore SYDNEY POLLACK:

    "Il materiale mi è sembrato immediatamente interessante. Inoltre ritengo che la sceneggiatura sia scritta in maniera egregia il che la rende realistica e cinematografica al tempo stesso. I temi trattati sono attuali ma al contempo atemporali".

    A proposito del ruolo chiave di GEORGE CLOONEY:

    "L’avvocato dello studio è un uomo che perde totalmente il controllo ed ha un esaurimento nervoso improvviso che lo porta a schierarsi dall’altra parte,†spiega Pollack. “A questo punto la domanda da un milione di dollari: vincerà la causa per la parte avversa o Michael Clayton riuscirà a trovare una soluzione alla vicenda?".

    E, a proposito del suo stesso personaggio, Marty Bach:

    "Marty dipende pesantemente da Michael Clayton. Questa causa arriva in una fase molto critica perché lo studio è nel bel mezzo di una trattativa per una fusione con uno studio legale di Londra, che se andasse a buon fine porterebbe a Marty un bel guadagno. Ma quando la causa della U/North sembra prendere la piega sbagliata, Marty tenta disperatamente di convincere Arthur a ritrovare il controllo esercitando delle pressioni enormi su Michael".

    La produttrice JENNIFER FOX sul tandem vincente di regista (Tony Giroy) e attore protagonista (George Clooney):

    "Hanno gli stessi punti di riferimento e hanno subito entrambi l'influenza dei grandi cineasti degli anni 70: Alan Pakula, Syney Lumet, Mike Nichols, Sydney Pollack. Inoltre affrontano entrambi il lavoro con una grandissima disciplina e preparazione ma al contempo sembra che tutto gli venga estremammente naturale".

    Links:

    • George Clooney

    • Sydney Pollack

    • Tom Wilkinson

    • Tilda Swinton

    • Bill Raymond

    • 64 Mostra: Lido di Venezia 31 agosto 2007 ROUND TABLE & DINTORNI: MICHAEL CLAYTON per la regia di TONY GILROY (Interviste)

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