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    Home Page > Movies & DVD > Parlami d'amore

    LA PRIMA VOLTA DI SILVIO MUCCINO REGISTA: CON 'PARLAMI D'AMORE' RENDE PROTAGONISTA IL SENTIMENTO LEGATO ALL'IMPREVISTO, LA' DOVE E' DI SCENA TUTTA LA PREPOTENZA DELLA VITA

    "Per me è stato da un lato molto faticoso e rischioso, dall’altro, estremamente naturale. Essendo un attore e, all’occasione, anche sceneggiatore, avevo sperimentato l’inevitabile frustrazione di chi racconta e interpreta le sue storie sapendo che la realizzazione vera è affidata al regista. 'Parlami d’amore' mi ha portato a rivestire prima il ruolo di autore e poi, piano piano, mi ha condotto per mano verso quello che si è rivelato un destino inappellabile: essere anche regista di questa mia storia. Nel passaggio dal libro alla sceneggiatura sono stati ovviamente apportati dei cambiamenti e, di conseguenza, più che una sceneggiatura tratta dal libro, si può parlare di un film liberamente tratto dalla storia di 'Parlami d’amore'".
    Il regista e attore Silvio Muccino

    (Parlami d'amore ITALIA 2008; drammatico/romantico; 115'; Produz.: Cattleya; Distribuz.: 01 Distribution)

    Locandina italiana Parlami d'amore

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Parlami d'amore

    Titolo in lingua originale: Parlami d'amore

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Silvio Muccino

    Sceneggiatura: Silvio Muccino e Carla Vangelista

    Soggetto: Tratto dall'omonimo romanzo scritto da Silvio Muccino e Carla Vangelista (edizioni Rizzoli)

    Cast: Silvio Muccino (Sasha)
    Aitana Sanchez-Gijon (Nicole)
    Carolina Crescentini (Benedetta)
    Andrea Renzi (Lorenzo)
    Flavio Parenti (Tancredi)
    Max Mazzotta (Fabrizio)
    Geraldine Chaplin (Amelie)
    Giorgio Colangeli (Riccardo)

    Musica: Andrea Guerra

    Costumi: Maurizio Millenotti

    Scenografia: Tonino Zera

    Fotografia: Arnaldo Catinari

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    "Sasha è un ragazzo di venticinque anni che si affaccia timidamente nel mondo. È cresciuto in una comunità di recupero per tossicodipendenti, figlio di due drogati: il padre è morto presto, la madre l’ha abbandonato in quel girone infernale dove Sasha ha trovato una specie di equilibrio. Lontano dalla vita vera. Estraneo anche al mondo nel quale è stato condannato a formarsi, unico sano tra i malati. E lì, a Borgo Fiorito, ha imparato a prendersi cura dei dolori della gente e si è affezionato a Riccardo – il capo della comunità – come a un padre putativo. E, soprattutto, ha conosciuto Benedetta, una ragazzina sua coetanea, figlia di uno dei benefattori esterni, che ogni domenica va in visita a Borgo Fiorito, portandogli una ventata di quel mondo vero che a lui sembra negato. E inevitabilmente, Sasha si è innamorato di Benedetta.
    Ora, diventato adulto, è uscito per la prima volta dalla comunità. Sta facendo i primi passi in quel mondo che era un riflesso di Benedetta. E non c’è nient’altro che lei nei suoi pensieri, niente di più confortante, familiare. E Sasha – dopo aver ottenuto dal padre di Benedetta l’incarico di restaurare la grande villa di famiglia – sa di non poter amare nessun altro.
    Nicole è una donna che ha passato la quarantina. Bella, intelligente, ironica. Ma dopo che l’uomo che amava è morto suicida, Nicole è scappata dalla Francia, ha sposato Lorenzo e ha fatto di tutto per dimenticare chi era e cosa voleva. Si è nascosta alla vita. Ha soffocato i suoi sentimenti. Ha deciso di controllare ogni attimo della sua esistenza. Ha cancellato dalla sua visuale ogni sorpresa.
    Ma la vita è prepotente. Non tiene conto della volontà degli esseri umani.
    Lo scontro tra le due macchine è impressionante.
    Sasha e Nicole sono vivi per miracolo. E forse questa vicinanza con la morte, forse la necessità di prendersi cura di una bastardina che è rimasta coinvolta nell’incidente, costringe Sasha e Nicole a uscire allo scoperto. A mostrarsi. L’uno all’altra. Così come sono.
    Lo scontro diventa un incontro.
    Tra due solitudini, tra due paure, tra due fuggiaschi.
    Sasha e Nicole, senza confessarselo, si riconoscono. Come due simili.
    E mentre Nicole aiuta Sasha a conquistare Benedetta, l’insegnante e l’allievo creano una intimità di pensieri e di emozioni che non li spaventano, che avvengono naturalmente, senza forzature.
    'Vivi, Sasha, vivi' ripete in continuazione Nicole a Sasha. Perché Nicole sa che terribile deserto emotivo può creare il ritirarsi dalla vita. E perché attraverso Sasha, lei stessa sta ricominciando a vivere.
    E la vita comincia a scorrere fluente, prepotente. Senza regole. Senza controllo. Senza ubbidire ai programmi e ai sogni. Né di Sasha né di Nicole.
    Benedetta non è più la ragazzina di un tempo. È una Circe, una sirena del buio. E Sasha, seguendo il suo canto, scopre la propria natura buia. Si danna. Si abbandona alle tenebre. Ripercorre tutto il cammino dei suoi genitori, si scopre uguale a loro, debole come loro, affronta e vince i mostri che gli si annidano dentro, prima di scoprire la sua strada e il destino che un incidente ha segnato.
    E Nicole, contagiata dalla vita di Sasha, non riesce più a tenere chiuse le porte al suo passato, i fantasmi la aggrediscono e deve combatterli, seppellirli, scoprendo che è giunta l’ora di rappacificarsi con se stessa, con la morte, con l’abbandono. Che è giunta l’ora di guardare la vita, toccarla, lasciarsi accarezzare. Arrendersi al presente.
    ‘Parlami d’amore’ è la storia della nascita di Sasha e della rinascita di Nicole. È la storia di due esseri umani che si riconoscono subito ma che devono compiere tutto il tragitto che la vita ha ideato per ognuno di loro prima di accettare i propri sentimenti, prima di incontrarsi alla pari, prima di avere il coraggio di specchiarsi nell’altro. Prima di arrendersi. L’uno all’altra".

    >Dal Press-Book< di Parlami d'amore.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    PELLICOLA D’AUTORE A SFONDO EDUCATIVO PER SILVIO MUCCINO AL SUO ESORDIO ALLA REGIA CHE, NEL FILMARE SE STESSO, TRADISCE UN PIZZICO DI NARCISISMO, E TUTTAVIA NON GLI FA DIFETTO. CON L’AMORE CERCATO E RAGGIUNTO ATTRAVERSO LA SOFFERTA CRESCITA PERSONALE DEL SUO PERSONAGGIO, MUCCINO METTE IN SCENA ANCHE UNA NUTRITA ROSA DI PIAGHE SOCIALI E MORALI DELLA NOSTRA CONTEMPORANEITA’, E NON SOLO PER QUANTO ATTIENE ALLA FASCIA DI ETA’ GIOVANILE. DA DISCIPLINATO ALUNNO DELLE ‘LEZIONI DI SEDUZIONE’ APPRESE DALL’AFFASCINANTE PARTNER AITANA SANCHEZ-GIJON, MUCCINO PASSA POI ALL’INCONSAPEVOLE RUOLO DI MAESTRO, IN GRADO DI DARE SCACCO MATTO A NANNI MORETTI E AL SUO ‘CAOS CALMO’, PROPRIO SUL REGISTRO DELLA PASSIONALITA’ AMOROSA CONGIUNTA AL ROMANTICISMO

    Evidentemente buon sangue non mente. A soli 26 anni, Silvio Muccino è già perfettamente in grado di giocare il suo poker d’assi sia in veste di attore che - adesso possiamo dirlo anche se si tratta solo dell’esordio - come

    regista. Potremmo anche aggiungere, con un pizzico di narcisismo, ma bisogna anche ammettere che se lo merita.
    Considerato il giorno di uscita del suo film, San Valentino, e pensando al titolo, Parlami d’amore, avremmo scommesso su una pellicola un po’ ruffiana, e invece ci siamo trovati di fronte ad un ottimo soggetto, sia come base contenutistica che come target della versione finalizzata al grande schermo. Si vede che, sollecitato fin da piccolo dall’aria in celluloide respirata in famiglia, Silvio Muccino ne ha fatto poi buon uso, portandosi persino ben oltre, cercando una sua strada. E’ lui stesso ad aver fatto esplicito riferimento ad eloquenti citazioni di altri classici per il suo film (vedi la rubrica ‘L’intervista’): da Fino all’ultimo respiro di Godard ad Harold e Maude, dalla cinematografia di Bernardo Bertolucci (e non solo L’ultimo Tango a Parigi e Il conformista) al Paradiso perduto di Alfonso Cuaròn.
    Dal nostro

    punto di vista non vedremmo tanto fuori luogo aggiungere Stanley Kubrick (Eyes Wide Shut) a proposito dell’atmosfera provocatoria, trasgressiva un po’ hard della festa in maschera virata sullo psichedelico blue.
    Principalmente il punto è che Parlami d’amore non è affatto solo un film sull’amore. E’ anche questo, e pure in misura alquanto complicata, ma è soprattutto uno spaccato di vita con aperture multiple su problemi sociali contemporanei, e non solo per quanto attiene alla fascia d’età giovanile. Droga, comunità di recupero, famiglie mancate, infanzie violate, assuefazione e dipendenza applicate sui registri di gioco e alcol - con gli stessi devastanti effetti e complicanze collaterali apportate dagli stessi stupefacenti - costituiscono l’altra anima profonda del film, congiunta alla ricerca di un amore che non finisca per risultare falso o usurato dall’abitudine.
    Se volessimo fare i pignoli e andare comunque a scovare con il lanternino qualche difetto a questo film, forse lo troveremmo nel

    rapporto un po’ ambiguo che fin dall’inizio si va ad instaurare tra Nicole (Aitana Sánchez-Gijón) e Sasha (Silvio Muccino), ritratti a fondo, all’interno della loro repressa ricerca di se stessi e della compensazione sentimentale vera e profonda, dal coinvolgimento pieno, che all’inizio entrambi si negano, magari legandosi ad un surrogato di quello che realmente vorrebbero. E queste galeotte ‘lezioni di seduzione’ sappiamo bene dove porteranno, ma non si sa esattamente come, dove, quando e perché. E a tal proposito, Silvio Muccino sa bene come tenere sulla corda e sedurre lo spettatore, non dimenticando la costante lezione parallela di natura morale e sociale che giustifica pienamente la segnalazione di questa pellicola da parte del Ministero dei Beni Culturali.
    Tra l’altro, a nostro avviso, proprio sul registro della seduzione, la lezione più bella ed efficace Silvio Muccino l’ha impartita a Nanni Moretti (nonché al regista Grimaldi) e al suo Caos Calmo esploso

    con Isabella Ferrari.
    Il montaggio alternato, in ritmo crescente, con cui Silvio Muccino ordisce la scena d’amore tra Sasha e Nicole, scambiando in tempi brevi, i vari fotogrammi dell’azione che cronologicamente si svolge prima con quelli di ciò che invece accade dopo, secondo il naturale ordine delle cose, ci offre sicuramente uno dei brani più potenti e lirici in materia d’amore, di grande resa cinematografica.
    Questa scelta stilistica di lasciar indovinare dall’avvicendarsi dei rispettivi frammenti, per schegge, momenti di intensa passionalità nel rapporto d’amore, danno scacco matto a chi altrove, in tal senso, ha preferito esibire in maniera esplicita, troppo a lungo e inutilmente, un’esasperazione passionale sortita, di fatto, in un risultato mediocre. Qui, in Parlami d’amore Muccino è invece riuscito a raggiungere l’apice, di splendida efficacia, per la resa di questo suo ‘romantico’ e travolgente ‘puzzle’, cui approda dopo il sofferto iter di crescita personale del personaggio. Tutto per

    arrivare a concludere che - come del resto sempre più spesso si scopre - l’amore non ha età, soprattutto quando ha il sapore della rinascita a nuova vita.

    Commenti del regista

    DEBUTTO ALLA REGIA:

    "E' solo grazie a questa storia (l'omonimo romanzo) che ho trovato il coraggio di intraprendere questo passo importante (il debutto alla regia) ".

    Links:

    • Silvio Muccino (Regista)

    • Silvio Muccino

    • Carolina Crescentini

    • 'PARLAMI D'AMORE' DI SILVIO MUCCINO: INTERVISTE AL CAST E AL CAST TECNICO (Interviste)

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    Galleria Video:

    Parlami d'amore.mov

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