INDOMITA ELIZABETH – LA VERGINE D’INGHILTERRA
Sulla regina, lo sguardo simbolista di Shekhar Kapur
20/02/2008
- L’occhio privato della regina coglie la scena da inquadrature oblique, anomale, intimamente occhieggia in piano sequenza e passa fra il traforo di una finestra, il cornicione di un soffitto, l’arcata di un portico, lo spigolo che taglia la prospettiva di un pilastro.
È l’occhio privato di Elizabeth che il regista indaga, un’interiorità spiccata che fa il ritratto di una donna, prima donna che regina.
Il compito oneroso, il peso di un paese che per amore difende e domina, regna.
L’amore e il sacrificio.
Una battaglia che è personale, contro il destino, e il tormento di una donna che vive e soffre e il sacrificio di una vita passata a combattere.
Non un segno di cedimento, non c’è spazio per se stessi.
E se è sui campi di battaglia, lotterà con il suo popolo, fradicia come la prora di una nave nel vento mentre la sua armata esce vincitrice, il leone d’Inghilterra fiamma contro il cielo di nubi.
Contro il nemico ed il destino, contro il potere inquisitorio che in nome di una giustizia divina genera terrore.
Ed è con simbolismo spiccato che Shekhar Kapur ne coglie i particolari.
Passano i tempi di battaglia, il fuoco dei cannoni, passa la tempesta e cadono le croci sporcate da mani insanguinate.
Perché a trionfare è il cuore, di donna e di regina, la vergine Inghilterra mai toccata, mai scalfita, mai solcata dal piede del nemico, mai fatta prigioniera, mai schiava.
(A cura di ENRICA MANES)
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