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    Il cinema di Tim Burton

    Biografia

    (A cura di PAOLO LOMBARDI)

    (Burbank, California – USA, 25 agosto 1958 - )

    Nato a Burbank, una cittadina americana non molto distante da Hollywood, Timothy Walter Burton, in arte Tim Burton, trascorre la sua infanzia senza molte amicizie, preferendo disegnare ed andare al cinema. All’età di quattordici anni mostra il suo virtuoso talento artistico nel disegno realizzando il logo della nettezza urbana di Burbank. L’altra sua passione è per i cosiddetti ‘film di serie B’, gli horror con creature mostruose come Godzilla, creati con effetti di animazione realizzati con la tecnica ‘stop motion’ (un fotogramma per volta di piccolissimi movimenti consecutivi compiuti da modellini tali da dare l’illusione del movimento). Tra i suoi idoli preferiti c’è l’attore inglese Vincent Price, interprete di alcuni adattamenti cinematografici dei racconti di Edgar Allan Poe.

    Grazie al suo talento, a 18 anni vince una borsa di studio messa in palio dalla Disney che gli permette di continuare a coltivare la sua passione per il disegno al California Institute of the Arts di Valencia e, subito dopo, entra a lavorare negli Studios come animatore.

    Tim Burton fa il suo debutto come regista con il cortometraggio animato Vincent (1982), un lavoro prettamente autobiografico di circa cinque minuti, realizzato in bianco e nero con l’amata tecnica dello ‘stop motion’. Il film, storia di un ragazzino che fantastica su avventure horror e sul suo mito Vincent Price, peraltro voce narrante del film stesso, ottiene un grande successo di critica e vince molti premi nel circuito dei festival. Sempre con la Disney Burton realizza due anni dopo un altro cortometraggio non animato Frankenweenie (1984), un’interpretazione piena di creatività e freschezza della leggenda di Frankenstein, in cui un bambino ricostruisce il suo cagnolino Sparky, morto dopo un incidente, utilizzando cuciture e marchingegni elettronici. La spassosa e geniale parodia della storia di Frankenstein, girata in bianco e nero, nonostante una nomination all’Oscar come ‘Miglior Cortometraggio di Fiction’, ottiene scarso successo per la censura posta dalla Disney ad un pubblico di età inferiore ai quattordici anni; circostanza che segna la provvisoria rottura del cineasta californiano con la casa di produzione.

    Il successivo lavoro di Tim Burton, la scanzonata e divertente commedia Pee-wee’s Big Adventure (1985), suo primo lungometraggio realizzato per la Warner Bros., nonostante l’esiguo budget e i ristretti tempi di produzione, riscuote un immediato successo al botteghino e il regista viene apprezzato per la sua originalità visiva. Anche il successivo lavoro Beetlejuice (Beetlejuice - Spiritello porcello, 1988), macabra commedia soprannaturale con Michael Keaton, Geena Davis, Alec Baldwin e Winona Ryder, con effetti speciali realizzati esclusivamente in ‘stop motion’, raccoglie grande successo di pubblico e critica.
    L’abilità di Burton nel realizzare grandi successi con un basso budget fa sì che la Warner Bros. gli affidi pochi giorni dopo l’uscita di Beetlejuice un grosso progetto, ovvero la trasposizione cinematografica di Batman (Batman, 1989), con Jack Nicholson, Michael Keaton e Kim Basinger. Il film è la trasposizione cinematografica del celebre fumetto creato da Bob Kane, del quale la Warner Bros. deteneva i diritti da parecchio tempo. Nonostante Burton sia piuttosto restio a simili kolossal commerciali, decide di accettare l’incarico con l’intento di guadagnarsi un posto di prestigio e quindi avere maggior libertà nei suoi successivi lavori. Il film riscuote talmente tanto successo che la National Association of Theatre Owners (NATO) gli conferisce il premio per il ‘Miglior Regista’ dell’anno; la pellicola si aggiudica inoltre un Oscar per la ‘Miglior Scenografia’.

    Stanco dei compromessi con le major cinematografiche, Burton fonda con Denise Di Novi una propria casa di produzione, la Tim Burton Productions, con la quale, economicamente aiutato dalla 20th Century Fox, nel 1990 produce il suo primo lungometraggio di cui è lui stesso l’autore del soggetto, Edward Scissorhands (Edward Mani di Forbice) con l’allora esordiente giovane attore Johnny Depp nel ruolo di protagonista a fianco di Winona Ryder; il film è uno dei più acclamati del Natale di quell’anno per l’originalità e la sensibilità toccante e magica.
    Visto il successo di Batman, la Warner Bros. pressa Burton per il sequel Batman Returns (Batman - Il ritorno, 1992). Il regista accetta, ma alla condizione che gli venga affidato il controllo totale, prendendone in mano anche la produzione. Accanto a Michael Keaton nuovamente nel costume da uomo pipistrello, Burton pone un cast composto da Danny De Vito nel ruolo del ‘Pinguino’, Michelle Pfeiffer nelle vesti della temibile ‘Catwomen’ e Christopher Walken nella parte di ‘Max Shrek’. Nonostante non raggiunga il successo del precedente, il film è campione d’incassi di quell’anno. In seguito, Tim Burton parteciperà anche alla stesura preliminare del terzo episodio della saga, Batman Forever la cui regia sarà però affidata a Joel Schumacher.

    Nasce poi l’idea e la seguente produzione del film d’animazione The Nightmare Before Christmas (1993). Realizzato in ‘stop motion’, il film è popolato da creature macabre e grottesche come lo scheletro Jack (doppiato in italiano da Renato Zero). Concepito inizialmente come film di Natale, ottiene un’eccezionale accoglienza di pubblico e si trasforma in un successo permanente.
    Nel 1994 il regista americano produce e dirige Ed Wood con Johnny Depp nel ruolo del personaggio che dà il titolo all’opera. Si tratta di una biografia su Edward D. Wood Jr., regista degli anni ’50 etichettato come “il peggior regista di tutti i tempi”. Il film colleziona due Oscar, uno per il ‘Miglior Attore Non Protagonista’, assegnato a Martin Landau nel ruolo di ‘Bela Lugosi’, il celebre interprete di ‘Dracula’ e amico di ‘Wood’, l’altro per il ‘Miglior Trucco’.
    Negli stessi anni Tim Burton è produttore anche di Cabin Boy (Crociera fuori programma, 1994), Batman Forever (1995) e James and the Giant Peach (James e la pesca gigante, 1996), basato sul romanzo per ragazzi di Roald Dahl.

    Il cineasta californiano torna poi alla regia nel 1996 con Mars Attacks!, commedia fantascientifica ispirata alla serie di figurine collezionabili Topps, interpretata da attori molto famosi, tra i quali una giovanissima Natalie Portman e, in veste di protagonisti, Jack Nicholson, Glenn Close, Danny De Vito e Annette Bening. Il film non viene però particolarmente apprezzato né dalla critica, né dal pubblico: incentrato su una minaccia aliena che sta per abbattersi sulla terra, il film cela un parodistico ed ironico attacco alla politica e alla società americana.

    Nel 1999 Burton è alla regia di Sleepy Hollow (Il mistero di Sleepy Hollow), con Johnny Depp nel ruolo di un detective anziché un maestro elementare come nel racconto originale, Christina Ricci, Miranda Richardson e Michael Gambon. Il film, ispirato al classico di Washington Irving, riceve tre candidature agli Oscar, comprese quelle per i ‘Migliori Costumi’ e la ‘Migliore Fotografia’, vincendo l’Oscar per la ‘Miglior Scenografia’; ottiene inoltre i premi Bafta per i ‘Migliori Costumi’ e la ‘Migliore Scenografia’.

    Nel 2000 la 20th Century Fox propone a Burton una nuova versione del kolossal del 1968 di Franklin Schaffner Planet of the Apes (Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie, 2001), un progetto che gli fa incontrare il produttore Richard D. Zanuck, già a capo della 20th Century Fox e realizzatore del film originale nel 1968. Il film, un’apocalittica storia su come, un giorno, le scimmie avrebbero governato la terra e l’uomo sarebbe stato loro subordinato, riceve critiche discordanti e viene considerato decisamente inferiore al primo di cui doveva essere solo un remake, cosa che Burton non fa. Tuttavia, nonostante sia inusuale per l’ormai riconoscibilissimo e raffinato stile di Burton, il film ottiene un ottimo successo al box office. Sul set Burton conosce l’attrice britannica Helena Bonham Carter, che diverrà la sua compagna nella vita e collaboratrice in tutti i suoi film successivi.

    Nel 2002 la Columbia Pictures affida a Burton un progetto basato sul particolarissimo romanzo di Daniel Wallace Big Fish (Big Fish - Le storie di una vita incredibile, 2003). Il film narra la storia commovente e fiabesca del rapporto fra un padre (interpretato nella sua veste giovane da Ewan McGregor e in quella anziana da Albert Finney) e suo figlio. Giudicato il film più personale ed emozionante del regista, ottiene ottime recensioni e riscontri al botteghino e conquista quattro nomination al Golden Globe, nonché una all’Academy Award come ‘Miglior Colonna Sonora’.

    Nel 2005 Burton dirige insieme a Mike Johnson e produce il film d’animazione, romanticamente dark, Corpse Bride (La sposa cadavere), doppiato da Johnny Depp e Helena Bonham Carter, altalenante scambio tra luci e ombre, tra il tetro mondo dei vivi e quello spassoso dei morti. Il film riceve una nomination all’Oscar come ‘Miglior Lungometraggio d’Animazione’. Nello stesso anno dirige Charlie and the Chocolate Factory (La fabbrica di cioccolato, 2005), avventura fantastica ispirata all’omonimo e amato romanzo di Roald Dahl, ancora con Johnny Depp e Freddie Highmore, il ragazzino proposto al regista dallo stesso Depp, col quale aveva lavorato in Neverland (Neverland - Un sogno per la vita). All’uscita il film riscuote un successo impressionante, tanto di critica quanto di botteghino e continua tuttora a divertire il pubblico; ottiene inoltre una candidatura all’Oscar come ‘Miglior Costume’, opera dell’italiana Gabriella Pescucci.

    In seguito la DreamWorks/Warner Bros. produce Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street (Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, 2007), un’opera basata sul popolare musical di Stephen Sondheim che Tim Burton aveva in mente di realizzare da molto tempo. Per la prima volta, Burton dà vita a un vero e proprio musical, riutilizzando la colonna sonora e le canzoni di Sondheim. Johnny Depp, nel ruolo di ‘Sweeney Todd’, il diabolico e sanguinario barbiere in cerca di vendetta, riceve una nomination all’Oscar come ‘Miglior Attore’ e numerosi altri premi e riconoscimenti; Helena Bonham Carter, nel ruolo della folle fornaia ‘Mrs. Lovett’, insieme a una nomination al Golden Globe, vince un Evening Standard British Film Award. Il musical riceve inoltre un Oscar come ‘Miglior Scenografia’, la cupa e stilizzata Londra di Dante Ferretti, nonché la nomination a ‘Miglior Regia’ al Golden Globe. Nello stesso anno, alla 64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica al Lido di Venezia Tim Burton riceve il ‘Leone d’Oro alla Carriera’, diventando il regista più giovane della storia ad aver ricevuto tale premio.

    Nel marzo 2010 esce in America ed in Italia la più recente opera di Burton Alice in Wonderland con Mia Wasikowska nel ruolo di ‘Alice’, Johnny Depp in quello del ‘Cappellaio Matto’, Helena Bonham Carter in quello della ‘Regina Rossa’, Anne Hathaway nel ruolo della ‘Regina Bianca’, mentre Christopher Lee è la voce originale del ‘Ciciarampa’. Il film, nel quale Tim Burton adopera per la prima volta la tecnica del 3D, narra la storia di Alice che, dodici anni dopo la sua avventura a ‘Wonderland’, mentre è ad una festa, segue il ‘Coniglio Bianco’ giù per la tana e torna nel ‘Paese delle Meraviglie’. Girato in ‘live-action’ e poi ultimato in post-produzione con l’aggiunta di effetti speciali, il film riporta l’idea del regista di voler dare al celebre racconto un impatto emotivo che, prima di allora, non ha mai trovato nelle altre trasposizioni cinematografiche.

    Burton è anche autore e illustratore del libro per l’infanzia The Nightmare Before Christmas, uscito insieme all’omonimo film. Il suo successivo libro The Melancholy Death of Oyster Boy and Other Stories (Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie), una raccolta di versi che racconta le tristi storie di bambini molto simili a Edward Mani di Forbice, quindi deformati, tra cui il Bambino Ostrica divorato dal padre di notte per aumentare la potenza sessuale, raccoglie numerosi consensi tra cui quello del New York Times “per la capacità di esprimere il dolore di un adolescente non integrato”.

    Anticonformista e restio alla vita mondana di Hollywood, Tim Burton vive a Londra con Helena Bonham Carter, attuale consorte e dalla quale ha avuto due figli.

    Bibliografia: La Biennale di Venezia. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Milano 2007, pp. 54-55, (Editrice: Mondadori Electa); >Press-Book< di Alice in Wonderland (2010); www.imdb.com; www.it.wikipedia.org; >Press-Book< di Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007).

    Aggiornata al: (28 febbraio 2010)

    LE VOCI ITALIANE DI TIM BURTON

    Nightmare Before Christmas, 1994, Mondadori Editore, ISBN 88-04-38987-7;

    Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie, 1998, Einaudi Editore, ISBN 88-06-15034-0;

    La sposa cadavere di Tim Burton, 2006, Einaudi Editore, ISBN 88-06-18475-X;

    Il cinema secondo Tim Burton, in collaborazione con Mark Salisbury, 2007, Pratiche Editrice, ISBN 88-7380-246-X.

    Tim Burton Biografia Completa in Italiano

    Tim Burton Biografia Completa in Inglese

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