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    Il cinema di Hayao Miyazaki

    Biografia

    (Tokyo, GIAPPONE 5 gennaio 1941 - )

    HAYAO MIYAZAKI nasce a Tokyo nel 1941. Dopo la laurea in Scienze Politiche ed Economia all’Università Gakushuin, entra a far parte della società di animazione Toei. Come cartoonist ha creato molte serie TV e film, spesso in collaborazione con il collega e regista Isao Takahata.

    Strana la vita dell’animatore Hayao Miyazaki. Per venti lunghi anni della sua strepitosa carriera nel mondo del cinema di animazione, la sua fama è poco diffusa. Come disegnatore cresce nei primi anni Sessanta all’interno della fabbrica di cartoon più famosa al mondo, la Toei Animation, e, nonostante i famosissimi serial televisivi, come Lupin III (1971), Heidi (1974) e Anna dai capelli rossi (1979), resta cautamente all’ombra del suo amico e mentore Isao Takahata (più vecchio di lui di sei anni). Sono i tempi in cui firma la regia televisiva del cult Conan il ragazzo del futuro (1978) e del primo film per il grande schermo, Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979). Agli occhi degli artisti e dei suoi colleghi appare un animatore rigoroso, dalle idee mirabolanti ma impraticabili (per via dei costi esagerati).

    Due sono le cose che cambiano per sempre il suo destino. Una è la fortuna di trovarsi nel posto giusto, al momento giusto. L’altra è una persona, il maestro riconosciuto di sempre Yasuo Otsuka
    (conosciuto in Toei Animation e suo valido 'braccio destro' in Lupin III e Conan il ragazzo del futuro). Negli anni Ottanta Miyazaki, infatti, viene spedito a insegnare il mestiere alle matricole dello studio Tokyo Movie Shinsha e anche il suo progetto sontuoso della serie televisiva Il fiuto di
    Sherlock Holmes
    (1984), co-prodotto con la RAI, lo scontenta a tal punto da mollare a pochi episodi dall’inizio.

    La sua carriera spicca il volo quando il fumetto da lui disegnato, intitolato Nausicaä della valle del vento (in Italia pubblicato da Panini Comics), viene trasformato nel 1984 in un fortunato lungometraggio d’animazione. Il film incassa quasi un miliardo di yen dell’epoca e fa felice il
    produttore Yasuyoshi Tokuma. La vita di Miyazaki cambia e, insieme all’amico Isao Takahata,
    decide di fondare un suo studio per realizzare film di “elevata qualità tecnica” che entrambi hanno sempre posto come prerogativa per lavorare nel settore. I due sono tuttavia ancora lontani dalla solidità economica che potrebbe farli perseguire con coerenza quel progetto, così ogni nuovo film è realizzato “in economia” e con uno staff di disegnatori e animatori assunto di volta in volta.

    Nel 1985 fondano ufficiosamente lo Studio Ghibli (dal nome del caldo vento del Sahara, e da quello
    che i piloti italiani davano ai loro velivoli durante la Seconda Guerra mondiale). Ciò che inizialmente era un’attività portata avanti senza conoscerne gli esiti e priva di scopi commerciali mirati, si trasforma in pochi anni in un piccolo grande miracolo creativo e finanziario, capace dal 1989 di potersi avvalere finalmente di uno staff stipendiato, e avviare così nuove produzioni.

    Nel 1986 esce nei cinema il film d’avventura Il castello nel cielo, che per un soffio non riesce a replicare il successo al botteghino di Nausicaä, ma grazie al sostegno di Tokuma e del giovane produttore Toshio Suzuki lo Studio Ghibli tiene duro. Nel 1988 escono ben due lungometraggi, Il mio vicino Totoro di Miyazaki e il drammatico Una tomba per le lucciole di Takahata. L’anno seguente Miyazaki sbanca il botteghino con Kiki – Consegne a domicilio, tratto da un romanzo per l’infanzia di Eiko Kadono. Nel 1991 è la volta del poetico Omohide poroporo, firmato da Takahata.

    Nel 1992 arriva il successo clamoroso di Porco Rosso, film ambientato nei tardi anni Venti sulle coste del mar Adriatico. Il successo del film permette allo Studio di dotarsi di una sede fissa trasferendosi dal precedente domicilio a Kichijoji al tranquillo quartiere Koganei, immerso nel verde, poco fuori Tokyo.

    Pur tra mille dubbi e incertezze, i due registi diventano un duo inarrestabile, ognuno veicolato da una personale idea di animazione: Miyazaki trascinato dalla sua folgorante fantasia e Takahata affezionato a temi più seri e attuali. Seguono così i film Ponpoko (1994) di Takahata e il bellissimo I sospiri del mio cuore (1995) realizzato dal compianto amico e collega Yoshifumi Kondo, l’animatore che aveva affiancato i due nelle serie televisive degli anni Settanta diventando un punto di riferimento per lo Studio.

    Nel 1997 il film Princess Mononoke, ambientato in un passato lontano, tra demoni e dei, porta definitivamente alla ribalta il nome di Miyazaki. Walt Disney Pictures acquista i diritti per la distribuzione all’estero di tutti i film dello studio e finalmente anche l’Occidente prende
    confidenza con il genio e la poesia di un artista amato, fino ad allora, solo dal pubblico nipponico.

    Nel 2003 il film La Città Incantata dello stesso Miyazaki si aggiudica il Premio Oscar per il 'Miglior Film di Animazione' (oltre a numerosi altri Premi tra cui l'Orso d'Oro a Berlino nel 2002). L’anno seguente esce Il castello errante di Howl (2004) dal romanzo di Diana W. Jones e quindi, nel 2008, il toccante Ponyo sulla scogliera con il suo deciso messaggio ecologista.

    Al di là degli stratosferici incassi, inauditi per il cinema di animazione giapponese, i film di Hayao
    Miyazaki hanno il potere di avvicinare il pubblico di tutte le età a temi importanti e d’attualità. Il
    rispetto per la natura e lo stillicidio che gli uomini fanno del loro habitat, per esempio, è uno dei temi più ricorrenti, già presente ai tempi del serial Conan il ragazzo del futuro. Ciò che rende unico ciascun film di Miyazaki è il felice connubio di poesia e sfrenata fantasia, con un ricorso all’immaginazione che si traduce in spericolate scene d’azione (velocissime, dinamiche sullo schermo) e in una ricerca della qualità che sin dagli esordi è apparsa centrale nella metodologia di lavoro del regista.

    Tutto nei film di Miyazaki e dello Studio Ghibli è tenacemente fatto a mano, anche dovendo
    realizzare centinaia di migliaia di disegni per i movimenti e le scene di animazione più complicate. Solo negli ultimi anni il computer è intervenuto nell’apparato produttivo dello Studio per agevolare il lavoro degli addetti ai colori o per migliorare questioni più tecniche come i movimenti della macchina da presa. Ma ciò che era il sogno ostinato di un animatore abituato a faticare per ore su un foglio di disegno è rimasto inalterato senza cambiare la politica dello Studio.
    Quale sarà il futuro di questo straordinario autore? Per saperlo, occorre attendere il 2013 quando uscirà il suo nuovo, attesissimo, film.

    Bibliografia: 61.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. La Biennale di Venezia, Milano 2004, p. 68 (Mondadori Electa Editore), >PressBook< de Il castello nel cielo (Italia, 2012)

    Aggiornata al: (11 Aprile 2012)

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