DOPO L’ANTEPRIMA ALLA 67. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, ‘LA VERSIONE DI BARNEY’ CON PAUL GIAMATTI E DUSTIN HOFFMAN APRE LE CORTINE DI CELLULOIDE DEL 2011: AL CINEMA DAL 14 GENNAIO
25/11/2010
- Tratto dall’omonimo romanzo di MORDECAI RICHLER edito in Italia da Adelphi, vero e proprio successo planetario nei termini di caso letterario del 2001, e non solo (*) LA VERSIONE DI BARNEY di RICHARD J. LEWIS (Un poliziotto a quattro zampe 3, CSI: Scena del Crimine) con PAUL GIAMATTI primo protagonista nelle vesti del problematico figlio - l’incontenibile e picaresco Barney Panofsky - di DUSTIN HOFFMAN che, dal canto suo, indossa quelle di un padre apparentemente squinternato quanto irresistibile nella resa ironico-drammatica, nelle corde speciali di un ‘interprete-icona’ delle sottili sfumature introspettive di personaggi la cui complessità occhieggia da una sorta di amorevole bozzolo di leggerezza, paradossalmente asservita a rendere ancor più evidente il reale spessore del personaggio in questione: Izzy Panofsky.
Come nel libro, anche il film tiene tutti in bilico tra il riso e le lacrime tratteggiando il personaggio di Barney (PAUL GIAMATTI) quale anti-eroe per eccellenza, uomo dalle mille contraddizioni. Pasticcione e un po’ equivoco, sposato per ben tre volte, per quanto innamorato veramente solo dell’ultima moglie Miriam (ROSAMUND PIKE), Barney è comunque un uomo capace di conquistarci tutti con quel suo fare da simpatica canaglia. Ma le apparizioni di DUSTIN HOFFMAN come padre ‘sboccato’ del protagonista non conquista di meno, anzi. Corona umoristicamente il bozzetto delle interrelazioni umane del nostro scombinato Barney, ‘la seconda moglie, Signora Panofsky’ (MINNIE DRIVER) e la prima moglie Clara, artista squilibrata interpretata dall’attrice quebecchese RACHELLE LEFÈVRE.
Il film, girato tra Montréal, New York e Roma, presentato alla 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, sarà al cinema dal 14 GENNAIO 2011.
(*) Il caso letterario si è rafforzato anche quando, per l’appunto il protagonista Barney Panofsky, viene per così dire ‘adottato’ da Giuliano Ferrara che gli intitola una rubrica sul quotidiano “Il Foglio”, con trafiletti che continuano a tutt’oggi.
(A cura di PATRIZIA FERRETTI)
|